“… questo è il fiore, del partigiano, morto per la libertà!”

Oggi (29 marzo) sono andato alla cerimonia per la commemorazione dell’assassinio di 80 anni fa da parte dei nazi-fascisti di Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Duilio Rossi. 

Durante il cammino mi è tornato in mente quel brutto post di Olimpieri che citava una frase dell’inno fascista: primavera di bellezza. Ed è questa, perdonatemi, la bellezza che ci ha regalato il regime fascista, quello nazista. A Camorena come a Sant’Anna di Stazzema, a Marzabotto, le Fosse Ardeatine. Piccole e grandi località d’Italia in cui fascisti e nazisti, insieme, hanno trucidato donne, uomini, bambini, anziani o giovani che si opponevano al regime per ridare libertà al nostro Paese. I Fratelli Cervi a Reggio Emilia, Giacomo Matteotti assassinato dai fascisti su ordine di Mussolini nel ’24 a Roma. Ecco, io ho loro, tutti loro in mente quando penso “all’orrenda primavera di bellezza di Olimpieri”. E sia chiaro, la mia è una condanna a tutti quei regimi che uccidono il dissenso e la voglia di libertà e democrazia. Nel mio pantheon ci sono loro, c’è la Costituzione Antifascista alla base della nostra Repubblica, frutto del lavoro di padri costituenti: cattolici, socialisti, comunisti, repubblicani, azionisti, liberali. E quando penso a loro ho la colonna sonora di quella storia, che si rinnova anno dopo anno.

Bella Ciao che non è che, come ha detto la sindaca Tardani “la facciamo suonare perchè incarna i valori dei familiari delle vittime”. No sindaca, mi dispiace! Bella ciao incarna i valori della Repubblica Italiana, nata dalla lotta partigiana che ha sconfitto la barbarie nazi-fascista e ci ha restituito la libertà di pensare, di esprimerci, di scegliere, di votare”.




Proposta Civica, “l’emodinamica è fondamentale per difendere la salute degli orvietani. Daremo battaglia”

La decisione di non potenziare il reparto di cardiologia dell’ospedale di Orvieto attraverso la creazione di un ambulatorio di emodinamica è un fatto molto grave, ma anche un esempio molto evidente di come i politici della nostra città siano subordinati agli interessi dei loro referenti perugini e non dei cittadini orvietani.

Roberta Palazzetti, candidata sindaco per la lista Proposta Civica, contesta duramente il passo indietro che Regione e Comune hanno fatto rispetto al potenziamento della cardiologia orvietana.

Siamo di fronte ad un episodio sconcertante e inaccettabile.

L’Assemblea Regionale aveva approvato nel 2020 l’attivazione del servizio di emodinamica all’ospedale di Orvieto,  il Consiglio comunale lo ha poi approvato, con un inspiegabile ritardo, solo nel 2023. Ma a quel punto la Regione torna sui suoi passi e afferma che l’emodinamica non si farà. La Sindaca Tardani diligentemente si allinea al diktat della Presidente Tesei. Noi no.

L’attivazione del servizio di emodinamica rappresenta la vera soluzione per le emergenze cardiologiche, diversamente dall’elisoccorso. Si tratta di un completamento del reparto di cardiologia che può rivelarsi essenziale a salvare la vita ai pazienti colpiti da infarto.

Un accurato studio, redatto dal primario di cardiologia Andrea Mazza, spiega chiaramente come l’introduzione dell’emodinamica costituisca un passaggio fondamentale per qualificare il nostro ospedale. Lo stesso primario smentisce anche l’argomentazione secondo la quale l’ospedale di Orvieto non avrebbe un bacino di utenza sufficiente a sostenere il nuovo servizio, dal momento che l’emodinamica sarebbe a servizio di un territorio interregionale pari a circa 120.000 persone. Ovvero poco meno del bacino  che corrisponde all’ospedale di Foligno.

Si tratta di argomentazioni molto valide, tanto che tutti i politici di destra e di sinistra le avevano condivise senza esitazione prima che la Regione decidesse di penalizzare Orvieto, depotenziando in  modo grave le possibilita’ concreta di gestire l’emergenza per le patologie cardiache.

A questo punto chiediamoci: tra i politici locali, allineati con i rispettivi referenti regionali, e il nostro eccellente primario del reparto di cardiologia, a chi vogliamo dare credito?!

Già nel 2020 era stata affrontata e risolta l’obiezione principale, quella per cui ad Orvieto non ci sarebbe il numero minimo di interventi indicati dalle linee guida; le stesse linee guide infatti derogano a quel principio nel caso in cui tra l’inizio dell’infarto ed il successivo ricovero in ospedale trascorra un tempo superiore ai sessanta minuti. E’ il caso di Orvieto che è a 76 chilometri da Terni e a 77 chilometri da Perugia. Questa questione era stata affrontata e risolta. Perchè ora è stato messo di nuovo tutto in discussione? Chi difende Orvieto?

Quanto all’elisoccorso, e’ evidente che presenta forti limitazioni: bisogna innanzitutto che sia disponibile e non sia impegnato in un altro soccorso, inoltre ci sono problematiche legate al volo notturno, infine bisogna sperare che non ci siano condizioni metereologiche avverse e che l’intevento sia davvero tempestivo, considerando tutte le manovre necessarie per l’atterraggio e la ripartenza.

Noi l’emodinamica la realizzeremo, mettendo in campo tutte le risorse e le energie di cui disponiamo perché ciò avvenga!




Le sette rose rosse per ricordare i Martiri dell’eccidio di Camorena

Sette rose rosse lasciate sul cippo dei Sette Martiri da Lorenzo e Riccardo, nipoti del nipote di Amore Rufini, uno dei giovani orvietani fucilati nell’eccidio nazifascista di Camorena esattamente il 29 marzo di ottanta anni fa.

Così si è conclusa la tradizionale cerimonia con cui la città di Orvieto questa mattina ha reso omaggio ad Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi. Il corteo cittadino composto dai rappresentanti istituzionali e militari, dalle associazioni combattentistiche e dai cittadini ha raggiunto il Cippo dei Sette Martiri dove il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ha deposto una corona di alloro. Presenti anche il sindaco di Porano, Marco Conticelli, il sindaco di Baschi, Damiano Bernardini e quello di Parrano, Valentino Filippetti, il presidente dell’Anpi Orvieto, Fabrizio Cortoni, che ha letto un breve messaggio, e i familiari Ines Poggiani, nipote di Alberto, Serenella Stornelli, nipote di Ulderico, Amore Rufini, che porta il nome dello zio, accompagnato dalla figlia Romina e dai piccoli nipoti Lorenzo e Riccardo.

Una corona di alloro è stata posizionata anche presso il cimitero del Commonwealth e in Piazza XXIX Marzo, davanti alla targa che ricorda i sette martiri. 

Viviamo in un momento storico – afferma il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – in cui siamo abituati a consumare velocemente e distrattamente immagini che ci vogliono comunicare messaggi di ogni genere ma poi spesso, anche in occasioni come questa, non ci soffermiamo abbastanza sulla potenza e sul significato sempre attuale di certi simboli e di certe immagini. Come questo cippo dove ci rechiamo insieme ogni anno, questa pietra che segna il luogo dove furono fucilati i sette martiri e sulla quale sono scolpiti i loro nomi. Una pietra porta con sé significati profondi e universali. Rappresenta la solidità e la stabilità, è simbolo di forza e resistenza, è memoria perché testimone silenziosa del corso della storia, è connessione con la terra in cui è innestata, è il punto di riferimento di un percorso. Su questa simbolica pietra in questi 80 anni Orvieto ha costruito le solide fondamenta di una “casa comune” in cui custodire i valori propri della sua storia: libertà, giustizia, democrazia, rispetto, il rifiuto di ogni tipo di guerra e il contrasto a ogni forma di intolleranza e discriminazione. Una casa che ha bisogno di pietre solide e unite, che ha bisogno di pietre nuove per colmare quelle crepe che se lasciate aperte rischiano di far passare strumentalizzazioni e revisionismi che ne minerebbero la stabilità, che rischiano di far commettere gli stessi tragici errori del passato come purtroppo succede ancora nel presente in troppe parti nel Mondo. Oggi, ma non solo oggi, dovremmo sentirci noi tutti delle pietre, soprattutto i nostri ragazzi come i piccoli Lorenzo e Riccardo. E questo percorso che abbiamo fatto dovrebbe essere come un ritorno a casa, quella casa in cui Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi non poterono far ritorno il 29 marzo di ottanta anni fa ma che hanno contribuito a costruire con il sacrificio delle loro vite“.




Tra le auto alla ricerca della Chiesa…perduta da fotografare

E’ Venerdì Santo, scuole chiuse, giornata ventosa ma tiepida. alcuni timidi turisti si affacciano nel centro storico seguiti poi da gruppi più numerosi. Fotografano e camminano con gli occhi in alto ad ammirare il teatro, la torre del Moro, Sant’Andrea ma…prima devono scoprirla. Già anni fa sempre OrvietoLife aveva evidenziato e segnalato la tristissima fine della Chiesa di San Giuseppe, completamente coperta da camion. Allora il sindaco Germani non diede risposte anche al continuo transito di mezzi su via Duomo e corso Cavour.

Oggi, a distanza di oltre cinque anni, altra giunta, altro sindaco ma la musica non cambia. I monumenti e i luoghi sacri sono sacrificati nel nome del denaro d’importazione. Proprio i turisti, però, si lamentano e rimangono delusi e si domandano e domandano, “why?”.

E tu, abitante di Orvieto non sai bene cosa rispondere. Non sai che dire anche ai turisti seduti a fare colazione che si ritrovano “imbottigliati” nel tentacolare traffico sulle due assi viarie principali del centro storico. In alcuni momenti servirebbero le strisce pedonali per camminare in sicurezza. Camion, furgoni, raccolta rifiuti (alle 9,30 sigh!), auto, auto di servizio (senza lavori urgenti da effettuare) e qualche machina che il navigatore indirizza su Corso Cavour!

Intanto il risultato è una bella foto di mezzi di trasporto con sullo sfondo sant’Andrea o con il Palazzo del Popolo. Sì perché la scorsa amministrazione d’imperio chiuse tutta piazza del Popolo; l’attuale l’ha riaperta secondo la maggioranza dei cittadini giustamente. E’ tornato il parcheggio a pagamento ma questo continua abusivamente di fronte al Palazzo del Popolo e all’hotel e addirittura qualche temerario s’incunea tra il pozzo e la scalinata del palazzo stesso. E il tutto in pieno giorno, non solo la sera.

Una soluzione semplicissima ci sarebbe e si chiama isola pedonale tra Duomo, Torre del Moro e Teatro fino al Comune, magari con ingressi fino alle 9,00. E’ la scoperta dell’acqua calda diranno in tanti, e lo è. Basterebbe girare per città anche più piccole e a vocazione turistica per prendere esempio e copiare. Non sempre bisogna essere originali. Le amministrazioni passate e presenti non hanno risolto il problema che esiste, che conoscono ma, che preferiscono ignorare perché apparentemente “scivoloso”.

Allora buona passeggiata a tutti in slalom tra mezzi vari e, infine, una foto ricordo da portare in giro per il mondo di un furgone, di un camion o se si è fortunati di un Ape sgangherato!




Da 51 mesi senza contratto, sciopero dei lavoratori delle imprese di Federdistribuzione il 30 marzo

Rottura al tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale della Distribuzione Moderna Organizzata, scaduto nel lontano 2019 e atteso da oltre 240mila lavoratrici e lavoratori dipendenti dalle imprese associate a Federdistribuzione (circa 4000 in Umbria). Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proclamano una giornata di sciopero nazionale per sabato 30 marzo 2024, che in Umbria sarà accompagnata da due flashmob, uno davanti al punto vendita Obi di Corciano (centro commerciale Quasar, via Capitini) e l’altro davanti al punto vendita Ovs di Terni (piazza Valnerina), entrambi alle ore 10.00.

“L’associazione imprenditoriale, dopo una lunga e snervante trattativa no stop con i sindacati di categoria e a distanza di 51 mesi dalla sottoscrizione del primo e ultimo Ccnl di settore, ha calato nuovamente la maschera, palesando la persistente resistenza nel sottoscrivere accordi contrattuali – scrivono in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – Un atteggiamento che ha già inflitto danni considerevoli agli addetti del settore”. Le organizzazioni sindacali stigmatizzano a gran voce “l’insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti” e “l’irresponsabilità dell’associazione datoriale nel presentare svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute con Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e che le lavoratrici ed i lavoratori della distribuzione commerciale hanno raggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni”.  Nel dettaglio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs puntano il dito contro: “l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi!); lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione); l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi; la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori”. Inoltre non è stata data nessuna disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare il tema “Appalti e terziarizzazioni” e “franchising”. 

“Pretese irrealistiche” per i sindacati, “finalizzate unicamente a far naufragare una già complessa negoziazione”, a dimostrazione della “ritrosia patologica” di Federdistribuzione “a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate”. “Lo schema negoziale che propone Federdistribuzione – prosegue la nota – ancora una volta è di mortificare il rinnovo del Ccnl in una logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale (mai esplicitata nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa) in cambio di un peggioramento della parte normativa che prevedeva la precarizzazione dei lavoratori attraverso un sistema derogatorio della legge e proponendo l’umiliazione delle professionalità attraverso un abbassamento dei livelli di inquadramento”.

“Per il tramite di una associazione che si mostra unicamente capace di assecondare acriticamente i più bassi istinti dei suoi rappresentanti – prosegue la nota – le aziende della Distribuzione Moderna Organizzata stanno sferrando un attacco senza precedenti ai diritti di chi lavora nel settore, mortificandone le professionalità e disconoscendone il contributo operoso e continuo”.

“Contro l’atteggiamento arrogante di Federdistribuzione – conclude la nota unitaria – occorre mobilitarsi”. L’appello è rivolto alle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori della Distribuzione Moderna Organizzata, chiamati nuovamente a partecipare alla giornata di sciopero e mobilitazione del 30 marzo finalizzata ad ottenere un rinnovo contrattuale dignitoso.




Assegnato l’uovo di Pasqua dell’Associazione Accoglienza e Solidarietà

Nella mattinata del 28 marzo presso la caffetteria Montanucci si è svolta l’estrazione del biglietto vincente, legato all’Uovo di Pasqua donato da Francesco Notazio che da sempre è vicino alle Associazioni che operano nella nostra città, seguendo lo spirito del compianto amico Reno.
Accoglienza e Solidarietà è una associazione senza scopo di lucro nata 14 anni fa insieme al Vescovo Emerito Padre Giovanni Scanavino. Insieme ad altre realtà locali interviene a favore di tutte le donne vittime di violenza e con minori a carico per dare un contributo fattivo nell’acquisto di beni di prima necessità, ivi comprese tutte quelle spese legate al fabbisogno delle famiglie e dei minori (anche quelle legate a visite mediche specialistiche). Quest’anno la Presidente, Maria Caterina Recchia, la Vice Presidente Cristina Calcagni, la Consigliera Sandra Ricci, la Consigliera Miriam Palmieri ed il Consigliere Tesoriere Patrizio Angelozzi hanno deciso di dedicare un momento di riflessione alle famiglie in difficoltà e come fatto anche per le trascorse festività Natalizie, l’importo raccolto servirà per le finalità di Accoglienza e Solidarietà sopra descritte.
L’Associazione ringrazia tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa. Il premio estratto dall’amica Arianna Lazzeri è andato al signor Lattuada che aveva il biglietto serie bianca n. 16.