Nuovo consiglio per la Varalli Cortesi di Todi, eletto presidente Mario Ciani

Seduta di insediamento per il nuovo Consiglio di amministrazione della Veralli-Cortesi che ha eletto Mario Ciani presidente e Claudia Orsini vicepresidente. Nel subentrare in carica il Cda, del quale fanno parte Cristina Cruciani, Luca Seccaroni e Letizia Epifani, ha preso visione anche della relazione del mandato precedente.
Al 31 dicembre 2022, la residenza sanitaria protetta vedeva occupati 66 posti letto, di cui 55 in convenzione con l’Azienda sanitaria e 15 solventi in proprio: di questi 36 risultavano provenire da Todi e i restanti dagli altri comuni del comprensorio che contribuiscono, seppur in misura modesta, pari al 2% dell’importo complessivo, all’integrazione sociale delle rette.
Nel corso del 2020, la gestione della residenza protetta è stata affidata tramite gara all’ATI Kolbe-Agatos per la durata di 5 anni. Il bilancio dell’ultimo esercizio è stato chiuso con un avanzo di amministrazione di 246 mila euro. Importante per gli equilibri economico-finanziari dell’ente è stata la ristrutturazione dei mutui contratti in passato per l’adeguamento e ampliamento dell’ex casa di riposo, avvenuta nel 2022 tramite Banca Etica con un risparmio sulle rate per oltre 51 mila euro all’anno.
Particolare attenzione è stata riservata alla gestione delle risorse patrimoniali, con i terreni coltivati che rappresentano il 54% delle superfici e sono gli unici a garantire dei proventi significativi, a differenza di quelli dai terreni boschivi (44%) e dagli immobili, penalizzati dalla tassazione e dai costi per la loro manutenzione, con la congiuntura del mercato che ne ha diminuito il valore anche nel caso di eventuale alienazione.
In questo contesto, la Veralli-Cortesi ha comunque promosso la riqualificazione dell’area verde circostante la struttura, con la previsione di un ampliamento della struttura tramite il recupero e riutilizzo di tre locali dell’edificio retrostante la chiesa dell’ex convento di Cappuccini.
“Nel ringraziare il Cda uscente per la gestione oculata di questi anni, riconosciuta nei mesi scorsi anche dall’intero Consiglio comunale – dichiara il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – l’invito ai nuovi amministratori è a puntare sul miglioramento continuo della qualità dei servizi offerti dalla residenza sanitaria protetta, mettendo in atto politiche volte a garantire l’efficienza e l’efficacia delle attività assistenziali dello storico ente”.




“Siamo tutti Berlinesi!”

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“Ich bin ein berliner”: con questa frase John F.Kennedy, sessant’anni fa, era il 26 giugno 1963, colpì al cuore il mezzo milione di berlinesi accorsi ad ascoltare il suo discorso in una città  ferita, divisa e lacerata da quel Muro che tagliava in due la capitale tedesca, eretto dal regime comunista della Germania Est sotto controllo della Unione Sovietica e chiuso nella notte tra 12 e il 13 agosto nel 1961.
In una città già punita dalle nazioni alleate nella conferenza di Jalta dalla divisione in quattro settori di influenza, sovietico, americano, britannico e francese, al termine della seconda guerra mondiale nel 1945, con la sconfitta della Germania nazista, il grido del presidente americano “Io sono un berlinese” rappresentò un monito all’intero occidente a non lasciare sola l’Europa sotto la minaccia del comunismo ed allo stesso tempo la promessa di non abbandonare i berlinesi al loro destino, nelle mani del minaccioso e totalitario orso sovietico.
Una frase, quella di JFK, fuori dal protocollo ufficiale, dettata dall’entusiasmo di trovarsi in una piazza gremita e speranzosa di ascoltare parole di conforto e di speranza, cosa che puntualmente accadde e che per il presidente americano rappresentò uno dei momenti più alti e significativi della sua presidenza, prima di essere assassinato a Dallas cinque mesi più tardi, il 22 novembre 1963, in circostanze non ancora del tutto chiarite, nonostante siano passati 60 anni.
Se quel discorso di Berlino rimane impresso nella memoria e nella storia oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, un’altra città europea, stretta d’assedio dalla morsa della guerra e dal pericolo di una invasione già in atto nel resto del Paese, totale e potenzialmente ferale, avrebbe bisogno della forza prorompente che trasmise Kennedy in quei nove minuti di abbraccio ai berlinese ed è Kyiv.
In questo anno e mezzo, da quando è iniziata la guerra di invasione di Putin all’Ucraina, non sono stati pochi i leader mondiali che hanno manifestato  la loro solidarietà a Zelensky ed al paese assediato recandosi nella capitale ucraina, ma nessuno ha, per ora, dimostrato di avere il carisma di Kennedy e la potenza mediatica e comunicativa di esprimere, ad una folla adorante come fece lui, parole di portata storica come quelle di JFK che divennero uno slogan di fama mondiale.
Ancora oggi, per manifestare solidarietà a paesi e nazioni colpite da lutti, stragi terroristiche o tragedie si usa dire “siamo tutti…”cittadini del paese in difficoltà, ma per sortire l’effetto sperato questo slogan andrebbe evocato da leader carismatici ed evidentemente “Io sono un ucraino”non ha ancora trovato quel testimonial d’eccezione adeguato, come fu John Fitzgerald Kennedy per i berlinesi.
Forse la visita di Papa Francesco, più volte accennata dal pontefice, potrebbe rappresentare quel punto di svolta di una guerra insulsa ed inutile che sta spargendo gratuitamente morte e distruzione e quel motto “Io sono ucraino” detto da Bergoglio sulla piazza di Kyiv avrebbe un impatto di portata storica di kennediana memoria.




Torna in biancorosso l’attaccante Gabriele Tramontano

Ormai aveva la maglia biancorossa virtualmente addosso da settimane, ma nella mattinata di domenica 25 giugno è stato possibile ufficializzare l’ingaggio di Gabriele Tramontano. Attaccante, classe 1992, reatino di nascita, torna a giocare in Serie D dopo averlo già fatto in carriera con Rieti, Spoleto e Sporting Terni. Un acquisto messo in conto da tempo, di lui i tifosi orvietani ricorderanno sicuramente l’incredibile annata in Eccellenza, mentre l’Orvietana vinceva a man basse il campionato, Gabriele, con la maglia dell’Olimpia Thyrus segnava a raffica: ben 28 reti nella stagione che lo ha rivisto in campo dopo un lunghissimo infortunio. Curioso che Gabriele Tramontano, dopo quasi due anni di stop, ritrovò il suo primo gol proprio ad Orvieto: un suo calcio di rigore permise alla sua squadra di vincere al Muzi. Per Gabriele l’occasione di riconfrontarsi con la Serie D è stato lo stimolo maggiore per scegliere Orvieto.

Da parte di tutta la società e dei nostri tifosi, diamo il benvenuto a Gabriele e gli auguriamo una buona stagione con la maglia biancorossa.  Intanto il ds Capretti insieme al dg Panzetta, continuano nel lavoro di costruzione della rosa, sulla base delle idee di Fiorucci, che malgrado si sia appena sposato, ha ancora una settimana di tempo prima del programmato viaggio di nozze. Tante le idee per l’attaccante centrale e l’esterno alto, così come tante le possibilità di rafforzare la squadra in ogni reparto. Non c’è fretta, l’avvio della preparazione è fissato per l’ultima settimana di luglio, ma ci sono buone possibilità che già entro la prossima settimana potranno essere ufficializzati altri nomi importanti.