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Dantedì, tutti gli eventi e la scoperta dell’unico quadro al mondo con il Sommo poeta barbuto di proprietà del Comune

Alla vigilia del “Dantedì”, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, nel 700mo anniversario della morte del sommo poeta il sindaco di Orvieto ha presentato gli eventi in programma in città insieme al presidente della Fondazione “Claudio Faina, Daniele Di Loreto, del presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei e al presidente della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto, Liliana Grasso.  Proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione è stata presentata la vera particolarità per le celebrazioni dantesche e cioè, un’inedita e unica rappresentazione di Dante con la barba.  Il quadro è attualmente nello studio del sindaco e sarà al centro dell’esposizione “Il vero volto di Dante Alighieri – Sulle tracce del sommo poeta a Orvieto” che si terrà a settembre negli spazi espositivi della Fondazione “Claudio Faina” in piazza Duomo.
Il “Dante barbuto” è un dipinto che raffigura il Sommo Poeta in una maniera completamente diversa dall’iconografia ufficiale.  Secondo le prime ricerche effettuate il quadro sarebbe databile tra il ‘500 e il ‘600. L’autore è ignoto ma è ipotizzabile si sia ispirato dal pittore fiorentino Cristofano di Papi dell’Altissimo. La raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel «Trattatello in laude di Dante» scritto tra il 1351 e il 1355. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso”, scrive Boccaccio.
Sono rarissimi i casi nel mondo in cui Dante viene raffigurato con la barba: una miniatura su un codice che si trova nella Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia, una cartolina riproducente un quadro andato perduto e altri due dipinti: il quadro di Il’ja Efimovic Repin che si trova in Russia, a Kostroma, una città a nord-est di Mosca, esposto al Kostroma State Historical-Architectural and Art Museum, e il quadro di Agnolo Bronzino che si trova a Firenze e appartiene a una collezione privata.
“Malgrado le difficoltà legate all’emergenza sanitaria – ha spiegato il sindaco di Orvieto e assessore alla cultura, Roberta Tardani – l’amministrazione comunale e le istituzioni culturali cittadine non hanno mai smesso di pianificare un calendario di attività degno di questa città in attesa di una quanto più celere e auspicabile ripartenza. In questo senso l’appuntamento con il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, che sta mobilitando iniziative in tutta Italia, rappresenta anche per Orvieto una preziosa opportunità da cogliere. Le tracce di Dante nella nostra città sono diverse e significative. Nel ciclo della Cappella di San Brizio in Duomo, Luca Signorelli ha raffigurato il ritratto di Dante ma anche scene tratte dai primi undici canti del Purgatorio, il tema del Purgatorio dantesco trova l’accezione più elevata nel pozzo di San Patrizio che per un breve periodo venne chiamato ‘purgatorio di San Patrizio’, senza dimenticare che le nobili famiglie orvietane dei Monaldeschi e dei Filippeschi e la loro rivalità per la supremazia cittadina vengono citate nella Divina Commedia nel VI Canto del Purgatorio”.
“In questo contesto – ha aggiunto – il quadro di Dante con la barba rappresenta assolutamente un inedito. Il dipinto si trova nella stanza del sindaco di Orvieto da tempo immemorabile ma non ha mai destato curiosità particolare. Ci siamo accorti di questa originalità nel momento in cui abbiamo pensato di organizzare qualcosa per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. L’esposizione si terrà nelle sale del Museo Faina presumibilmente a partire dal 14 settembre, data della morte del poeta, e sarà gratuita per i residenti di Orvieto ma stiamo anche pensando ad accordi di reciprocità con gli altri Comuni del comprensorio per favorire l’acceso gratuito dei nostri cittadini ai loro musei e viceversa.  L’iniziativa del quadro sarà certamente centrale ma non l’unica. Da domani e nel corso dell’anno ci saranno anche altre manifestazioni collaterali che coinvolgeranno il Centro Studi Città, la scuola comunale di musica e gli istituti scolastici superiori della città. Vogliamo lanciare un messaggio, quello di ripartire con la cultura, con i beni culturali, che consideriamo il bene più prezioso di cui la nostra realtà dispone”. 
“Siamo di fronte ad un quadro misterioso – ha detto il presidente della Fondazione Claudio Faina, Daniele Di Loreto – perché se Dante è descritto da Boccaccio con una barba folta nessuno, tranne l’autore di questo dipinto, lo ha ritratto con la barba? Il primo mistero è che non sappiamo chi sia l’autore. Secondo, non sappiamo la data di realizzazione. A giudizio di alcuni storici dell’arte che abbiamo interpellato dovrebbe essere riconducibile verso la fine del ‘500, potrebbe essere un allievo di Cristofano dell’Altissimo, il pittore che ha realizzato, copiato almeno 280 ritratti della collezione di Paolo Giovio nota come ‘serie gioviana’, la maggior parte di essi esposti nella Galleria degli Uffici di Firenze. Terzo mistero, ci sono due lettere sul retro della cornice, PC che presumibilmente dovrebbero essere del committente, il primo proprietario del quadro, ma non lo abbiamo identificato. Quarto, non sappiamo come sia arrivato ad essere inventariato tra i beni del Comune di Orvieto, certamente una donazione, con buona probabilità si tratta di Filippo Antonio Gualterio, un orvietano famoso vissuto nell’800, politico e storico, senatore del Regno d’Italia, Ministro dell’Interno della Real Casa. A giudizio di un altro storico dell’arte che abbiamo interpellato la barba potrebbe essere posticcia, dipinta successivamente al quadro originale e anche questo sarebbe un altro mistero.   L’obiettivo di questa iniziativa – ha concluso – è suscitare curiosità e interesse su questo singolare e originale dipinto su cui nelle prossime settimane continueremo le indagini e gli approfondimenti tecnici per dare risposta a tutti i nostri interrogativi”.
“L’iniziativa programmata dalla Fondazione Centro studi ‘Città di Orvieto’ grazie alla vivacità e creatività culturale di Guido Barlozzetti, che ringrazio – ha affermato la presidente, Liliana Grasso – ha l’obiettivo di intrecciare l’opera di Dante Alighieri – un personaggio che è riuscito a tenere insieme il suo tempo storico così complesso con un mondo oltre – entrando nella sua biografia segnata da un lungo esilio e raccontandola con le testimonianze di Orvieto. Dalla Cappella Nova nasce e si sviluppa quindi una iniziativa costruita su più momenti. Un evento che ci auguriamo possa essere in presenza con la partecipazione del pubblico, altrimenti sarà proposto in diretta streaming. Saranno comunque dedicati a questa iniziativa culturale vari audiovisivi”.
“Sono molto contento di questa opportunità che ci viene data in occasione della celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri – ha detto Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto – una opportunità che ha dato luogo ad un lavoro coordinato tra varie istituzioni ed enti culturali che operano a vario titolo nella Città di Orvieto”. “L’Opera del Duomo – ha proseguito – di fatto ha già una mostra permanente di Dante all’interno della Cappella di San Brizio. Non abbiamo ancora stabilito le date precise ma anche noi contiamo di ripartire e presentare tra settembre/ottobre 2021, possibilmente in presenza, due o forse tre eventi programmati. L’intento è di ripartire con la promozione culturale e turistica collegando l’iconografia presente nella Cappella di San Brizio e le prime stampe della Divina Commedia. Proprio in Umbria, infatti, venne stampata nel 1472 la prima edizione della Divina Commedia per poi arrivare al 1481 alle edizioni fiorentine. I lavori del Signorelli in Duomo sono datati tra il 1499 e il 1503 quindi potremo offrire ai visitatori una lettura organica che possa dare visibilità alla parte iconografica delle straordinarie immagini della cappella Nova del duomo di Orvieto con gli scritti della Divina Commedia. Il quadro di Dante Alighieri con la barba che si trova nell’ufficio del Sindaco di Orvieto, costituisce sicuramente una unicità che apre una lettura diversa e nuova rispetto a quella che già abbiamo di Dante Alighieri”.
In attesa della mostra, il 25 marzo si terranno alcune iniziative virtuali per celebrare il Dantedì. “Sulle tracce di Dante Alighieri a Orvieto” è il titolo del video realizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Orvieto in collaborazione con la Scuola Comunale “Adriano Casasole” e la Nuova Biblioteca pubblica “Luigi Fumi”.
“Dal Pozzo di San Patrizio e dalla Cappella di San Brizio in Duomo”, Alessio Tempesta e l’attrice orvietana Giulia Schiavo leggeranno il VI Canto del Purgatorio mentre il conduttore televisivo e scrittore Guido Barlozzetti parlerà del rapporto tra l’arte e la Divina Commedia riassunto nei dipinti di Luca Signorelli.
Il video, che sarà pubblicato sui canali social e You Tube, rappresenterà una sorta di teaser dell’evento “Dante, il Poeta del Finimondo” che organizzerà il Centro studi “Città di Orvieto” a settembre.
Sempre on line si terrà l’iniziativa “Dante, uomo in viaggio” promossa dall’Unitre di Orvieto con gli interventi di Franco Raimondo Barbabella, Donato Catamo, Raffaele Davanzo, Roberta Menichetti, Fioralba Salani e la partecipazione degli studenti del liceo classico “F.A. Gualterio”.
Sempre a settembre è in programma anche la produzione musicale-culturale a cura della Scuola comunale di musica che unirà due celebrazioni importanti quella dei 100 anni dalla morte di Mancinelli e quella dai 700 di Dante.
Il legame sarà l’opera lirica Paolo e Francesca scritta dallo stesso Mancinelli per i versi di Arturo Colautti e riferita al V Canto dell’inferno della Divina Commedia.