“Cento domeniche”, il racconto di un dramma attuale

Il film di Antonio Albanese, “Cento domeniche”, uscito nelle sale in questi giorni, riporta alla realtà drammatica dei crack finanziari delle banche avvenuti negli ultimi anni.
È un’interpretazione intensa e toccante quella dell’attore, nato in Lombardia da genitori siciliani, trasferiti negli anni 50 al nord alla ricerca di lavoro. E proprio in nome e nel ricordo del papà Umberto, operaio, Albanese ha ambientato questa storia drammatica nella laboriosa Olginate, luogo natio e dove egli stesso aveva lavorato in fabbrica come il padre. Nel film il protagonista  è un uomo buono e mite, un onesto lavoratore che affida i  risparmi di una vita a una banca della quale si fidava. Un istituto punto di riferimento per il paese, un presidio di legalità e di buoni principi al quale rivolgersi, con il direttore della filiale considerato quasi un componente di famiglia. La delusione per Antonio Riva, il personaggio interpretato mirabilmente da Albanese, è grande quando scopre che la sua banca lo ha tradito. Funzionari  in malafede gli avevano fatto tramutare le obbligazioni sicure che possedeva in titoli tossici, al punto tale da fargli dilapidare tutti i risparmi.
E qui l’interpretazione di Riva/Albanese si fa ancora più intensa, al punto da ricordare quella di un mito del cinema,Michael Douglas nel suo film “Un giorno di ordinaria follia”. Anch’essa prova maiuscola e coinvolgente della star di Hollywood. La poliedricità di Albanese è impressionante, l’intensità della sua recitazione commuove e coinvolge al punto tale dal sentirsi un po’ tutti Antonio Riva, perché il suo dramma è quello che è capitato a tanti e poteva capitare a ciascuno di noi. Famiglie e vite rovinate da funzionari di banca senza scrupoli e istituti che negli anni hanno mancato di tutelare  i piccoli risparmiatori, favorendo gli squali delle multinazionali e dei grandi gruppi finanziari. Troppi sono stati casi come questi. In Italia si calcolano in oltre mezzo milione le vittime dei dissesti e degli scandali finanziari  e che hanno visto nel 2016 l’”annus horribilis”. E proprio a loro, a quelle famiglie ridotte sul lastrico dai dissesti, Albanese ha dedicato il suo film e la sua magistrale interpretazione.
Pensare ad Epifanio, il personaggio surreale e tristemente ma comicamente irresistibile degli anni di Mai Dire Gol, così come a Frengo, il cronista improbabile e kitsch delle partite del mitico Foggia di Zeman e vedere poi lo stesso attore cimentarsi in personaggi macchiettistici come il finto (mica tanto) politico Cetto La Qualunque e ammirare lo stesso attore impegnato  in interpretazioni così profonde come quella di  Antonio Riva, fa apprezzare ancora di più la bravura di Antonio Albanese, vero e proprio “camaleonte” della scena italiana.
Un film da vedere ,“ Cento domeniche”, proprio per rendere omaggio a tutte quelle vittime della crudeltà di chi ha approfittato di loro, rovinando l’esistenza di interi nuclei familiari, in Italia e nel mondo. Un film di denuncia, sempre e purtroppo attuale.
Un film che fa riflettere.

ENGLISH VERSION

“CENTO DOMENICHE” (A HUNDRED SUNDAYS), A CHRONICLE OF A CONTEMPORARY TRAGEDY

Antonio Albanese’s latest film, “Cento Domeniche,” currently in theaters, starkly brings to life the dramatic reality of recent financial collapses in the banking sector. The actor’s portrayal is both intense and poignant, drawing from his personal background as a Lombard-born individual with Sicilian roots. His parents, in search of work, migrated to the north in the 1950s. It’s in the name and memory of his father, Umberto, a factory worker, that Albanese has set this heart-wrenching story in the industrious town of Olginate—his birthplace and where he, like his father, worked in a factory.

The film’s protagonist, portrayed by Albanese with remarkable skill, is a kind and mild-mannered man, an honest worker who entrusts a lifetime of savings to a bank he once believed in. The bank was a pillar of the community, a bastion of integrity and good principles, with the branch director almost considered a family member. Antonio Riva, magnificently played by Albanese, experiences profound disappointment when he discovers that his bank has betrayed him. Unscrupulous officials had manipulated his secure bonds into toxic assets, leading him to squander all his savings.

In this moment, Riva/Albanese’s performance intensifies, reminiscent of a cinematic legend, Michael Douglas in “Falling Down.” It’s a tour de force, emotionally engaging and reminiscent of Hollywood’s best. Albanese’s versatility is impressive; the intensity of his acting moves and involves the audience to the point where everyone feels a bit like Antonio Riva. His tragedy is one that has befallen many and could have happened to any of us. Families and lives ruined by unscrupulous bank officials and institutions that, over the years, failed to protect small savers, favoring multinational sharks and large financial groups. Too many cases like these have occurred. In Italy alone, over half a million people were victims of financial disasters and scandals, with 2016 being an “annus horribilis.”

Dedicated to those families brought to ruin by financial disasters, Albanese’s film and masterful performance serve as a poignant tribute. From the surreal character Epifanio in the Mai Dire Gol years to the kitschy sports commentator Frengo during Zeman’s legendary Foggia matches, seeing the same actor tackle characters as diverse as the pseudo-politician Cetto La Qualunque and then delivering such profound performances as Antonio Riva underscores Antonio Albanese’s prowess as a true “chameleon” of the Italian stage.

“Cento Domeniche” is a film worth watching to pay homage to all the victims of the cruelty of those who took advantage of them, ruining the lives of entire families in Italy and worldwide. It is a powerful denunciation, tragically relevant. A film that prompts reflection.