“Umbria cuore verde d’Italia”, a Orvieto il 29 febbraio il roadshow della Camera di Commercio

Fa tappa a Orvieto il roadshow della Camera di Commercio dell’Umbria per la presentazione del nuovo Brand System regionale Umbria Cuore Verde d’Italia. Giovedì 29 febbraio alle 14:30, nella Sala Digipass della Nuova Biblioteca Pubblica “L. Fumi”, si terrà un incontro con le aziende del settore turistico del territorio orvietano per illustrare tutte le opportunità offerte dal marchio e i servizi erogati dall’ente camerale.

L’incontro – spiegano dalla Camera di Commercio – costituirà anche un momento formativo grazie alla presenza di un’esperta di marketing territoriale e di commercializzazione che fornirà utili spunti di riflessione per migliorare il business aziendale, anche tramite l’illustrazione di best practices internazionali, e la competitività della stessa all’interno del territorio regionale e nazionale”.

Per partecipare all’ evento è necessario effettuare la registrazione al seguente link: https://forms.gle/6AT49A9Gvzadjr6H7

Il programma:

  • Presentazione del Marchio ombrello e le modalità previste per il rilascio
    A cura della Camera di Commercio dell’Umbria
  • Aziende e presenza online: strategie per migliorare la comunicazione con la clientela
    A cura della dr.ssa Monica Basile esperta di Marketing territoriale
  • Scelte aziendali consapevoli
    A cura di Isnart
  • Aperitivo di networking



A Todi i lavori per portare la fibra finanziati con i fondi del PNRR

Sono iniziati in questi giorni, a partire da zona industriale di Pian di Porto e dalla località di Ponterio, i lavori per portare la connessione a fibra ottica in oltre 3.200 civici di Todi, con una copertura a livello di connettività di circa 10 mila abitazioni. L’intervento rientra nel progetto “Italia 1 Giga” finanziato dal Piano di ripresa e resilienza. Nell’ambito del lotto 3, affidato dalla mandataria Infratel a TIM/Fibercop, ci sarà un investimento sul territorio tuderte di circa 4 milioni di euro. Nei giorni scorsi il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano ha incontrato i responsabili FOL e Development Umbria e Marche, Massimo Tarsi e Matteo Meneghesso, il progettista e il coordinatore degli interventi, Livio Antonelli e Gianluca Gaggiotti, e il referente tecnico dell’impresa esecutrice, Paolo Pucci, per pianificare al meglio le fasi autorizzative ed operative e coordinare i lavori, tenendo anche opportunamente conto degli altri cantieri in essere o programmati a livello comunale.

“Si è trattato di un incontro molto proficuo – sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – che garantirà di mettere a terra fino all’ultimo euro finanziato e che si dispiegherà per metà nel 2024 e per l’altra nel 2025, andando ad interessare il centro storico ma anche le tante realtà frazionali, così da annullare il divario digitale esistente finora“.  Il piano fibra, hanno evidenziato da TIM, è una grande operazione di valorizzazione del territorio, grazie alle enormi potenzialità della fibra ottica. Si partirà con l’affiancamento agli attuali armadi in rame con armadi in fibra, posizionandone poi di ulteriori nelle zone non servite. Al termine dell’intervento finanziato dal PNRR a copertura di “civici grigi” non tutte le abitazioni risulteranno raggiunte puntualmente, ma risulterà a quel punto agevole per gli operatori procedere alla implementazione su richiesta delle utenze ancora in “negativo rete”.

“Quello della connettività – spiega il Sindaco Ruggiano – è ormai un servizio fondamentale per i residenti ed anche per i turisti, tanto più in una realtà come quella tuderte caratterizzata da un’alta presenza di stranieri che, dopo la pandemia, hanno scelto di vivere e lavorare qui per la maggior parte dell’anno”.
L’incontro tra Amministrazione comunale e TIM ha previsto l’istituzione di un tavolo di coordinamento informale che assicuri la massima velocità ed efficienza degli interventi, informando tempestivamente i cittadini anche con possibili iniziative pubbliche congiunte.




27 febbraio, quel viaggio sull’IC 598 delle 18,15 da Roma

Ultimo martedì di febbraio. Roma Termini. Pochi minuti prima delle sei. Pioggia scrosciante…Avverto l’umidità nelle ossa, tra i capelli, sul viso.  Una classica serata romana di fine inverno. Con la non desiderata compagnia di una copiosa e fredda pioggia.  All’interno della stazione i viaggiatori sembrano tanti piccoli pulcini che cercano riparo dall’acqua.  Io affretto il passo.  Mi attende il treno Intercity delle sei e un quarto.
E’ pronto sul binario.  Meno male, penso tra me.  Stasera proprio non era la serata adatta per arrivare tardi a casa.  Sarà la stanchezza dopo una dura giornata di lavoro.
Sarà la fame che inizia a fare capolino dopo il frugale pasto pomeridiano.  Sarà anche questa pioggia battente che sembra voler inumidire anche la mente e i pensieri.  O forse sarà questo scorrere del tempo di vita da pendolare che mi ha reso più fragile e più debole nel riuscire a fronteggiare ritardi e disagi.  O sarà tutto questo messo insieme.
Non lo so. Stasera neanche voglio pensarci.  Per due ragioni.  Entrambe positive.
Prima, Il treno è dato in partenza in orario; seconda, mi ritornano alla mente le rassicuranti parole di addetti Trenitalia e politici regionali e locali.  I treni in Umbria funzionano non bene ma benissimo.  I ritardi sono irrisori sia come quantità accumulata che come treni coinvolti.  E soprattutto il grado di soddisfazione dei pendolari, di noi che viaggiamo, in questi ultimi anni è notevolmente aumentato.  A volte penso che tutti i disagi che quotidianamente vivo sui treni siano frutto della mia fantasia, della mia mente invecchiata e malata.  Comunque mi siedo sul treno, scacciando questi fastidiosi pensieri.
Il treno alle sei e diciotto chiude le porte e si incammina direzione Orvieto.
Me ne sto tranquillamente poggiato con la testa al vetro, a osservare la campagna preda del buio che sembra scappare via nella notte. Guardo lo schermo del cellulare.  Manca poco più di un quarto d’ora alle sette.  Mentalmente calcolo che tra poco più di dieci minuti sarò a Orte.  E tra tre quarti d’ora sarò accarezzato dal calduccio della mia casa e dei miei cari.  In procinto di una ristoratrice e indispensabile buona cena.  Poi improvviso un acuto fischio.  Il treno si ferma.  Intuisco dai contorni del paesaggio esterno, nonostante il buio, che siamo nei pressi di Passo Capena.
Passa qualche minuto.  E qui si manifesta la solita gestione “folle” di Trenitalia verso noi passeggeri.  Arriva una mail che annuncia che per problemi sulla linea il nostro treno maturerà trenta minuti di ritardo.  Più ottimista il gracchiante altoparlante della carrozza, che annuncia che arriveremo a Orvieto con un ritardo di circa venti minuti.  Più pessimista Viaggiatreno, che invece riporta che arriveremo a Orvieto con quaranta minuti di ritardo.
Mi verrebbe da sbattere la testa al vetro, ma mi trattengo.  E me ne resto immobile, con l’umidità e la stanchezza che ancora di più sembrano averla vinta.  Per ingannare il tempo, che sembra non voler passare mai, faccio un po’ di calcoli.  Se il gracchiante altoparlante del treno ha detto il vero sarò a Orvieto alle sette e quaranta.  Se invece a dire il vero è la mail inviata da Trenitalia ci sarò alle sette e cinquanta.  Se si realizzerà quanto riportato da Viaggiatreno, sarò alla mia stazione alle otto in punto.
Come sempre un terno al lotto.  Quella pallina della roulette che, a secondo di come gira, condiziona la nostra quotidianità, la nostra vita.
Ripenso alle tante chiacchiere sbandierate sulla stampa locale da esponenti di Trenitalia e politici regionali e locali sul funzionamento treni e sull’alto grado di soddisfazione della clientela umbra per il servizio offerto.
Vorrei che loro, i nostri amati politici orvietani e regionali e tutti quei papabili di Trenitalia fossero ora qui al posto mio, dopo una giornata di duro lavoro e con questa pioggia e umidità “appiccicata” addosso.  E non credo che racconterebbero le stesse storie.
Per la cronaca né la mail ufficiale inviata dalle FS che parlava di 30 minuti, né l’annuncio a bordo treno che invece parlava di venti minuti, né Viaggiatreno che parlava di quaranta minuti ha “centrato “il ritardo.
Il mio treno, il favoloso intercity 598 partito in questo piovoso ultimo martedì di febbraio alle sei e un quarto da Termini, è arrivato alla stazione di Orvieto alle otto e trentadue minuti, con un’ora e dieci minuti tondi di ritardo.