Ponte Giulio, 50 anni di vero Made in Italy al servizio dell’evoluzione dell’arredo bagno

“A contraddistinguere, da 50 anni, la nostra azienda è la voglia di crescere e la passione per il nostro lavoro. Una motivazione che ci ha portato ad essere tra le aziende leader nel mondo nel comparto dei bagni accessibili”.  Queste le parole dell’Amministratore delegato di Ponte Giulio, Enrico Carloni, mentre spegne, con il figlio Edoardo, le 50 candeline dell’azienda, in occasione della gradita visita di giornalisti di settore, dell’interior designer ed influencer Camilla Bellini e dell’architetto Anthea Sanna, che ha tenuto una lectio sulla progettazione inclusiva.  Una due giorni con la stampa non solo per far conoscere “dal vivo” l’azienda, ma pure la splendida città in cui è situata.

A presenziare anche il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, che si è detta “Molto lieta di festeggiare i cinquant’anni di un’azienda di riferimento del territorio, che contribuisce a far conoscere Orvieto nel mondo”.   Una storia di famiglia, valori, artigianalità e Made in Italy, quella di Ponte Giulio, che nasce nei primi anni ’70 quando il fondatore, Emidio Carloni, trasformò l’attività industriale da lui creata di produzione di mobili per la cucina e per il bagno. Nel 1973 iniziarono i lavori per l’insediamento industriale della nuova sede dell’impresa, che fu posizionata in località Ponte Giulio, dalla quale prese il nome. Produzione che cominciò a realizzare “cellule bagno” per alberghi e strutture ricettive e, di lì a qualche anno, moduli attrezzati per il bagno disabili.

“Mio padre – dice Enrico Carloni – intuì che quella del bagno accessibile era una nicchia di mercato destinata a crescere, complici le normative di riferimento che andavano diffondendosi. Il suo grande fiuto gli fece, poi, comprendere, coadiuvato da analisi demografiche che già indicavano una consistente tendenza all’invecchiamento della popolazione, che restringere il campo al solo bagno handicap era limitante. Così iniziammo a pensare a bagni per anziani e per persone con difficoltà di movimento, gettando le basi per quello che sarebbe diventato, poi, il bagno inclusivo”.

Quanto fatto fino ad ora – conclude l’Amministratore delegato di Ponte Giulio – rappresenta il nostro passato, ma anche le fondamenta su cui impostare il futuro. Ed io e la mia famiglia, che sono anche i miei dipendenti ed operai, continueremo a lavorare con un occhio al passato e una grande fiducia nel futuro. Solo così continueremo a vincere le sfide che incontreremo sul nostro cammino, fino ad arrivare a spegnere altre 50 candeline”.