Nuove testimonianze del passato emergono dalla Necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo. I reperti, circa una dozzina tra buccheri e pezzi di antichi calici in ferro, sono stati rinvenuti nel corso dei lavori di restauro di una tomba nell’area sud ovest della Necropoli, oggetto di un progetto di recupero e valorizzazione promosso dal Comune di Orvieto in sinergia con la Direzione regionale Musei dell’Umbria e la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio dell’Umbria. I resti risalenti al 500 a.C. circa sarebbero ciò che rimane del pesante saccheggio che l’area in questione della Necropoli ha subito all’inizio del 1800.
Il recupero dei reperti archeologici ha avuto una inattesa ma gradita vetrina poiché gli archeologici Paolo Binaco (nella foto) e Federico Spiganti, su incarico del direttore dell’area Lara Anniboletti, li hanno estratti proprio nel momento in cui si trovavano nella Necropoli di Crocifisso del Tufo le telecamere della trasmissione di Rai Uno “Camper”. La giornalista-archeologa inviata, Valentina Caruso, ha potuto così mostrarli in anteprima nel servizio andato in onda nella puntata del 21 giugno.
L’intervento di valorizzazione, finanziato con 200mila euro con i fondi della Strategia dell’Area Interna “Sud-Ovest Orvietano”, ha l’obiettivo di recuperare una parte della Necropoli e renderla completamente fruibile al pubblico. Il progetto, redatto dall’architetto Simone Moretti Giani su indicazione scientifica della direzione della Necropoli e di Luca Pulcinelli, funzionario archeologo della Sabap, interessa un’area demaniale di circa 115 metri quadrati dove si trovano sei tombe: cinque a camera e una a cassetta.
“Dal passato di questa città – commenta il sindaco di Orvieto e assessore alla Cultura, Roberta Tardani – continuano ad emergere testimonianze della vita di oltre 2500 anni fa. Un patrimonio, quello archeologico, che vogliamo valorizzare attraverso gli interventi che si stanno portando avanti alla Necropoli di Crocifisso del Tufo ma che interesseranno pure gli scavi del Campo della Fiera, di cui abbiamo recentemente approvato il progetto esecutivo anche questo finanziato con 200mila euro dalla Strategia delle Aree interne, con la finalità di rendere visitabile l’area del Fanum Voltumnae, il santuario federale delle città etrusche”.