Con il progetto Polis l’ufficio di Poste Italiane nel centro di Orvieto avrà anche il co-working

L’edificio di Poste Italiane in Largo Ravelli a Orvieto, da fine maggio, sarà uno dei primi 250 immobili scelti da Poste Italiane nell’ambito del progetto Polis per dare vita alla più grande rete nazionale di spazi di lavoro condivisi dedicati ad aziende, organizzazioni e liberi professionisti.  L’immobile è stato completamente ristrutturato e allestito con uffici moderni, digitalizzati e dotati di postazioni di lavoro attrezzate, open space, aree break e sale riunioni.

“Attraverso Spazi per l’Italia – ha dichiarato il direttore dell’Ufficio Postale di Orvieto Cesare Catalini –vogliamo offrire ai cittadini, alle aziende e ai professionisti del nostro territorio, luoghi fisici, moderni e dotati di tanti servizi che potranno essere utilizzati in maniera flessibile per un solo giorno o per periodi più ampi. I prezzi molto accessibili, uniti alla location centrale e alla qualità degli spazi, rappresentano sicuramente una nuova opportunità per l’imprenditorialità locale. La sede di Largo Ravelli diventerà un punto di riferimento per tutta la comunità ed entrerà a far parte della rete di spazi per ufficio più diffusa, digitalizzata e accessibile del Paese”.  Il nuovo spazio, accanto all’ufficio postale di Largo Ravelli, dispone di 2 uffici privati da 4 persone, 1 ufficio privato da 6 persone ed un open space con 4 postazioni, oltre ad un’accogliente area break.   L’offerta commerciale degli “spazi per l’italia” include tutti i servizi: arredi degli uffici, connessione internet Wi-Fi, accesso a stampanti e scanner, pulizia e manutenzione, utenze e climatizzazione degli ambienti.

Un investimento importante sul territorio che conferma il contributo di Poste Italiane nel processo di digitalizzazione, innovazione e di crescita economica del Paese.

Per informazioni e prenotazioni si può scrivere a spaziperlitalia@posteitaliane.it.




Cinzia Leone sarà la protagonista della presentazione del suo romanzo “Vieni tu giorno nella notte” il 16 aprile a Orvieto

Martedì 16 aprile alle 17:30, alla Sala Consiliare del Comune di Orvieto, OrvietoLife e Unitre Orvieto hanno il piacere di ospitare Cinzia Leone, giornalista, scrittrice e disegnatrice. Sarà l’occasione per presentare il suo ultimo romanzo “Vieni tu giorno nella notte”, edito da Mondadori. A dialogare con l’autrice saranno Roberto ConticelliRuben Della Rocca e Alessandro Maria Li Donni.
Tutto parte da Israele, da Tel Aviv, in un giorno qualunque si consuma una nuova tragedia: un attentato kamikaze. Da lì si snoda la storia di Ariel e Tarik due giovani che si sono incontrati per caso e si sono amati. Scontato? Assolutamente, no.
Il romanzo si snoda spiegando il titolo, un verso tratto da Giulietta e Romeo di Shakespaeare che Cinzia Leone declina in maniera contemporanea. Ariel è un ragazzo israeliano di genitori italiani che, tornato a Tel Aviv convinto dalla nonna materna, si arruola nello Tsahal, l’esercito israeliano e inizia a vivere e lavorare tra la metropoli e il deserto. Il nemico è lì, presente, vicino e sempre pronto a colpire. Poi arriva Tarik, un giovane palestinese fuggito da Jenin per scampare alle violenze della famiglia. Il ragazzo non è un collaborazionista, è semplicemente un giovane che non vuole nascondere il suo amore, la sua omosessualità. C’è l’incontro con Ariel e sboccia l’amore, non facile, non scontato.
La violenza del terrorismo li separa per sempre e da qui parte il racconto familiare e dell’amore, della casualità della vita, del dramma, della scoperta, della famiglia e delle tante contraddizioni.
E’ un romanzo attuale, drammatico e d’amore. E’ l’occasione per il lettore di conoscere e scoprire come si vive la quotidianità in una delle più grandi città del Medio Oriente e dell’unica democrazia dell’area, dove l’omosessualità, ad esempio, non è un reato e anzi è parte della vita e dell’amore.
La giornata sarà arricchita da Alberto Romizi, vice-presidente di Unitre Orvieto, che leggerà alcuni brani di “Vieni tu giorno nella notte” e dalla stessa Cinzia Leone che al termine sarà protagonista di una firma-copie molto particolare e personalizzato per ogni suo lettore.
Il libro è presente alla libreria Giunti.




Proposta Civica, “a Sugano e Canonica si va per spot elettorali; mancano servizi e il dialogo con l’amministrazione”

Usciamo dall’incontro con gli abitanti delle frazioni di Canonica e Sugano con un rinnovato senso di gratitudine e di simpatia, di sincera simpatia per le persone che, abitando nei borghi sparsi intorno alla rupe, convivono con gli stessi problemi da anni. E che, tuttavia, venendo a conoscere Roberta Palazzetti, dimostrano da un lato di nutrire ancora una speranza di cambiamento e dall’altro di sentirsi nonostante tutto una comunità, aldilà delle difficoltà che pure causano un tangibile senso di isolamento e di frustrazione. Ed è per questo che crediamo andrebbe anzitutto data loro voce con sistematicità, non limitando il contatto alle occasioni elettorali, ma assumendoci fin da ora l’impegno a tenere aperto un canale diretto di comunicazione e confronto, se saremo investiti di un ruolo all’indomani del voto amministrativo.

Il potenziale delle frazioni è grande ed ignorarlo appare davvero molto sciocco, prima ancora che ingiusto. Sono borghi solitamente incastonati in aree di pregio paesaggistico e ambientale, vie di fuga dai ritmi accelerati della vita urbana con un forte potere attrattivo in termini non solo e non tanto di turismo occasionale, ma di vera residenzialità. Occuparsi di queste realtà significa pertanto cogliere una concreta opportunità di crescita e di sviluppo, che ad oggi appare non solo ignorata dall’amministrazione comunale, ma offesa da una patente incuria generale che vogliamo chiamare con il suo proprio nome: abbandono. Gli esempi di questa dimensione di colpevole trascuratezza (che alla lunga si traduce in degrado) sono molteplici. A Canonica e Sugano non esiste un ambulatorio che consenta al medico di base, almeno una volta a settimana, di ricevere pazienti e rilasciare ricette e impegnative. A Canonica e Sugano il cimitero, fatto salvo l’intervento di un privato cittadino, che provvede in autonomia a mantenere il decoro, non conosce alcun intervento di pulizia e di manutenzione da parte degli addetti comunali. A Canonica e Sugano non si effettua manutenzione stradale, nessuno cura i giardini pubblici, la fontana necessita da molto tempo di un intervento di riparazione ed ha perdite ingenti. A Sugano, che a tutti gli effetti il regolamento urbano considera un centro storico, non esiste la raccolta porta a porta dei rifiuti e si verifica il paradosso che – per fare fronte alle reiterate lamentele riguardo alle difficoltà di smaltimento – l’amministrazione comunale si limita ad introdurre altri cassonetti deturpando oscenamente le vie cittadine, anziché concepire soluzioni più idonee. Per non parlare dello stato di incuria della fonte del Tione e dell’area circostante, un’importante risorsa di cui la popolazione è stata scippata e che, dal business di un singolo privato, si è poi fatalmente tradotta nella spoliazione complessiva di un luogo appartenente, oltretutto, alla memoria storica della comunità.

La sintesi di questa breve e parziale rassegna di inefficienze, assenza di interventi e incuria generale corrisponde invariabilmente ad un quadro di scarsa, scarsissima attitudine da parte dell’amministrazione Tardani a governare la macchina amministrativa – che pure conta ad oggi circa 150 dipendenti. Da quanto invariabilmente emerge, appare evidente che da un lato manca il coordinamento delle risorse esistenti a copertura di tutto il territorio orvietano, dall’altra manca un sistema generale di controllo sugli interventi che pure vengono eseguiti, perlopiù concepiti a spot (sotto elezioni, diremo meglio, ad effetto), anziché nell’ambito di una seria e lungimirante pianificazione. Ed è su questo dato, che emerge con molta chiarezza, che continueremo a confrontarci tra di noi e con gli elettori, con cui ad ogni incontro ci sembra di poter dire che si creino spunti e visioni convergenti.

Nella consapevolezza generale che i margini di miglioramento della qualità di vita generale spesso ci sono già, a volerli cogliere. E fermo restando che al buon governo giova la pratica del confronto sistematico sul terreno e non certamente la pratica dell’autoreferenzialità.




“Ho tentato di dar voce alle richieste dei miei elettori. Ai futuri amministratori, non scendete mai a compromessi”

Il 9 giugno 2024 sarà l’ultimo giorno delle elezioni amministrative ad Orvieto ma anche quello che chiuderà la mia esperienza di consigliere comunale.  La corsa alla futura guida di Orvieto annovera per adesso 3 candidati Sindaco, ma altri se ne aggiungeranno ancora, ed una nutritissima schiera di candidati amministratori.

L’amministrazione in carica si presenta alla riconferma elettorale nel tentativo di proseguire e difendere il lavoro fatto negli ultimi 5 anni, mentre gli altri chiedono fiducia nel sostenere una scelta di cambiamento, una diversa visione di città ed un diverso approccio metodologico.  Come consueto, durante la campagna elettorale, tutti hanno la “ricetta segreta” per amministrare efficacemente la città e fare così di Orvieto una specie di torta meravigliosa, con tanto di ciliegina alla sommità!

Secondo me, la “ricetta” utile e necessaria a città e cittadini è fatta di pochi ingredienti ed il Sindaco, chiamato ad assumere il ruolo di coordinatore dell’azione amministrativa che indirizza la città, non altro, dovrebbe sapientemente amalgamare.  Questi ingredienti si chiamano, coesione, partecipazione, dialogo, confronto, condivisione, valorizzazione delle risorse umane, relazione umana, rispetto, e sano civismo.  Per me, questi ingredienti non hanno caratterizzato la ricetta di governo dell’amministrazione politica oggi in carica, ed i risultati raggiunti, oppure no, li valuteranno gli elettori tra meno di 2 mesi.

Per quanto sopra, nel 2022 ho lasciato formalmente la maggioranza con la convinzione di non voler più rappresentare questa amministrazione, e sono fiero di portare a termine il mio mandato di consigliere comunale per dovere e rispetto di quelle persone che hanno creduto espressamente nella mia persona con un preciso voto di preferenza, e non certo per area di appartenenza. A queste persone ho tentato di dare voce, per ciò in cui comunemente crediamo, pensiamo, e sentiamo.

Ai nuovi candidati futuri amministratori, di qualsiasi orientamento, ma soprattutto a quei cittadini e giovani il cui impegno sarà mosso da princìpi profondamente civici, mi permetto di “donare” gli ingredienti di quella mia semplice ricetta.  Non ve li dimenticate mai gli ingredienti, difendeteli sempre, aggiungeteci i vostri, con il cuore, l’intelligenza e la sensibilità. Non vi fidate di chi vi racconterà che la politica è l’arte del compromesso, non scendete mai a compromessi. Solo così la vostra testa rimarrà alta, la vostra schiena dritta, il vostro sguardo fermo negli occhi di chiunque.  Io ho fatto così, e sono comunque orgoglioso di concludere con dignità un’esperienza, umanamente e politicamente, deludente.  

Soprattutto ragionate come una squadra, pretendete di esserlo, siate uniti, e non affidate la vostra testa e la vostra anima a chi pensi di amministrare una città da “solista”. Le primedonne (uomini o donne che siano) non esistono più, non servono, non vincono nulla, ed i risultati che ottengono non sono veramente sostanziali e rappresentativi del sentire e del bene comune, ma fugaci ed effimeri come l’immagine “riflessa” di sé stessi.