Perché protestano gli agricoltori? Alcuni spunti per capire meglio le loro rivendicazioni

Featured Video Play Icon

Gli agricoltori hanno ottenuto un primo incontro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni e visibilità a Sanremo. Anche in europa s’inizia a ripensare l’intera impalcatura del cosiddetto green-deal per tentare di bloccare l’ondata di manifestazioni che sta attraversando vari Paesi della Ue.

A Orvieto la scorsa settimana per tre giorni hanno manifestato con i loro trattori causando disagi al traffico seppure limitati. Gli agricoltori temono per il loro futuro, per quello delle loro aziende e chiedono di essere ascoltati dalle istituzioni. Vogliono essere coinvolti nelle scelte in materia di agricoltura. E’ chiedere troppo?

Abbiamo chiesto a due dei manifestanti, Luigi Petrangeli e Girolamo Misciattelli Bernardini di spiegarci le loro ragioni, di farci capire il perché della protesta, almeno a grandi linee, in attesa dei prossimi sviluppi.




Citivas e i gruppi di maggioranza rispondono al PD, “parte con offese e insulti carichi di rancore”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviato da Civitas Orvieto a nome dei gruppi di maggioranza in consiglio comunale

Dopo aver annichilito una città, dopo essere stati relegati nel giusto dimenticatoio dai cittadini orvietani e dopo cinque anni di imbarazzante immobilismo, il Partito Democratico sente l’odore delle urne e torna a fare quello che è sempre stato, un comitato elettorale a difesa dei soliti interessi di parte.

I  giovani del “nuovo corso” del Pd, oltre a  condire il loro vuoto pensiero con offese e insulti carichi di rancore, come i loro poco illustri predecessori pensano di prendere in giro ancora una volta i cittadini orvietani cercando di nascondere dietro qualche volto apparentemente rassicurante i soliti personaggi, le solite logiche ma soprattutto tutte le evidenti contraddizioni di una confusa e sconclusionata presunta proposta politica.

Inseguono la teoria del declino ma sono contro ogni forma di sviluppo della città, parlano di risollevare la città ma dicono “no” alla complanare e con la disinformazione più becera ostacolano le imprese sane che danno lavoro e sostegno al territorio, insorgono perché il centro storico si svuota e dicono “no” alla Casa di comunità e ospedale di comunità che riporterà servizi ed economia, demonizzano il turismo quando loro stessi proponevano un albergo nell’ex ospedale, mettono contro la città dei residenti e la città turistica rincorrendo chi pensa che i temi dell’abitare si fermino a Porta Romana. E questo solo per citare le ultime “ricette”.

Dicono di voler costruire ma l’unica “cura” che hanno in mente e che li potrà tenere insieme sarà distruggere l’importante lavoro fatto in questi anni dall’amministrazione comunale in ogni ambito affrontando con impegno concreto gli anni più difficili della storia recente.

Per questo i cittadini orvietani sapranno scegliere se dare continuità e stabilità a un processo di sviluppo avviato o tornare indietro e ripartire da zero, sapranno scegliere tra la concretezza e la confusione, tra l’unità e la divisione, tra l’impegno e il disfattismo, tra l’esperienza e l’improvvisazione, tra chi lavora per la città e chi lavora contro, animato solo dal livore.

Fonte: Gruppi di maggioranza




Il consigliere del Pd Giovannini, “ma i posti nei parcheggi sotterranei per i residenti quando arriveranno?”

Il consigliere del PD Federico Giovannini torna con una nuova interrogazione da discutere in consiglio comunale, sull’argomento spinoso dei posti auto nei due parcheggi di Foro Boario e via Roma.  Secondo Giovannini la precedenza negli abbonamenti deve essere data ai residenti.

Come segnalato in una mia recente “question time” sul tema della disponibilità dei parcheggi per gli abitanti di Orvieto centro, la sindaca Roberta Tardani ha affermato che nelle strutture di via Roma e di Foro Boario “ci sono spazi per i residenti e spazi per le attività economiche che hanno sottoscritto un abbonamento e i cui proprietari sono residenti orvietani che hanno diritto a svolgere la loro attività”;

Le liste di attesa per accedere al posto auto nei parcheggi citati sono da tempo bloccate in ragione dell’esaurimento degli spazi. Nella risposta alla question time si è accennato- forse per mettere una pezza al malumore delle tante persone che sono rimaste escluse – a una prossima apertura delle liste, senza fornire dettagli su date e numeri.

Probabilmente la Sindaca ritiene il centro storico di Orvieto anzitutto un centro commerciale in cui, incidentalmente e inopportunamente, ci si vive. E da questa opinione fa discendere un ordine di priorità che andrebbe perlomeno rivisto. Il punto non è mettere contro – come proposto impropriamente e strumentalmente dalla stessa sindaca – residenti normali e residenti titolari di attività commerciali (i quali hanno tutto il diritto di vedersi assegnato un posto auto come singoli cittadini). Il punto è l’equivalenza tra i residenti del centro storico e i clienti di attività ricettive (perché di queste stiamo parlando). Un’equivalenza discutibile sotto diversi profili, a cominciare da quello in merito all’opportunità di sacrificare il diritto di un cittadino di vivere in una città al cui essere città contribuisce vivendoci, per far spazio alle legittime, ma non esclusive e prioritarie, richieste di comodità da parte di alcune strutture. .

Al di là di queste considerazioni che riteniamo di buon senso, l’aspetto che merita una più attenta considerazione, anche sotto il profilo formale, si trova nel dispositivo che disciplina le “Condizioni Generali di Abbonamento” che si sottoscrive per l’utilizzo di un posto auto dei parcheggi di Via Roma e di Foro Boario. In questo documento ufficiale non è prevista la cessione del posto auto ad altri veicoli “in luogo di quello/i indicati/i nel presenti contratto”. Quindi, nel caso in cui gli abbonamenti riservati alle attività ricettive consentissero l’uso del posto auto per veicoli diversi (ossia dei clienti) da quelli indicati nelle “Condizioni generali di abbonamento”, si configurerebbe una violazione dello stesso, richiedendo la risoluzione del contratto ai sensi dell’art.9, oltre alla verifica di eventuali responsabilità di quanti hanno compiti di controllo.

Se ciò corrispondesse allo stato di cose che si intende chiarire, si paleserebbe una difformità di condizioni tra gli abbonati privati e gli abbonati “multiaccesso”: tale difformità meriterebbe un dovuto approfondimento.

Chiedo quindi di sapere:

Se è intenzione dell’Amministrazione provvedere ad una modifica del regolamento in modo da introdurre criteri chiari ed equi di assegnazione, privilegiando anzitutto i residenti ed evitando al contempo “accaparramenti” di posti auto, per garantire, in tal modo, un uguale accesso – almeno in linea di principio – da parte di tutti i nuclei familiari residenti che desiderano usufruire del servizio;
il numero degli abbonamenti rilasciati ai titolari di attività ricettive e commerciali in entrambi i parcheggi insilati di via Roma e di Foro Boario;
se ad una stessa attività commerciale e/o ricettiva sono riservati più stalli;
se per gli abbonamenti ad uso commerciale sono previste tariffe più elevate rispetto agli abbonamenti per residenti e se di intende differenziare le tariffe in occasione della revisione del regolamento;
quando verranno sbloccate le liste di attesa per entrambi i parcheggi in oggetto ed in che numero.




“Musica d’amare” con Riccardo Cambri e Mirella Cleri alla Sala Eufonica della biblioteca il 15 febbraio

Per la quinta edizione di “Innamorati di Orvieto”, che dal 14 al 18 febbraio celebrerà l’amore per la città in tutte le sue forme, l’Unitre presenta “Musica d’Amare”, una speciale sessione sentimentale di ascolto musicale (in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica “Casasole”) che avrà luogo presso la Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” giovedì 15 febbraio alle 10,30.

Il Maestro Riccardo Cambri, pianista e presidente Unitre Orvieto, e Mirella Cleri, psicologa clinica e di comunità del Consultorio Familiare di Orvieto Usl Umbria 2, condurranno un evento in cui a partire dalle intense suggestioni musicali i partecipanti potranno vivere una originale esperienza di emozioni e sensazioni. Splendide composizioni di Chopin, Beethoven e Bach scelte da Riccardo Cambri verranno messe in vibrazione Mirella Cleri con le parole chiave Attesa – Tempesta – Insieme, per evocare le complesse possibilità recettive dell’animo umano: turbamento, tenerezza, eccitazione, commozione, stupore, gioia, euforia.

Al termine di “Musica d’Amare”, i presenti saranno omaggiati di una dolce delicatezza offerta dal Caffè Montanucci. 35 i posti disponibili, con prenotazione obbligatoria al 3387323884.




Sanremo, che noia! Con tanta nostalgia del passato

Finalmente si sta per avviare alla conclusione un polpettone nazional popolare che ha tenuto banco da novembre scorso nel nostro paese e che ci tormenta, nel suo clou, per 4 (quattro) serate consecutive: il Festival di Sanremo.
Una competizione musicale ormai storica e allo stesso tempo datata che accompagna gli inverni italiani da 74 anni, con fasi di alterni successi e di stanca.
Ora siamo arrivati nella fase esclusivamente consumistica ma qualitativamente deprimente, a dispetto dei famosi dati Auditel forniti dalla Rai e che alimenta un carrozzone da decine di milioni di euro stimato, secondo calcoli AGI tra i 75 e gli 85 milioni di euro tra alberghi, ristorazione, casinò, turismo e naturalmente quelle case discografiche che alimentano mercato e introiti pubblicitari.
A prescindere dai dati di ascolto forniti, reali o meno, sicuramente un fenomeno di costume alimentato dall’ente di stato, con l’appoggio più o meno incondizionato delle reti commerciali concorrenti che, nei lunghissimi giorni della kermesse, non solo offrono alla Rai una tregua nel palinsesti ma la spalleggiano con servizi nei Tg e nei programmi di intrattenimento.
Uno spettacolo noioso, stucchevole, con una generazione di “artisti” che, con grande spirito avventuroso, salgono sul palco ad esibirsi. Tra mise improbabili come gli orsacchiotti di Dargen D’Amico, che pretende assieme a Ghali di darci lezioni di vita e pacifismo (beata gioventù), cantanti dal glorioso passato come Loredana Bertè e Fiorella Mannoia che, con la loro bravura, non avrebbero certo bisogno di cimentarsi in una competizione che li vede in gara con gli improbabili Geolier, Fred De Palma, Gazelle, sconosciuti ai più e bisognosi di affermazione.
Con tutto il rispetto poi per Emma e Diodato, Nek e Renga, Irama e Sangiovanni il nostro è il paese di Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Antonello Venditti, Claudio Baglioni…e la lista potrebbe andare avanti ma per pietà di Mahmood e Mister Rain (pure bravino nei testi) la chiudiamo qui.
E almeno nei gruppi presenti i Negramaro emergono ma certo, se si pensa ai Nomadi, alla Premiata Forneria Marconi, alla Schola Cantorum, ci si sente fortunati ad aver vissuto gli anni 70 e 80 dello scorso secolo e aver goduto della miglior musica italiana di sempre.
Come direbbe un altro grande Edoardo Bennato, le attuali “sono solo canzonette”, con dubbi interpreti, e le più brave come Giorgia ed Elisa in questa edizione in panchina.
E per finire Amadeus V…neanche la saga Rocky e Rambo al cinema ha avuto questi sequel…facciamo basta?
Anche perché lo stesso Amadeus, Carlo Conti, l’emergente Cattelan, se paragonati agli eleganti Luttazzi e Corrado, a Mike Bongiorno e Pippo Baudo, non mostri di simpatia, ma certamente giganti del palco, escono impietosamente sconfitti dal confronto.
Nostalgia dei tempi andati, presunzione, snobismo? A chi legge l’ardua sentenza.
Intanto nello show business attuale in mezzo a tanti finti talenti gonfiati ad arte dal sistema affaristico che gli ruota intorno abbiamo solamente un unico grande “one man show” vivente ed è il fantastico Fiorello, capace di essere uno, nessuno e centomila.
Tutto il resto, come cantava il grande Califfo, è noia.