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Biodistretto Lago di Bolsena è contrario alle pale eoliche previste dal progetto Phobos

Domenica 2 aprile si è svolta la manifestazione contro il progetto Phobos che prevede l’istallazione di 7 pale eoliche nell’area dell’Alfina.  Il Biodistretto di Bolsena è contrario al progetto. Durante la manifestazione, che si è tenuta in un terreno nell’area della Torraccia, i rappresentanti di associazioni del territorio e comuni cittadini hanno risposto all’appello dei Cittadini Custodi dell’Alfina, manifestando il loro dissenso come comunicato in una nota informativa del Biodistretto, “contro le 7 mega pale eoliche tra Castel Giorgio e Orvieto e una serie di mega progetti tutti collegati alla stazione elettrica prevista in loc. Torraccia di Castel Giorgio.  Striscioni, cartelli e preoccupazione sui volti, parole scambiate su quanto sta per succedere, hanno dato ancor più risalto alla serenità di un paesaggio di nuovo minacciato, da difendere. Gabriele Antoniella, invitato a intervenire in qualità di presidente ha precisato che, anche se territorialmente il Biodistretto non appartiene all’Alfina, i temi affrontati sono appoggiati e condivisi, e la necessità di muoversi insieme è evidente. Chi vive sui territori deve avere più voce e non, al contrario, essere messo a tacere. Emerge dal dibattito una linea comune: le rinnovabili sì, ma prima di stravolgere il paesaggio dobbiamo indagare, focalizzarci su costi e opportunità che i mega-impianti farebbero ricadere sui territori, considerare altre possibilità.

Sitizzazione, dimensionamento e comunità energetiche potrebbero essere le vie alternative.  Limitiamo il consumo di suolo! L’Italia è già campione europeo per SAU dedicata al fotovoltaico, e il viterbese è campione nel Lazio e tra i primi posti in Italia. Che si occupino le superfici già impermeabilizzate, ormai inutili ai servizi ecosistemici e al semplice godimento dell’occhio.  Il Biodistretto Lago di Bolsena da tempo esamina le possibilità offerte dalle comunità energetiche, vere e proprie comunità sociali che ripopolano le aree interne del Paese delocalizzando la produzione di energia, azzerando l’impatto sul paesaggio culturale dei territori, aiutando le famiglie a risparmiare e a diventare energeticamente autonome. Esempi di successo in giro per l’Italia ce ne sono ormai tanti e sono replicabili. Ci siamo salutati con l’impegno di conoscerci meglio per elaborare una strategia comune”.