Elisa Cinti di Abitare Orvieto, “no a contrapposizioni tra operatori e residenti ma equilibrio per non svuotare il centro storico”

Abusivismo turistico, residenti, imprese, non sono tre gruppi diversi e distanti, ma punti differenti ma facenti parte della città. Sgombriamo il capo, dunque, da contrapposizioni sciocche e frutto più della frenesia da campagna elettorale che da dibattito serio sul futuro di Orvieto.
Elisa Cinti, di “Abitare Orvieto”, ritiene che prima di tutto sia necessario definire la città, “Orvieto è una città “ad alta tensione abitativa” inserita nelle Aree Interne e presa d’assalto dal turismo mordi e fuggi”. Una domanda che pongono alcuni è, ma siamo sicuri che siamo pieni di turisti? E’ chiaro che si parla dei periodi di punta, non tutto l’anno e e Probabilmente proprio l’avere turisti in alcuni periodi ben definiti evidenzia quel rischio “turistificazione” che molti sottolineano. Sempre Elisa Cinti spiega, “ci sono studi scientifici sugli effetti nel breve e soprattutto nel lungo periodo, di questo fenomeno, e ritengo che qualsiasi amministrazione dovrebbe tenerli in considerazione e studiarli a meno che non si voglia un centro storico svuotato della sua linfa vitale ossia delle persone che vi abitano”.

“Abitare Orvieto” da tempo sostiene chi risiede nel centro storico e vuole rimanerci ma senza demonizzare il turismo, una grande risorsa economica per tutti anche per chi abita sulla Rupe. “Scendere ad un tal basso confronto non è costruttivo, è invece sicuramente necessario – spiega Elisa Cinti – fotografare la realtà e dati alla mano affrontare i problemi reali che sono stati determinati da una politica volta unicamente alla promozione turistica senza alcuna preoccupazione di quello che la città stava parallelamente diventando in termini di depauperamento del tessuto sociale, demografico ed economico”. Bisogna cioè analizzare gli effetti distorsivi di uno sviluppo turistico vorticoso e troppo spesso con deroghe e “deroghine” ai regolamenti e alle leggi. “Ad esempio, le strutture ricettive private extra-alberghiere ad Orvieto, negli ultimi 7/8 anni, sono aumentate in maniera esponenziale (dato certificato dalla Regione Umbria, fruibile da tutti oltre che essere in mano all’amministrazione comunale). Ecco, sarebbe importante – secondo Cinti – comprendere quali siano gli effetti nel lungo periodo di queste innumerevoli autorizzazioni che il Comune ha rilasciato ossia quali siano i relativi vantaggi, in termini di aumento della produttività per il territorio e di sviluppo della comunità locale”. Nessuno vuole mettere sotto accusa l’amministrazione comunale ma almeno far rispettare le regole e capire come governare i processi, Elisa Cinti ritiene che “se da una parte ci sono alcuni aspetti rispetto ai quali l’amministrazione comunale non ha competenza ci sono altri in cui invece può assolutamente agire, ad esempio un aumento dei controlli, una riduzione delle autorizzazioni, la modifica del piano regolatore, delle differenti applicazioni dei regimi fiscali, all’attuazione di politiche di social housing e di residenzialità pubblica”.

Abitare Orvieto ritiene che i residenti debbano essere presi in considerazione perché “incontrano difficoltà quotidiane e un’amministrazione dovrebbe adoperarsi per favorire quanto più possibile la residenzialità nel suo territorio”. Qui non si tratta di voler mettere in contrapposizione i cittadini, “si deve mantenere in equilibrio la residenzialità e la naturale vocazione turistica di Orvieto programmando una politica che non sia solo a favore di alcuni singoli ma che guardi al futuro della nostra città, tutta”.