Carlo Moscatelli, “Per la piscina comunale una piccola infiltrazione ha ritardato ancora l’apertura”

La piscina comunale è ormai un vero e proprio incubo per l’assessore Carlo Moscatelli. Appena si avvicina l’agognata apertura c’è qualcosa che la blocca, la rinvia. La consigliera di opposizione Cristina Croce è tornata chiedere lumi sugli impianti sportivi in generale e in particolare sulla piscina.

“Per lo stadio Muzi – ha risposto l’assessore allo Sport, Carlo Moscatelli – abbiamo una convenzione in atto in scadenza nel 2024 con le società Tennis ’90, Orvietana, Ciconia e Atletica Libertas Orvieto. Nel frattempo stiamo preparando un bando per la gestione che deve essere preceduto dagli interventi di riqualificazione della tettoia, degli spogliatoi e della pista di atletica. Stiamo valutando se affidare la gestione dell’intero impianto o dividere i campi da calcio dai campi da tennis”. 

Per quanto riguarda la piscina, questa volta un altro piccolo stop come ha spiegato Moscatelli, “si sono verificati dei danni minimali, una piccola infiltrazione, che ha fatto slittare la stipula del contratto assicurativo da parte del soggetto gestore”. E’ a un passo, quindi, ma ancora non ci siamo. La struttura è datata e in calendario ci sono lavori di ristrutturazione ben più importanti. Ma l’apertura ci sarà, ha promesso l’assessore Carlo Moscatelli.




La sindaca Tardani in consiglio, “i nuovi orari dei treni per i lavori sulla Bologna-Prato, ma non vengono tagliati i collegamenti”

Nei giorni scorsi in un comunicato CivicixOrvieto aveva sottolineato le difficoltà nel raggiugnere Orvieto per il taglio di alcuni ma fondamentali treni da e per Roma. Basandosi su tale comunicato il consigliere della Lega Gionni Moscetti, durante il question time in consiglio comunale ha chiesto al sindaco la situazione per la prossima estate e per i pendolari.

Abbiamo letto anche noi dalla stampa – ha risposto il sindaco Tardani – ma la realtà è diversa e le preoccupazioni non sono supportate da fatti concreti. Le modifiche agli orari di cui si parla, a partire dal 12 giugno, sono infatti dovute ai lavori che interesseranno la tratta Bologna-Prato fino all’11 settembre come comunicato già a febbraio scorso anche al Coordinamento Pendolari Umbri con cui questa amministrazione comunale intrattiene rapporti costanti per confrontarsi sulle istanze e le esigenze dei pendolari orvietani. Per effetto di questi lavori i servizi Intercity saranno temporaneamente rimodulati fino a settembre per poi tornare alla configurazione ordinaria. Sono confermati complessivamente 20 Intercity al giorno a servizio della regione ai quali si aggiungono 4 treni periodici nel fine settimana. I lavori comporteranno l’instradamento temporaneo di 6 Intercity via Terni, sulla Dorsale Orientale Umbra, che avrà 14 collegamenti invece che 8. Alcune corse che non fermeranno temporaneamente a Orvieto saranno sostituite con il potenziamento del Regionale di Trenitalia che garantirà cinque nuove combinazioni di viaggio tra Orvieto e Roma e viceversa nella fascia pomeridiana nei giorni feriali e due nuove combinazioni nei giorni festivi dal 18 giugno al 20 agosto.  Sulla Dorsale Occidentale Umbra, al servizio anche di Orvieto, sono previsti in questo periodo di lavori 6 servizi Intercity con un potenziamento della coppia Firenze-Roma (581-598) che fino al 10 settembre passa a circolare 7 giorni su 7,  mentre nel fine settimana viene confermata la coppia Milano-Reggio CalabriaE’ quindi fuorviante la nota dei Civici X – ha proseguito il sindaco – che sostiene che non fermerà più nessun Intercity a Orvieto e tantomeno che saranno scelte definitive visto che si parla di rimodulazioni temporanee dovute ai lavori. Inoltre, su richiesta della Regione Umbria, il servizio regionale di Trenitalia sarà potenziato nel periodo estivo per facilitare gli arrivi sulla città con 23 nuovi collegamenti sperimentali da e per Orvieto fino al 29 luglio. Siamo sempre aperti e disponibili al dialogo e al confronto con tutti ma sulla base di informazioni corrette. A meno che, anche in questo caso, non si sia voluto trovare un pretesto strumentale per attaccare l’amministrazione comunale dopo le informazioni inesatte diffuse nei giorni scorsi sui fondi del Pnrr che non corrispondono al vero per il Comune di Orvieto e smentite anche dal Comune di Narni”.




Realizzato il collegamento con il Pozzo di San Patrizio riapre la Fortezza dell’Albornoz

Dopo lunghi lavori di restauro e la realizzazione del collegamento con il Pozzo di san patrizio riapre al pubblico e alle manifestazioni e agli eventi la Fortezza dell’Albornoz. Quindi da quest’anno c’è un rinnovato spazio a disposizione per la musica o il teatro di grande impatto e sicuramente suggestivo.

“La Fortezza Albornoz – commenta il sindaco e assessore alla Cultura, Roberta Tardani – riapre le porte agli eventi ma soprattutto viene completamente restituita alla città dopo i lavori per la realizzazione del collegamento tra la rocca e il Pozzo di San Patrizio nonché di nuovi servizi igienici a servizio del parco. Un intervento che da un lato metterà a disposizione dei turisti una nuova esperienza di visita dell’area, già molto frequentata, e dall’altro, con una nuova via di fuga, garantisce un importante adeguamento della sicurezza della fortezza che può cosi tornare a ospitare iniziative e manifestazioni”.




Laudato Sii Alfina: il 16 giugno via agli appuntamenti della manifestazione fortemente voluta dall’Unità Pastorale del territorio

Scoperta e ricchezza. Sono le due parole che caratterizzano l’evento “Laudato sì Alfina, alla scoperta delle ricchezze dell’Alfina” che si articola su tre fine settimana, dal 16 al 18 giugno, dal 23 al 25 giugno e dal 30 giugno al 2 luglio.

Fortemente voluto dall’Unità Pastorale del territorio, la manifestazione è frutto della collaborazione con le Amministrazioni Comunali di Castel Giorgio e Castel Viscardo e con le Pro Loco di Castel Giorgio e Castel Viscardo e Monterubiaglio.

Laudato sì Alfina mette insieme enogastronomia, tradizioni, musica, fotografia, antichi mestieri, sport, natura, teatro, preghiera, mostre e tradizioni contadine, per conoscere o approfondire la ricchezza di questo territorio, non solo dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ma di realtà imprenditoriali, specialità alimentari, arte, cultura e sapienza, non solo contadina.

Ad aprire il ricco calendario di appuntamenti l’evento che si terrà venerdì 16 giugno, a Castel Giorgio, nella piazza del Municipio alle 21: “Noi i custodi della Creazione”, confronto pubblico sulle esperienze di vita sociale delle nostre comunità con video, musica, letture e approfondimenti, che vedrà la partecipazione della regista Alice Rohrwacher. Sempre a Castel Giorgio si terrà la cena di chiusura di questi tre fine settimana che puntano a far scoprire, appunto, un luogo caratterizzato da eccellenze.

Oltre a dibattiti, tante camminate per svelare, passo dopo passo, la bellezza di questi luoghi, concerti, visite ai produttori, spettacoli teatrali, il recupero di antiche tradizioni contadine, preghiera, giochi popolari, tavole rotonde e mostre, installate nei comuni e nelle frazioni interessate. A Castel Viscardo, presso la Sala Sant’Agostino si terrà “Carte Sacre e Tondi d’autore”, mostra di tele e terrecotte di Giuliano Baglioni; presso la Casa Parrocchiale, invece, in esposizione “Vedute e personaggi dell’Alfina su cotto” di Bianchini e Tabarrini; a Monterubiaglio, presso la sala adiacente la Chiesa, sarà installata “C’era una volta l’Alfina in legno e tufo”, di Picciolini e presso il Cellaio del Castello “I Casolari dell’Alfina e dintorni” di Giuseppe Sabatini. A Castel Giorgio, presso la Biblioteca Comunale, sarà possibile visitare la mostra fotografica a cura di Tatiana Dyga, Marco Pacetti e Benedetta Lupi. Presso la Sala Polivalente, in piazza Anne Frank, si terrà “Feste e tradizioni di comunità, vestiti, ricordi e cimeli delle figlie di Maria e degli Alzatori dell’antica tradizione del maggio” e presso la sala della ex biblioteca “Idee e ricami dell’Alfina” a cura di Marisa Basili e Antonella Cirifino. Infine, a Viceno sarà aperta al pubblico “Alla scoperta della vita contadina, la gioia di rivivere le antiche tradizioni”, mostra fotografica ed esposizione di attrezzi agricoli a cura di Maria Assunta Pioli e Veraldo Serranti.

“L’Alfina è un abbraccio collettivo, è famiglia è casa, dice don Marco Gasparri, parroco di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Monterubiaglio e Viceno. Questa collaborazione con le Amministrazioni Comunali, con le Pro Loco, con imprenditori, artisti, con le Associazioni, con i parrocchiani che si sono messi a disposizione degli organizzatori per la riuscita dell’evento, ne è dimostrazione. Laudato Sii come esaltazione del creato, ma anche come prova che si può cooperare alla creazione di Dio. La nostra terra, con i suoi tesori enogastronomici, con la sua ricca presenza umana e di eccellenze imprenditoriali, culturali ed artistiche, con i suoi mestieri di un tempo e moderni, con la sapienza contadina e l’amore che ogni residente le dimostra è alta espressione della Creazione. Abbiamo fortemente voluto questo evento – conclude Don Marco – proprio perché desideriamo che sempre più persone vengano a conoscenza di tutto ciò. E dunque…Laudato sii Alfina”!




Un canto nel buio

La pandemia è stato un evento che ha cambiato, in modo repentino e determinato, le nostre vite e le nostre abitudini, e ci ha condotti a un nuovo criterio di concepire e vivere le relazioni interpersonali: il virus ci ha fatto perdere la serena spontaneità della quotidianità compromettendo le nostre certezze e le priorità del nostro tempo. Abbiamo avuto paura di uscire, di incontrare i nostri cari e i nostri amici, ma ci ha dato la possibilità di dedicare più tempo alla riflessione e di ordinare “materialmente” i nostri ricordi. Proprio in uno dei tanti pomeriggi trascorsi a riordinare libri, foto ed appunti personali ho trovato un foglio ingiallito la cui provenienza non ricordo più, ma senz’altro scritto da un giovane ventisettenne, perché così si firma. Sono poche righe, ma desidero riportarle in queste pagine per la loro delicatezza e per la profondità del contenuto.

È notte. Una notte di sabato come tante, un’estate come le altre. Non riesco a dormire e me ne sto zitto alla finestra. È mezzanotte; termina l’ultima proiezione dei pornofilm, e masse di spettatori eccitati si riversano sulle strade; centinaia di giovani si stanno iniettando le loro “dosi” di eroina. Quanto male, quanta miseria nascondono le tenebre! Depresso, chiudo le imposte e mi avvio verso il letto per cercare di dormire, ma improvvisamente una campana poco lontana batte alcuni brevi tocchi. Sussulto. E si che ci sono abituato: estate, inverno sempre. Eppure stasera quel suono ha il sapore di un invito. Non so perché, ma mi rivesto in fretta ed esco per la strada. Corro quasi, e in una decina di minuti arrivo.

La porta della chiesa non è aperta, tuttavia giro l’angolo e mi trovo sotto le finestre della cappella. Anche se un grosso muro mi separa da loro, le sento cantare nel silenzio della notte. Le voci sottili sembrano rondini, passano da un versetto all’altro del salmo, intessendo un ricamo di lode e di amore che si alza verso il Cielo. Poi torna il silenzio ed io penso a queste donne, a queste suore di clausura, che consumano la loro vita nella lode di Dio, che vivono soltanto per dirgli “ti amo”. Non so perché, ma stasera ho l’impressione che su quelle fragili mani tese in preghiera si appoggi la sopravvivenza del genere umano. Un ventisettenne.

Le riflessioni di questo coraggioso giovane risalgono senz’altro ad alcuni decenni fa: ne è prova il foglio ingiallito e usurato dal tempo. Esse sono di una attualità sorprendente perché aprono una strada nuova al dibattito sulla clausura, nonostante la presenza contestabile di una mentalità corrente che condiziona, in modo considerevole, l’attuale riflessione sulla vita religiosa contemplativa. Ogni scelta di vita comporta una serie di rinunce e la vita claustrale è una scelta fortissima, è una vita di sacrificio ma al tempo stesso un’esperienza straordinaria e affascinante. È una via stretta da intraprendere, tutta in salita che va percorsa con fervore di fede, di umiltà e di incessante preghiera. Oggi potrebbe apparire una scelta inutile, ma è ponderata, è la risposta a un progetto di Dio, ad un desiderio di donazione particolare, ad una chiamata speciale, decisa in piena autonomia e completa libertà, per dedicarsi totalmente a Dio attraverso la preghiera e il distacco dal mondo. È un’offerta totale a Cristo a cui si fa dono della propria vita nel silenzio e nel nascondimento. Sembra un mistero incomprensibile, un segreto inesprimibile ma per capirlo fino in fondo è necessario farne esperienza. Nella Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere, del luglio 2016, Papa Francesco sottolinea l’importanza della scelta della vita claustrale: “Il mondo e la Chiesa hanno bisogno di voi, come fari che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo.” Nel Documento Papa Bergoglio affronta alcuni problemi fondamentali della vita religiosa ma riferendosi alla vita claustrale, con tono paterno, esorta i monasteri ad essere fari e fiaccole per accompagnare il cammino dell’umanità, ed esprime loro viva gratitudine per essere il cuore palpitante della Chiesa.

Ai nostri giorni parlare del senso profondo di come è vissuta la clausura, far comprendere il valore della gratuità della preghiera e della vita contemplativa è difficile, può apparire inspiegabile con le esigenze della nostra epoca. Essere separati dal mondo, vivere fra le mura di un monastero, non implica essere estranei alle vicende del mondo ma essere fortemente presenti nel cuore del mondo e della storia. Offrire la vita totalmente a Dio per amore dei fratelli, pregare per il mondo è un atto di vita concreta e non pura follia. Chi sceglie questa via stretta opera un cambiamento radicale, impegnativo, perché va controcorrente. Spesso si ritiene che nei monasteri si conduca una vita distaccata dal mondo reale, dove si dimenticano i problemi e le sofferenze che assillano la vita quotidiana, ma al contrario si è vicini alle ansie e alle speranze degli uomini, ci si fa carico di tutti i bisogni materiali e le afflizioni attraverso la preghiera per portare tutto alla presenza del Signore. Chi si mette alla sequela Christi, entrando in clausura, lascia il frastuono del mondo per un’oasi di pace, per trasferirsi in un luogo dove il silenzio è la musica di Dio. Infatti i monasteri sono come fortezze della fede, il più delle volte incastonati tra le bellezze di paesaggi mozzafiato, in montagna o nelle valli sempre verdi, raramente li troviamo fra le abitazioni dei grandi centri abitati, in mezzo al frastuono e al frenetico ritmo del mondo ma non toccati dal mondo.

Essi sono ricchezze esclusive di cui dobbiamo far tesoro. Sono un forte richiamo per l’umanità, ormai sempre più indifferente al senso del sacro, sono un invito e motivo di riflessione sul significato profondo della vita umana, sono il cuore pulsante della Chiesa. Sono simboli della potenza della fede perché presenza attiva di donne, che nella lode a Dio testimoniano il loro amore verso gli uomini che amano in Dio. I volti delle monache sono sempre sorridenti e i loro sguardi trasmettono serenità, sono le sentinelle del mattino che annunciano il sorgere del sole con le mani alzate per lodare l’Altissimo e dire “Dio esiste e ci ama!”, e testimoniare che, come conclude il coraggioso giovane, “su quelle fragili mani in preghiera poggia la sopravvivenza del genere umano.”




L’assessore Fioroni in visita alla Basalti Orvieto di Castel Viscardo, attenta all’ambiente e all’innovazione

L’Assessore allo Sviluppo economico, innovazione, digitale e semplificazione della Regione Umbria, Michele Fioroni è stato ricevuto allo stabilimento della Basalti dall’Imprenditore Gianluca Pizzuti, amministratore dell’azienda e dai suoi collaboratori; è entrato in contatto con la realtà produttiva dell’intera azienda per toccare con mano e scoprire la filiera produttiva insieme alla sensibilità ambientale e sociale in cui crediamo e ci impegniamo quotidianamente. La visita si inserisce in un tour tra le imprese del territorio, associate CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa).

L’Assessore Michele Fioroni ha così potuto conoscere in modo approfondito i target aziendali, la filosofia lavorativa; in modo particolare ha potuto comprendere la particolare attenzione dedicata allo sviluppo e ricerca nell’innovazione e all’ambiente, unitamente in tutte le fasi della filiera lavorativa, in collaborazione con università ed enti, sia italiani che esteri; i programmi di cooperazione tecnica allo sviluppo che l’azienda sta svolgendo in alcuni paesi internazionali.  Un riferimento importante è stato fatto al progetto Farina di Basalto®  (https://farinadibasalto.it/) che rappresenta un’importante azione di sviluppo e di innovazione di prodotto per un’agricoltura sostenibile.

La visita riveste un significato profondo per l’ azienda che ha da poco ricevuto un importante riconoscimento dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, consegnato dal ministro in persona in occasione della fiera internazionale MACFRUT 2023.

È stata questa un’occasione per ripercorrere lo sviluppo economico e sociale, le attività in relazione alle nuove frontiere della transizione ecologica, residui zero di CO2 e soprattutto in riferimento alle nuove direttive europee attraverso “Farm to Fork” che segnano le linee guida della futura agricoltura. Linee nelle quali la nostra azienda si pone come leader nell’innovazione in riguardo al settore dei biostimolanti.  Ulteriori approfondimenti sono stati portati all’attenzione dell’assessore, in merito a quelle che sono le innovazioni che vedono il Basalto come materiale utilizzato per le infrastrutture, per l’edilizia, attraverso le nuove e più moderne tecnologie.  “Con grande entusiasmo – ha dichiarato l’Assessore Fioroni – conosco grazie a CNA Umbria, un’azienda dalla forte vocazione all’innovazione non solo di prodotto e alle diverse applicazioni che il basalto, ridotto in farina, può avere sia in ambito agricolo che zootecnico; ma anche agli utilizzi alternativi per realizzare fibre e armature in edilizia. Basalti Orvieto rappresenta un’eccellenza nel nostro territorio”.   Fioroni ha potuto meglio apprendere le esigenze e le aspettative degli imprenditori e conoscere una realtà aziendale a forte contenuto innovativo.

“È stato un vero piacere accogliere nella nostra azienda l’assessore Fioroni – spiega Gianluca Pizzuti –. Un’occasione di dialogo e confronto su temi importanti per le aziende del nostro territorio in un’ottica di crescita e sviluppo territoriale. Il confronto con le Istituzioni è fondamentale per comprendere le sfide economiche del futuro. Apriamo sempre con piacere le porte della nostra azienda perché crediamo nell’importanza di far conoscere quelle che sono le eccellenze produttive del territorio. Il nostro opificio, come le industrie in genere, sono i luoghi primi di lavoro e confronto; sono parte di una comunità e in questo il nostro impegno è diretto alla crescita sociale del territorio, delle infrastrutture e dell’agricoltura in generale”.

Fattore più rilevante posto all’attenzione dell’assessore Fioroni è il rapporto di sostenibilità dell’azienda che attraverso parametri internazionali certifica la forte attenzione all’impatto ambientale di tutte le nostre fasi produttive e le ricadute su persone e ambiente. Attraverso il team della Tecno SRL di Napoli, abbiamo tracciato i confini di sostenibilità dell’impresa, unitamente alla rendicontazione delle emissioni di CO2. “La tutela del territorio da parte nostra  – è scritto in un comunicato – è quindi predominante: la cava è integrata perfettamente nel territorio, recuperate le zone marginali con l’impianto di un frutteto sperimentale e la messa a dimora di arnie, lo scopo sia di salvaguardia ambientale che di studio della ri-fertilizzazione del terreno e soprattutto completamente aperto alle scuole, non solo per attività e visite didattiche, ma come vero e proprio campo di studio anche per le università”.