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Il 22 aprile verrà costituita l’Alleanza Civica dell’Italia Centrale alla sala congressi della Fondazione Cro

Sabato 22 aprile, ad Orvieto, verrà formalmente costituita l’Alleanza Civica dell’Italia Centrale (ACIC) accompagnata da un convegno sulle riforme istituzionali nella sala congressi della Fondazione Cassa Risparmio in piazza Febei.

La nascita di ACIC fa seguito all’assemblea dei rappresentanti vivici dell’Italia Contrale dello scorso 28 gennaio tenutasi sempre in Orvieto ed è frutto, come già allora fu comunicato, della convergenza di liste e movimenti civici di Marche, Lazio, Toscana e Umbria, su un progetto politico che da una parte intende far emergere la questione del Centro con le specificità e la forza necessaria, e dall’altra con ciò contribuire fattivamente, insieme ad Alleanza Civica del Nord ed a Mezzogiorno Federato e altri soggetti civici, alla nascita della Federazione Civica Nazionale prevista per il prossimo mese di giugno. È dunque in cantiere e si presenta sulla scena un soggetto politico nuovo, che rilancia la politica come pensiero e come prassi riformatrice mettendo a disposizione le esperienze di una classe dirigente che sperimenta sul campo delle assemblee elettive e dei governi territoriali la propria competenza, la propria capacità e il proprio coraggio nell’affrontare le sfide delle concretezze che preoccupano e impegnano i cittadini in questo tempo difficile. Non a caso l’atto ufficiale di nascita dell’Alleanza sarà preceduto da un convegno sulle riforme istituzionali, non solo perché l’area centrale dell’Italia può avere un suo ruolo solo in un dibattito serio, progettuale, di riorganizzazione istituzionale generale, ma perché questo è il tema fondamentale di un riformismo forte in un Paese bloccato. Un regionalismo che rischia di avvitarsi nella frammentazione competitiva dell’autonomia differenziata, un sistema di poteri locali restii alla collaborazione e ad abbracciare le logiche di rete che perciò scadono spesso in prassi cantonali e in conservatorismi che resistono ad ogni cambiamento, leggi elettorali che umiliano le assemblee riducendone la consistenza e trasferendo surrettiziamente il potere dai rappresentanti del popolo agli esecutivi, tutto questo e tanto altro dice che il Paese va cambiato in profondità. La logica e l’organizzazione del potere devono conformarsi alle regole, al pensiero e alla prassi, di una democrazia che affida il potere al popolo sovrano. Sennò il popolo inevitabilmente resta a guardare e si estranea sempre più perché non vede ragione di impegno e di partecipazione. E la democrazia langue, si impoverisce ed entra in una zona che può diventare buia.

Il convegno vedrà la partecipazione di qualificati relatori e di esponenti del civismo su un complesso di argomenti che nell’insieme delineano le fondamentali filiere di riflessione su cui si svilupperà il dibattito in questa sede e dopo per una sintesi che contribuirà a comporre il dossier dell’assemblea costitutiva della Federazione nazionale: l’Italia centrale come questione geopolitica, le infrastrutture e le maglie di mobilità dell’Italia mediana per unire il Paese,  la riforma istituzionale per recuperare partecipazione ed efficienza del sistema democratico, la legge per Roma capitale per un Paese che voglia essere Europa.

Perché proprio ad Orvieto? Ci sono diverse ragioni che hanno fatto propendere per questa scelta. Tralasciamo la bellezza del luogo, con cui potrebbero competere anche altre città. C’è però in aggiunta una posizione geografica e logistica indubbiamente vantaggiosa, essendo questa zona baricentrica rispetto ad almeno tre delle regioni interessate. Orvieto è zona di confine tra Umbria, Lazio e Toscana, ciò che però aggiunge al dato oggettivo geografico e logistico un forte fattore simbolico, quell’idea del superamento dei confini amministrativi in una logica di sviluppo interregionale che dovrebbe cominciare non solo a prefigurare una svolta delle attuali regioni nel modo di programmare infrastrutture e uso delle risorse, ma anche a porre il problema della riorganizzazione del Paese sul modello delle macroregioni, un tema troppo frettolosamente scomparso dal panorama del confronto politico sulle riforme. C’è infine il fatto che Orvieto da molti anni è sede delle riunioni periodiche dei riformisti di Libertà Eguale, ciò che ne fa, al di là dell’essere essi appartenenti ad un preciso partito, un luogo simbolo del riformismo italiano. Non so se insieme a me anche altri organizzatori lo abbiano pensato, ma a me questo elemento è venuto in mente. Non mi dispiacerebbe se fosse condiviso. In ogni caso la scelta simbolica si sposerebbe perfettamente con gli orientamenti del civismo, che pur non essendo rigidamente ideologici, non possono non avere consonanza con le ispirazioni ideali dei riformisti e non possono non guardare con interesse al bisogno del Paese di avere tra i protagonisti del dibattito e della competizione per il governo ai diversi livelli un soggetto organizzato dei riformisti/riformatori.




Innovare per ridisegnare un futuro creativo e sostenibile, convegno alla Fondazione Cariorvieto

Il 21 Aprile è la “Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione”, un giorno di forte richiamo internazionale riconosciuto dalla Nazioni Unite. Creatività ed innovazione sono azioni conseguenziali che producono un cambiamento rispetto allo stato delle cose, in un contesto che mutua di continuo e muta ad una velocità sempre crescente. Creatività ed innovazione sono pertanto un elemento rilevante della contemporaneità ed hanno una valenza strategica nel percorso di crescita sociale di una comunità. Promuovere la cultura della creatività e dell’innovazione è un modo per favorire le capacità di adattamento di una comunità, delle sue imprese e dei suoi lavoratori, ad un contesto globale in continua evoluzione, è, in ultima istanza, un modo per favorire la crescita di individui, gruppi sociali ed imprese verso un futuro che fa dell’inclusività e della sostenibilità ambientali gli elementi distintivi. Con questo spirito un gruppo di aziende di Orvieto, ha promosso un incontro, che si terrà il 21 aprile alle 10 presso Palazzo Coeli sulla  “Cultura dell’innovazione e Sviluppo Sostenibile”.

L’incontro patrocinato dal “Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste”, e dal Comune di Orvieto, supportato dalla Cassa di Risparmio di Orvieto, vuole trattare il tema dell’innovazione sia sotto il profilo sociale che dal punto di vista delle imprese e del sistema finanziario. L’idea di fondo è che per fare innovazione è necessario un sistema che la favorisca, un sistema fatto di istituzioni pubbliche e private, di banche, fondi di investimento, di imprese e di imprenditori o aspiranti imprenditori illuminati. Un sistema che possa cooperare per fare in modo che i “talenti dell’innovazione” possano realizzare imprese in grado di cambiare il modo di vedere o realizzare le cose. In una logica di sistema saranno pertanto presenti i rappresentanti di due fondi di venture capital focalizzati sul tema della sostenibilità, un rappresentante del centro Elis che ha supportato e supporta lo sviluppo di molte start up oltre al rappresentante di Cassa Depositi e Prestiti Venure Capital, il fondo pubblico che ha come scopo quello di promuovere su tutto il territorio nazionale l’ecosistema dell’innovazione. In una seconda parte dell’incontro verrà acceso un focus sull’innovazione nel settore agricolo con la testimonianza di manager di grandi imprese nazionali, Enel e Generali, e con la partecipazione del direttore generale di Federunacoma, l’associazione di Confindustria che riunisce i produttori di macchine agricole.

“Ad Orvieto si apre uno spazio di riflessione sul futuro e sul modo migliore per essere protagonisti del futuro” dichiara Stefano Massari, fondatore del coworking Officine Moderne e tra gli organizzatori dell’evento, per Chiara Nardelli, della Nardelli Olearia “quello di oggi è il primo passo, siamo intenzionati a riproporre l’iniziativa ogni anno declinando il concetto dell’innovazione in settori diversi per dare una visione di come le cose possano e debbano essere cambiate”.




Panathlon di ieri e quello di oggi insieme per festeggiare il cinquantenario dell’Associazione

Cinquanta anni e non sentirli è cosa notevole per ampliare la fiducia di tutti coloro che hanno a cuore i valori più profondi dello sport. Registi di una giornata da ricordare, la Presidente del Panathlon Club Orvieto, Lucia Custodi, l’omonimo del club Junior, Flavio Zappitelli, con la supervisione di Rita Custodi, Governatore Area 10 dell’Umbria. Teatri dei festeggiamenti, e non poteva essere altrimenti, la Biblioteca Luigi Fumi e l’ex Scuola Militare di Educazione Fisica, oggi Scuola di Addestramento e Specializzazione della Guardia di Finanza. La Biblioteca raccoglie, al suo interno, la storia della Città, passato e presente, in tutte le sfaccettature, sport compreso. Tant’è che il filo diretto con il Panathlon non si è mai interrotto e, anzi, ora sono disponibili testi di sport e non solo, donati dal Panathlon Orvieto. Presenti, alla piccola cerimonia, il direttore, Roberto Sasso, la responsabile l’Ufficio Sport del Comune, Carla Lodi, l’assessore con delega allo Sport, Carlo Moscatelli, il presidente garanzia statutaria Panathlon, Sandro Carlo Fagiolino. Non poteva mancare uno dei soci fondatori, Luigi Barberani. Altrettanto logica, la serata trascorsa nella Scuola di Addestramento e Specializzazione della GdF, con la calorosa accoglienza del comandante, colonnello Massimiliano Martina. L’ex SMEF (Scuola Militare di Educazione Fisica), per tantissimi anni cattedrale riconosciuta e apprezzata dello sport nazionale e internazionale, fu il luogo da cui partorì l’idea per la nascita del club orvietano. Lì era facile incontrare il prof., Renato Gribaudo, con gli immancabili foglietti zeppi di appunti, per discuterne con l’allora Comandante, col. Musizza, gli ufficiali, Dal Monte, Palmisano e altri. Lì si respirava sport a tempo pieno, fu facile trovare la quadra per l’iniziativa e divenne quella la prima Sede del Panathlon Club Orvieto. Tornare, come una volta, nell’aula magna della scuola, ha rappresentato, forse, il momento più emozionante, in particolare per i Soci con i capelli grigi. Presente il Sindaco, Roberta Tardani, ha preso la parola il Presidente, Lucia Custodi: ““abbiamo fatto squadra, Ludis jungit, ci siamo impegnati a diffondere i valori dello sport, il rispetto, il Fair Play con impegno quotidiano e tanta determinazione nel perseguire un obiettivo è poi condividerne i risultati! Portiamo avanti uno sport aperto a tutti, inclusivo, e dove i giovani sono la parte predominante! Lo sport è passione, uno stile di vita, un modo di essere, è amicizia e fratellanza!50 anni che vorremmo celebrare non come traguardo ma come tappa di un percorso che guarda al futuro…”.
la serata è proseguita con la proiezione di un video, illustrato dal Governatore, Rita, con immagini a ripercorrere la storia dell’Accademia, poi SMEF, oggi a disposizione della GdF. Mente rivolta al passato e tanta attenzione ed emozione nei ricordi di Luigi Barberani, altrettanto nella lettera inviata da un altro dei fondatori, Carlo Croci, come negli occhi lucidi dei congiunti di presidenti succeduti nel tempo, le signore, La Rosa, Fiorenzi, Carusi, Mario Gaddi, Carlo Febbraro. Immancabile la foto ricordo nell’aula didattica e conviviale all’interno del circolo ufficiali con l’ottimo catering della ditta Montanucci ! A concludere la giornata il sorteggio di un paio di orecchini dell’ artigiano Alessandro Barone, gadget fiori per tutti!!