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Il PD di Ficulle, “siamo la Cenerentola dell’orvietano per presenze turistiche anche se il sindaco dice altro”

E’ di pochi giorni fa la pubblicazione, da parte della Regione Umbria relativa ai dati dei flussi turistici del 2022. Dall’esame del dato emerge, senza ombra di dubbio, l’andamento positivo delle presenze turistiche nei Comuni umbri con la media regionale che si attesta intorno ad un +34,7%. Lo stesso dicasi per il Comprensorio Orvietano, addirittura con il Comune di Montecchio che si è assestato a un ragguardevole +69,5%.

A Ficulle, ormai Cenerentola dell’orvietano, in controtendenza su qualsiasi parametro regionale e territoriale e contro qualsiasi aspettativa, purtroppo, si deve registrare un pessimo e quanto mai sciagurato -11,8%. Le presenze dei turisti, in termini assoluti, registrate dagli operatori nel corso del 2022 sono state in totale 5.375 che se paragonate, per esempio, alle 13.849 del 2015, anno precedente al terremoto in Umbria, rendono lampante e tangibile il dato fortemente negativo che è registrato dal settore nell’ultimo periodo. L’amministrazione del nostro Comune ha fatto del Turismo un suo cavallo di battaglia, in nove anni non ha fatto altro che parlare di Turismo e di incremento del Turismo, arrivando a far predisporre dall’università di Perugia un apposito piano di marketing turistico spendendo denaro pubblico solo per approntare un programma dal quale non si è tratto nessun beneficio e a questo punto qualche riflessione dovrebbero farla sia l’amministrazione sia i cittadini di Ficulle. Poi, in maniera del tutto illogica e sconclusionata, per dare il colpo fatale al settore ha anche pensato bene di introdurre l’imposta di soggiorno, un’idea geniale che di sicuro non ha costituito sicuramente un particolare incentivo per le attività turistiche.

Possiamo dire che l’unico obiettivo che l’amministrazione si era posta con tanto dispiego di fondi non l’ha raggiunto e quindi che ne traesse le giuste considerazioni. Abbiamo anche letto l’intervista rilasciata dal Sindaco il 4 febbraio al quotidiano Il Messaggero che di fatto costituisce l’ammissione della resa incondizionata. Oltre al trito e ritrito storytelling del ”tutto va bene madama la marchesa”, ritornello al quale a Ficulle ormai non crede più nessuno, restano evidenti, avendoli tutti davanti agli occhi, i risultati di questa gestione.

Cosa dire delle numerose attività che nel centro abitato hanno abbassato le serrande definitivamente, la mancanza di iniziative pubbliche che possano attrarre i turisti, per non parlare dell’improvvida imposta di soggiorno, la mancanza cronica di parcheggi, non basteranno certo quattro spettacoli, di numero, della stagione teatrale a risollevare le sorti del turismo ficullese. Ma se tutto questo non fosse ancora sufficiente, si pensi alla gravità dell’affermazione inaccettabile del Sindaco, che dice “altro non si può fare”. Certamente l’aumento continuo di tasse e tariffe, come è stato in questi ultimi anni, più che un incentivo ha rappresentato e rappresenta un disincentivo ad investire nel nostro paese. Di sicuro non è vendendo le case agli stranieri che si può pensare di rivitalizzare un paese ottenendo il pessimo risultato di trasformare il centro storico in un dormitorio per turisti i quali, una volta acquistata una casa, trascorrerebbero, se tutto va bene, al massimo un mese all’anno in paese, operazione di sicuro interessante per gli acquirenti, visto anche il calo dei valori immobiliari, ma non certo per i cittadini di Ficulle che in paese devono vivere tutto l’anno e il risultato più evidente sarebbe la desertificazione del centro storico. Il Sindaco nell’articolo si gloria dell’apertura di un laboratorio ceramico, peccato che la titolare dell’attività è qui già da anni e il suo progetto risale a molti anni prima.

Su un fatto crediamo che non ci siano più dubbi, a Ficulle non servono chiacchiere a vuoto e promesse irrealizzabili, ma il paese necessita di un’amministrazione seria che sia in grado di risolvere i problemi della comunità e dia, o almeno cerchi di riportare i servizi ai livelli di qualità come li ha trovati al suo insediamento.

Sul polo scolastico e gli orti che vengono spacciati per parcheggi e sui giardini e gli altri innumerevoli problemi che affliggono il nostro comune avremo modo di ritornare

Circolo Comunale di Ficulle del Partito Democratico




Nuova possibile truffa, signora chiede soldi per la benedizione delle attività commerciali

Tornano le piccole truffe con l’avvicinarsi di una delle feste principali del calendario: la Pasqua. Nei giorni scorsi, infatti, è stata segnalata la presenza di una signora di mezza età che girava nel centro storico con un santino chiedendo dei soldi in cambio della benedizione del negozio.

In pratica prendendo spunto dalla tradizionale benedizione delle famiglie che nel periodo Quaresimale viene effettuata dalle parrocchie, la signora ha pensato bene di “affiancarsi” e offrire a pagamento la benedizione delle attività commerciali. Ha scelto il sabato mattina, giorno di mercato a piazza del Popolo e la signora, di mezza età, capelli castani, secondo la descrizione che ci hanno fatto alcune “vittime”, ha iniziato a entrare in molti negozi nella zona di corso Cavour e piazza del Popolo con un santino offrendo una benedizione in cambio di soldi per i poveri.

Il parroco di Sant’Andrea e San Domenico, don Luca Conticelli, ha scritto anche sui social che non c’è alcun legame tra la Chiesa e la signora e che per le benedizioni alle famiglie basta contattarlo telefonicamente.




L’America con le sue contraddizioni

E’davvero curiosa la notizia che arriva dalla Florida, dove il David di Michelangelo viene considerata un’opera pornografica. La preside di una scuola di Tallahasee, capitale dello Stato, è stata costretta a dimettersi a causa delle pressioni delle famiglie dei ragazzi di 11 anni ai quali la professoressa aveva mostrato una delle opere più belle e celebrate nella storia dell’arte, il capolavoro di Michelangelo considerato da questi genitori alla stregua di un’immagine porno. È questo l’ultimo capitolo di una serie di provvedimenti paradossali che stanno susseguendosi negli Stati americani conservatori, governati da repubblicani e che impongono scelte bizzarre nel sistema scolastico americano.
Solo qualche giorno fa era arrivata la notizia della proibizione ai docenti della scuola primaria dello stesso stato dell’America meridionale di parlare di mestruazioni e vietare ogni argomento legato alla sessualità o alla contraccezione. Ed ancora la proibizione di qualche mese fa in Texas, oltre che in Florida stessa, di diffondere libri con contenuti politici includendo tra gli stessi Il Diario di Anna Frank accusato di indottrinare gli alunni con tematiche socio-emotive.
Le vittorie elettorali degli ultraconservatori Ron De Santis in Florida e Glam Youngkin in Virginia  non hanno fatto altro che aumentare campagne di questo genere alle quali spesso si contrappongono campagne opposte, altrettanto estreme, da parte degli Stati governati da democratici che utilizzano a fini propagandistici le tematiche Lgbt o Transgender con insegnanti che stimolano i ragazzi nel percorso, a volte di nascosto dalle famiglie.
Viene da chiedersi se tutto questo sia normale e coerente  nel paese dove più si fanno sentire le pressioni delle lobby delle armi o del tabacco, con conseguenze devastanti, dove troppo spesso vediamo poliziotti picchiare fino a togliere  la vita a giovani fermati magari solo per essere perquisiti o identificati, il paese dove i cartelli delle droghe spargono a piene mani veleno e morte e i movimenti estremisti suprematisti bianchi neonazisti imperversano con il loro odio e le loro azioni violente.
È proprio il caso di censurare il David di Michelangelo o forse è il caso per gli Stati Uniti d’America, patria delle libertà e dei diritti nelle idee dei padri fondatori, di tornare in se e combattere un puritanesimo che risulta schizofrenico e porta al distacco dai problemi veri esistenti e dalla realtà?
In questa guerra culturale messa in atto da forze oscurantiste un dato rimane certo nelle statistiche americane ed è l’insoddisfazione delle famiglie riguardo il livello di istruzione dei giovani di quel paese e su ciò’ forse le forze politiche di una  grande democrazia  come sono gli USA dovrebbero riflettere e concentrare i propri sforzi.




Politica monetaria: dilemma tra inflazione e stabilità sistemica

Per un lungo periodo di tempo, come risposta alla crisi finanziaria statunitense avviatasi nel 2007 e poi a quella sull’economia reale indotta dal 2020 dalla pandemia, le banche centrali hanno mantenuto i tassi molto bassi e la liquidità assai abbondante. Tale impostazione ha indotto gli operatori a effettuare investimenti significativamente rischiosi essendo quelli a contenuta alea non profittevoli. Finché la politica monetaria è espansiva, sebbene distorti, i mercati tengono ancora a galla l’eccesso di rischio, al contrario, quando la politica monetaria inverte l’impostazione si possono provocare crisi sistemiche.

Una politica monetaria restrittiva a fronte di un’inflazione da costi è la risposta che le banche centrali stanno fornendo: i più elevati tassi d’interesse rendendo più costosi gli investimenti industriali raffreddano il mercato del lavoro, inducendo un impulso sui prezzi di segno opposto rispetto a quello dato dalla crescita dei costi. In un habitat di questo tipo, le banche centrali si trovano di fronte a un dilemma, oltre quello tradizionale minore crescita-inflazione, questo in quanto l’obiettivo dell’inflazione e quello del rischio sistemico, spinto da lustri di tassi risk-free nulli, si pongono in alternativa.

La Silicon Valley Bank (SVB), banca statunitense specializzata nel credito alle start up innovative, investiva in titoli di stato USA la parte di mezzi finanziari non dedicata al core business, i bassi tassi d’interesse hanno spinto la banca verso scadenze più lunghe che hanno una maggiore resa ma anche maggiori perdite in caso di rialzo dei tassi; quando il drenaggio di liquidità da pare della FED ha alimentato voci sulla difficoltà della SVB, le richieste di ritiro dei depositi e la necessità di liquidità hanno indotto la vendita con forti perdite dei titoli del tesoro USA. Negli Stati Uniti i depositi presso le banche sistemiche fino 250 mila dollari sono garantiti e dal 12 marzo tale salvagente è stato esteso anche a tutti i deposi di SVB; il tal modo si è segmentato il mercato, i depositari delle banche sistemiche hanno una garanzia aggiuntiva che non copre le banche regionali, questo sta creando una fuga di depositi dalle seconde alle prime: da più parti si sta perorando la copertura per i depositi per tutte le banche, anche quelle regionali. 

In Europa, la crisi indotta dal rialzo dei tassi ha colpito la svizzera Credit Suisse, che aveva già palesato perdite da investimenti in fondi d’investimento nei precedenti esercizi. La soluzione è stata individuata nell’incorporazione della banca in UBS, creando anche in questo caso distorsioni; in primo luogo, il valore delle obbligazioni Credit Suisse subordinate è stato azzerato, mentre gli azionisti, di solito primo argine alle perdite, per quanto colpiti incasseranno le azioni UBS frutto del concambio; in secondo luogo, la banca ottenuta dalla fusione ha dimensioni da monopolista: il totale attivo sarà circa il doppio del PIL della Svizzera e un quarto dello stock di mutui del paese.

Nell’eurozona le banche, non avendo subito la deregolamentazione trumpiana, sono patrimonialmente più solide e con maggiore liquidità precauzionale; tuttavia, la mancata ratifica, da parte dell’Italia, del MES (meccanismo europeo di stabilità) non consente l’utilizzo a pieno di questa rete di protezione in caso di crisi bancaria.

La distorsione creata da lustri di politiche monetarie ultra espansive, sebbene rese necessarie e attivate a fronte di crisi globali, ha ingenerato una messe di bombe a tempo sparse qua e là nel sistema finanziario, pronte a scoppiare di fronte a un rialzo troppo veemente dei tassi: occorre che le banche centrali si muovano con grande cautela, bilanciando il rischio dell’inflazione con quello dell’instabilità del settore finanziario, esercizio complicatissimo! Peraltro, il rialzo dei tassi con l’innalzamento del cut-off rispetto alla redditività degli investimenti industriali, ridimensiona l’offerta di credito in quelle aree a più contenuta redditività, come purtroppo quella dell’orvietano.

Intensi aumenti dei tassi? Come a tutte le domande io rispondo: “preferirei di no”.




Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane, tutti i dettagli per partecipare e “assaggiare”

“Avete cominciato a preparare gli ingredienti? I forni sono tutti funzionanti?” Alessandro Li Donni, presidente dell’associazione “Club Amici della Stampa” torna a lanciare l’appello a partecipare alla  XVI edizione il Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane. “La XVI edizione del Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane, in questa edizione – continua il presidente – è dedicata esclusivamente ai prodotti ‘amatoriali’ e a chi, nelle proprie cucine orvietane ogni anno, ormai per tradizione, ha piacere a creare la propria pizza di Pasqua”. L’evento vede la collaborazione di Slow Food Orvieto e dell’associazione Gastrosofia. A giudicare le pizze saranno alcuni dei professionisti della pasticceria orvietana, che insieme al resto dei “giurati”, tra cui anche alcuni soci del Club, anche quest’anno si impegneranno per eleggere la pizza più buona di tutte tra le salate e le dolci che vorranno partecipare.

La cerimonia di premiazione della Pizza salata e di quella dolce “più buona” si terrà sabato 1° aprile a Orvieto, “Sala di Tonino” (via Cipriano Manente, accanto alla Chiesa di Sant’Andrea) alle 19. Le Pizze potranno essere consegnate (si veda il regolamento allegato) giovedì 30 marzo dalle 10 alle 19 al Bar Montanucci. La giuria si riunirà per l’assaggio e le votazioni in seduta pubblica (si veda regolamento allegato) venerdì 31 marzo dalle 15 alle 19 al Bar Montanucci. Al termine della premiazione le pizze, tutte, saranno offerte in degustazione.
Inoltre, sempre sabato 1° aprile, dalle 16 alle 17, al Bar Montanucci, gli chef Maurizio Di Mario della Pasticceria “Adriano” e Francesco Notazio della Pasticceria “Montanucci” terranno una lezione gratuita dal titolo “Lieviti e Pasta Madre: difficoltà e benefici”. All’evento, con diritto di prelazione per i soci della associazione “Club Amici della Stampa”, potranno partecipare massimo 30 persone, con prenotazione obbligatoria.

16° Concorso delle Pizze di Pasqua orvietane
Associazione Club Amici della Stampa

REGOLAMENTO

COME PARTECIPARE :

Il Concorso, in questa edizione 2023, è riservato esclusivamente alle pizze amatoriali ed è diviso in due sezioni: “Pizze Dolci” e “Pizze Salate”.

E’ possibile partecipare sia per la categoria “Pizze Dolci” sia per la categoria “Pizze Salate”.

E’ possibile partecipare con una sola pizza per ciascuna categoria.

La pizza, o le pizze se si partecipa a entrambe le sezioni, deve essere intera e imbustata in materiale per alimenti trasparente, deve essere corredata dalla lista ingredienti usati (non occorre la grammatura, ma è indispensabile, pena l’esclusione, la lista), e non deve recare alcuna dicitura che possa far individuare la provenienza.
Ogni pizza al momento della consegna sarà contrassegnata da un numero identificativo, in una apposita lista sarà preso nota della corrispondenza della provenienza. Il/La partecipante non sarà messo a conoscenza del numero a lui/lei assegnato.

CONSEGNA delle PIZZE:

Recapitare le pizze presso il Bar Montanucci, a Orvieto, nella giornata di giovedì 30 marzo, dalle 10 alle 19.

GIURIA:

La Giuria, la cui composizione sarà annunciata nei prossimi giorni, si riunirà in seduta pubblica, venerdì’ 31 marzo presso il Bar Montanucci, a Orvieto. Sarà possibile osservare i lavori di giuria ma non sarà permesso intervenire in alcun modo, né assaggiare le pizze.

EVENTO COLLATERALE:

Sabato 1° aprile alle 16, e fino alle 17, al Bar Montanucci, in Corso Cavour XX, a Orvieto, gli chef Maurizio Di Mario della Pasticceria “Adriano” e Francesco Notazio della Pasticceria “Montanucci” terranno una lezione sui lieviti e pasta madre. La partecipazione è gratuita ma sottoposta a prenotazione (massimo 30 persone) con prelazione da parte dei soci dell’associazione Club Amici della Stampa.

PREMIAZIONE E DEGUSTAZIONE:

Le pizze vincitrici saranno premiate sabato 1° aprile alle 19, alla “Sala di Tonino” in via Cipriano Manente, (accanto alla Chiesa di Sant’Andrea), dopo la premiazione le pizze in concorso saranno offerte in degustazione.

Nel corso della premiazione e della degustazione sarà possibile iscriversi alla associazione e partecipare a una lotteria. Info e prenotazioni: clubamicistampa@gmail.com o
Monica Riccio 3474182090




Allarme chiusura per la sede del CNR a Villa Paolina, il gruppo di maggioranza “Porano Conta!” presenta mozione urgente

Il gruppo consiliare di maggioranza “Porano Conta!” comunica di aver presentato una mozione con carattere d’urgenza volta a conoscere dal sindaco e dalla giunta la situazione relativa alla sede del CNR-IRET di Porano circa le  notizie scaturite da un recente comunicato stampa dei consiglieri regionali della Lega Valerio Mancini e Manuela Puletti nel quale si esprime preoccupazione per la permanenza dell’Istituto all’interno dell’edificio di Villa Paolina che potrebbe essere trasferita in provincia di Viterbo.  Nella mozione si invita il sindaco e la giunta ad attivarsi presso tutte le amministrazioni coinvolte al fine di scongiurare la delocalizzazione della sede storica del CNR a Porano.

Di seguito il testo della mozione:

A seguito di un recente comunicato stampa abbiamo appreso della possibilità che la sede del CNR –IRET di Porano possa subìre una delocalizzazione in provincia di Viterbo.

Nel comunicato i Consiglieri regionali della Lega Mancini e Puletti dichiarano di aver promosso una interrogazione alla Giunta Regionale per chiedere chiarimenti in merito al fine di scongiurare tale possibilità.

Come gruppo consiliare “Porano Conta!” non siamo a conoscenza di notizie giunte in tal senso al Comune di Porano da parte della Provincia di Terni, proprietaria dell’immobile che ospita il CNR-IRET all’interno del complesso di Villa Paolina, tanto che la notizia della possibile delocalizzazione ci è giunta del tutto inaspettata.

Il gruppo consiliare “Porano Conta!” è fortemente preoccupato che il CNR lasci la sede storica di Villa Paolina a Porano che dagli anni ’80 svolge fondamentali funzioni di ricerca che oggi riguardano gli ecosistemi terrestri e le componenti biotiche ed abiotiche con le loro interazioni anche in relazione ai cambiamenti globali e alla pressione antropica.

Quella di Porano costituisce la sede principale dell’IRET che ha sedi secondarie in altre cinque città italiane.

Da anni CNR-IRET costituisce un punto di riferimento internazionale per la ricerca ospitando spesso anche convegni e studenti universitari e proponendosi inoltre come un importante fattore di economia per il nostro territorio.

E’ necessario inoltre salvaguardare i circa 40 dipendenti che in vari profili prestano servizio presso il Centro, molti residenti a Porano e nell’orvietano.

Lo spostamento di sede in altra regione comporterebbe loro ulteriori spese e per Porano la perdita di una microeconomia sul territorio.

Al fine di scongiurare la delocalizzazione della sede del CNR – IRET da Porano

C H I E D I A M O

Al Sindaco ed alla Giunta:

  1.  di chiarire l’attuale situazione sulla base delle loro conoscenze e informazioni eventualmente pervenute anche da altre Istituzioni;
  2.  di attivarsi immediatamente presso tutte le Istituzioni coinvolte (Provincia di Terni – CNR – Regione Umbria) al fine di mantenere la sede del CNR-IRET nella attuale e storica sede di Porano.

GRUPPO CONSILIARE PORANO CONTA!




Orvieto terza meta dell’Umbria per i turisti, in forte crescita presenze e arrivi di stranieri e italiani

Turismo, Orvieto terza meta dell’Umbria nel 2022. È quanto emerge dalle statistiche diffuse dalla Regione Umbria sulle presenze turistiche nelle strutture ricettive relative all’anno 2022. Con 147.031 arrivi e 273.185 presenze la città di Orvieto è la terza destinazione dell’Umbria dopo Assisi e Perugia e davanti a Spoleto, Castiglione del Lago e Passignano sul Trasimeno. Anche l’aumento percentuale rispetto al 2021 è il terzo miglior risultato nella top ten delle città umbre più visitate: +34,5%  di arrivi e +44,1% di presenze. Più che raddoppiate le presenze degli stranieri con 49.310 arrivi (+153%) e 109.700 presenze (+167,9%) , la migliore performance percentuale dopo Assisi. Per quanto riguarda i turisti italiani sono stati 97.721 gli arrivi (+8,8%) e 163.485 le presenze (+10%). Continua anche il trend in aumento per la permanenza media che tocca quota 1,86 (+7,5%), variazione superiore a quelle registrate da Assisi (+2,6%) e alla media complessiva della regione che fa segnare un calo dello 0,7%. Il soggiorno medio dei turisti stranieri nella città di Orvieto è di 2,2 giorni mentre quello dei visitatori italiani arriva a 1,67 giorni.

Per quanto riguarda il movimento turistico comprensoriale, nel 2022 l’Orvietano ha fatto registrare 193.681 arrivi e 414.608 presenze con un incremento rispettivamente del 31,8% e del 34,7%. Per quanto riguarda gli arrivi 130.754 sono italiani (+9,8%) e 62.927 stranieri (+125,8%), mentre relativamente alle presenze 234.462 sono italiani (+5,6%) e 180.146 provengono dall’Estero (+110,1%). L’aumento in valore percentuale dei flussi turistici nell’Orvietano anche in questo caso è il terzo miglior risultato dopo l’Assisano e il Perugino. A livello comprensoriale è disponibile anche il confronto con il 2019, anno pre pandemia. Il dato generale con -14,2% di arrivi e -6,1% di presenze è fortemente condizionato dalla significativa flessione dei turisti stranieri (-37,9% di arrivi e -22,1% di presenze) in parte compensato dall’incremento dei turisti italiani (+5,1% di arrivi e +11,5% di presenze). Il calo più sensibile rispetto al 2019 si osserva nelle strutture alberghiere (-30,6% di arrivi e -21,9% di presenze) mentre gli arrivi e le presenze negli esercizi extralberghieri sono cresciute rispettivamente del 9,4% e del 5,4%.

Il trend positivo del 2022 nella città di Orvieto si sta consolidando anche nei primi mesi del 2023. Significativo il dato fatto registrare nello scorso fine settimana al Pozzo di San Patrizio in occasione delle iniziative per il Saint Patrick’s Day. In tre giorni, dal 17 al 19 marzo, sono stati 2.123 gli ingressi contro i 1.854 registrati in quattro giorni nel 2022, dal 17 al 20 marzo, ovvero +15%.

I risultati diffusi dalla Regione Umbria sull’andamento turistico nel 2022  – commenta il sindaco e assessore al Turismo, Roberta Tardani – ci consegnano un bilancio più che positivo con Orvieto che si attesta come terza meta preferita dell’Umbria sia per i turisti italiani che per quelli esteri. Raccogliamo così i frutti dell’incessante lavoro di promozione della città e di innovazione dei servizi turistici fatto negli ultimi tre anni sulla scia dello straordinario impegno dell’assessorato regionale al Turismo che ha finalmente dato una nuova immagine all’Umbria posizionandola ai vertici delle destinazioni italiane”.

“I segnali incoraggianti – prosegue – provengono dal ritorno dei turisti stranieri, con importanti flussi in arrivo anche in questi primi mesi del 2023, e dall’aumento lieve ma progressivo della permanenza media. Su questo tasto vogliamo continuare a battere proponendo Orvieto come destinazione dalla quale partire per un viaggio alla scoperta dell’Umbria ma anche dei territori limitrofi, prospettando una visita esperienziale nella nostra città in maniera più diretta e organica grazie al progetto Orvieto Experience sui percorsi legati all’artigianato e all’enogastronomia partito proprio in questi giorni. Ma sono da cogliere positivamente anche i segnali che arrivano da chi sta investendo sulla realizzazione di nuove strutture ricettive e sulla ristrutturazione di quelle esistenti, interventi che da un lato accresceranno il livello dell’accoglienza in città ma dall’altro ci priveranno per qualche tempo di numerosi posti letto. Su questo intendo a breve confrontarmi con gli operatori e le associazioni di categoria per affrontare insieme le questioni in campo come abbiamo fatto sin dall’inizio del mandato”




Accordo tra Parte Civile e Croce Rossa di Orvieto per l’apertura di un punto di ascolto all’ospedale

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Importante novità all’ospedale di orvieto con l’accordo sottoscritto da Gianni Pietro Mencarelli a nome dell’associazione Parte Civile APS e Luigi Maria Manieri, commissario della Croce Rossa Italiana – Orvieto che prevede l’apertura di un Punto di Ascolto all’interno del nosocomio della città. Non sarà un punto per sfogare la rabbia ma per discutere, suggerire e raccogliere le criticità e poi confrontarsi con lui responsabili della USL Umbria 2. La Croce Rossa – Comitato di Orvieto, grazie all’impegno di Laura Cicognolo vuole aprire e puntare sull’impegno sociale e essere presente sul territorio. Questo è il primo tassello di un progetto più ampio che prevede l’apertura di un secondo punto di ascolto nel centro storico di Orvieto, grazie anche all’ingresso di nuovi volontari pronti a impegnarsi all’interno della Croce Rossa.

Luigi Maria Manieri ha colto l’occasione per ringraziare tutti i volontari nuovi e quelli di esperienza che ogni giorno assicurano tanti servizi per la cittadinanza. Non mancano le criticità ma anche per questo verrà messa in campo l’esperienza di Croce Rossa per promuovere soluzioni adeguate.




La USL Umbria 2 risponde alle accusa dei sindacati, “gratuite e con accuse tendenziose”

La Direzione Strategica ritiene doverosa una risposta, necessariamente articolata, alle ingiuste accuse diffuse a mezzo stampa da tre rappresentanti aziendali di Cgil, Cisl e Uil. Il CCNL del personale del comparto Sanità è stato sottoscritto a livello nazionale in data 2 novembre 2022. Allo stesso è stata data pronta e tempestiva applicazione con la corresponsione degli arretrati dovuti al personale dipendente, pagati con lo stipendio di novembre 2022.

Da novembre 2022 ad oggi sono stati effettuati ben 7 incontri con le Organizzazioni Sindacali del comparto (14 e 24 novembre, 15, 20 e 30 dicembre 2022; 31 gennaio e 2 febbraio 2023), per la discussione delle tematiche relative all’applicazione del contratto medesimo.  Nonostante le sollecitazioni rivolte dalla delegazione di parte pubblica della Usl Umbria 2 finalizzate ad acquisire dalle OOSS e dalle RSU la piattaforma per l’avvio del confronto per la sottoscrizione del contratto decentrato (in applicazione del CCNL del 2.11.2022) e in assenza di ciò la Direzione aziendale, facendosi interprete delle esigenze istituzionali e dei lavoratori, ha convocato, con nota protocollo 59540 del 15 marzo 2023, un incontro con le OOSS e le RSU per discutere anche il regolamento per l’attribuzione degli incarichi di responsabilità del Personale.

Tutto questo – lo si ribadisce – in assenza di proposte della parte sindacale. Ed allora quali sono le ragioni alla base di questo attacco duro e immotivato? Come mai non si riconosce oggi tutto il lavoro svolto in questi anni con spirito propositivo e nella massima trasparenza? Perché ci si dimentica che il Piano Sanitario Regionale, in bozza e in discussione nella quarta commissione consiliare, non è ancora legge e non è pertanto esecutivo?

E perché non sono degni di menzione gli sforzi straordinari dell’Azienda per assicurare, anche nel periodo buio dell’emergenza pandemica, le necessarie risorse per garantire la funzionalità dei servizi attraverso le stabilizzazioni, il concorso degli infermieri, le assunzioni straordinarie, anche a tempo determinato, per le sostituzioni per gravidanza o malattia? Corrisponde infine al vero questa sbandierata volontà delle OOSS orientata alla definizione di un nuovo e moderno modello organizzativo o siamo di fronte, viceversa, al tentativo di tenere tutto congelato e conservare quindi l’esistente?

Relativamente a due annose problematiche quali il riconoscimento dei minuti per la vestizione e la svestizione del personale sanitario, come riconosciuto dal CCNL del 21.5.2018 nonché le progressioni economiche orizzontali, va sottolineato come questa azienda sanitaria abbia sottoscritto due accordi in data 9 dicembre 2021 che, dopo anni di attesa, hanno definito queste due questioni.

Non va sottaciuto come le OOSS Cgil Cisl Uil, relativamente all’accordo sottoscritto per le progressioni economiche orizzontali, abbiano citato in giudizio la Usl Umbria 2 per condotta antisindacale salvo poi ricredersi, con il ritiro precipitoso del ricorso. Che dire? Ai posteri l’ardua sentenza. Nonostante tutto questo la Direzione aziendale ha proseguito il suo percorso di confronto aperto, democratico e trasparente per tutelare gli interessi dei lavoratori e mantenere un clima lavorativo favorevole testimoniato da sette incontri promossi in tre mesi e mezzo.

Nell’arco di tempo compreso tra il 2018 e il 2022 questa Usl ha incrementato notevolmente la dotazione organica del personale del comparto con particolare riguardo agli infermieri (+180 unità circa in servizio) e gli OSS operatori sociosanitari (+70 unità circa in servizio). La Usl Umbria 2 inoltre in piena pandemia ha espletato il concorso per infermieri cui erano iscritti oltre 9000 partecipanti e la cui graduatoria è stata approvata a giugno 2021 con oltre 1200 idonei fornendo professionisti a tutto il Servizio Sanitario dell’Umbria.

L’azienda sanitaria, che secondo quanto dichiarato dai delegati aziendali di Cgil Cisl e Uil sarebbe “allo sbando”, ha espletato il mega concorso degli infermieri affrontando oltre alla complessità dovuta all’alto numero di partecipanti, anche le problematiche legate al Covid-19 e ai lockdown presenti in quel momento che prevedevano ferree misure di prevenzione e di controllo.

Ai tre esponenti sindacali va anche ricordato che nel momento in cui c’è stata la riconversione dell’Ospedale di Spoleto in Ospedale Covid e non c’era una graduatoria disponibile per gli operatori socio sanitari (OSS), questa Direzione, d’intesa con il Sitro, nel brevissimo lasso di tempo di circa 40 giorni ha pubblicato una procedura di selezione pubblica a cui hanno partecipato oltre 1500 candidati e redatto la relativa graduatoria (!!)

E tutto questo per far fronte al periodo più brutto in assoluto della pandemia (novembre – dicembre 2020). Anche qui giova ricordare che quella graduatoria, come avvenuto per gli infermieri, è stata poi utilizzata da tutto il Servizio Sanitario Regionale per garantire funzionalità dei servizi e assistenza ai pazienti Covid positivi. Si potrebbero inoltre ricordare a chi parla di “disastro”, denotando una memoria alquanto corta, le procedure di reclutamento per tecnici di laboratorio, altra figura cardine nel periodo pandemico e tante altre selezioni espletate per reclutare il personale della dirigenza sanitaria.

False e tendenziose sono pertanto le dichiarazioni diffuse a mezzo stampa volte a gettare discredito sul Personale della Usl Umbria 2 che quotidianamente presta la sua opera in silenzio e a cui va il ringraziamento della Direzione Strategica e della collettività tutta. Esempi e testimonianze giungono quotidianamente alla Direzione attraverso apprezzamenti ed encomi che vengono spesso resi pubblici. Non è assolutamente vera la notizia di pazienti ricoverati in corsia se non per situazioni assolutamente eccezionali e sono inaccettabili le dichiarazioni che screditano l’attività del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Foligno.

Il “fantomatico progetto di Terzo Polo” è stato presentato in due circostanze pubbliche, come mai era avvenuto nella storia della sanità Umbria. Nei consigli comunali di Spoleto e di Foligno le forze politiche, sindacali, associative, istituzionali hanno potuto partecipare in maniera democratica e costruttiva al confronto.  Va detto, in replica a quanto affermato nella nota sindacale, che il Terzo Polo Ospedaliero è un progetto di grande lungimiranza e strategia politica e sanitaria, necessario per mantenere il livello di eccellenza delle risposte assistenziali e di cura erogate nei territori di Foligno, Spoleto, Valnerina.

Le affermazioni circa il ruolo e la funzione dell’Ospedale di Orvieto sono frutto di ignoranza degli autori. Forse è loro sfuggito che oggi, seppur con difficoltà ma con un progetto altamente innovativo, sono state ricostituite le équipe del Pronto Soccorso e della Chirurgia Generale in grado ora di assicurare un servizio proprio di un ospedale DEA di I livello. Sempre ad Orvieto c’è la presenza di ottimi reparti di Ostetricia e Ginecologia (Punto Nascita), Pediatria, Cardiologia e Medicina Generale e d’Urgenza. Inoltre i servizi costituiscono un punto di eccellenza (Laboratorio Analisi, Diagnostica per Immagini e Oculistica). L’équipe medica dell’Ortopedia è infine in fase di potenziamento.

Per ciò che concerne l’ospedale di Amelia e di Narni è stata data attuazione alle direttive impartite dalla Regione Umbria mentre per la sanità territoriale va sottolineato come questa Usl sia impegnata nella realizzazione di una serie di progetti che prevedono investimenti per circa 60 milioni di euro, finanziati con fondi PNRR e non, che riguardano:
–       Adeguamenti antisismici degli ospedali di Foligno (per un importo complessivo di 19 milioni 435 mila euro), Spoleto (6.5 milioni di euro) e Orvieto (7 milioni e 347 mila euro);
–       Realizzazione di cinque Ospedali di Comunità: Montefalco, Spoleto, Amelia, Orvieto, Terni per un importo di 10 milioni di euro;
–       Apertura di 10 Case di Comunità: Montefalco, Nocera Umbra, Cascia, Norcia, Amelia, Spoleto, Orvieto, Fabro, Spoleto, Terni per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro;
–       Attivazione di due COT, Centrali Operative Territoriali a Spoleto e Terni per un importo pari a circa 1,3 milioni di euro.

Tali opere consentiranno di dare un volto nuovo alla sanità territoriale unitamente ad un prezioso recupero del patrimonio immobiliare che risultava in disuso orami da decenni.
Sono in corso di potenziamento (atti già adottati!) il servizio Patrimonio/Attività Tecniche/Ingegneria Clinica, il servizio Acquisti e il servizio Personale con assunzioni in corso.

Il gratuito attacco sindacale, come detto, getta discredito sull’attività di tanti professionisti, sanitari, tecnici e amministrativi che si stanno adoperando con grande spirito di abnegazione per far fronte a questi impegni di portata epocale. In un momento delicato quale quello attuale, servono coesione e collaborazione e non certo accuse false e tendenziose.

Direzione Sanitaria Usl Umbria 2




I sindacati all’attacco, “la sanità pubblica guidata da USL Umbria 2 è ormai allo sbando”

“La gestione della sanità nella Usl Umbria 2 era critica già prima della pandemia: immobilismo, lentezza decisionale, assenza di una chiara visione programmatica. Adesso, a più di tre anni di distanza, siamo di fronte ad un reale disastro. La Usl Umbria 2 è allo sbando, lo vivono sulla loro pelle le cittadine e i cittadini per la carenza dei servizi ed i dipendenti che si trovano a lavorare in una completa assenza di organizzazione. Sebbene siano stati approvati da tempo sia il nuovo Piano regionale sanitario, sia il nuovo Contratto collettivo nazionale, la Direzione aziendale non ha ancora posto in visione delle organizzazioni sindacali il nuovo modello organizzativo richiesto ed atteso da anni, testimoniando l’atteggiamento arrogante e la mancanza di rispetto per le lavoratrici e i lavoratori che connota le relazioni sindacali della Usl Umbria 2.

Personale infermieristico ed ostetrico, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e di radiologia, operatori socio sanitari e personale amministrativo lavorano ogni giorno con il disagio e le difficoltà di una pianta organica con ruoli vacanti ed obsoleti, per cui è sempre più difficile erogare servizi di qualità, moderni e innovativi che aumentino la soddisfazione dell’utenza e degli operatori. Eppure, sono gli stessi che venivano chiamati eroi e che da tempo vengono considerati meno di zero da questa azienda. La direzione continua a disattendere il confronto sulle norme introdotte con il nuovo contratto: nonostante le innumerevoli richieste da parte delle organizzazioni sindacali ancora non abbiamo avuto risposta riguardo l’introduzione della norma sui tempi di vestizione che da luglio 2021 non viene riconosciuta alle lavoratrici e ai lavoratori.

Legittimare e promuovere le professionalità degli operatori del comparto forse non interessa a questa Direzione indubbiamente più incline a incentivare i medici, il Contratto nazionale però prevede il riconoscimento delle professionalità e della formazione degli operatori, istituisce non solo i nuovi incarichi di funzione, ma riconosce e disciplina l’incarico di professionista esperto e professionista specialista, ma l’Azienda non affronta l’argomento, non di meno però dà incarichi ad personam in assenza di comunicazione e trasparenza.

È necessario affrontare punti cruciali come la questione del fabbisogno del personale, ma la Direzione continua a ripetere di aver assunto tantissimi infermieri, stranamente poi sposta con ordine di servizio il personale infermieristico da un territorio all’altro per carenza di personale nelle Unità Operative, inoltre la carenza degli operatori socio sanitari è ormai una criticità di difficile soluzione. Uffici amministrativi svuotati di personale e i pochi impiegati rimasti non riescono a mandare avanti le attività in un vuoto di ruoli di responsabilità e dirigenza, alcuni di questi dipendenti coinvolti nel settore delle gare d’appalto e nella gestione dei contratti aziendali per i lavori e le forniture dal 2016 aspettano ancora gli incentivi previsti dalla legge, la Direzione aziendale non si è mai confrontata con le organizzazioni sindacali su questo tema.

Con questa Direzione sono successe cose mai viste: Unità Operative con i pazienti ricoverati messi nei corridoi, operatori sanitari costretti a posizionare i letti di degenza contro il muro per mancanza di spondine di sicurezza per i pazienti. Non si hanno risposte credibili a domande concrete: cosa si vuole fare del  Presidio Ospedaliero di Foligno dove ormai l’attività chirurgica è ridotta al minimo e le degenze accolgono in prevalenza pazienti di area medica? Qual’è realmente il destino del Presidio Ospedaliero di Spoleto nel fantomatico progetto del Terzo Polo? Il Presidio Ospedaliero di Orvieto quando diventerà realmente Dea di primo livello per l’emergenza urgenza? L’Ospedale di Amelia diventerà veramente un Ospedale di Comunità dopo  l’incresciosa modalità con cui è stato svuotato dalla sera alla mattina di un intero reparto? E quale reale destino avranno i distretti territoriali della Usl Umbria 2, smembrati e accorpati in Direzioni centralizzate di cui ancora non è nota l’organizzazione?

Le organizzazioni sindacali le hanno provate tutte: abbiamo accettato i tavoli tecnici che immancabilmente si sono conclusi con un nulla di fatto, con i documenti prodotti all’ultimo momento dall’Azienda sempre imprecisi, incompleti, da rivedere. Nessun vero, serio, rispettoso confronto per affrontare tutti i reali problemi delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo costretti quindi a ripensare una strategia che contempli un’azione sindacale di rivendicazione e mobilitazione permanente, perché non è più tempo di aspettare.

Giampiero Pincanelli, segretario aziendale Usl Umbria 2 Cgil
Pietro Cancellieri, segretario aziendale Usl Umbria 2 Cisl
Sandro Peciarolo, segretario aziendale Usl Umbria 2 Uil