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Indagine di Umbria Export, bene il 2022 con un aumento del 23,7% e si prevede un 2023 in crescita

L’export umbro nel 2022 ha avuto un aumento del 23,7% rispetto all’anno precedente, un dato leggermente migliore rispetto alla media dell’Italia. Nel complesso, secondo l’Istat, la crescita dell’export in valore nel 2022 – condizionata dai rialzi dei prezzi diffusi a livello merceologico – riguarda tutti i territori ma con dinamiche differenziate: è molto sostenuta (+20,0%) e più marcata rispetto al 2021 per le Isole (+58,0%), spinta soprattutto dalle vendite di prodotti della raffinazione; più accentuata anche per il Centro (+23,4%), trainata dalle vendite di prodotti farmaceutici, e per il Sud (+15,4%), grazie anche alla positiva dinamica delle vendite di prodotti alimentari, mentre è in lieve rallentamento per il Nord Nord-ovest (+19,6%) e Nord-est (+16,0%).

Nell’insieme dell’anno, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite verso Stati Uniti, Germania, Svizzera, Spagna e Francia.

L’export complessivo umbro del 2022 si attesa sui 5,8 miliardi rispetto ai 4,7 miliardi del 2021. Da una indagine campionaria, condotta da Umbria Export, l’agenzia per l’internazionalizzazione di Confindustria Umbria tra le aziende associate, emerge che la maggior parte delle aziende ha riscontrato trend positivi delle esportazioni in valore. Gli esiti dell’indagine campionaria mostrano inoltre alcuni orientamenti per il 2023. La maggior parte delle aziende prevede un consolidamento ed un aumento delle esportazioni per l’anno in corso. Le aree geo-economiche verso le quale si prevedono le maggiori performance esportative sono gli USA e l’Europa (soprattutto Germania, Francia). Particolare attenzione viene riservata al Regno Unito e alla Svizzera.

“Stando a quanto emerge dall’indagine, possiamo guardare con maggiore fiducia al 2023 – sottolinea il presidente di Umbria Export Riccardo Concetti – Nonostante lo scenario complesso, i settori più rappresentativi dell’economia umbra, a partire dalla meccanica, dall’agroalimentare e dal tessile sembrano orientati all’ottimismo. È vero che c’è una componente esogena collegata al prezzo delle importazioni, ma continuano a crescere anche i volumi, e questo è importante. Anche i principali servizi richiesti, partecipazione a fiere internazionali e assistenza nella ricerca controparti ed organizzazione di incontri bilaterali testimoniano da una parte il chiaro ritorno verso iniziative promozionali in presenza e dall’altro l’interesse a sviluppare nuovi contatti anche utilizzando nuovi strumenti e approcci digitali. L’indagine mostra anche un interesse delle aziende verso la formazione tecnica su tematiche doganali e verso gli strumenti finanziari pubblici che possano supportare questa importante fase di consolidamento e soprattutto di ripresa. Da parte di Umbria Export, nel quadro delle attività organizzate da Confindustria Umbria, particolare attenzione sarà dunque dedicata anche alle attività informative sui mercati target e su quelli che esprimono potenzialità ancora non pienamente sfruttate (per Sud Est asiatico e Africa) al fine di poter accompagnare le aziende, non solo con servizi personalizzati, ma anche con una attività di informazione e sensibilizzazione”.

Fonte: Confindustria Umbria




Il PD di Ficulle, “siamo la Cenerentola dell’orvietano per presenze turistiche anche se il sindaco dice altro”

E’ di pochi giorni fa la pubblicazione, da parte della Regione Umbria relativa ai dati dei flussi turistici del 2022. Dall’esame del dato emerge, senza ombra di dubbio, l’andamento positivo delle presenze turistiche nei Comuni umbri con la media regionale che si attesta intorno ad un +34,7%. Lo stesso dicasi per il Comprensorio Orvietano, addirittura con il Comune di Montecchio che si è assestato a un ragguardevole +69,5%.

A Ficulle, ormai Cenerentola dell’orvietano, in controtendenza su qualsiasi parametro regionale e territoriale e contro qualsiasi aspettativa, purtroppo, si deve registrare un pessimo e quanto mai sciagurato -11,8%. Le presenze dei turisti, in termini assoluti, registrate dagli operatori nel corso del 2022 sono state in totale 5.375 che se paragonate, per esempio, alle 13.849 del 2015, anno precedente al terremoto in Umbria, rendono lampante e tangibile il dato fortemente negativo che è registrato dal settore nell’ultimo periodo. L’amministrazione del nostro Comune ha fatto del Turismo un suo cavallo di battaglia, in nove anni non ha fatto altro che parlare di Turismo e di incremento del Turismo, arrivando a far predisporre dall’università di Perugia un apposito piano di marketing turistico spendendo denaro pubblico solo per approntare un programma dal quale non si è tratto nessun beneficio e a questo punto qualche riflessione dovrebbero farla sia l’amministrazione sia i cittadini di Ficulle. Poi, in maniera del tutto illogica e sconclusionata, per dare il colpo fatale al settore ha anche pensato bene di introdurre l’imposta di soggiorno, un’idea geniale che di sicuro non ha costituito sicuramente un particolare incentivo per le attività turistiche.

Possiamo dire che l’unico obiettivo che l’amministrazione si era posta con tanto dispiego di fondi non l’ha raggiunto e quindi che ne traesse le giuste considerazioni. Abbiamo anche letto l’intervista rilasciata dal Sindaco il 4 febbraio al quotidiano Il Messaggero che di fatto costituisce l’ammissione della resa incondizionata. Oltre al trito e ritrito storytelling del ”tutto va bene madama la marchesa”, ritornello al quale a Ficulle ormai non crede più nessuno, restano evidenti, avendoli tutti davanti agli occhi, i risultati di questa gestione.

Cosa dire delle numerose attività che nel centro abitato hanno abbassato le serrande definitivamente, la mancanza di iniziative pubbliche che possano attrarre i turisti, per non parlare dell’improvvida imposta di soggiorno, la mancanza cronica di parcheggi, non basteranno certo quattro spettacoli, di numero, della stagione teatrale a risollevare le sorti del turismo ficullese. Ma se tutto questo non fosse ancora sufficiente, si pensi alla gravità dell’affermazione inaccettabile del Sindaco, che dice “altro non si può fare”. Certamente l’aumento continuo di tasse e tariffe, come è stato in questi ultimi anni, più che un incentivo ha rappresentato e rappresenta un disincentivo ad investire nel nostro paese. Di sicuro non è vendendo le case agli stranieri che si può pensare di rivitalizzare un paese ottenendo il pessimo risultato di trasformare il centro storico in un dormitorio per turisti i quali, una volta acquistata una casa, trascorrerebbero, se tutto va bene, al massimo un mese all’anno in paese, operazione di sicuro interessante per gli acquirenti, visto anche il calo dei valori immobiliari, ma non certo per i cittadini di Ficulle che in paese devono vivere tutto l’anno e il risultato più evidente sarebbe la desertificazione del centro storico. Il Sindaco nell’articolo si gloria dell’apertura di un laboratorio ceramico, peccato che la titolare dell’attività è qui già da anni e il suo progetto risale a molti anni prima.

Su un fatto crediamo che non ci siano più dubbi, a Ficulle non servono chiacchiere a vuoto e promesse irrealizzabili, ma il paese necessita di un’amministrazione seria che sia in grado di risolvere i problemi della comunità e dia, o almeno cerchi di riportare i servizi ai livelli di qualità come li ha trovati al suo insediamento.

Sul polo scolastico e gli orti che vengono spacciati per parcheggi e sui giardini e gli altri innumerevoli problemi che affliggono il nostro comune avremo modo di ritornare

Circolo Comunale di Ficulle del Partito Democratico




Nuova possibile truffa, signora chiede soldi per la benedizione delle attività commerciali

Tornano le piccole truffe con l’avvicinarsi di una delle feste principali del calendario: la Pasqua. Nei giorni scorsi, infatti, è stata segnalata la presenza di una signora di mezza età che girava nel centro storico con un santino chiedendo dei soldi in cambio della benedizione del negozio.

In pratica prendendo spunto dalla tradizionale benedizione delle famiglie che nel periodo Quaresimale viene effettuata dalle parrocchie, la signora ha pensato bene di “affiancarsi” e offrire a pagamento la benedizione delle attività commerciali. Ha scelto il sabato mattina, giorno di mercato a piazza del Popolo e la signora, di mezza età, capelli castani, secondo la descrizione che ci hanno fatto alcune “vittime”, ha iniziato a entrare in molti negozi nella zona di corso Cavour e piazza del Popolo con un santino offrendo una benedizione in cambio di soldi per i poveri.

Il parroco di Sant’Andrea e San Domenico, don Luca Conticelli, ha scritto anche sui social che non c’è alcun legame tra la Chiesa e la signora e che per le benedizioni alle famiglie basta contattarlo telefonicamente.