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Aggredito un agente della polizia penitenziaria nel carcere di Orvieto. Bonino (SAPPE), “servono taser e spray al peperoncino”

Sangue e violenza, nella giornata del 7 giugno, nel carcere di Orvieto per la folle intemperanza di un detenuto.   Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “è stato aggredito un sovrintendente di Polizia Penitenziaria da un detenuto, D.G. anni 40 circa di Foggia residuo pena circa 8 anni.  Parliamo di un soggetto che è stato in diciotto carceri diversi sempre per allontanamento dopo disordini e aggressioni varie.  Per una futilissima problematica relativa alla certificazione sulla fornitura del pane morbido, dopo aver ricevuto ampie rassicurazioni circa la sua ripetuta insistenza (per 20 volte in una mattinata) inspiegabilmente ed improvvisamente si avventato contro il sovrintendente.  La prontezza di riflessi dello stesso ha fatto sì che il detenuto ha potuto afferrare solo l’indumento indossato dal collega che è riuscito miracolosamente a divincolarsi.  Non contento l’aggressore seriale è risalito in sezione comune, si è procurato lamette e coltello artigianale ricavato da una una bomboletta di gas ed è ritornato al piano terra per colpire di nuovo il sovrintendente. Con l’ausilio del pochissimo personale presente in servizio (come quotidianamente accade ad Orvieto) si è riusciti a neutralizzare il detenuto e a condurlo presso il reparto isolamento dove ha pensato bene di distruggere il tavolo, lo sgabello, la finestra, il rubinetto dell’acqua e il termosifone, oltre a procurarsi tagli autoinferti con la lametta e ad ingerire due viti in ferro! Il Sappe esprime solidarietà al sovrintendente e plaude alla prontezza dei pochi poliziotti penitenziari in servizio che hanno evitato il peggio”.
Bonino esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per il personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Orvieto e aggiunge: “ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del corpo in servizio negli istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?”
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: le donne ed uomini in divisa della Polizia Penitenziaria.  Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto.  Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, aggiunge “altro che carcere umano e più sicuro, come auspica la Ministro della Giustizia Cartabia: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.