Il “Club Amici della Stampa” ringrazia la città e soprattutto i giovani per la giornata del 26 febbraio e l’abbraccio a Sami Modiano

La giornata emozionante del 26 febbraio che ha visto protagonista assoluto Sami Modiano ha avuto anche un altro protagonista, il pubblico giovane. Lo ammettiamo, qualche timore c’era. Un incontro di domenica mattina, con uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz e una sala da riempire. Modiano, è noto, ama i giovani e a loro indirizza il suo straziante racconto perché “non si ripeta mai più”. Lo ha ripetuto spesso alla fine della sua testimonianza.

Partiamo proprio dalla fine, dall’abbraccio commovente del “nonno” ai suoi numerosi nipoti. Sono corsi tutti in avanti appena chiamati, perché quando il nonno chiama si corre senza se e senza ma. Poi quei ripetuti abbracci, le lacrime di Modiano, senza mai nasconderle. D’altronde le emozioni non si devono nascondere, mai!

Ogni timore sull’impegno dei giovani di domenica mattina è svanito immediatamente quando all’ingresso di Modiano in sala tutti hanno applaudito, quando ha iniziato il suo struggente racconto sulla prima giovinezza felice nella sua Rodi e gli occhi degli studenti sono rimasti fissi sul protagonista delle giornata. E poi il racconto è andato avanti con l’espulsione dalla scuola, la mano sul capo del maestro…le parole del padre. La vergogna delle leggi razziali hanno colpito la famiglia Modiano. L’isola delle rose ha perso i suoi petali e ha tirato fuori le spine. Spine non sue ma dei tedeschi e dei loro alleati fascisti. Il racconto del viaggio, lunghissimo in nave e poi l’arrivo al campo di Birkenau.

E i giovani erano rapiti, attenti, commossi. Non c’era un telefonino se non per fotografare o registrare qualche brano. Un silenzio che ha parlato più di tante parole. E allora bravi alle ragazze e ai ragazzi del IISACP, Liceo Classico e delle Scienze Umane, Artistico e Professionale, all’IIS Majorana-Maitani, delle scuole medie di Orvieto e dell’Istituto Comprensivo Muzio Cappelletti di Allerona. Hanno offerto un’immagine di Orvieto fresca, attenta, emozionante e non quella stereotipata di giovani disattenti, a tratti menefreghisti e superficiali.

Dobbiamo ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che ha compreso l’importanza dell’evento e la sua unicità. I dipendenti che in un giorno festivo hanno offerto la loro professionalità e disponibilità per trovare la soluzione giusta per accontentare il gran numero di persone venute per ascoltare Sami Modiano. La cittadinanza, la ringraziamo, per aver dato dimostrazione di sensibilità e aver riempito la sala ben prima dell’orario d’inizio della manifestazione. Sicuramente avremmo potuto scegliere una sala più capiente ma la disponibilità della Fondazione per noi è divenuto un impegno.

Il “Club Amici della Stampa”, costituitosi per volontà dei professionisti dell’informazione che operano direttamente in città, ringrazia le istituzioni, i cittadini e soprattutto i giovani che hanno partecipato all’evento “Ho visto l’orrore. Il futuro della memoria”che ha visto protagonista assoluto Sami Modiano insieme a Ruben Della Rocca, vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma, e Roberto Conticelli, giornalista che non ha bisogno di grandi presentazioni dal 26 febbraio socio onorario.




Nella scuola elementare di Ciconia si insegna anche il “Fair Play”

“Ciao mamma, guarda come mi diverto” canta Jovanotti con un video proiettato sulla parete della lavagna della classe mentre gli alunni della 5^C dell’Istituto comprensivo di Orvieto Montecchio stanno preparando i disegni da presentare al concorso “Il fair play riparte dalla scuola. Forse parafrasando le parole del cantautore, rapper e disk jokey toscano vogliono dimostrare, mentre lavorano, come si divertono alla maestra Catia Bianchi, alla dirigente Isabella Olimpieri e anche a Lucia Custodi ideatrice del progetto legato al suo libro “Bon dice a Ton” sul corretto comportamento a tavola, nel quotidiano in tutti i suoi momenti nel corso della giornata.

“Questo secondo anno abbiamo iniziato con argomenti diversi – dice la professoressa Custodi – Come si vede sui pannelli sulle pareti della classe: come ci si comporta a teatro, ad una mostra, al museo, in biblioteca, in libreria, alla presentazione di un libro, allo stadio, al cinema. I ragazzi hanno poi affrontato loro stessi la produzione di un piccolo video. Tutti questi ragazzi fanno sport e quindi è stato interessante poter parlare con loro di rispetto, di collaborazione, di motivazione, di competizione”. Gli alunni hanno espresso alcune considerazioni riguardo a questi argomenti: “E’ molto bello vincere da soli e che siamo riusciti a raggiungere degli obiettivi. Ma a volte è meglio aiutare gli altri anche se arriviamo ultimi”. Un altro bambino ha detto “Il rispetto non è soltanto il rispetto del fair play, ma anche il rispetto per i genitori, per la famiglia e per gli amici”.

“Il rispetto per gli altri bisogna sempre averlo in tutti gli eventi. Per esempio quando incontriamo una persona anziana che ha difficoltà ad attraversare la strada, la teniamo per strada e la aiutiamo.  Quando io gioco sono impegnato a vincere, però è anche molto bello stare anche con gli amici. Il sacrificio è quando ti impegni al massimo, però devi rinunciare ad alcune cose”. La professoressa Custodi aggiunge “Abbiamo anche del bullismo e ciascuno di loro ha portato la propria esperienza al riguardo. Abbiamo parlato di come ci si comporta nel traffico stradale”. Un alunno indicando il relativo disegno sul suo banco aggiunge: Qui dunque in poche parole avrei appreso che tu non sei il capo della strada quando c’entri, sei uno che ne fa parte”.

Tutti elegantissimi: i maschietti con cravatta e fiocchetto, le bambine con i capelli curati e le treccine con fiocchetto colorato, perché chiedo a Lucia Custodi? “I ragazzi sapevano della venuta di un giornalista a prendere confidenza con il nostro esperimento e allora, consultandosi tra loro, si sono messi d’accordo di accogliere un ospite curando il loro abbigliamento come fosse un giorno di festa e non di scuola soltanto”. “I ragazzi chiedono e soprattutto ascoltano queste regole – aggiunge la maestra Catia – e cercano di metterle in pratica durante la giornata sia a scuola che a casa. Loro sono un gruppo che collabora, condivide, riflette insieme, cammina insieme e discute, a volte, insieme?”

Per ogni lezione i ragazzi hanno avuto un cartellino da appendere al collo, ognuno di questi cartellini ha il nome di un regista, di un attore, di uno sportivo e ciascuno di loro ne assume la personalità. Il ragazzo che ha avuto il nome di Fellini ha approfondito a casa, come compito, quello di documentarsi sul regista, sui film, sugli attori dei suoi capolavori ma anche sulle figure del mondo cinematografico: operatore, ciacchista, microfonista, datore delle luci. “Così – dice soddisfatta Lucia Custodi – hanno appreso termini e momenti di lavoro per la produzione di un film o di un documentario”.

La lezione si è conclusa con un grande applauso, con la consegna della pergamena di partecipazione e con un mazzo di fiori alla maestra, alla professoressa e alla dirigente scolastica.