Approvata all’unanimità in consiglio comunale la mozione “most” per Orvieto città dell’arte
Il 30 dicembre il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione MOST per fare di Orvieto una “Città dell’arte” realizzando nell’ex Caserma Piave il “Museo di Orvieto dei tesori nascosti”. Significa tirar fuori dai depositi dei grandi musei italiani ed esporre l’immenso patrimonio oggi non accessibile al pubblico in quanto ritenuto di minor interesse ma in realtà di grande valore artistico e culturale. Desidero dare atto al Presidente Garbini di aver gestito con correttezza e competenza una fase difficile del dibattito consiliare, e nel contempo esprimere apprezzamento per la convinta condivisione che hanno saputo esprimere i colleghi dei gruppi di maggioranza e di minoranza, condivisione che ha portato al voto unitario e che è veicolo fondamentale di speranza in un esito positivo non scontato ma certamente possibile.
La proposta è rivolta anzitutto al Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ma tende a coinvolgere tutti i soggetti potenzialmente interessati a realizzare un grande museo di valore e portata mondiale che funzioni come una grande impresa culturale, facendo di Orvieto il centro di un’esperienza fortemente innovativa che ha il suo punto focale nel riuso dell’ex caserma Piave e che però di fatto, con una serie di iniziative coordinate, tende a coinvolgere l’intera città e il territorio. Un’operazione a scala urbana e in dimensione insieme regionale, nazionale e internazionale. In altri termini Orvieto può essere il luogo ideale in cui realizzare questo nuovo museo di valore mondiale concepito, come detto, come una grande azienda culturale generatrice di una poderosa attività con risvolti in tanti altri campi (formazione, scuola, turismo, artigianato, enogastronomia, ecc.) tali da coinvolgere in una trasformazione di qualità un’intera vasta comunità.
Si tratta non ancora di un progetto ma di un’idea progettuale, avvio di un percorso che sappiamo essere molto complesso e dall’esito niente affatto scontato. Ma l’idea non è campata in aria e bisogna crederci perché è fondato crederci. D’altronde finora, dopo che artatamente, tra il 2005 e il 2007, fu fatto fallire il progetto di RPO, per l’ex Piave sono state prodotte solo chiacchiere. Ora invece c’è in campo una iniziativa che congiunge il patrimonio immobiliare della città a funzioni di straordinaria forza e validità e queste con esigenze nazionali di valorizzazione del patrimonio artistico. C’è una strategia, che da sola certo non basta. Ma c’è una strategia. Un primo passo dunque significativo, seppure in una strada in salita. Di sicuro una prova importante a cui non possiamo sottrarci, a cui nessuno deve sentirsi autorizzato a sottrarsi.
Dopo più di trent’anni una intera comunità può ritrovare le ragioni per guardare con fiducia al futuro. Allora, per una volta cerchiamo di dimostrare, prima che agli altri a noi stessi, di essere capaci di proposte convincenti e di prospettarle con spirito unitario agli altri. Il Consiglio ha fatto la sua parte. Ora la sindaca e la giunta devono fare la loro, insieme alla delegazione che rappresenterà la volontà unanime della città. Sarà importante lo spirito unitario che tutti possono contribuire a determinare.