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8xmille, la Chiesa umbra in sofferenza nel 2020 cala il numero dei contribuenti che decidono di donare

La Conferenza Episcopale Umbra (CEU) ha presentato la rendicontazione dell’8xmille e la pubblicazione che monsignor Luciano Paolucci Bedini, delegato al Sovvenire, ritiene “uno strumento agile, semplice ma molto significativo.  Abbiamo la necessità di comunicare in maniera trasparente come questi denari che arrivano dallo Stato alla Chiesa Cattolica, vengono spesi bene”.  Il 2020 è stato un anno molto particolare e i fondi sono stai impegnati in “opere di carità, culto, educazione, catechesi e formazione della comunità cristiana”.  Per Paolucci Bedini, “la Chiesa ha bisogno di crescere, andando a intercettare finanziamenti che vadano oltre l’8xmille. La tutela dell’arte ha costi molto elevati ma è uno degli elementi indispensabili alla vita della comunità cristiana e in generale alla comunità sociale”.  Sempre Paolucci Bedini ha poi lanciato l’idea-provocazione di una sorta di “art-bonus” curato dalla Chiesa Cattolica così come è stato pensato dalla Stato, in pratica, “una raccolta di fondi dedicati alla custodia dei beni culturali, storico-artistici e spirituali che nella gran parte dei casi sono di proprietà della comunità ecclesiale”.  

Il vero problema di questi ultimi anni riguarda l’ammontare dell’8xmille, in progressiva diminuzione.  Il 2020 è stato un anno da questo punto di vista piuttosto negativo anche se gli effetti saranno ritardati di alcuni anni e si toccheranno con mano nel 2023 e più segnatamente nel 2024.  Quali sono le mancanze del Sovvenire?  Da una parte il calo è dovuto a due fattori, uno riguarda gli oltre 10 milioni di cittadini che non hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi e quindi non firmano per l’8xmille; dall’altra c’è un progressivo distacco degli italiani dalla Chiesa come punto di riferimento.  In parole povere c’è una crisi di credibilità dovuta spesso alla comunicazione filtrata dai media.  Ma è colpa dei giornali e dei giornalisti in particolare?  In parte sicuramente fa più notizia un fatto negativo che una “buona notizia”, dall’altra c’è un deficit comunicativo da parte della Chiesa, della Cei, che non riescono a far filtrare il corretto utilizzo dei fondi derivanti dall’8xmille e non solo.

Per l’Umbria come vanno le cose?  Non bene; la media di contribuenti che firmano è del 34% mentre in Italia è del 40% con una flessione del 7,7%, anche questa superiore alla media nazionale che è del 7,1%.  L’aumento dei contributi è dovuto al parallelo crescere degli imponibili medi e ha tamponato l’emorragia dovuta anche agli esenti dalla dichiarazione è qui a soffrire sono soprattutto le diocesi dove il numero di coloro che sono senza obbligo di dichiarazione è più alta.  In totale la Chiesa cattolica italiana ha ricevuto dallo Stato 1.135.000.000 una cifra apparentemente ampia ma in costante calo dal 2016 e che nel 2020 ha subito una frenata del 5,5%.

E’ un quadro in chiaroscuro quello che esce dal resoconto 2020 dell’8xmille, con alcune note che fanno ben sperare per il prossimo futuro, in particolare per quanto riguarda le donazioni liberali, una sperimentazione che ha dato ottimi risultati soprattutto in Umbria e in particolare nella Parrocchia di Sant’Andrea a Orvieto.