Ciro Zeno, Filt-Cgil, “Orvieto, città con tante infrastrutture ferroviarie ma con pochi treni”

Pendolari e più in generale i trasporti ferroviari a Orvieto sono stati al centro della conferenza stampa che Ciro Zeno, segretario generale della Filt-Cgil Umbria, ha tenuto proprio all’esterno della stazione ferroviaria della città.  Un primo simbolo della realtà di Orvieto, la città con più infrastrutture ma con meno treni.  Ricorda immediatamente Zeno che la biglietteria è fra le più attive in Umbria ma nonostante questo a Orvieto “mancano i treni”. La realtà che in troppi non hanno voluto vedere e che si continua a non vedere con la giusta attenzione, la restituiscono i numeri che vedono un tracollo dell’offerta di collegamenti tra Orvieto e Roma a sud e Firenze a nord.  Tera il 2000 e il 2023 Orvieto ha perso anche i collegamenti internazionali, ad esempio con Vienna e Monaco.  Oggi “coloro che hanno necessità di recarsi a Roma, Arezzo, Perugia, Firenze Terni hanno possibilità veramente limitate.  I servizi interregionali sono forniti all’80% dalla Regioni Lazio e Toscana e i treni sono talmente rari da non rispondere più alle esigenze dell’intero comprensorio”.  Proprio il bacino d’utenza è dirimente per poter discutere con istituzioni e aziende.  Circa 40mila sono gli abitanti dei comuni limitrofi, mentre basta allargare il raggio d’azione poco oltre i confini regionali che si arriva ad oltre 80 mila. Zeno affonda ilo colpo, “non abbiamo visto grinta da parte delle istituzioni e negli anni i risultati sono davanti ai nostri occhi.  Ci sono intere fasce orarie scoperte, gli IC dal 2000 sono stati tagliati di oltre il 75%, e questi sono solo alcuni esempi”.  Il segretario della Filt-Cgil ha ricordato che erano ben 14 gli IC utilizzabili dagli orvietani e dai turisti, mentre oggi ne sono rimasti ben pochi e spesso in ritardo.

C’è poi il capitolo dell’alta velocità, un vero e proprio nervo scoperto per Orvieto da dove passano oltre 600 treni al giorno ma senza fermarsi mentre la Regione ha puntato su Orte e Creti, dimenticandosi addirittura di Orvieto come parte dell’Umbria nel proprio comunicato ufficiale. Zeno sottolinea come Orvieto sia una vera e propria Cenerentola tanto che “l’adeguamento dei marciapiedi è realtà in tante stazioni mentre qui ancora non si sa nulla.  Avere i marciapiedi più alti significherebbe essere pronti per i nuovi treni a velocità più alta e per i Frecciarossa.  Ora si sta adeguando Pontassieve me qui niente di nuovo”. Ciro Zeno passa poi alla proposta portando esempi che potrebbero divenire concreti per la fermata dei terni AV a Orvieto visto che la città è dotata del bivio più breve di ingresso e uscita dalla linea direttissima. “Nel dettaglio si potrebbe pensare al treno per Milano FR 9504 partenza da Roma alle 5.10 con arrivo a Milano alle 8.50 ad Orvieto fermerebbe alle 5.50 circa. Oppure il 9608 che parte da Salerno alle 5.16, Roma 6.50 Milano 10.00 con fermata ad Orvieto alle 7.30 circa. Mentre verso il sud il Fr 9505 con fermata ad Orvieto alle 8 20 e arrivo a Roma 9.04, Napoli 10.28.  Per il ritorno, la sera, il Fr 9592 da Salerno alle 17.53, Milano 23.50 con fermata a Napoli alle 18.40 e Roma 19.55, Orvieto 20.30 circa. Oppure FR 9568 che parte da Napoli 19.40, Roma 20.55, Firenze 23, a Orvieto fermerebbe alle 21.35 circa”.

Rompere l’isolamento ferroviario di orvieto con l’Umbria e cambiare il paradigma dell’alta velocità come servizio solo commerciale, Per Ciro Zeno, “si deve uscire fuori dalla logica che l’AV sia solo commerciale e diventi, invece, un servizio che sia fruibile da tutti e non solo a una determinata fascia, anche perché l’infrastruttura è stata pagata da tutti gli italiani.  Orvieto può e deve uscire dall’isolamento – continua il segretario della Filt-Cigil – connettendola a Perugia e all’aeroporto ma soprattutto al resto del Paese”. 

Secondo la Cgil avere una connessione tra Orvieto e Roma da una parte e Milano dall’altra significa far tornare attrattiva la città, ma soprattutto “avere rispetto per i pendolari che altrimenti vivono il territorio esclusivamente come un dormitorio fino a quando non trovano una soluzione migliore e più comoda, abbandonando Orvieto”.