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Cosa vuole fare la politica orvietana con il “pacco dei rifiuti” della Befana di Donatella Tesei?

La questione del futuro ampliamento della discarica “Le Crete” di Orvieto è esplosa nuovamente nel contest politico orvietano.  Ha aperto la strada con una “question time” il consigliere e anche ex-sindaco Giuseppe Germani in consiglio comunale.  Ha risposto seccamente la sindaco Roberta Tardani ricordando i colpevoli ritardi del centro-sinistra regionale nel preparare un piano dei rifiuti degno di tale nome.  Queste le schermaglie con cui gli schieramenti si sono preparati alla guerra.

La dichiarazione è arrivata con la presentazione del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, che prevede “l’estensione della capacità residua delle volumetrie delle discariche strategiche regionali per ulteriori 1 milioni di metri cubi, oltre un 20% complessivo, da ripartire in tempi celeri intanto sugli impianti di Belladanza nel Comune di Città di Castello e Borgogiglione nel Comune di Magione, e successivamente sull’impianto “Le Crete” nel territorio di Orvieto”.  Questa è la pietra tombale su ogni richiesta di chiusura o blocco di ulteriori ampliamenti.  Tardani si è immediatamente premurata di chiedere tempi certi alla Regione e ha voluto sottolineare come l’avverbio “eventualmente” fosse determinante.  Ma di quest’avverbio non vi è traccia nel documento.  E’ scritto che per “Le Crete” l’ampliamento arriverà in un momento successivo perché già riprofilata a suo tempo, precedente consiliatura, per le esigenze del territorio e della Regione.  Così il primo attacco è arrivato da “Il Messaggero”, nella rubrica ironica in prima pagina, poi ci ha pensato con autentiche bordate Thomas De Luca, consigliere dei M5S che, si capisce bene, non ha perdonato all’attuale sindaco di Orvieto, gli attacchi a Virginia Raggi con la “fake news dell’arrivo dei rifiuti da Roma”.  De Luca chiede coraggio e determinazione.  Lo stesso fa Cristina Croce, consigliere comunale e già vice-sindaco con Giuseppe Germani. 

E’ ufficiale, dunque, è ripartito il gioco di ruolo preferito dalla politica regionale, il tiro alla maggioranza pro-tempore.  E’ un gioco che prevede la presenza di una minoranza, anch’essa pro-tempore, che “spara” contro la maggioranza rea di avere approvato un nuovo scempio del proprio territorio e di essere succube dei suoi maggiorenti regionali.  Un gioco inutile e stucchevole ma soprattutto comodo per chi, pochi, ci guadagna in questa partita, politicamente.  Basta andare a ritroso nelle cronache e risalire al 22 aprile 2018 con l’appello dello stato maggiore della lega, Donatella Tesei, Virginio Caparvi e Luca Briziarelli, a manifestare per dire “no” a nuovi ampliamenti della discarica orvietana.   E la sindaco Roberta Tardani manifestava direttamente a Perugia al fianco delle associazioni ambientaliste per dire no all’ampliamento.  Il tormentone-spot del 2018 era “mettiamoci la faccia” contro la discarica.  Alla fine, il riprofilamento è stato fatto.  Ora arriva questo “pacco della Befana” della presidente Donatella Tesei che sveste i panni della paladina dell’ambiente orvietano e rimette in gioco la discarica con un ampliamento futuro.  I ruoli si sono invertiti.  Ora a strillare “no” sono coloro che la scorsa volta cercavano di mediare e che speravano in un cambiamento di rotta da parte di Perugia che non poteva allora e non può esserci oggi.  Troppi colpevoli ritardi e la fretta non è buona consigliera, mai.  Con le guance rosse di timidezza, Tardani ha chiesto alla giunta “tempi certi e celeri nell’attuazione complessiva del nuovo piano regionale per evitare anche solo l’eventualità della riprofilatura della discarica di Orvieto già interessata da un recente e contestato ampliamento”. 

Non giriamoci intorno, è molto probabile l’ampliamento e comunque già oggi i danni ambientali e d’immagine per il territorio ci sono.  La politica non parla mai di percolato, di liquami dei camion che trasportano i rifiuti, di controlli con il georadar deliberati, di situazione del primo calanco, chiuso, che a breve tornerà a essere a carico del Comune con tutte le relative spese di definitiva tombatura.  Quanto è costato e quanto costa al territorio?  Ci si deve sacrificare per il bene comune?  E a Orvieto cosa ne viene?  La lista della spesa sarebbe piuttosto lunga a partire da un servizio fondamentale come l’ospedale che deve essere potenziato nei servizi, nei reparti e nel personale; c’è il capitolo trasporti con Orvieto saltata in favore di località extra-regionali per l’alta velocità umbra sulla dorsale nord-sud, quella che taglia come una cicatrice la valle del Paglia; con il Pnrr sono in arrivo 4,8 milioni per riqualificare una piccola area di Orvieto Scalo, giusto, dimenticandosi dell’ex-ospedale, di proprietà della USL2 quindi della Regione, che potrebbe divenire non una Casa della Salute o similare, ma un’area espositiva per fiere e mostre di respiro nazionale, di grande appeal e attrattiva sempre in quella dorsale nord-sud che per il territorio diventa una tripla cicatrice ferroviaria e autostradale.  Orvieto ha bisogno di essere rilanciata per tentare di bloccare un pericoloso spopolamento che rischia far scendere l’asticella dei servizi pubblici.  Orvieto ha bisogno di servizi, reti, strade, sanità e cultura, ultima ma non ultima per importanza.  La politica locale, con o senza rappresentanza in Regione, deve puntare i piedi e alzare la voce perché s’inverta il solito circuito che vede il territorio sacrificarsi per un bene comune che poi non mette in rete gli utili, insomma non ripaga in maniera adeguata.  Dire “no” è facile, la politica ha un ruolo diverso quello di mettersi di traverso e di comprendere quando invece si deve cambiare rotta per raggiungere il bersaglio grosso, mediando non al ribasso ma affinché poi il saldo sia attivo per la città, il territorio e i cittadini.  Non si deve temere di andare contro anche se le alleanze sono coincidenti.  Avere una maggioranza eguale a Perugia e a Orvieto non significa essere silenti, essere timidi, assecondare i desiderata, ma guidare, partecipare, alzare la voce, discutere animatamente, studiare per essere pronti a rispondere colpo su colpo e essere pronti a cogliere la palla della mediazione al balzo laddove più conviene per il proprio territorio.  Basta con i “no” semplici, ci interessano dei “no” motivati e con proposte forti a partire dalla gestione dei rifiuti, dal loro smaltimento per arrivare a un progetto di città e di territorio al servizio dei cittadini e dell’Umbria e questo vorremmo saperlo dai consiglieri comunali e dai partiti, di maggioranza e di opposizione.  Non sempre ci si può dividere tra Monaldeschi e Filippeschi, tra Capuleti e Montecchi; su questioni vitali ci si deve unire, pur nelle differenze, per il bene supremo, cioè Orvieto.