Nuovo invaso del Consorzio Tevere-Nera come riserva idrica per le aziende agricole

La sindaca Roberta Tardani è intervenuta alla presentazione dei lavori del Consorzio di bonifica Tevere-Nera per il nuovo invaso che garantirà una riserva idrica alle aziende agricole. “Un’opera fondamentale che consentirà di contrastare i fenomeni derivanti dai cambiamenti climatici e assicurare una adeguata riserva idrica a uso irriguo alle aziende agricole del territorio che in questi anni hanno spesso visto compromessi i loro raccolti da lunghi periodi di siccità. Siamo soddisfatti che il territorio di Orvieto – ha spiegato Tardani – sia oggetto in questi ultimi anni di importanti investimenti a sostegno del comparto economico frutto della progettazione e della collaborazione tra Enti diversi che programmano e condividono con l’amministrazione comunale gli stessi obiettivi. In questo senso vanno anche gli investimenti fatti da Anas per il miglioramento dei Fori di Baschi e il finanziamento del secondo stralcio della complanare da parte della Regione Umbria. Interventi infrastrutturali strategici che serviranno a migliorare l’accessibilità di questo territorio e la competitività delle nostre imprese“.

La vasca – è stato spiegato – avrà la duplice funzione di stoccare l’acqua direttamente dalla diga di Corbara e di punto di raccolta dell’acqua piovana con l’obiettivo di garantire una vera e propria riserva idrica in caso di siccità. Si tratta di un’opera di 16mila metri cubi che occuperà una superficie di circa 2 ettari e 700 metri. L’intervento rientra nel Piano Nazionale Invasi, i lavori – finanziati dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per un importo di 2,8 milioni di euro – sono iniziati la scorsa settimana e saranno ultimati entro l’anno.

“Un progetto importante – ha sottolineato il vicesindaco Mario Angelo Mazzi – che riguarda l’area del fiume Tevere e che si integra con altri interventi  che interessano il territorio di Orvieto. Il Consorzio di bonifica della Valdichiana e Val di Paglia sta infatti realizzando un invaso con le stesse caratteristiche nella Valle del Paglia mentre l’Autorità di Distretto sta elaborando gli interventi per il contenimento delle alluvioni del fiume Paglia che hanno influenza anche sul Tevere. La progettazione è in fase avanzata e tra settembre e ottobre è prevista la fase di partecipazione”.




Boom di vendite per “Carta Unica” nel 2023 e inizio 2024

Orvieto Carta Unica, la chiave di accesso a tutti i monumenti e musei della città, conferma il suo trend positivo con un aumento del 19% delle vendite nel 2023 rispetto all’anno precedente. Sono circa 13mila le carte vendute lo scorso anno, per un incasso superiore ai 260mila euro. I dati del primo trimestre 2024 sono ancora più incoraggianti, con un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sono state infatti vendute 2052 carte contro le 1469 del 2023.

“Dal post Covid – commenta il presidente di Orvieto Carta Unica, Gianluca Polegri – le vendite sono cresciute in maniera costante di anno in anno. Nel 2023 i livelli di vendita sono tornati all’ultimo anno pre-pandemia nonostante il prezzo della Carta sia passata da 20 a 25 euro e nonostante l’indisponibilità del Museo Archeologico Nazionale e della Necropoli del Crocifisso del Tufo a partire da inizio luglio. L’introduzione delle carte tematiche, Medioevo, Sotterranei, Piazza Duomo, Etruschi, ha aggiunto flessibilità al servizio offerto ai turisti che hanno dimostrato di apprezzare i nuovi pacchetti. Oggi le carte tematiche rappresentano il 30% di quelle totali vendute. Nel 2023 si sono riavvicinati anche i gruppi turistici, abbiamo ospitato con pacchetti personalizzati università come la John Cabot, il convegno nazionale Anpit, scolaresche e turisti stranieri in particolare americani e francesi”.

“La digitalizzazione del servizio – prosegue Polegri – ha aumentato la facilità di acquisto e di fruizione. Ora le card acquistate online sono il 40% di quelle complessivamente vendute. Il grado di soddisfazione di chi chiede informazioni e dei visitatori è molto alto, grazie anche ad un servizio di caring online gestito in tempo reale via email e sui canali social attivati nel 2020. Sono attivi servizi di comunicazione e di marketing territoriale che hanno consentito di aumentare notevolmente la diffusione del servizio sia in rete che in città grazie ad advertising, campagne e cartelli stradali finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto”.

“Gli obiettivi a breve termine – conclude il presidente – sono di creare reti e collaborazioni con enti di promozione turistica sia pubblici che privati per aumentare l’effetto di cross-selling e generare up-selling con servizi aggiuntivi tipo marketplace di prodotti e servizi locali da proporre attraverso la selezione dei target di visitatori sia digitali che in presenza”.




Le lettere di ringraziamento ai medici in realtà ci segnalano una crisi profonda

Da qualche anno i giornali online hanno preso l’abitudine di pubblicare lettere di persone assistite nel nostro ospedale. Di solito si tratta di messaggi di encomio per qualche medico o per l’intero reparto in cui il paziente ha ricevuto le cure. La cosa in sé non desterebbe grande attenzione se non fosse per il fatto che ormai da diversi anni il servizio sanitario locale è al centro di controversie rimaste irrisolte.

Mentre le prestazioni e l’efficienza del servizio pubblico sono in netto calo ovunque, sul nostro territorio assistiamo alla crescita di strutture private che in ambito diagnostico sopperiscono alle lunghissime liste di attesa ed offrono visite specialistiche di buon livello, spesso non accessibili negli ospedali territoriali. Per ogni lettera di encomio che viene pubblicata con enfasi e con altrettanta enfasi viene rilanciata dai partiti che amministrano la città, vi sono centinaia di persone che rinunciano addirittura a curarsi, o a fare visite indispensabili al fine di prevenire l’insorgere di malattie anche gravi. Chi può pagare si rivolge al privato, e chi non è in grado di farlo si rassegna e soccombe.

In tutti questi anni privati cittadini ed associazioni hanno rivolto le critiche maggiori al “sistema” sanitario, e meno frequentemente si sono lamentati dell’incompetenza dei singoli operatori, spesso costretti a lavorare sottorganico ed in condizioni difficili. La voce di questi ultimi si ascolta di rado. Ecco io credo che ai medici, agli infermieri, ed a tutti gli operatori sanitari che compiono il loro dovere, farebbe più piacere poter assistere al meglio i loro pazienti, piuttosto che veder pubblicate lettere di ringraziamento.

Le lettere di ringraziamento esprimono gratitudine, certamente, ma anche la grande fragilità di pazienti che affidano le loro speranze di guarigione ai medici che li curano. In parte questo è assolutamente comprensibile, non lo è invece la strumentalizzazione che se ne fa in ambito politico, soprattutto da parte di chi vorrebbe sostenere—contro ogni evidenza—che in fondo non ci possiamo lamentare, che i sindaci non hanno poteri decisionali in materia di sanità, e che altrove le cose vanno peggio.

Per esempio, nell’ultimo incontro organizzato dalla giunta comunale a Ciconia il 3 aprile, la sindaca uscente Tardani ha ripetuto per l’ennesima volta che “i sindaci non fanno bandi di concorso, non assumono infermieri, e non gestiscono ospedali” ma devono avere la consapevolezza dei problemi che esistono e riportarli nelle sedi opportune. Mi pare poco, e francamente in queste parole sento rassegnazione mista a incompetenza. Io credo che un sindaco abbia certamente l’obbligo di rappresentare i bisogni dei cittadini, ma debba anche fare proposte concrete per migliorarne i servizi, altrimenti che ci sta a fare? La definitiva rinuncia da parte della sindaca a lottare per avere finalmente il servizio di emodinamica presso il nostro ospedale è l’emblema di questo atteggiamento remissivo. Saremo mai in grado di svolgere un ragionamento complessivo su cosa c’è da cambiare e su come farlo alla luce dei problemi reali dei pazienti invece di minimizzarli e limitarsi a dire “di più non possiamo fare”?




Tre orvietani denunciati per la gestione illegale di affittacamere e per mancata presentazione della Scia

Il Commissariato di Pubblica Sicurezza e gli agenti della Polizia Locale di Orvieto hanno denunciato tre persone per aver svolto attività ricettiva in abitazioni di loro proprietà senza aver effettuato le dovute comunicazioni alle autorità competenti. Le indagini sono partite da una serie di controlli mirati a contrastare il fenomeno dell’affitto abusivo di immobili a scopo turistico. Gli accertamenti hanno portato alla luce che i tre soggetti denunciati avevano messo a disposizione stanze delle loro abitazioni a pagamento, senza presentare la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune e senza comunicare le generalità degli alloggiati al Commissariato di Polizia. Inoltre, gli alloggi venivano pubblicizzati anche su internet.

Al termine delle verifiche, il personale del Commissariato e della Polizia Locale hanno redatto tre distinte segnalazioni con le quali i titolari delle strutture ricettive abusive sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Oltre alle denunce penali, sono stati redatti anche verbali di violazione amministrativa per la mancata presentazione della Scia.

Di tutta l’operazione è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, che coordina le indagini.