Cinzia Leone e il romanzo “Vieni tu giorno nella notte” hanno portato l’attualità, l’amore e il confronto in un momento drammatico accendendo la fiamma del dialogo
Il 16 aprile Orvietolife ha invitato, con la collaborazione di Unitre Orvieto, la scrittrice e giornalista Cinzia Leone per la presentazione del suo ultimo romanzo edito da Mondadori intitolato “Vieni tu giorno nella notte”. Un romanzo, questo è, d’amore, una sorta di lessico familiare a ritroso nel tempo. La giornata ha avuto inizio all’istituto Majorana con un’interessante e stimolante incontro con studenti e docenti della scuola. E’ difficile presentare un romanzo ambientato a Tel Aviv, visti i tempi, in cui è presente l’attualità della morte per mano di un terrorista e contemporaneamente anche l’amore gay fra due ragazzi, un israeliano e un palestinese.
I giovani hanno compreso pienamente, è una storia che vuole descrivere una realtà complessa, drammatica, tragica, crudele a tratti, per lunghi tratti ma che vuole rappresentare anche la speranza, la volontà di pace e di dialogo tra le parti. E nel romanzo i due protagonisti sono veramente distanti tra di loro, il primo è un israeliano, un militare dell’IDF che difende il “Suo Paese” dal nemico, ma il suo compagno è un ragazzo palestinese, scappato da Jenin per l’unica “Colpa” di essere gay. La storia viene tragicamente e violentemente spezzata da un kamikaze che si fa esplodere in un bar di Tel Aviv.
La presentazione è stata anche l’occasione per descrivere i luoghi, i colori, le voci, gli odori e i sapori. E’ stata l’occasione anche per scoprire le carte e spiegare perché un ragazzo nel 2024 deve scappare dalla sua città e dai suoi affetti per poter liberamente esprimere il suo amore. Non è facile anche perché Cinzia Leone è andata a Tel Aviv per documentarsi, per comprendere, per conoscere le storie dei tanti giovani, uomini e donne, che hanno scelto di essere liberi di amare. C’è stato un momento di dibattito vivace perché c’è chi avrebbe voluto parlare di altro e non del romanzo, ma di quello si voleva discutere, ma senza nascondere sotto il tappeto la tragedia che stiamo vivendo giorno dopo giorno, da quell’orribile 7 ottobre fino ai droni iraniani con in mezzo la distruzione di Gaza e i morti, tanti, troppi innocenti. Si è parlato di donne e di omosessualità e Cinzia Leone ha sottolineato, “ad oggi sono ancora 48 i Paesi che prevedono il carcere per gli omosessuali e in 8 vige ancora la pena di morte”. Poi ci sono le donne che in Iran possono studiare, insegnare, sono giudici, avvocatesse, scienziate, “possono anche arrivare all’atomica”, ha detto quasi provocatoriamente Leone, “ma devono, non possono, portare il velo. E in Arabia Saudita è ancora peggiore la situazione. Lì non possono scegliere, lavorare dovunque, anche guidare l’auto può essere un problema”.
Nel pomeriggio nuova presentazione, questa volta dedicata alla città con la preziosa partecipazione di Alberto Romizi, vice-presidente di Unitre-Orvieto, che ha letto alcuni brani del libro intensi, drammatici e emozionanti.
Un’altra protagonista è una mamma che ha perso suo figlio nell’attentato ma che lo aveva perso ancor prima quando dall’Italia decise di trasferirsi in Israele convinto dalla nonna, un’altra donna importante. “Come si può definire una mamma che perde un figlio? C’è la definizione di vedova, di orfana ma non per una madre che vede morire il figlio. Non c’è in nessuna lingua al mondo tranne in due: l’arabo e l’ebraico. E’ un caso? No, è uno degli esempi, in questo caso drammatico, di quanto abbiano in comune queste due comunità, questi due popoli che sono molto più simili di quanto vogliano far credere. I suoi, i cibi, le musiche, le assonanze, tutto porta ad essere vicini eppure sono così lontani”. Cinzia Leone poi non può non commentare la più stretta attualità, “ogni bambino ucciso, ogni donna uccisa, violata, è una sconfitta per il carnefice e per tutti. Io spero che anche il mio libro possa essere un tassello sulla via del dialogo, della giustizia, della democrazia”.
E la democrazia è il vero discrimine. L’unica democrazia nell’area è Israele, non è perfetta come tutte le democrazie e da lì si deve e si può partire per rompere una catena d’odio e di violenza ormai insostenibile. Questo non significa “esportare la democrazia” un processo tentato nel recente passato che non ha avuto successo ed anzi ha riaperto la porta al radicalismo islamico più pericoloso. Vogliamo però chiudere la giornata tornando al romanzo “Vieni tu giorno nella notte”, il vero protagonista con la sua autrice Cinzia Leone. Un racconto struggente, mai banale, scorrevole e di grande intensità, pronto per un film, gli ingredienti ci sono tutti. OrvietoLife ringrazia coloro che sono intervenuti, i colleghi Roberto Conticelli e Ruben Della Rocca, la dirigente e i docenti dell’Istituto Majorana, il presidente del Consiglio Comunale per averci concesso la Sala consiliare, l’Unitre per la preziosa collaborazione e Cinzia Leone che ha regalato una dedica speciale, un ritratto a chi aveva il libro, un omaggio particolare che sottolinea ancora una volta l’umanità e la profondità della persona. E allora non ci resta che darvi appuntamento alla prossima occasione e al prossimo libro perché informarsi, leggere e studiare sono azioni fondamentali per conoscere e essere liberi.