La storica emittente Rtua Aquesio aderisce al circuito editoriale MediaNetwork

Il circuito editoriale e pubblicitario MediaNetwork si arricchisce di un nuovo e qualificato mezzo di informazione che contribuisce a delineare sempre più MediaNetwork come una significativa realtà multimediale.

Si tratta della storica emittente televisiva Rtua Aquesio della famiglia Pelliccia, da decenni punto informativo nell’Orvietano e del Viterbese, forte di una copertura del 75% in Umbria, presente anche a Rieti ed Arezzo, visibile sul tasto 17 del telecomando. Rtua, acronimo di Radio Telediffusioni Umbre Aquesio, entra nel circuito composto finora dai giornali on line Orvietosi.it, Orvietonews.it, Orvietolife.it, Orvieto24.it/Orvietosport e Umbriaeconomia.it che contano già complessivamente settantamila utenti unici al giorno suddivisi tra Umbria, Lazio e Toscana. Il circuito offre agli investitori pubblicitari la presenza di essere presente a prezzi super competitivi su tutti gli organi informativi del gruppo, che comprendono anche le relative versioni sociali o, a scelta, anche su un singolo giornale.
Da oggi ci sarà dunque anche la possibilità di avere anche spot televisivi grazie ad una offerta integrata che sta crescendo di mese in mese, sia come audience di pubblico raggiunta che come come di comunicazione, in maniera da offrire ad aziende ed enti una presenza capillare ed un ottimo rapporto tra l’investimento pubblicitario ed il suo ritorno in termini di visibilità.




Emozioni del Corteo Storico, non le cambiamo

La festa della città, il “Corpus Domini” è terminata. Una festa di popolo e di comunità tornata in pieno alla tradizione dei suoi eventi, Corteo delle Dame, Staffetta dei Quartieri, Santa Messa con l’arrivo dei partecipanti alla Marcia delle Fede e poi il Corteo Storico. Anche il tempo ha deciso di concedere una tregua, tra un temporale e l’altro, con le tre giornate clou preservate. Anche la domenica pomeriggio per il Concerto organizzato dai Cavalieri del Santo Sepolcro che ha visto protagonisti i musicisti della Banda della Guardia di Finanza ha potuto svolgersi in Piazza Duomo nonostante qualche borbottio e un cielo scuro, non c’è stata la pioggia.

Partiamo dalla chiusura, cioè dal Concerto della banda musicale della Guardia di Finanza che ha offerto uno spettacolo emozionante, brioso e di grande qualità. E alla fine l’Inno Nazionale cantato da tutti, intonati e non, una forte emozione.

Emozione, è la cifra della tre giorni di festa. I costumi del Corteo delle Dame e lo spettacolo in Piazza Duomo, coinvolgente e come sempre sorprendente. I costumi del Corteo, belli e con alcune certezze come il capitano del Popolo e i fratelli Pedichini.

Ma ci sono state criticità e polemiche? Certo, per eventi così importanti non mancano mai. Partiamo dagli orari. Per il Corteo delle Dame c’è chi chiede di tornare al pomeriggio ma ormai la sera delle “Dame” è acquisita. Le luci sono il vero problema, così come per la staffetta, ma sull’illuminazione si può e si deve lavorare anche per migliorare l’appeal della città. Il nodo centrale riguarda la staffetta e il fatto che il quartiere vincitore non è più il primo ad uscire nel Corteo Storico. Le tradizioni contano, anche per mantenere vivo l’interesse, trovare nuovi atleti e rafforzare il sentimento verso la staffetta e il Corteo Storico. Perché interrompere tale importante tradizione? I bene informati riferiscono di screzi e malumori tra comitati, associazioni e altro. Speriamo che non sia così anche se, come diceva Andreotti “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!”. Se così fosse allora torniamo alla tradizione, prima che sia troppo tardi. Altrimenti basta una finale di Champions per far passare la gara in secondo piano.

E poi il nostro tesoro, il “Corteo Storico” che scorta e accompagna il “Sacro Corporale”. Bello e straordinario nella sua maestosità, nelle facce serie e compite dei partecipanti, negli applausi per alcuni personaggi storici. Ma troppi infiltrati, troppa gene che sgattaiola tra un figurante e un altro, tra una fila di tamburini e un notabile; tutto senza ritegno. La colpa? E’ tutta nella maleducazione, nella fretta di fare non si sa bene cosa.

Sono tutte cose da poco ma importanti. Abbiamo detto che la cifra è “emozione” ; ecco facciamolo cercando di rispettare il nostro tesoro, noi tutti cittadini, mentre chi ha la responsabilità e l’onore di coordinare le iniziative non spenga il pathos e la partecipazione mettendo da parte eventuali frizioni e incomprensioni per il bene supremo del Corteo e del Corpus Domini e del sano agonismo fra quartieri cittadini.




Patologie croniche e homecare: quali sono le più ricorrenti e come trattarle con DM sicuri ed efficaci

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Sono comunemente definite come “patologie croniche” tutte quelle malattie, o stati di degenza, che durano a lungo e richiedono un continuo monitoraggio e una particolare e maggiormente accurata gestione del paziente da parte dei propri caregiver. Si tratta di malattie che spesso hanno un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, nella maggior parte anziani e/o disabili di ogni età, e rappresentano una delle principali cause di disabilità e mortalità in tutto il mondo. Ma vediamo quali sono le patologie croniche più comuni e l’importanza dell’homecare nella loro gestione.

Le patologie croniche più comuni

Malattie cardiovascolari. Si tratta di patologie che interessano il cuore e i vasi sanguigni, come l’insufficienza cardiaca, l’ipertensione, l’infarto del miocardio e l’aritmia cardiaca. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in tutto il mondo.

Malattie respiratorie. Queste patologie interessano l’apparato respiratorio e includono l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la fibrosi polmonare e la sindrome da apnea ostruttiva del sonno. Le malattie respiratorie possono limitare la capacità dei pazienti di respirare correttamente e possono portare a gravi complicanze come l’insufficienza respiratoria.

Malattie neurologiche. Questo gruppo di patologie interessa il sistema nervoso centrale e periferico e include la malattia di Alzheimer, la sclerosi multipla, l’epilessia, il morbo di Parkinson e la neuropatia periferica. Le malattie neurologiche possono portare a disabilità significative e a limitazioni nella capacità dei pazienti di svolgere le attività quotidiane.

Malattie metaboliche. Queste patologie interessano il metabolismo del corpo e includono il diabete mellito, l’obesità e l’iperlipidemia. Le malattie metaboliche possono portare a gravi complicanze come l’infarto del miocardio, l’ictus e l’insufficienza renale.

Malattie renali. Parliamo di patologie che interessano i reni e includono la nefropatia diabetica, la glomerulonefrite, l’insufficienza renale acuta e cronica e la sindrome nefrosica. Le malattie renali possono portare a complicanze gravi come l’insufficienza renale e la necessità di dialisi o trapianto di reni.

L’importanza dell’homecare per la gestione delle patologie croniche

Sotto il nome di “homecare” vengono generalmente inserite tutte quelle attività di gestione delle cure mediche a domicilio. La gestione delle patologie croniche, nella maggior parte dei casi e in special modo nella popolazione più anziana, richiede molto spesso una collaborazione stretta e continua tra i pazienti, i loro caregiver e i professionisti sanitari. L’homecare può aiutare i pazienti a gestire le proprie patologie croniche in modo efficace migliorando sensibilmente la qualità di vita.

Alcuni dei vantaggi dell’homecare. Una maggiore comodità: la gestione delle cure mediche a domicilio permette ai pazienti di evitare lunghi viaggi in ospedale e di ricevere le cure necessarie nel comfort della propria casa. Un maggiore coinvolgimento del paziente, che, nella propria casa e a contatto con i propri cari può più facilmente seguire cure, terapie e indicazioni varie. A domicilio si riducono inoltre i costi dell’assistenza pubblica, puntando maggiormente su quella privata, spesso indispensabile per una corretta gestione domiciliare del paziente. Nella gestione dell’homecare si evitano le infezioni nosocomiali, infezioni che rappresentano una problematica clinica devastante per i pazienti fragili, e, attraverso gli accessi continuativi, si riducono le riacutizzazioni dovute a mancata o incompleta aderenza alla terapia prescritta. L’assistenza domiciliare, inoltre, può essere adottata quando il ricovero non è indispensabile consentendo di mantenere a domicilio anche persone non autosufficienti per favorirne il recupero e ritardare la perdita dell’autonomia residua.

Oltre a questi benefici oggettivi, vale la pena evidenziare soprattutto la migliore qualità di vita del paziente, che può restare nel proprio contesto sociale e familiare.

Qualche numero

In Italia oltre l’80% delle persone non autosufficienti che vivono a casa è ultrasessantacinquenne, circa 2,5 milioni di anziani (ISTAT, 2014). Si stima che oltre un quinto delle persone con 65 anni e più abbia limitazioni funzionali gravi da necessitare assistenza personale a casa (20,1%) o in strutture residenziali quali residenze sanitarie assistenziali (RSA), residenze protette e altre analoghe (1,7%) (ISTAT 2019a, 2019b, 2019c). Le indagini ISTAT sugli anziani non autosufficienti che vivono a casa considerano come persone con limitazioni funzionali gravi (e dunque da considerarsi non autosufficienti) quelle che riportano una difficoltà massima in almeno una delle seguenti dimensioni della vita quotidiana: costrizione a letto, su sedia o in abitazione (confinamento); limitazioni nelle funzioni della vita quotidiana, incluse la maggior parte delle attività della vita quotidiana (activities of daily living, ADL); problemi nel camminare, usare le scale e raccogliere oggetti da terra (limitazioni nel movimento); difficoltà della comunicazione (limitazioni di vista, udito e parola).

Tali limitazioni richiedono un’assistenza continuativa e di lungo termine da parte di altre persone per essere compensate, nonché per porre l’anziano assistito nella condizione di poter continuare a vivere una vita dignitosa e con una qualità della vita accettabile.