All’Unitre ciclo di lezioni di Francesca Compagnucci dal titolo “drammatica grammatica”

Il calendario di Aprile 2024 presenterà una novità veramente originale: per la prima volta nella storia didattica dell’Università delle Tre Età di Orvieto verrà attivato un corso di Grammatica Italiana, coniugato con l’apprezzata modalità divulgativa propria dell’Unitre di Orvieto: cultura di qualità declinata col sorriso.
“Drammatica Grammatica”, ripartito in tre incontri a cadenza settimanale a partire da Mercoledì 10 Aprile, sarà curato da Francesca Compagnucci, insegnante di lettere molto nota presso la comunità orvietana anche per un’intensa attività di promozione culturale svolta sotto l’egida di vari sodalizi.
Il corso è rivolto agli associati Unitre e si svolgerà presso la sede di Palazzo Simoncelli (Piazza del Popolo 17, Orvieto): 25 i posti disponibili con prenotazione obbligatoria al numero telefonico 3387323884.

Di seguito, il programma della nuova esperienza culturale Unitre:

DRAMMATICA GRAMMATICA

La Grammatica, “croce e delizia” per molti studenti, è un ensemble di norme che orchestrano la nostra lingua.
L’Italiano è costituito da forme verbali, parole e accenti che, come note di uno spartito musicale, creano delicate e suadenti melodie. La riscoperta di alcune di queste regole vuole essere un modo per evidenziare la ricchezza e il fascino del nostro idioma; il tutto in un clima sereno e amichevole, quello che si respira all’Unitre (senza accento sulla “e”).

prima lezione
Mercoledì 10 Aprile 2024 ore 16:30
ACCENNI DI ACCENTI
per ri-scoprire le regole degli accenti, acuti, gravi, come si usano, quando e soprattutto dove

seconda lezione
Mercoledì 17 Aprile 2024 ore 16:30
A PROPOSITO DEI VERBI
un breve viaggio tra modi, tempi, forme e generi dei verbi

terza lezione
Mercoledì 24 Aprile 2024 ore 16:30
METRICA? SÌ, GRAZIE!
Partendo dalla divisione in sillabe arriveremo alle principali regole metriche e alle più utilizzate figure retoriche




Quanta ricchezza produce un ateneo nell’economia di una piccola città? Il valore che potrebbe generare per Orvieto

Il convegno che si è tenuto sabato nella sede della fondazione Cro sul tema dell’economia della conoscenza e sulla creazione di un polo universitario ad Orvieto ha ottenuto un grande riscontro ed il motivo è sicuramente collegato all’interesse trasversale che si accende quando si parla di progetti legati all’alta formazione e all’università. Alcuni interventi hanno contribuito a fornire un valore approssimativo su ciò che potrebbe significare per l’economia orvietana la nascita di un polo universitario. Vediamo alcuni dati relativi ad atenei medi e piccoli.

L’università di Perugia

Il giro d’affari che producono a Perugia i 27 mila iscritti (12 mila fuori sede) con una spesa media di 10 mila euro è pari a 13 milioni di euro, fonte Sole 24 Ore. L’ateneo ha 1200 dipendenti.

L’università della Tuscia

L’università della Tuscia secondo il Censis è il secondo miglior ateneo italiano (quelli sotto 10 mila iscritti) dopo Camerino. Ha ottomila iscritti che nel 2022 hanno sviluppato un indotto sulla città pari a 69 milioni di euro secondo le stime rese note dal rettore Stefano Ubertini. Parliamo di una città da 67 mila abitanti, solamente tre volte più grande di Orvieto. L’università della Tuscia ha 300 dipendenti.

L’università del Sannio

Università del Sannio (Benevento 59.900 abitanti) Iscritti: 4058. Dipendenti: 350. Indotto: 22 milioni 960 mila euro

Castello e Gubbio

In Umbria ci sono vari casi interessanti come quello di Città di Castello. Qui c’è un distaccamento della Link Campus university di Roma per un corso di laurea magistrale in Scienza della formazione primaria per formare insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia secondo il metodo Montessori che si è affermato proprio a Castello. L’iniziativa tifernate è collegata alla fondazione della Link da parte della famiglia Polidori, con Francesco proprietaria di Cepu della università telematica E Campus che ne ha acquisito il totale controllo nel 2020 oltre che del Corriere dell’Umbria. Il corso di durata quinquennale ruota intorno a 2000 studenti a fronte di una disponibilità nelle università italiane di 8 mila posti mentre lo scorso anno ci sono state 24 mila richieste in tutta Italia.

A Gubbio c’è la scuola di specializzazione in beni storico ed artistici dell’università di Perugia, dura due anni ed ha trenta allievi. La Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) a Gubbio ha vari corsi tra cui una laurea triennale in Scienza dell’Educazione.

Il caso Narni

Il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli che è stato gradito ed apprezzato ospite del nostro convegno, ha spiegato in sintesi ciò che rappresenta per Narni il corso di laurea in Scienze delle investigazioni e per la sicurezza che è attivo da ben 18 anni, focalizzando anche l’attenzione sull’aspetto economico. Il corso ha poco più di mille iscritti, solo parte dei quali ovviamente frequenta assiduamente le lezioni e risiede a Narni. Il Comune ha un esborso annuo stimato tra i 300 e i 400 mila euro per il mantenimento delle strutture e dei costi per il personale comunale distaccato nella sede universitaria. Pur non avendo il sindaco Lucarelli fornito una stima dell’indotto, alcune ipotesi si possono avanzare prendendo spunto dal dato del Sole 24 ore sulla spesa media individuale annua accertata su Perugia, cioè 10 mila euro. Su 1000 iscritti a Narni vogliamo dire che frequentino solo il 40% e che invece di 10 mila euro all’anno ne spendano appena sei? Fanno un indotto di due milioni e 400 mila euro all’anno.

Che valga la pena approfondire questi progetti con ogni energia possibile lo crediamo fortemente; evidentemente ne sono convinte anche le molte persone che hanno partecipato all’incontro. Spiace invece aver constatato che, tranne i due rappresentanti istituzionali, i consiglieri comunali abbiano ritenuto di snobbare l’appuntamento con le uniche eccezioni di Federico Giovannini, Alessio Tempesta e Franco Raimondo Barbabella. Sarà per la prossima volta.




Tutte le iniziative in programma per San Giuseppe e il Saint Patrick’s day

Si snoda tra leggende e tradizioni il programma delle iniziative a Orvieto che da lunedì 11 a martedì 19 marzo uniranno le celebrazioni per il Saint Patrick’s Day con i festeggiamenti del patrono della città San Giuseppe.

Anche quest’anno in occasione della giornata dedicata al santo patrono d’Irlanda, il Pozzo di San Patrizio di Orvieto torna a illuminarsi di verde e ospiterà una speciale visita guidata organizzata da Coop Culture e dedicata in particolar modo alle famiglie. L’appuntamento è domenica 17 marzo dalle 16 alle 17.30 con “Il Pozzo dei desideri”, un viaggio nella profondità del monumento di Sangallo accompagnati da simpatici elfi volanti che si caleranno dai finestroni e insieme ai quali si scopriranno i misteri di questo luogo affascinante tra racconti, aneddoti e curiosità. Il prezzo è di 5 euro più il biglietto d’ingresso al Pozzo. Vendita in loco fino a esaurimento posti il giorno dell’evento a partire dalle 15,30. Prenotazione consigliata allo 0763 343768.

E’ già iniziato invece il programma religioso per la solennità di San Giuseppe, patrono della città di Orvieto e degli artigiani, che culminerà martedì 19 marzo alle 18 con la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, Sua Eccellenza monsignor Gualtiero Sigismondi, e a seguire la processione in Piazza Duomo accompagnata dalla Banda Filarmonica “Luigi Mancinelli”.

Il programma civile partirà giovedì 14 marzo, alle 18 nella Sala consiliare del Comune, con la cerimonia di consegna del “Pialletto d’oro” a cura della Cna Orvieto. Dal 17 al 19 marzo i locali del Bar Hescanas in Piazza Duomo ospiteranno la mostra dei lavori dei bambini del catechismo sulla figura di San Giuseppe. Dalla piazza antistante la Cattedrale, domenica 17 marzo alle 8.30, partirà anche l’altrettanto tradizionale “Passeggiata di primavera” riservata ai ragazzi delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondari di I e II grado.

Lunedì 18 marzo, alle 17 al Museo “Emilio Greco”, la conferenza “Meraviglioso, emblematico, colossale: le new entry antiche e moderne” organizzata dall’Unitre di Orvieto mentre alle 21 al Cinema Corso la proiezione del docufilm “Ogni giorno, ogni volta” del Gruppo Sbandieratori e Musici dei Quartieri di Orvieto (ingresso 5 euro).

Martedì 19 marzo, giorno della festa, al termine della processione in Piazza Duomo, intorno alle 19.30, la tradizionale distribuzione delle frittelle di San Giuseppe.

A chiudere idealmente i festeggiamenti l’appendice in calendario domenica 24 marzo, alle 18.15 al Teatro Mancinelli, con il concerto della Banda Filarmonica “Luigi Mancinelli”.

Di seguito il programma completo completato dalla pesca di beneficienza delle uova pasquali in Piazza Duomo (17-19 marzo), e il torneo di San Giuseppe di calcio a 5 a Villa Mercede (19 marzo).




Giornata Diocesana delle Caritas Parrocchiali: un incontro all’insegna della comunione e fraternità

Si è svolta domenica 10 marzo, la Giornata Diocesana delle Caritas Parrocchiali e dei volontari Caritas presso la sede della Caritas Diocesana di Orvieto-Todi, in località Ponte del Sole di Orvieto. Oltre cinquanta i volontari che da diverse parti della Diocesi si sono ritrovati nella loro “casa”, per vivere una giornata di comunione e fraternità. La mattinata, aperta dalla preghiera dell’Ora Terza, è stata il tempo dell’ascolto: tutte le Caritas parrocchiali e interparrocchiali presenti hanno raccontato “la Caritas che vivono” con i loro punti di forza e di debolezza e “la Caritas che sognano”. Nonostante le realtà diverse in cui si è chiamati a operare nella carità, tutti i volontari hanno espresso il desiderio di camminare insieme, facendo sempre più “squadra”, e di vivere momenti di condivisione. È questo l’impegno che la Caritas Diocesana di Orvieto-Todi vuole fare suo: divenire lo strumento di armonizzazione delle diverse Caritas parrocchiali e interparrocchiali per intonare tutti, come Chiesa Diocesana, la stessa lode a Dio nel servizio ai poveri.

I punti di forza e di debolezza emersi dalla mattinata di oggi sono il punto di partenza da cui muovere i passi del nostro cammino nelle opere buone che – ci ricorda oggi San Paolo nella Lettera agli Efesini – sono “opera di Dio” (cfr. Ef 2,10). La giornata è poi continuata con il pranzo, vissuto anch’esso in spirito di fraternità: è stato anche questo un tempo in cui riscoprirsi figli dello stesso Padre e fratelli nell’essere strumenti simili nell’orchestra delle opere di carità. Il pomeriggio è stato aperto da una testimonianza di giovani volontari che si impegnano nella Caritas Diocesana con il Servizio Civile: un anno, quello dedicato al servizio civile, che i giovani hanno raccontato essere stato un tempo donato e di cui hanno beneficiato a livello umano e professionale, tanto che alcuni di loro hanno deciso di rimanere in Caritas come volontari. In questo tempo, alcuni di loro, soprattutto coloro che prestano servizio presso la sede di Orvieto, hanno avuto la possibilità di conoscere anche la realtà carceraria, in cui la nostra Caritas Diocesana opera da ormai oltre venti anni. Il direttore della Caritas Diocesana, don Marco Gasparri, insieme alla vicedirettrice, Irene Grigioni e all’amministratore, il diacono Paolo Persiani, hanno poi raccontato quale è il cammino che, come Caritas, anche a livello nazionale – secondo le indicazioni del direttore don Marco Pagniello – siamo chiamati a percorrere in questa epoca inedita. È il cammino che “chiama ad uscire”, “chiama ad essere Chiesa in cammino” e “chiama noi stessi ad essere segno per animare le comunità”. Ed è proprio l’invito a muovere i nostri passi nel cammino delle opere buone, compiute da Dio, quello che ci ha rivolto oggi il nostro Vescovo Gualtiero durante la celebrazione della S. Messa in Cattedrale.

La giornata si è conclusa con un vivo rendimento di grazie a Dio per essere, come più volte ha sottolineato il Vescovo, opere sue, “creati in Cristo per le opere buone” (Ef. 2,10) ed è per queste opere che come cristiani e come volontari Caritas vogliamo donare la vita.




Formazione e università, Orvieto deve recuperare il troppo tempo perso

“Il convegno di sabato scorso, organizzato sul tema dell’economia della conoscenza, è la prova di quanto terreno perduto debba recuperare la nostra Orvieto”. Lo dice la candidata sindaco di Proposta Civica, Roberta Palazzetti. “L’incontro che si è svolto all’auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio ha ricordato la figura di un imprenditore straordinario come Eugenio Fumi, è stato fonte di grande ispirazione per tutto ciò che Orvieto può fare nel campo della formazione e dell’auspicato polo universitario, ma è stata anche la prova lampante di quanto la nostra città in questi anni sia rimasta indietro rispetto ad analoghe realtà umbre e di quante occasioni abbia finora perduto – dice Palazzetti. Comunque, meglio tardi che mai. Ci sono città più piccole della nostra che, ormai da anni, hanno avviato progetti nel campo della formazione che stanno producendo grandi frutti. Abbiamo visto il caso di Narni che ha avviato un corso nel settore della sicurezza. Noi arriviamo buon ultimi. Dobbiamo guardare largo e lontano”.

“Noi avevamo detto che avremmo fotografato l’esistente senza giudizi di merito e così vogliamo fare: questa volta parliamo di ITS-Academy” – prosegue Roberta Palazzetti.

“Sono fondazioni di partecipazione istituite in ogni Regione affinché si attui la formazione di tecnici con elevate competenze professionali, contribuendo così a sostenere la competitività del sistema produttivo e a colmare la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. I programmi didattici sono pensati e realizzati dalle stesse imprese partecipanti che poi ospitano i tirocini. Insomma, una formazione dal taglio applicativo per far acquisire competenze tecniche e professionali spendibili nel mondo del lavoro”.

ITS-Umbria Academy è nata nel 2011 e ha sede a Perugia, con campus anche a Terni, Città di Castello e Foligno. Molto attiva in Umbria l’Academy, oltre che nelle sedi, ha messo in calendario prossimi Open Day di orientamento anche a Gubbio e a Todi.

E Orvieto? Fino a pochi giorni fa è stata totalmente assente. Ma la Sindaca Tardani a 90 giorni dalle prossime elezioni e nell’imminenza di un convegno sulla formazione così esordisce sull’argomento: “ho avuto un incontro con il direttore dell’ITS-Umbria Academy, alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione Paola Agabiti (ça va sans dire). Obiettivo del confronto è stato quello di valutare congiuntamente la fattibilità dell’avvio di un progetto pilota sul territorio di Orvieto”. Ma che vuol dire? Sono anni che l’opportunità esiste, ci vogliono le imprese, gli spazi, la progettazione. Poi dice che sono state approfondite le condizioni necessarie, che ha raccolto la disponibilità ad accompagnare un confronto operativo con l’amministrazione comunale (anche qui facciamo fatica a capire che cosa stia dicendo) e, infine, che aprirà un tavolo con le associazioni imprenditoriali per analizzare i fabbisogni delle imprese e costruire una proposta. Un’altra promessa della Sindaca Tardani.

“La formazione ha sicuramente attinenza con il territorio – conclude Palazzetti – ma bisogna guardare anche ai trend nazionali ed internazionali. Tutto ciò può rappresentare un grande elemento per lo sviluppo economico e culturale della città e per i nostri giovani. Bisogna muoversi, cambiare passo e portare concretezza e visione. Questo è il mio impegno”.




Alla città serve il sogno per realizzare un ITS e un polo universitario

L’iniziativa di sabato 9 marzo, moderata da Claudio Lattanzi e Stefano Cimicchi, organizzata da più realtà è chiaramente un forte aiuto a chi si è proposto di amministrare questa città. La laicità progettuale è quanto ritengo essenziale e necessario per evitare che le buone idee e le buone proposte si differenzino essenzialmente non per la loro oggettiva bontà ma per chi le propone. Ed è il drammatico errore che ha commesso l’amministrazione uscente: pensare di essere autosufficiente, decidere di boicottare tutto ciò che di nuovo veniva pensato, o quasi tutto, se non proposto da chi la pensasse come loro.

E poi, permettetemi, quando un sindaco, come ha detto Roberta Tardani, deve imparare a non sognare… beh, è bene che scelga di fare altro. Senza il sogno, che ovviamente si trasforma in “progetto”, Orvieto non avrebbe avuto la Legge speciale, per esempio. Senza il sogno non avremmo Umbria Jazz Winter. E senza il sogno Narni non avrebbe la sua Università, Bagnoregio senza il sogno di Astra Zarina non avrebbe colto l’opportunità di uno sviluppo legato a Civita. Viterbo, senza sogno, non avrebbe la sua università che rappresenta la seconda azienda di quel territorio. E se Eugenio Fumi, che abbiamo ricordato, non fosse stato un sognatore, avrebbe portato l’Itelco nel mondo e avrebbe dato la voglia e trasmesso la passione a decine di orvietani che con lui sono partiti ed hanno svolto o svolgono ruoli importanti nell’imprenditoria italiana?

Parole opportune: se si sogna da soli è solo un sogno ma se si sogna insieme è la realtà che comincia. Orvieto può e deve sognare insieme e ieri sera, sulle questioni poste, lo ha fatto. Anzi, ha fatto molto di più.

Più proposte e più idee, di singoli e di associazioni, di imprenditori.

C’era intesa ad agire per un polo universitario, per una sede ITS a Orvieto, per una forte collaborazione tra scuole, imprese, istituzioni e territorio, per un progetto di riqualificazione per la Piave, per la valorizzazione delle nostre tipicità di prodotto e quindi complessivamente di un nuovo modello economico per il nostro territorio. Quel sogno, dicevo, ieri sera ha avuto molti sognatori che hanno però deciso di mettere in rete le proprie idee e le proprie proposte, i propri contatti, le cose già fatte, di metterci la faccia, di collaborare insieme.

Mi piacerebbe che a sostegno di qualunque amministrazione ci fosse un “pensatoio” civico a sostegno dell’istituzione. Ebbene, se dovessi essere il sindaco di questa città, farò tutto il possibile, con tutti voi, per perseguire questi progetti, ed altri sogni. Di farlo con quella laicità progettuale che sarà la bussola della mia amministrazione e per la quale non dovranno esistere steccati o pregiudizi.

Ho sempre detto che questa sarà una sana e positiva competizione elettorale. Sono convinto davvero che su questo tra alcuni competitor c’è intesa. Penso al modo di porsi del gruppo di Nova, alle proposte di Roberta Palazzetti e il suo progetto Civico. Il mio impegno è quello di lavorare con e per tutti i “sognatori”, Contrariamente a chi ha deciso di smettere di sognare. 




Orvieto, la perseguita dopo la fine della relazione, applicato il braccialetto elettronico allo stalker

Un uomo di quarant’anni di Orvieto è stato arrestato con l’accusa di stalking dopo aver perseguitato la sua ex compagna per diversi mesi con una serie di molestie e minacce. La donna, esasperata, si è recata al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto dove ha sporto denuncia. Le vessazioni da parte dell’uomo sono iniziate dopo la fine della loro relazione. La donna ha raccontato ai poliziotti di essere stata pedinata, minacciata e insultata dall’ex compagno, che si presentava anche sul suo posto di lavoro. In un’occasione, l’uomo avrebbe addirittura detto a dei familiari che l’avrebbe “fatta fuori” se non fosse tornata con lui.

La donna, accompagnata da un’amica, si è presentata negli uffici di Piazza Cahen in evidente stato di shock. Ha raccontato la sua sofferenza e ha sporto denuncia contro l’uomo. I poliziotti dell’Ufficio Controllo del Territorio hanno immediatamente informato la Procura della Repubblica di Terni che ha assunto la direzione delle indagini. Al termine degli accertamenti, gli investigatori hanno inviato una dettagliata informativa all’autorità giudiziaria.

Il Pubblico Ministero ha quindi richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Terni l’applicazione di una misura cautelare nei confronti dell’uomo. Il GIP ha disposto il divieto di avvicinamento alla donna, obbligandolo a mantenere una distanza di almeno 500 metri dai luoghi frequentati da lei. Inoltre, per controllare il rispetto di tale prescrizione, il giudice ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico all’uomo.




Quelle insostenibili (a tanti ) “gite” scolastiche…

Anche per gli Istituti Scolastici del comprensorio orvietano la fine della stagione invernale e l’arrivo di quella primaverile è sinonimo di uscite e viaggi di istruzione che spesso creano problemi e disagi non di poco conto a tanti alunni e rispettive famiglie. Infatti il costante aumento del costo della vita e il perdurare dell’appiattimento degli stipendi, sta rendendo le uscite scolastiche inaccessibili a molte famiglie, in particolare quelle con più figli a carico e/o con redditi non particolarmente alti.
In tutte le scuole del comprensorio orvietano, come nel resto del Bel Paese, si sta creando una situazione parzialmente discriminatoria verso alcuni alunni da questo punto di vista. Questo a causa dei prezzi dei viaggi d’istruzione, che sono esponenzialmente aumentati, soprattutto dopo l’emergenza Covid, e che creano non poche difficoltà e disagi, risultando in alcuni casi proibitivi per i nuclei familiari meno abbienti.

Un’indagine ufficiale, commissionata da un importante portale della Scuola Pubblica, ha rilevato che nell’anno scolastico 2022/2023 solo il sessanta per cento degli studenti frequentanti le scuole superiori è riuscito a prendere parte ai viaggi di istruzione programmati dalle loro scuole. Le difficoltà economiche delle famiglie degli alunni hanno costituito la causa principale delle motivazioni che hanno portato alle rinunce. Purtroppo dopo il COVID si è acuito il divario legato al reddito delle famiglie con ragazzi frequentanti la scuola. Così in molte realtà scolastiche troviamo alunni più benestanti che possono permettersi senza alcun problema la possibilità di partecipare a viaggi di istruzione all’estero anche molto costosi, mediante i quali possono arricchire il loro bagaglio culturale e migliorare la loro conoscenza delle lingue straniere, mentre molti alunni appartenenti a famiglie meno facoltose spesso sono costretti a rinunciare a queste esperienze .

Proprio pochi giorni fa si è assistito a un caso emblematico in tal senso. In un liceo genovese alcune classi hanno deciso di non partire per una gita a Berlino in segno di solidarietà verso i loro compagni che non potevano partecipare perché non potevano permettersi il pagamento del costo del viaggio.
Ridicole e inconsistenti le cifre messe in campo dalle istituzioni a disposizione di quelle famiglie che non se la passano troppo bene da un punto di vista economico. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede in questo caso un bonus fino a un massimo di 150 euro per le famiglie con Isee inferiore a cinque mila euro. Assolutamente da rivedere questi parametri ,per permettere a tutti gli alunni, visto che si parla di Scuola Pubblica e che quindi deve garantire a tutti, a prescindere disagi economici o altri ostacoli similari ,gli stessi diritti e le stesse parità di opportunità.
Così da evitare che anche la Scuola Pubblica possa mostrare aspetti e caratteristiche proprie di una scuola classista e elitaria.




A Ponsacco finisce senza reti e l’Orvietana rimane in zona play-out

La tegola per l’Orvietana si è materializzata alla vigilia, dopo l’ultimo allenamento: un risentimento ha messo ko Greco ed ecco che tutte le prove tattiche della settimana sono andate a carte 48, tanto che Rizzolo ha dovuto rinunciare a tutto ciò che aveva provato in preparazione di questa gara. L’unico reparto che non ne ha risentito è la stata la difesa, davanti a Marricchi è tornato ad operare da titolare Manoni come esterno destro e Ricci, che tornava dopo la squalifica. Confermati Congiu e Lorenzini. A centrocampo è toccato ad Orchi mettersi al posto di Greco, con ai suoi lati Proia e Mafoulou. Davanti, accanto a Santi, operano Fabri e a sorpresa Gomes. Il Ponsacco conferma la formazione che aveva sbancato Piancastagnaio una settimana prima.

Si è giocato su un campo pesantissimo, con zone al limite della praticabilità, fortuna che la pioggia ha cessato di cadere per tutta la durata del match, altrimenti sarebbe stato difficile portare a termine la gara. In queste condizioni di calcio se ne è visto pochissimo, quasi impossibile giocare palla a terra, rimbalzi irregolari e in certe zone pallone che non riusciva a rotolare. Gara di lotta, di fatica, alla fine però l’Orvietana, a parte un tiro strozzato di Fabri in avvio e un colpo di testa nel finale di Marsilii, non riesce quasi mai a spaventare il Ponsacco. Ci vuole invece un Marricchi in grande spolvero almeno in tre occasioni: sull’ex Brondi e soprattutto su Silveri a dieci dal termine del primo tempo, uno scatto in tuffo a salvare un gol che sembrava fatto, Marricchi si ripeterà poi nel finale. Proprio gli ultimi minuti del primo tempo l’Orvietana ha rischiato, con tre corner consecutivi concessi e molta difficoltà nel ripartire.

Nella ripresa, subentrata anche la fatica, la gara non ha avuto emozioni fino al minuto 27 quando Bardini, già ammonito, viene punito per una simulazione in area: Ponsacco in dieci e Orvietana che sembra poterne approfittare, ma la superiorità dura appena dieci minuti, Stampete appena entrato reagisce in modo scorretto e si becca il rosso diretto. Ormai è una lotta nel fango più che una gara di calcio, arrivano vari cambi, ma la sostanza non cambia. La gara si innervosisce di nuovo allo scadere: pugno in volto a palla distante di De Vito, altro neo entrato, a Ricci e Ponsacco in nove. Si scaldano gli animi, sia in campo che in tribuna. Il nervosismo però pare far bene ai padroni di casa che, sebbene in nove, guadagnano una punizione nel recupero, palla in area e serve un’altra parata di Marricchi per lasciare la porta inviolata.

Il pareggio lascia l’Orvietana in zona playout, domenica prossima arriverà ad Orvieto il Poggibonsi, sconfitto in casa contro il Grosseto in questa giornata.

NOMI E NUMERI

MOBILIERI PONSACCO (5-3-2): Fontanelli; Bologna (35’st Fasciana), Milani (22’st De Vito), Grea, Regoli, Fisher; Brondi, Bardini, Borselli (44’st Innocenti); Sivieri (39’st Matteoli), Nieri (22’st Panattoni). A disp.: Falsettini, Italiano, Milli, Mogavero. All.: Bozzi.

ORVIETANA (4-3-3): Marricchi; Manoni, Congiu, Ricci, Lorenzini; Mafoulou, Orchi (25’st Stampete), Proia; Fabri (15’st Marsilii), Santi (35’st Labonia), Gomes (25’st Di Natale). A disp.: Rossi, Ciavaglia, Siciliano, Pelliccia, Chiaverini. All.: Rizzolo.

ARBITRO: L. Graziano di Rossano (A. Masciello di Ravenna – J. B. Nkenkeu Teulem di Parma).

NOTE: espulsi: Bardini (MP) al 17’st per doppia ammonizione, Stampete (O) al 27’st per comportamento scorretto e De Vito (MP) al 45’st per comportamento violento. Ammoniti: Brondi (MP); Orchi e Congiu (O). Angoli: 10-5. Recupero: 2’+4’.




Formazione e università al centro del dibattito con progetti concreti per il futuro di Orvieto

Un pomeriggio trascorso a discutere di alta formazione, del valore culturale ed economico di un progetto incentrato sugli Istituti tecnici superiori (Its) e sulle possibili strategie per realizzare ad Orvieto un vero polo universitario. Un auditorium Messina stracolmo di gente ha ospitato sabato scorso il convegno organizzato dalla casa editrice Intermedia Edizioni e da Cogesta Servizi guidata da Stefano Cimicchi in collabozione con il Club Amici della Stampa e con il gruppo di “Universitas studiorum” intorno al tema dell’economia della conoscenza a cui ha portato il proprio contributo un parterre di prestigiosi relatori.  Presenti in sala anche rappresentanti istituzionali come l’assessore comunale Pier Giorgio Pizzo, la candidata civica Roberta Palazzetti, il candidato del centrosinistra Stefano Biagioli, i sindaci di Ficulle, Gian Luigi Maravalle e di Baschi, Damiano Bernardini, imprenditori come Roberto Biagioli, rappresentanti dell’associazione Nova, ex membri del Centro studi come Claudio Bizzarri, Stefano Talamoni, Paolo Maiolini vice direttore di Confagricoltura Umbria.

In apertura dei lavori, Claudio Lattanzi di Intermedia Edizioni, ha illustrato alcuni casi relativi ad atenei medi e piccoli come Perugia, l’università della Tuscia e quella del Sannio, mettendo in evidenza come i numeri relativi ad iscrizioni e presenze universitarie si traducano poi in indotto economico per le singole città. Viterbo, ad esempio, con una popolazione studentesca di 8000 persone, ha un impatto occupazionale pari a 300 unità e sviluppa un indotto sull’economia di Viterbo pari a 69 milioni di euro.

E’ poi seguito l’intervento del sindaco Roberta Tardani. Ricordando il recente accordo Governo-Regione che ha stanziato i fondi per il completamento della strada complanare, il sindaco è intervenuta sul tema del futuro polo universitario, sostenendo che “Orvieto non deve coltivare sogni che rischiano di rimanere sulla carta, ma deve avere i piedi ben piantati in terra. Non sono assolutamente contraria ad un polo universitario in città, se dovessero profilarsi possibilità concrete, ma cinque anni di governo mi hanno insegnato che ai sogni vanno privilegiati progetti dalle

basi concrete e fatti che vadano verso obiettivi chiari e prestabiliti.  Sul fronte della formazione, ciò significa puntare sugli Its per rafforzare il legame tra la scuola ed il mondo del lavoro. Non a caso stiamo portando avanti in dialogo con l’Its Umbria Academy e la Regione per avviare un progetto pilota ad Orvieto. Sicuramente questo come altri progetti di lunga prospettiva presuppongono un lavoro intenso che spesso non coincide con quello più breve del mandato elettorale di un sindaco”.

Il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli ha fatto un intervento molto apprezzato sul caso del decentramento dall’università di Perugia del corso di “Scienze delle investigazioni” che la sua città ospita con successo da 18 anni e che è indirizzato a formare professionisti nel campo della sicurezza. Lucarelli ha spiegato nel dettaglio anche il modello economico su cui si regge questa importante esperienza formativa che ha mille iscritti da molte regioni italiane e che contribuisce in maniera evidente al benessere di Narni. “Il Comune ha realizzato investimento sulla sede universitaria e le altre sedi- ha detto Lucarelli- attingendo a vari fondi pubblici. Attualmente ha un esborso per il mantenimento della struttura compreso tra i 300 e i 400 mila euro all’anno, ma la ricaduta positiva per Narni in termini di prestigio e di indotto economico rende sicuramente giustificato questo nostro investimento”.

Anna Maria Fausto, ordinaria di Zoologia e già pro rettrice dell’università della Tuscia, ha sottolineato il legame fondamentale che deve esistere tra università e mondo economico locale per rendere sostenibile nel tempo un ateneo. “Proprio l’esempio della Tuscia dimostra quanto sia essenziale questo rapporto- ha detto-Viterbo è nata come facoltà di Agraria perchè l’economia della Tuscia è fondata principalmente sull’agricoltura. Poi sono stati fatti passi in avanti, sempre guardando al territorio ed è nato il corso di laurea in Conservazione dei beni culturali. La nostra università che ha un decentramento a Civitavecchia e uno a Rieti, già collabora con istituzioni di Orvieto come la Guardia di Finanza. Sicuramente è possibile fare dei progetti tra Viterbo ed Orvieto, noi siamo disponibili, bisogna cominciare a ragionare sulle cose pratiche tenendo sempre presente la necessità della concretezza”.

Il sindaco di Bagnoregio Luca Profili, in un video messaggio, ha spiegato il grande valore che assume il rapporto che Bagnoregio vanta con la facoltà di Architettura dell’università statunitense di Yale, un vero “tempio” della conoscenza. Una collaborazione che è concretizzata in un’importante presenza di studenti americani che soggiornano a Bagnoregio per studiare Civita e le tecniche legate alla salvaguardia della città.

La figura di Eugenio Fumi è stata ricordata da Fabio Giovanella, già manager Telecom e da Stefano Cimicchi che ha dialogato con due manager ed imprenditori quali Luca Tomassini ed Ivano Mocetti che è oggi presidente dell’azienda Costa d’Oro. Aneddotti commoventi ed eloquenti delle notevoli doti umane ed imprenditoriali del fondatore di Itelco che hanno attratto l’attenzione dell’auditorio.

Il tema degli Its è stato trattato ed approfondito dalla dirigente scolastica dell’istituto omnicomprensivo di Fabro Laporta Cinzia Meatta e dalla dirigente dello scientifico Majorana Lorella Monichini la cui relazione è stata riportata dalla professoressa Anna Maria Barbanera. Collegamento tra scuola ed imprese è il tema centrale mentre gli ambiti in cui sviluppare questo progetto sono molteplici e vanno dalla filiera casa-ambiente-costruzioni, fino ai servizi legati al turismo e alla cultura, tenendo presente anche l’intelligenza artificiale, l’ambito agro alimentare e quello alberghiero.

Riccardo Corradini, titolare dell’istituto linguistico Ludus ha richiamato l’importante lavoro svolto sul territorio da Ludus che ha attivato dei partenariati formativi a cui hanno preso parte oltre 150 studenti stranieri. L’imprenditore ha anche sottolineato l’esigenza di lavorare insieme ad alberghi e ristoranti per far crescere le competenze linguistiche di chi opera nel turismo e nella ricettività.

Fulvia Lazzarotto, titolare della multinazionale Welcare, ha svolto un’analisi a tutto campo sulle risorse necessarie ad un’azienda che opera sui mercati internazionale e che ha sede ad Orvieto, partendo dall’importanza fondamentale rappresentata dal capitale umano. L’imprenditrice ha evidenziato alcuni settori strategici su cui puntare tra cui quello della cybersecurity, dell’intelligenza artificiale e della comunicazione, ma anche l’importanza di conoscere lingue straniere e saper lavorare in team. Ha poi preso la parola Pamela, una ragazza neo assunta da Welcare che ha illustrato la sua visione dell’approccio che dovrebbe avere un giovane nell’affacciarsi al mondo del lavoro.

Giorgio Santelli, in rappresentanza dell’associazione Orvieto città aperta, ha illustrato il progetto che due anni fa era stato elaborato per rifunzionalizzare la caserma Piave e trasformarla in un campus universitario. “Un progetto per quali era stata fatta una progettazione e ci sono investitori pronti ad intervenire, ma rispetto al quale l’attuale amministrazione comunale non hai mai fornito nemmeno una risposta. Ora lo stesso progetto è stato sottoposto ai candidati a sindaco”.

I lavori sono stati conclusi da Stefano Armenia docente di Organizzazione aziendale nella università telematica Iul che ha usato la teoria dei sistemi per parlare di come una città possa avere benefici generalizzati dalla presenza di un ateneo in grado di far crescere il livello culturale ed economico di una comunità. Gli organizzatori del convegno hanno concluso i lavori lanciando l’idea di un “pensatoio” in cui far confluire energie, idee e progetti in grado di dare concrete ai progetti legati all’alta formazione e al polo universitario che sono stati oggetto della discussione.