Donare sangue, un gesto d’amore che salva le vite.  L’Umbria cresce ma serve di più

Nel 2023 l’Umbria ha registrato un aumento delle donazioni di sangue pari al 2,93%, un bel risultato ma non ancora sufficiente per cantare vittoria.  A fronte del dato positivo delle donazioni, infatti, rimane il deficit per quanto riguarda il plasma.  Il numero di donatori totali in Umbria torna a salire e si avvicina a quello del 2017, considerato un record.  Il 2023 poteva andare anche meglio ma il divieto di donare sangue per chi era transitato a Roma a causa della dengue ha avuto un impatto sicuramente negativo nel periodo più critico, quello estivo-autunnale. 

Donare sangue è un atto innanzitutto civico e poi anche di cura personale.  Spesso s’inizia per un evento drammatico di qualche familiare.  Emblematiche sono le tante testimonianze di neo-donatori che ricordano la loro prima volta, con le paure, la tensione di quei momenti.  Racconta Silvia, “mi arriva un telefonata che mi avverte di un grave incidente che ha coinvolto mio fratello”.  La ragazza parte immediatamente per raggiungere l’ospedale dove hanno ricoverato suo fratello Paolo.  Quando arriva insieme agli altri familiari ascolta con attenzione il medico.  “Paolo deve essere operato d’urgenza e ha bisogno di sangue da trasfondere.  Aiutateci anche voi”.  Sangue, trasfusione, urgenza.  Queste parole rimbalzano nella mente di Silvia che non riesce a trattenere le lacrime e scoppia in un pianto dirotto.  Suo fratello è sul punto di morire e serve una trasfusione.  La paura atavica degli aghi la blocca ma vuole aiutare suo fratello.  Come fare?  Intanto si cerca di capire chi è compatibile.  Un rapido giro ma qualcuno non ricorda il proprio gruppo, anche Silvia non lo ricorda.  Eppure oggi è semplice, si può inserire il gruppo sanguigno sulla carta d’identità e sulla tessera sanitaria.  Silvia è giovane e non ci ha mai pensato.  “Che mi deve succedere.  E poi – si ripete – c’è sempre mamma che ricorda tutto”.  Ma ora ogni minuto è prezioso.  Deve decidere con velocità.  Alla fine la mamma le ricorda il gruppo, B positivo.  Resta la paura dell’ago, del sangue che scorre nei tubicini, delle infezioni e di tutte quelle storie lette su tanti post.  La rassicura il medico, “non si preoccupi, controlliamo passo dopo passo, la assistiamo e la supportiamo.  Non ci sono pericoli nella maniera più assoluta.  Il sangue serve, sempre!”.  L’amore per il fratello vince la paura e oggi Silvia è una donatrice convinta, pronta a rispondere ai tanti appelli in Umbria. 

La nostra Silvia è una giovane, un’eccezione purtroppo visto che anche in Umbria il numero di nuovi donatori va assottigliandosi, in particolare tra i 18 e i 35 anni mentre la popolazione invecchia e le richieste di sangue sono in aumento.  Manca una vera cultura della donazione, ancora, in particolare manca una corretta informazione anche nelle scuole per far comprendere la sua grande utilità e il processo rigoroso che c’è prima, durante e dopo ogni donazione.  Intanto la Regione a ottobre del 2023 ha istituito il Centro Regionale Sangue e successivamente ha approvato il nuovo Piano regionale Sangue e Plasma, due tappe fondamentali per un’organizzazione puntuale a servizio della sanità pubblica regionale. Le istituzioni lavorano, la sanità si mobilità insieme alle associazioni, manca però un tassello fondamentale, il donatore e in particolare tra le nuove generazioni, linfa vitale per assicurare un approvvigionamento continuo delle scorte disponibili e un futuro più certo per una popolazione sempre più anziana e soggetta a interventi per cui le trasfusioni spesso sono necessarie.  La scuola può, anzi deve essere il luogo destinato a formare una nuova cultura della donazione in generale e del sangue in particolare.