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“Gli amici di Charlie” contro la cattura di gazze e corvi

In questo periodo dell’anno, in alcune zone agricole, si verificano interventi di contenimento della specie cornacchia grigia (corvus cornix) e gazza (pica pica). La pratica è autorizzata dalla Regione Umbria e prevede la cattura e l’abbattimento di un numero elevato di corvidi. Ciò avviene per mezzo di gabbia-trappola tipo “larsen” o “letter-box”, fornite dalla stessa Regione Umbria. Nella trappola è collocato un richiamo vivo. La normativa prevede che questa pratica sia subordinata al precedente ricorso da parte dell’interessato a metodi alternativi di prevenzione, quali: cannoncini detonatore a gas propano, dissuasori acustici, palloni topo “predator”, reti di protezione,  nastri riflettenti,  etc…
Quindi, solo in caso di insuccesso dei metodi alternativi si può procedere all’utilizzo delle gabbie.
In questo caso la gabbia dovrà essere controllata almeno due volte al giorno (mattina entro ore 9.00, pomeriggio dopo le 17.00) per garantire la liberazione in buono stato di salute degli individui protetti. Si provvederà al rinnovo di cibo e acqua per i richiami vivi e non dovranno essere esposti a condizioni meteorologiche avverse. La soppressione degli individui da abbattere dovrà essere eseguita secondo quanto indicato dall’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Detto questo, come associazione animalista ci poniamo alcune domande considerando le segnalazioni pervenuteci.
Premesso che queste specie si sono riprodotte considerevolmente a causa della diminuzione dei loro predatori naturali (rapaci), ci chiediamo se questa barbara pratica di cattura sia effettivamente l’ultima opzione e se vengano rispettate realmente le norme a garanzia di un minimo “benessere “.
Purtroppo, anche in questo caso, ci sono giunte segnalazioni di gabbie esposte senza riparo e senza cibo e acqua. È stata individuata addirittura la gabbia con all’interno lo scheletro del corvide. Con questo comunicato vorremmo mettere a conoscenza l’opinione pubblica di una realtà quasi sconosciuta, e sollecitare più controlli, ma soprattutto che quelle minime regole a tutela del benessere animale vengano rispettate.
Il fatto che siano animali da eliminare, sempre in base al nostro discutibile metro di giudizio, non può prevedere anche la tortura.
Poniamoci piuttosto qualche domanda sui reali danni che la nostra specie sta arrecando a tutto l’ecosistema.

Fonte: Associazione Animalista “Gli amici di Charlie”




Domenica tragica sul Gran Sasso. Lo scialpinista orvietano Fabio Racanella perde la vita precipitando in un canalone

Una domenica serena, piena di sole che si è trasformata in tragedia improvvisamente per Fabio Racanella, esperto alpinista orvietano. Era da poco passato mezzogiorno di domenica 7 maggio quanto a Pietracamela sul Corno Grande del Gran Sasso ha perso il controllo durante un fuoripista con gli sci ed è precipitato per circa 150 metri in un canalone. Sul posto dell’incidente si sono immediatamente recati gli operatori del soccorso alpino e i carabinieri che però non hanno potuto fare altro che recuperare il corpo e portarlo presso l’obitorio dell’Ospedale di Teramo.

Fabio Racanella era sulla Direttissima del Gran Sasso per divertirsi perché la sua grande passione era proprio la montagna in tutte le sue declinazioni.ò. Sposato e padre di una figlia era considerato da tutti un esperto e associato alla sezione CAI di Orvieto, istruttore di scialpinismo e sci escursionismo. tutto questo non è purtroppo bastato per evitare l’improvvisa tragedia.

Racanella è precipitato per 150 metri sul lato teramano del Gran Sasso e dopo due ore il copro è stato ufficialmente riconosciuto. Secondo una ricostruzione a calo l’uomo stava affrontando in sci alpinismo il Canale Bissolati a circa 2700 metri quando, per cause che sono ancora in corso di accertamento, ha perso il controllo degli sci scivolando nel canale. Alcuni sciatori hanno immediatamente lanciato l’allarme permettendo il veloce intervento del Soccorso Alpino Abruzzese che, giunti a circa 2400 metri sul luogo della tragedia hanno potuto constatare il decesso di Racanella.

Affranti dal dolore i soci del CAI sezioni di Orvieto e il suo presidente Alessandro Barone che si stringono in un forte abbraccio alla famiglia di Fabio Racanella.




Napoli, non è solo uno scudetto

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Quanto avviene in queste ore a Napoli è qualcosa di straordinario, che non capita spesso nel panorama nazionale. La vittoria dello scudetto degli azzurri  non è solo un’impresa sportiva ma è soprattutto la grande festa di una splendida città che negli anni ha saputo attendere un titolo così agognato e lo sta accogliendo con uno spirito, una commozione e un moto popolare, che contagia anche chi non è appassionato di calcio o tifoso della squadra partenopea. È il riscatto di un territorio che negli anni si è sentito emarginato dal resto d’Italia, soprattutto da quella settentrionale e non solo, dove ancora esiste l’orrendo stereotipo di definire “terroni” la gente del Meridione e che  proprio durante le partite giocate dal Napoli in trasferta da sfoggio di odio e vilipendio di una città intera e della sua gente.
Se nella sua stupenda canzone “Napul’ è” uno degli artisti più apprezzati nel panorama nazionale, Pino Daniele, denunciava tutti i pregiudizi riguardo Napoli considerata “una carta sporca”, finalmente anche i più biechi ed assurdi detrattori sono smentiti dai fatti.
Napoli non è una carta sporca ma è una delle città più belle e caratteristiche della nostra penisola.
Napoli e la napoletanità rappresentano un unicum capace negli anni di aver sfornato eccellenze in ogni settore della vita pubblica e culturale del paese. Da Edoardo a Massimo Troisi, dal già citato Pino Daniele a Edoardo Bennato, da Totò a Sophia Loren, quanti e quali talenti nati in questa città  hanno saputo rendere un marchio di unicità il loro essere vissuti all’ombra del Vesuvio.
E quante le sue bellezze da mostrare al mondo intero, il suo golfo meraviglioso, i suoi quartieri storici, i suoi scorci con panorami incantevoli e viste mozzafiato con il mare a fare da sfondo. Ma soprattutto è lo spirito di chi vive in una città che negli anni ha avuto ed ha ancora una serie di problemi di difficile risoluzione, di emarginazione, di degrado, con la Camorra a restare drammatica protagonista ed a dettare “la sua legge”.
In queste ore prevale un senso di appartenenza, di orgoglio, con una filosofia di vita che aiuta a superare le vicissitudini difficilmente riscontrabile in altre città del mondo.
Non si può non essere felici per tutti quei napoletani che adesso stanno dando dimostrazione di come lo scudetto vinto dalla squadra di calcio non sia solo un evento sportivo ma soprattutto una grande gioia di popolo, da condividere tutti assieme, senza distinzioni di classi e di ceto, dal Vomero ai Quartieri Spagnoli, da Mergellina a Spaccanapoli.
E’ la vittoria di due personaggi non certo semplici come il presidente De Laurentis ed il tecnico Luciano Spalletti, di calciatori provenienti da ogni angolo del mondo, dalla Georgia alla Corea, dalla Nigeria alla Polonia, con qualche italiano a condire un melting pot che ha dato e sta dando spettacolo in tutti gli stadi, italiani ed europei.
Ma è soprattutto la vittoria strameritata della gente di Napoli e di tutti quei napoletani, decine di migliaia che sono dovuti andare via dalla loro città per poter lavorare ed affermarsi professionalmente ma che portano orgogliosamente nel cuore, in giro per il mondo, la Dea Partenope.