Una possibile opportunità per la ex-Piave, la nuova scuola di allievi della polizia

Domenico Pianese, segretario generale del COISP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, il 17 aprile, alle 10,30, effettuerà un sopralluogo presso la ex Caserma Piave di Orvieto, nell’ambito della ricerca di una possibile sede idonea da destinare ad una nuova Scuola di Polizia, da sottoporre al Ministro dell’Interno, in un’ottica di condivisione e collaborazione. L’iniziativa del Sindacato, che ha avuto origine dal Segretario Nazionale del COISP Stefano Spagnoli, e condivisa dalla Segreteria Nazionale, rappresentata dal Segretario Generale Domenico Pianese, si allaccia ad un progetto più ampio per la riqualificazione di detto complesso.

Se la scelta, come si auspica, vista la strutturazione e l’ampiezza del sito, dovesse ricadere sulla ex Caserma Piave, già Centro Addestramento Reclute, la nuova Scuola potrebbe accogliere circa 1000 allievi Agenti, oltre al personale della Polizia di Stato e al personale da impiegare, a vario titolo, nelle attività della Scuola. Un importante occasione di riqualificazione della struttura, i cui edifici sarebbero destinati ad ospitare gli allievi per tutto il periodo del corso, impegnati nelle lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche nei vari settori. Una possibilità concreta, dopo tante ipotesi di destinazione dell’ex Caserma, ad oggi rimaste “lettera morta”, che porterebbe un rilancio economico ed occupazionale, con effetti positivi sul turismo, incremento dei servizi e della vita cittadina, in poche parole il ritorno della città ad “antichi fasti”, una decisiva svolta per un territorio ricco di potenzialità, di cui tutti potranno beneficiare.

Al termine del sopralluogo, il Pianese e alcuni rappresentanti della Segreteria Nazionale incontreranno, alla presenza del Sindaco, Roberta Tardani, del consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Eleonora Pace, gli organi di stampa locali e regionali.




Adeguamenti TARI tra il 5 e il 9% con il sì dell’Auri in contraddittorio con i gestori

Il Consiglio Direttivo dell’Autorità Umbra per i Rifiuti e l’Idrico ha deliberato nei giorni scorsi la proposta dei Piani Economici Finanziari della TARI 2024/2025 elaborati secondo il metodo ARERA (MTR2), l’Autorità di Regolazione di Energia Reti e Ambiente, che prevede per le due annualità una rivalutazione monetaria pari al 13.7%, derivante dal calcolo dei costi 2022. L’incremento fa riferimento alle annualità 2022 e 2023 che hanno registrato uno dei picchi massimi dell’inflazione negli ultimi venti anni.
Dall’AURI viene spiegato che i meccanismi previsti determinano un adeguamento inflattivo con un ritardo strutturale di un biennio. Ciò significa che nelle tariffe 2024 e 2025 si vanno a scaricare i costi dell’inflazione sostenuti dai gestori nel biennio 2022/2023. Alla luce di questa situazione la base costi relativa ai servizi resi ha determinato un aumento significativo dei Piani Economico Finanziari dei singoli Comuni, pur in presenza di casi che in alcune municipalità possono differire per motivazioni legate a conguagli e recuperi positivi o negativi relativi al 2022 e 2023.
“In questo contesto – evidenzia il presidente dell’AURI Antonino Ruggiano – l’Autorità ha svolto puntuali operazioni di verifica dei costi rendicontati dai gestori, procedendo in diversi casi al taglio di alcuni di essi in quanto non direttamente attinenti ai costi della gestione delle varie concessioni. Alcune decurtazioni sono state effettuate in accordo con i gestori, mentre altre sono state effettuate d’ufficio, al termine di attente istruttorie interne”.
Definita correttamente la base di calcolo dei nuovi PEF, si è proceduto alla rivalutazione dei costi sulla base dell’inflazione prevista da ARERA. In termini concreti AURI ha quindi proceduto a riconoscere l’effettivo tasso inflattivo da inserire nelle manovra tariffaria 2024 che, a seconda dei casi, oscilla tra il 5% e 9%. I costi non riconosciuti sono stati rimodulati nell’annualità 2025 e nelle annualità post 2025, come previsto dal metodo ARERA.
“L’attività di AURI – spiega ancora il presidente Ruggiano – si è dunque concentrata da una parte nella verifica puntuale dei costi rendicontati dai gestori, con operazioni che hanno previsto importanti recuperi quantificabili in circa 8 milioni di euro su base regionale, dall’altra parte sulla redistribuzione dei valori non riconosciuti nell’annualità 2024 sulle annualità successive”.
L’Autorità Umbra per i Rifiuti e l’Idrico non ha poi riconosciuto ai gestori il tasso inflattivo riferito all’annualità 2022 su 2023, ritenendo la richiesta incongrua anche in relazione al fatto che in Umbria c’è stata una riapertura straordinaria dei PEF TARI nel 2023 che ha già assorbito le richieste inflattive relative alla medesima annualità. Il rigetto di questa ulteriore rivalutazione ha portato al ricorso al TAR Lombardia da parte di Gesenu.