Orvieto, colonnine di ricarica delle auto elettriche cercasi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, pronti anche ad ospitare una risposta da parte dell’Amministrazione Comunale, un intervento da parte di, Simone Orsini, un nostro lettore, sulla questione. Le colonnine sono sicuramente un punto fondamentale pet favorire l’acquisto di auto elettriche anche a Orvieto

Da cittadino orvietano possessore di un’auto elettrica devo ahimè constatare che ad Orvieto siamo poco lungimiranti in tema di punti di ricarica per auto elettriche.  Dati alla mano, mi pare che i residenti orvietani possessori di auto elettriche siano in aumento; per non parlare poi dei tantissimi turisti che vengono a visitare la nostra bellissima Orvieto, e rimangono “leggermente spiazzati” nel constatare una situazione un po’ anomala e un po’ triste allo stesso tempo.

Agli orvietani che attraversavano una rovente Piazza della Repubblica la scorsa estate, forse non sarà passata inosservata la quotidiana scenetta dei tanti turisti che invano tentavano di ricaricare nell’unica colonnina presente sulla rupe e che per di più è puntualmente fuori servizio un giorno sì e uno no, garantendo, quando funziona, una sola ricarica alla volta (perché ha due attacchi ma uno serve solo per ricaricare i motocicli leggeri e quindi non è adatto per le automobili). L’operazione di ricarica è poi possibile sempre che l’area di sosta riservata ai veicoli elettrici non sia già occupata abusivamente da qualche auto termica, parcheggiata lì perché tanto “nessuno dice niente”, evidentemente. È consueto vedere turisti che chiamano i vari servizi di assistenza clienti delle compagnie di ricarica. Noi orvietani non ci proviamo neanche più a caricare a Piazza della Repubblica perché ormai lo sappiamo che non funziona quasi mai, e quando funziona è sempre occupata visto che è il solo punto di ricarica su tutta la rupe (tristemente insufficiente). 

Ad Orvieto ci salviamo un poco grazie al “parcheggio della Coop”, dove è presente l’unica colonnina a ricarica veloce (50KW di picco massimo). Poi un piccolo punto di ricarica a 22KW presso un distributore di benzina poco distante dalla stessa Coop. Iniziative di privati. Basta, tutto qui.

In pratica la “rivoluzione della mobilità green” non ha fatto neanche in tempo ad iniziare che nella nostra splendida città già siamo rimasti indietro di anni. Un record!  Ho seguito con attenzione una interrogazione presentata in consiglio comunale lo scorso 27 luglio, dove il consigliere Giovannini chiedeva perché il Comune di Orvieto non avesse partecipato ad un bando per poter avere (si badi, a totali spese del gestore Enel X Way) l’installazione di colonnine di ricarica, grazie ai fondi del PNRR (in quel caso era Enel X Way, ma ce ne sono già 6 o 7 che stanno investendo in tutta Italia).

Il video è disponibile su YouTube, streaming dei consigli comunali direttamente sul sito del Comune di Orvieto del 27 luglio 2023 a partire dal minuto 55.  

L’Assessore comunale Pizzo ha risposto quasi sdegnato che il Comune non aveva partecipato per i seguenti motivi:

  1. I punti dove installare le colonnine li dovremmo decidere noi come Comune e dovrebbero essere installate sia nel centro che nelle frazioni.
  2. Cedere anche un centimetro di suolo pubblico a “questa gente” che chissà quanti soldi vuole fare alle spalle degli orvietani è inconcepibile. In passato si sono fatti buchi di bilancio per colpa delle concessioni gratuite di suolo pubblico.
  3. A breve si installeranno due colonnine presso la ex-caserma Piave.
  4. “Qualcosa si farà quando ci sarà una Compagnia in grado di interloquire alla pari con il Comune”.

Ascoltando il botta e risposta tra l’Assessore Pizzo ed il Consigliere Giovannini, la riflessione che un “normale” cittadino orvietano fa è la seguente:

  1. Ma le Compagnie elettriche (come appunto Enel X Way) non chiedono proprio questo? Un piano fatto dal Comune dove si indicano i punti all’interno del comprensorio comunale ritenuti opportuni? Il problema dunque dove sta? C’è forse qualche altro aspetto di rilevanza dietro le quinte, che “non è dato conoscere al popolo?” Sinceramente credo di no; spero proprio di no. Trovo normale che le Compagnie vogliano installare le colonnine nei punti dove c’è maggior potenziale utenza, perché è semplicemente il loro business; a mio avviso l’interesse del Comune dovrebbe consistere nel poter garantire ai suoi cittadini e ai turisti (tanto cari a questa amministrazione mi pare) un servizio che ormai nel 2024 è “ovvio e scontato” in tutta Italia. Le colonnine servono ovunque, centro e periferia, ma in particolare dove ci sono più auto da ricaricare, questo mi pare chiaro, quasi banale per la sua ovvietà. Mi permetto inoltre di osservare che la maggior utenza non necessariamente va di pari passo col maggior flusso turistico, perché anche chi vive a Ciconia o a Sferracavallo, se ha un’auto elettrica ha necessità di ricaricare.

  • Ragionando un minimo, si arriva facilmente a comprendere che il 99% delle colonnine di ricarica insistono dove già sono presenti “normali” parcheggi per auto, quindi non si sottrae proprio nulla. Penso al parcheggio di Piazza Cahen, al cosiddetto “parcheggione” della stazione ferroviaria, al parcheggio di Via Roma, al Foro Boario, a Ciconia al centro commerciale dell’area Fanello, a Sferracavallo e chi più ne ha più ne metta. Tutte aree già potenzialmente adatte per una colonnina larga appena 50 centimetri. Non nego inoltre, da cittadino orvietano, la curiosità di conoscere qualche esempio di “buco di bilancio” causato per via di concessioni gratuite di suolo pubblico (parole dell’Assessore).

  • A breve (a detta dell’assessore Pizzo) si sarebbero installate due colonnine presso la ex-caserma Piave. Dunque, ciò è stato detto il 27 Luglio 2023, ora siamo a Febbraio 2024….

  • “Qualcosa si farà quando ci sarà una Compagnia in grado di interloquire alla pari con il Comune”. Ora io non posso certo sapere con quale barbaro ed arrogante approccio queste compagnie elettriche propongono i loro servizi ai Comuni, però mi domando e dico: a Porano in proporzione al numero di abitanti/utenti, hanno più punti di ricarica che a Orvieto, a Montecchio stessa cosa, a Guardea ultimamente hanno messo anche un punto di ricarica per bici elettriche, a Lubriano hanno più punti che a Orvieto, a Castiglione in Teverina, a Bagnoregio, a San Venanzo, addirittura in località Pisciarello (vicino Attigliano). Ma possibile che il Comune di Orvieto sia l’unico della zona così sfortunato, da non trovare uno straccio di Compagnia che voglia interloquire alla pari?

A Londra lo scorso Natale ho notato un ingegnoso quanto semplice metodo per avere un punto di ricarica per auto elettriche installando direttamente una “spina” sui pali della luce. Certo noi qui abbiamo ancora i pali degli anni ’90, ma ho letto che finalmente (per puro caso a brevissima distanza dalle imminenti elezioni comunali) avremo anche ad Orvieto l’illuminazione LED. In molti Comuni le luci LED sono già state installate da circa 8/9 anni; ma chissà, forse anche per i pali nuovi questa amministrazione ha avuto difficoltà a trovare una compagnia che “interloquisse alla pari”.

Simone Orsini




Una domanda alla USL da un paziente, ma urologia a Orvieto esiste veramente?

Una nuova piccola ma significativa storia che rappresenta la reale situazione dell’ospedale di Orvieto. Un cittadino orvietano ha cerato risposte dalla sanità orvietana per un problema di salute. Il nostro lettore, che chiameremo Luca, si rivolge al suo medico. Da quest’ultimo viene indirizzato allo specialista che decide per l’operazione chirurgica. A Luca viene spiegato che tutto l’iter verrà svolto a Orvieto. A questo punto parte tutto il percorso che dovrebbe portare all’operazione per risolvere il problema. Siamo nel 2023.

Il nostro Luca attende fiducioso di essere chiamato e pensa, sarà questione di settimane, magari un paio di mesi. Il servizio di urologia in ospedale viene gestito da uno specialista di…provate a indovinare?

Avete risposto?, Vi sveliamo l’arcano. Lo specialista è di Foligno. Il medico è disponibile solo in alcuni giorni stabiliti con buona pace di eventuali urgenze e necessità improvvise anche perché non ha mai avuto la disponibilità della sala operatoria. Siamo nel 2024 e il problema di salute di Luca non è ancora risolto. La visita di pre-ospedalizzazione fatta e poi…Niente messaggi, mail, sms, telefonate da parte della USL per fissare una data certa. E allora il nostro lettore-paziente, decide di chiamare per avere nuove informazioni. E la risposta è disarmante.

La richiesta non è stata gestita e per avere certezza consigliano di andare direttamente a Foligno visto che a Orvieto il servizio di urologia non è continuo. In pratica a Orvieto ‘urologia è assicurata in ospedale “nei ritagli di tempo”, verrebbe da pensare. Questo incredibile limbo per l’urologia dura da tempo, troppo e una soluzione non sembra essere alle viste. Quindi i malati, oncologici o meno, sono praticamente obbligati a un tour sanitario in Umbria per ottenere cure adeguate.

E allora le indicazioni “urologia” in ospedale assomigliano tanto come una beffa. Una semplice domanda: è’ reale e continuo il servizio? Eppure L’ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto è un DEA di II livello, almeno così è definito anche nel nuovo piano sanitario regionale, sulla carta.




Ancora un tentato furto nella zona del Tamburino

La zona delTamburino, già teatro di diversi colpi negli ultimi mesi, è stato nuovamente scosso da un tentativo di furto ai danni di un’abitazione isolata. La vicenda, che si è verificata domenica 4 febbraio mattina, evidenzia la vulnerabilità della zona, offrendo uno spaccato preoccupante della sicurezza nella comunità.

I malviventi hanno mirato una casa e Il metodo utilizzato ha evidenziato un’escalation nella determinazione dei ladri, che hanno forzato la finestra posta al secondo piano dell’abitazione. Tuttavia, il colpo è fallito poiché i ladri hanno desistito dopo aver cercato invano di aprire la finestra, raggiunta grazie a una scala. Una circostanza particolare ha contribuito al fallimento dell’azione: le finestre al piano terra erano protette da griglie di sicurezza, spingendo i malintenzionati a rivolgere la loro attenzione verso quelle del secondo piano, più vulnerabili.

Nei giorni scorsi alcuni abitanti della zona avevano notato la presenza di alcun nastri colorati che erano stati legati accanto ad alcune abitazioni, probabilmente come indicazione per ipotetici complici, ma non si hanno conferme da parte delle forze dell’ordine. Sicuramente la coincidenza è sospetta.

La comunità locale è ora in stato di allerta, con i residenti che esprimono crescente preoccupazione per la sicurezza nelle loro case e tornano a chiedere più illuminazione e passaggi più frequenti da parte delle forze dell’ordine.




Tic Tac/11…Rose e spine della campagna elettorale per civici, Pd, Fratelli d’Italia e poi c’è Bandecchi

Tornano a riecheggiare su Orvieto i rintocchi dell’orologio delle elezioni e non solo. Indiscrezioni, certezze, novità, dal fronte dei candidati e dintorni.

TIC TAC...l’orologio del PD sembra aver finito di girare a vuoto…manca l’ufficialità ma il candidato è sempre di più Stefano Biagioli, presente sul corso durante lo struscio e la domenica mattina con troppa assiduità per essere solo una coincidenza.

TIC TAC…la metamorfosi di Fratelli d’Italia è in atto silenziosa. Certamente non sarà unitario e meraviglia l’immobilismo decisionale dei vertici regionali del partito visto che il coordinatore e il capogruppo in consiglio comunale hanno già esplicitato la loro indisponibilità a viaggiare insieme alla candidata Roberta Tardani verso le elezioni. Intanto a Perugia fa il suo ingresso in giunta Paola Agabiti Urbani, neo-tesserata di FDI. E a Milano durante la BIT ecco la foto che certifica la “Pace” con l’ospite Tardani. Sarà galeotta la foto di un possibile flirt della nostra sindaca con FDI? Ad oggi in giunta a Orvieto non è rappresentato Fratelli d’Italia e non lo è mai stato il partito, neanche ai tempi dell’unità d’intenti ai tempi della vittoria elettorale e l’annuncio squadra che vince non si cambia non lascia, almeno negli intenti, grandi spazi di manovra.

TIC TAC…i civici continuano a muoversi per provare la scalata all’Everest ballottaggio con qualche prova di accordo che porterebbe sicuri vantaggi dal punto di vista elettorale, ma politicamente?

TIC TAC...è arrivato un bastimento carico carico di…Nova. I giovani impegnati ci piacciono tanto, hanno le genuinità dell’età, la tensione morale e sociale giusta per portare una ventata freschissima nell’asfittico e autoreferenziale panorama politico locale. Ma l’agguato è dietro l’angolo. Scenderanno in campo? Rimarranno distanti dall’agone elettorale? Andranno a sbattere alleandosi con i partiti pronti a fagocitarli per calcolo elettorale?

TIC TAC…notizie di Bandecchi ne abbiamo? Il canuto rappresentante orvietano si muove, parla, discute, telefona ma non trapela nulla o quasi. All’orizzonte s’intravede un possibile avvocato con esperienza politica passata. Chissà se son rose fioriranno, anche in anticipo visto il clima piuttosto caldo di questo non inverno 2023/24…




L’uscente, aspirante rientrante

Quando una carica viene vissuta come un servizio reso alla collettività la scadenza del mandato è liberatoria. Finisce un impegno, qualcun altro lo assumerà al tuo posto, hai fatto la tua parte di cittadino. Se hai amministrato bene qualcuno si ricorderà di te e quando ti incontrerà ti saluterà con affetto. Poi ritorni a tempo pieno al tuo lavoro e ai tuoi hobby, che c’è di meglio.
Quando, invece, la carica diventa una morbosa presa di potere, come l’assunzione di una sostanza stupefacente di cui non si può fare più a meno, la scadenza del mandato diventa un incubo, e più si avvicina e più l’incubo si accresce. Poi, nella malaugurata ipotesi che l’evento luttuoso si verifichi, sarà difficile elaborarlo, soprattutto se non ritorni al tuo lavoro perché non ce l’hai un lavoro. Ci si prova anche ad immaginarsi senza l’incarico: ma è un dramma.
Non mi inviteranno più alle cene dei club, delle associazioni, non sarò più nell’indirizzario delle istituzioni. Non arriveranno più gli omaggi natalizi.
Tra gli “uscenti aspiranti rientranti” la categoria più fragile è quella dei sindaci dell’Italia dei campanili ai quali è dedicata un’ampia letteratura, soprattutto quelli delle realtà di provincia, dove accanto al lavoro e all’impegno quotidiano, per chi lo fa sul serio anche gravoso, c’è una ritualità fatta di corone da depositare, di inaugurazioni, poi ci sono le processioni, le celebrazioni liturgiche, tutte ottime occasioni per tenere relazioni; e poi i convegni a cui portare il saluto dell’Amministrazione, le presentazioni dei libri che mai saranno letti, le festività. Insomma, un’agenda ricca di cose inutili che farebbero accapponare la pelle ad un essere normale, ma che al contrario piacciono da morire ai sindaci dell’Italia dei campanili. Non a tutti, per fortuna.
E se perdo le elezioni, d’improvviso più nulla? Qualcuno perde parallelamente la postura, si guarda intorno e interpreta ogni sguardo, ogni gesto, nella maggior parte dei casi assolutamente casuale ma “l’uscente aspirante rientrante” non lo sa. Origlia le conversazioni degli altri e si aggira disorientato come fosse vittima di un terremoto, che poi di terremoto si tratta perché trema la terra sotto i piedi.
“L’uscente aspirante rientrante” è classificato in una sorta di categoria sociale che necessita di sostegno. Abbiate comprensione per “l’uscente aspirante rientrante”, soprattutto se è un sindaco, è un soggetto fragile, trattatelo con affetto.




Alla BIT di Milano nuova presentazione di Orvieto Experience ora più inclusiva e pronta per l’outdoor

Dopo la presentazione in occasione del TTG di Rimini lo scorso ottobre, nuova vetrina anche alla Bit – Borsa Internazionale del Turismo di Milano per il progetto realizzato dal Comune di Orvieto e cofinanziato dalla Regione Umbria. 

“L’altra Orvieto tra enogastronomia, artigianato e outdoor” è stato il tema della presentazione che si è tenuta il 4 febbraio, e ha aperto ufficialmente il programma delle iniziative dello stand della Regione Umbria quest’anno dedicato in particolare al turismo lento, della cultura e dei sapori. 

Alla presenza della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e del presidente del Gal Trasimeno Orvietano, Gionni Moscetti, il sindaco di Orvieto e assessore al Turismo, Roberta Tardani, ha illustrato agli operatori presenti obiettivi e funzionalità dell’app Orvieto Experience, i nuovi aggiornamenti e soprattutto i futuri progetti di implementazione. Nell’app, disponibili negli store per dispositivi iOs e Android, figurano oltre 50 esperienze tra visite e degustazioni di vino e olio nelle cantine e nei frantoi del territorio e laboratori e corsi di ceramica nelle botteghe artigiane della città. Tra le novità dell’ultimo aggiornamento rilasciato, oltre a maggiori informazioni utili per la permanenza a Orvieto, ci sono le nuove videoguide nella Lingua dei segni che rendono accessibili tutti i contenuti multimediali presenti nell’app relativi al vino, all’olio e alla ceramica di Orvieto. 

Con l’ultimo aggiornamento – ha spiegato il sindaco Roberta Tardani – l’applicazione diventa ancora più inclusiva permettendo a tutti di accedere ai contenuti e agli itinerari proposti. L’obiettivo del progetto è quello di ampliare e mettere a sistema tutta l’offerta turistica esperienziale sul nostro territorio, per renderla innanzitutto più fruibile dai turisti/visitatori che hanno a disposizione una vera e propria bussola per orientarsi, ma soprattutto aumentare la permanenza media mettendo in vetrina quanto di meglio il territorio può offrire al di là degli itinerari tradizionali. Oltre al Duomo e al Pozzo di San Patrizio, che quest’anno hanno raggiunto numeri record, oltre al fascino della Città nascosta che sarà protagonista nel periodo di San Valentino con l’iniziativa ‘Innamorati di Orvieto’, c’è un’altra Orvieto da raccontare, valorizzare e promuovere. Quella delle eccellenze enogastronomiche, vino e olio, e artigianali, la ceramica, ovvero le prime tre sezioni dell’app Orvieto Experience a cui si aggiungerà prossimamente una sezione dedicata alle esperienze outdoor. Da questo punto di vista – ha proseguito il sindaco – anche una citta d’arte e storia come Orvieto può essere sorprendente per il suo patrimonio naturalistico. Per gli amanti del trekking l’offerta varia da quello urbano dell’Anello della Rupe a quello dei grandi cammini che attraversano il territorio, coma la via Romeo-Germanica e la via Francigena, ai quali si stanno affiancando anche nuovi itinerari che collegano Orvieto con Bolsena e Civita di Bagnoregio. Per gli amanti della bicicletta ci sono percorsi cicloturistici che abbracciano tutto il territorio dal lago di Corbara al Monte Peglia, riserva Mab Unesco, ma anche più sportivi con il bike park inserito nel circuito della Orvieto Wine Marathon che si terrà a marzo. E ancora il canyoning che richiama tanti appassionati nella forra di Prodo, uno dei tanti piccoli borghi del territorio che vale la pena di scoprire come Rocca Ripesena, il ‘Paese delle Rose’. Tutto questo lo stiamo mettendo in rete per traguardare un’altra importante scadenza, quella del Giubileo 2025, creando una sinergia tra pubblico e privato in cui il pubblico crea le condizioni necessarie per consentire agli operatori privati di intraprendere attività che valorizzano e arricchiscono il territorio. In questo modo il turismo non è fine a se stesso ma diventa una leva di sviluppo economico e di crescita”.

Coniugare la valorizzazione delle eccellenze produttive con la promozione del territorio – ha affermato il presidente del Gal Trasimeno Orvietano, Gionni Moscetti – è uno degli obiettivi principali del Gal che si declina in vari progetti e iniziative. In questo senso abbiamo costruito e ottenuto il riconoscimento dei primi due Distretti del cibo in Umbria, quello dell’Area Sud Ovest Orvietano e quello del Trasimeno-Corcianese, che contano complessivamente circa 150 aziende e 24 Comuni alcuni dei quali anche fuori dall’area di competenza, elemento che dimostra la capacità aggregativa di progetti di questa portata. Stiamo ora avviando la fase progettuale per farci trovare pronti ai bandi ministeriali di prossima uscita e dai quali arriveranno importanti finanziamenti da intercettare per il territorio”.

L’Umbria – ha detto la governatrice Donatella Tesei – arriva all’appuntamento della Bit di Milano forte dei dati record fatti registrare nel 2023 con circa 7 milioni di presenze e con un aumento significativo dei turisti stranieri. Numeri importanti, con ancora prospettive di miglioramento, che sono stati raggiunti grazie al lavoro sul fronte della promozione dell’Umbria ma anche grazie ai risultati straordinari dell’aeroporto che nell’ultimo anno ha superato i 500mila passeggeri e per il quale sono previsti importanti investimenti per l’ampliamento e per aumentarne la capacità di accoglienza anche in vista del Giubileo del 2025 e degli 800 anni della morte di San Francesco nel 2026. Qui a Milano – ha aggiunto – non c’è in vetrina solo il lavoro dell’assessorato al Turismo, c’è quello all’Agricoltura, alla Sviluppo economico, c’è il lavoro di una regione che lavora e si promuove in maniera unitaria in Italia, in Europa e nel Mondo, che si sta dotando di una legge regionale che finalmente riconosce l’importanza del turismo come industria, che garantisce una regìa che non c’era prima d’ora ma da spazio e protagonismo ai territori come Orvieto che con questa iniziativa conferma  la capacità di progettualità e la propria importanza in questo settore”.  




L’Orvietana strappa un punto prezioso in casa del Figline

A guardare la classifica potrebbe sembrare che il punto strappato con le unghie e con i denti a Figline possa valere poco, visti i risultati che sono giunti dagli altri campi, in realtà rappresenta un buon segnale, in vista del calendario che, dopo la sosta, comincerà ad essere, almeno sulla carta, meno duro. L’Orvietana va in gol per la terza gara di fila, trova punti in trasferta (non accadeva da due mesi) e mostra continuità con la vittoria di domenica scorsa.

A Figline è stata una lotta, tanto agonismo, animosità e colpi anche a gioco fermo. L’Orvietana ha l’infermeria piena, mancano Vignati, Siciliano e Caravaggi in difesa, Santi in attacco, oltre ai lungodegenti Cuccioletta e Labonia. In panchina, stante la squalifica di Rizzolo, c’è Broccatelli. La novità è Manoni come esterno di difesa, dove giocano anche Ricci, Congiu e Lorenzini. Torna titolare Marsilii in attacco, confermato Mafoulou come quota a centrocampo. Figline con tutti gli effettivi disponibili, torna in porta Conti, Simonti è preferito a Banchelli.

La gara si sblocca prima di dieci minuti: Greco guadagna e va a battere un calcio d’angolo, palla in area dove Congiu è vistosamente trattenuto, grandi proteste, ma per l’arbitro è tutto regolare, il Figline riesce a trasformare l’azione da difensiva ad offensiva, veloce scambio Ficini, Torrini e lancio lungo per Zhupa, che scatta sul filo del fuorigioco, entra in area e porta in vantaggio i fiorentini.

L’Orvietana si fa vedere a metà tempo con la conclusione dalla distanza di Lorenzini, traiettoria velenosa e deviata in corner. Intorno alla mezz’ora sembra ripetersi quanto visto all’inizio, con l’Orvietana che prova ad attaccare e rischia nelle ripartenze: è Proia che riesce a scendere fin quasi a fondocampo e costringe il portiere di casa a intervenire sul primo palo, ma parte subito in velocità il Figline con il duo Saccardi – Diarra che di nuovo riescono a ribaltare l’azione, la conclusione dell’attaccante gialloblu però finisce larga. La reazione dell’Orvietana è affidata ad una discesa di Stampete, tra i più attivi, e con un cross dalla tre quarti di Manoni, sul quale esce Conti in presa sicura.

Ripresa che inizia con gli stessi protagonisti, l’Orvietana si vede al 10’ con Fabri che prova a far filtrare palla in area, la difesa ribatte, lo stesso Fabri allora tenta la conclusione dal limite che finisce alta. Il Figline non reagisce, non riuscirà praticamente mai a tirare in porta nel secondo tempo, il vento sembra proprio cambiato. I biancorossi collezionano angoli in sequenza, in un caso Congiu arriva di testa sottoporta, ma manda alto. L’Orvietana protesta ancora per un probabile tocco di mani in area di Dema, ma l’arbitro fa cenno che il braccio del difensore è ben aderente al corpo.

Dopo tanto tambureggiare arriva nel finale il meritato pareggio. La firma è del più battagliero in campo, ovvero Proia, l’ultimo ad arrendersi, la sua bordata è parata, ma non trattenuta da Conti, sulla ribattuta un primo contrasto sembra favorire ancora la difesa dei toscani, ma arriva lo stesso Proia che trova finalmente lo spazio giusto per mettere la palla in rete.

Gara che ora si infiamma, altra ripartenza Figline con una conclusione potente di Diarrà, ma poco precisa, sul ribaltamento di fronte, azione manovrata con Di Natale che serve Proia, pallone che finisce alto. Nel recupero Orvietana che spinge ancora, ci vuole un salvataggio di Ficini sulla ripartenza di Proia, che aveva innescato Fabri, ma sul cross in area il difensore di casa sventa il pericolo.

Domenica prossima il campionato di Serie D osserverà una giornata di sosta, si tornerà in campo domenica 18 febbraio in casa contro il Cenaia.

NOMI E NUMERI

FIGLINE (4-4-2): Conti, Dema, Sabatini, Ficini, Simonti; Zhupa (38’st Lebrun), Torrini, Sesti, Saccardi (13’st Cavaciocchi); Bruni (33’st Zellini), Diarra. A disp.: Simoni, Malpaganti, Fiore, Banchelli, Bonavita, Masini. All.: Tronconi.

ORVIETANA (4-3-3): Marricchi; Manoni (31’st Di Natale), Congiu, Ricci, Lorenzini; Mafoulou (24’st Ciavaglia), Greco, Proia; Stampete (24’st Orchi), Marsilii, Fabri. A disp.: Rossi, Siciliano, Marchegiani, Gomes, Sforza, Chiaverini. All.: Broccatelli (Rizzolo squalificato).

ARBITRO: Cortale di Locri (Licari di Marsala – Reitano di Acireale).

RETI: 8’pt Zhupa (F), 40’st Proia (O).

NOTE: ammoniti: Congiu, Mafoulou, Greco, Proia (O), Torrini (F). Angoli: 2-7. Recupero: 1’+ 5’




Massimo Gnagnarini, Italia Viva, “due punti fondamentali per rimettere ordine nella sanità umbra”

La mancanza di visione sulla sanità umbra sia da parte della giunta regionale sia dell’opposizione che la insegue è palese. La prima si limita a girare per i territori e promettere che saranno assicurati, in un prossimo futuro naturalmente, i servizi sotto casa, abbattute le lista di attesa e risolta ogni altra criticità nel rapporto tra sanità pubblica e sanità privata. I secondi si limitano a protestare e a promettere le stesse cose. Tuttavia entrambi fanno confusione tra il concetto di investimenti e quello di gestione. Il problema, infatti, non sono i soldi per costruire nuovi ospedali o le nuove case della salute e nemmeno i soldi per acquistare le macchine e le nuove tecnologie. 

Mancano del tutto, invece, i soldi necessari per programmare strutturalmente anno per anno la gestione corrente della sanità pubblica ovvero i soldi per i medici, il personale sanitario, e per tutti i servizi che ruotano intorno a un sistema che già così come si trova è arrivato alla canna del gas figuriamoci da rinnovare ed espandere secondo i desiderata di tutti.
Il risultato di questa ambiguità sulle politiche sanitarie in Umbria da parte sia del CDX e sia del CSX più che a calmare l’indignazione dei cittadini la amplifica a dismisura fino a generare la più totale sfiducia verso la politica e le istituzioni.
Due sono i nodi da sciogliere per rimettere sui binari giusti il futuro della sanità in Umbria: abbattere le componenti ideologiche e campanilistiche di chi vuole gli specialisti e gli ospedali sotto casa; costringere il privato convenzionato ad accettare ed erogare anche le prestazioni più onerose e meno convenienti.

Tutto il resto è fuffa, Anche se proprio con la fuffa si sono abituati a prendere voti. Purtroppo.