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La polizia sente l’allarme e sventa un furto in una casa alla Gabelletta durante i controlli del territorio

Questi giorni di festa in cui molti orvietani escono di casa per fare acquisti e regali sono quelli preferiti dai topi d’appartamento per “visitare” le abitazioni da svaligiare. Proprio per questo motivo, il questore di Terni Bruno Failla aveva disposto una intensificazione dei servizi di controllo del territorio anche mediante l’impiego di pattuglie in borghese, soprattutto nel tardo pomeriggio e nelle ore serali che risultano essere quelle più critiche. E proprio una di queste pattuglie in borghese della Squadra Anticrimine del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto, alcune sere fa, verso le 18, mentre percorreva una strada in località Gabelletta, ha sentito il suono dell’allarme di un’abitazione che si trovava nelle vicinanze.

Gli agenti si sono avvicinati ed hanno notato che l’allarme era scattato in una casa isolata che al momento appariva disabitata in quanto le luci erano tutte spente. I poliziotti hanno parcheggiato la propria autovettura nei pressi della parte posteriore dell’abitazione, hanno notato che la recinzione era stata recisa in tre diversi punti e sono entrati nel giardino sito nel retro dell’edificio. Mentre entravano hanno sentito il rumore di un’autovettura che, parcheggiata nell’area antistante l’ingresso
dell’abitazione, quindi dalla parte opposta, si è velocemente allontanata. Rintracciati i proprietari, i poliziotti hanno fatto un sopralluogo presso l’abitazione ed hanno visto che gli ignoti visitatori erano già entrati all’interno dell’edificio forzando una finestra sita al pianoterra, ma l’arrivo degli agenti, allertati dall’entrata in funzione dell’allarme, li ha messi in fuga prima che potessero iniziare la loro attività predatoria. Di quanto accaduto il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto ha inviato una dettagliata relazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni che coordina le indagini.

Alla luce di questo episodio la Polizia di Stato rinnova l’invito ai cittadini a segnalare tempestivamente qualsiasi movimento sospetto e chiamare immediatamente il numero di
emergenza 112.




La politica spiega “la sanità migliorerà”, invece “mentre il medico studia il malato se ne va”

E’ arrivato il 2023 ma la sanità è ferma al 2022, a quel 29 novembre dell’incontro pubblico a cui ha partecipato il gotha regionale oltre al direttore generale della USL Umbria2 Massimo De Fino. I progetti presentati sono tanti ma la sanità orvietana soffre: questo è il dato di partenza. Il 30 dicembre in consiglio comunale si è parlato a più riprese di sanità. La maggioranza non ha approvato la proposta di Cristina Croce di convocare un tavolo sulla situazione orvietana perché ritenuta “ridondante” dalla sindaca Tardani. Possibile, invece, che la conferenza dei capigruppo si attivi per una serie di incontri magari anche con gli altri sindaci del territorio. Ma qual è la situazione reale? Partiamo da primo punto che ha sottolineato il sindaco in consiglio comunale: l’ospedale di Orvieto è un DEA di primo livello. Sì, è una conferma, DEA di I° livello era e quello rimane. Bene, verrebbe da dire invece la realtà è ben diversa. I servizi di una DEA di I° livello non sono assicurati a Orvieto perché manca personale medico e infermieristico, un male antico che in questi ultimi anni si è accentuato. Non solo, tanti medici hanno scelto altri lidi lasciando scoperte posizioni che non si riescono a coprire.  Rimane ancora irrisolto il problema della terapia intensiva con poco personale medico soprattutto se raffrontato con altri ospedali di simili dimensioni della stessa USL.  Ortropedia è sempre a corto di personale medico e lavora a scartamento ridotto, ben al di sotto delle possibilità e soprattutto delle necessità del territorio.  Non mancano le eccellenze come oculistica, ginecologia o l’intero settore della diabetologia ma non sono punti di riferimento per un territorio più ampio.  Insomma servono Orvieto e l’attuale distretto in chiusura e nulla di più, fatte salve le prestazioni da CUP.  Anche le strumentazioni sono in alcuni casi obsolete e vengono riparate dopo lunghi periodi di inattività e non sono previste sostituzioni.

E’ un ospedale dell’emergenza-urgenza?  Anche in questo caso lo è sulla carta mentre la realtà è ben diversa.  Ottimi i risultati nelle urgenze legate all’ictus con la trombolisi che ha evitato numerosi trasferimenti verso altri nosocomi ma soprattutto ha permesso tempestività d’intervento.  Lo stesso non si può dire per le emergenze cardiache e un reparto che potrebbe lavorare meglio se venisse risolto il problema dell’emodinamica, necessaria per assicurare la stessa tempestività d’intervento dell’ictus.  Il consiglio regionale ha votato all’unanimità il via libera all’emodinamica ormai quasi due anni fa ma non se ne è fatta menzione il 29 novembre e soprattutto non c’è alcuna parola in merito nel piano regionale della sanità.  Certo costa ma in un’area che è a un’ora di distanza dall’ospedale più vicino attrezzato e con autostrada e ferrovia e tanti turisti sarebbe necessaria e, purtroppo, come evidenziato in queste ultime ore, la mancanza viene drammaticamente a galla.

Nel frattempo, mentre manca tutto questo e non solo, mentre le liste d’attesa rimangono insopportabili, questo è un male comune di tutta la Regione, mentre i posti letto mancanti nel ternano verranno assicurati dal privato come previsto sempre dalla Regione, arriva in comodato gratuito un super-robot in 4k per la chirurgia ma il punto di riferimento per la formazione, che dovrà essere fatta, sarà a…Foligno, dove non hanno e non avranno per i prossimi due anni il super-robot chirurgico.  Verranno risparmiati diverse centinaia di migliaia di euro con interventi per il risparmio energetico ma questi soldi andranno nel calderone della USL e non per la sanità orvietana.  Però arriveranno milioni di euro per la ristrutturazione del pronto soccorso della terapia intensiva e delle sale chirurgiche, ma rimane la stranezza tutta orvietana di reparti dell’emergenza separati l’uno dall’altro con primariati diversi.  Arrivano i soldi del PNRR per concretizzare il progetto presentato sempre il 29 novembre, dell’ex-ospedale al Duomo che verrà convertito in Casa di Comunità e Ospedale di Comunità con una ventina di posti letto per lungodegenti, l’esatto contrario di quello che sta avvenendo nella sanità dei Paesi più avanzati dove l’acuzie prevede l’ospedalizzazione e poi il ritorno in casa con assistenza domiciliare, monitoraggio e controllo medico da remoto e visite di controllo calendarizzate e personalizzate sul paziente.  Scampato, così ha assicurato la sindaca Tardani, il pericolo REMS in pieno centro storico, rimane scoperto il problema della palazzina mensa della Piave laddove era prevista dal 2008 una Casa di Comunità o meglio, così come era definita all’epoca, una Casa della Salute.

Orvieto ha pagato tanto in passato con la chiusura della USL4, tra l’altro sana dal punto di vista finanziario, che ha apportato in dote alla USL2, ad esempio, l’ex-ospedale in piazza Duomo.  Lo smantellamento della scuola per infermieri, la centralizzazione su Terni e Foligno di ogni servizio amministrativo e ora la ciliegina sulla torta del Distretto.  Un territorio ampio, isolato dal resto dell’Umbria, non viene inserito nel “club” dei poli ospedalieri, in favore di Foligno-Spoleto, a meno di 30 minuti da Perugia.  Non è questione di campanile ma il polo ternano è connesso con Narni-Amelia, l’altro polo copre Foligno, Spoleto e la Val Nerina mentre Orvieto è isolata e troppo spesso per “semplici” fratture o emergenze chirurgiche o cardiache i mezzi del 118 prendono la strada di altri nosocomi perdendo tempo prezioso, a volte vitale. Ma non era dell’emergenza-urgenza?  Sicuramente sulla carta e sicuramente non per lo scarso impegno di chi lavora in ospedale, ma per la mancanza di strumentazioni adeguate; per scelte discutibili nella gestione dei reparti dell’emergenza; per lo scarso appeal del Santa Maria della Stella per i professionisti della sanità; per la mancanza di accordi di partnership non con il privato ma con l’ospedale di Terni al fine di valorizzare le eccellenze che esistono a Orvieto ma vengono tenute nascoste e in. Alcuni casi penalizzate dall’interno, dal chiacchiericcio che colpisce tutti, anche chi lo esercita ma soprattutto colpisce i cittadini che quotidianamente vedono respinte le loro legittime richieste e in alternativa o si mettono a girare l’Umbria o ricorrono al privato. 

“La sanità a Orvieto ha qualche criticità, ma nel complesso ha un futuro radioso”, così si dice nei Palazzi della politica, però mai è più azzeccato un detto siciliano, “Mentre u medico studìa u malato s’nni va”.




Il coordinamento comunale di Italia Viva chiede le dimissioni di sindaco e giunta

Dopo l’ultimo consiglio comunale e la contemporanea riunione di maggioranza si è evidenziata una crisi politico-istituzionale che la città non può sostenere né permettersi.
I temi per uno sviluppo pressano affinché si agisca velocemente e responsabilmente approssimandosi il rischio di perdere gli ultimi treni per uno sviluppo della città. Le contraddizioni all’interno della maggioranza e la sua incapacità di decidere penalizzano una società come la nostra meritevole di ben altri avvenimenti.
Pertanto Italia Viva:
PRESENTE nel tessuto cittadino, comprensoriale e provinciale
VERIFICATO che nonostante gli ultimi appelli e proposte per una sana politica 
CONSIDERATE le disattese della amministrazione sui temi proposti 
ASSEVERATA l’insofferenza di molti cittadini 
PRESO ATTO delle aspettative delle comunità di prossimità
VISTO il persistere dell’impasse amministrativo 
                                             CHIEDE 
le dimissioni del SINDACO e dell’attuale GIUNTA a salvaguardia della salute amministrativa e civile di questa città e di questo comprensorio, auspicando un nuovo percorso con il coinvolgimento di tutte le forze politiche , associazioni , personalità che amano ORVIETO.

coordinamento comprensoriale orvietano Italia Viva




Fabiano Salticchioli promosso generale di divisione dell’Arma dei Carabinieri

La Sezione ANC – Carabinieri di Orvieto, ha il piacere di condividere l’avvenuta promozione del Generale Fabiano Salticchioli al grado di generale di divisione dell’Arma dei Carabinieri. L’alto Ufficiale, orvietano di nascita e residente a Porano, è Generale di altissimo valore dell’Arma dei Carabinieri, che si distingue per la eccezionale struttura morale, la straordinaria competenza professionale e la grandissima abnegazione.

Proveniente dall’Accademia Militare di Modena ha proseguito la sua carriera militare assumendo il Comando di impegnativi Reparti, su tutto il territorio nazionale: da Mondragone, a Milano; Roma e Padova, quando proveniente dallo Stato Maggiore della Difesa veniva assegnato al Comando della Legione Carabinieri Marche – Comando che dirigeva con altissimo senso del dovere e assoluto attaccamento al servizio. Per ultimo ha assunto l’incarico di Vice Comandante dell’Ispettorato Scuole dell’Arma, con sede a Roma.  

Laureato in Giurisprudenza, Scienze politiche, Scienze della Sicurezza Interna ed Internazionale ha frequentato il Corso di alta formazione Militare ‘ISSMI’. Come Soci dell’ANC. siamo onorati di poter esprimere al Generale di Divisione Fabiano Salticchioli – unico Generale di Div. CC in servizio – nella circoscrizione della Ns. Sezione, le nostre più sentite congratulazioni”.




Canile e gattile, la risposta in consiglio del sindaco non soddisfa Alessio Tempesta, “evasiva e rimane il problema senza soluzioni neanche future”

Nell’ultimo consiglio comunale dell’anno che si è svolto il 30 dicembre, è stata trattata l’interrogazione presentata dal consigliere Alessio Tempesta, gruppo misto, sulla complessa situazione relativa alla destinazione dell’ormai ex-canile di Bardano, desinato a laboratorio profilattico delle patologie su cinghiali abbattuti e dei suini a seguito di macellazioni domestiche. In particolare, come scritto nell’interrogazione, il consigliere Tempesta chiedeva di sapere: Se la convenzione tra il Comune di Orvieto e la Asl Umbria 2 per la destinazione dei locali dell’ex canile di Orvieto, in Località Bardano a laboratorio di analisi delle corate, sia stata stipulata a titolo temporaneo, quindi solo fino alla data del 31 gennaio 2023, come previsto dai termini temporali dall’autorizzazione alla macellazione suina da parte della Asl Umbria 2 – Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale. Quale è, e se esiste, un progetto di futura destinazione del ex canile comunale di Bardano da parte dell’Amministrazione Comunale. Se le valutazioni di compatibilità sanitaria sulla coesistenza di un canile sanitario e di un laboratorio profilattico delle corate, sia pure fosse per 2 mesi all’anno (dal 01 dicembre al 31 gennaio), siano state effettuate, quali, e come siano normate e/o documentate. Se, in conseguenza dei punti 1° e 3° è riscontrata o meno la incompatibilità della presenza congiunta di cani e di un laboratorio di analisi delle corate, con riferimento soprattutto per il rischio epidemico di pseudo rabbia suina, patologia trasmissibile al cane ma non all’uomo. Se in virtù dei punti 1 e 4 l’Amministrazione Comunale abbia valutato preventivamente la suddetta affermazione fatta mezzo stampa, che farebbe presumere la possibilità di sussistenza congiunta tra un canile sanitario ed un laboratorio di analisi delle patologie suine in quella struttura. Se il Sindaco ed Assessore all’Ambiente è a conoscenza di quanti cani randagi vengono accalappiati annualmente sul territorio comunale di Orvieto, se conosce la loro destinazione, se conosce il costo giornaliero di ogni cane presso il canile sanitario esterno al Comune di Orvieto, e se si ritiene che tale situazione, e perché, sia la migliore possibile in termini di costo pubblico, e conseguentemente come questa ‘distanza’ dei propri cani possa facilitare il recupero del cane smarrito accidentalmente, (privo di microchip) e/o soprattutto le adozioni dei randagi, quest’ultima normata nell’Art. 209 della Legge Regionale 11/2015, al comma 1, lettera f). Se è vero che la liberazione dei box e locali del canile di Bardano dai cani randagi sia stata forzata nei tempi rispetto al contratto in essere con l’associazione di volontariato che aveva scadenza al 31 dicembre 2022, al fine di poter iniziare d’urgenza il servizio di analisi delle corate. Se e perché, in merito al punto 7, tale scelta e rapida azione sia appunto conseguenziale di quanto ascritto ai punti 3 e 4.
9. Se, e come, inconseguenza del punto 2, l’Amministrazione preveda di utilizzare gli importi previsti per il rifacimento del canile comunale, come riportati nella Missione 9, Programma 2, Titolo 1 del Bilancio Comunale. Se si intende continuare a garantire la prosecuzione continuativa del servizio di sterilizzazioni dei gatti delle colonie feline ancora presso i locali ambulatoriali del ex canile di Bardano, facilitandolo, con la sistemazione quindi delle problematiche infrastrutturali suddette. Se, consequenzialmente del punto 2 e 10, l’Amministrazione comunale intenda affrontare fattivamente, e con un approccio di maggiore attenzione etologica, la questione dei gatti randagi, con particolare attenzione alla realizzazione delle Oasi feline, quindi del loro mantenimento, come previsto dall’Art. 209, lettera d) della Legge Regionale 11/2015”. Insomma un’interrogazione corposa e complessa che ha anche aperto il sipario sulle divisioni interne alla maggioranza e in particolare con il consigliere Alessio Tempesta che da alcuni mesi ha deciso di lasciare il gruppo “Progetto Orvieto”, la lista civica che ha appoggiato il sindaco, per aderire al Gruppo Misto.

Il canile, poi, è stato al centro di polemiche anche nel recentissimo passato proprio tra il sindaco e lo stesso Tempesta che ha voluto sottolineare come la “delega” al benessere animale non sia mai stata effettivamente utilizzata e in particolare non è mai stata concretizzata in alcun atto scritto da parte della sindaca Tardani. Ma ecco in sintesi e come riportato anche nel comunicato ufficiale del Comune, la risposta della sindaca all’interrogazione. “Sulla mozione innanzitutto manca una premessa fondamentale: il canile di Orvieto era sotto sequestro da tempo e per tale provvedimento gli ingressi erano bloccati e l’attività evidentemente limitata. Nel corso del mio mandato ho affrontato la questione più volte con le associazioni animaliste, e in molte occasioni era presente anche il consigliere Tempesta che ha peraltro condiviso con noi e con le associazioni stesse come la struttura di Bardano, per le condizioni e per l’ubicazione, tra mattatoio e ferrovia, non fosse il luogo più idoneo ad ospitare un canile. Nel bilancio che avevamo ereditato al nostro insediamento l’importo previsto per il rifacimento della struttura di Bardano era una sola previsione di spesa eventualmente da finanziare con un mutuo. La valutazione comune che quella zona fosse inidonea a ospitare un canile, la mancanza di spazi adeguati a ospitare un parco canile che avrebbe peraltro una spesa importante per le casse del Comune ci hanno spinto a fare la scelta di affidare il servizio di custodia dei cani. Recentemente ho avuto un nuovo incontro con le associazioni alle quali ho dato la mia disponibilità a valutare in futuro con la Asl la possibilità di prevedere un canile sanitario nella struttura di Bardano. Lei sostiene che la competenze di questa decisione sarebbe del Comune e cita l’articolo 209 lettera b della legge regionale 11/2015 che stabilisce che siano i Comuni a provvedere “alla costruzione dei canili sanitari e dei canili rifugio e alla ristrutturazione di quelli esistenti” omettendo però di scrivere la seconda parte e cioè ‘nel rispetto del piano di cui all’articolo 211’. E cosa dice l’articolo 211? Che la giunta regionale, sentite le aziende sanitarie locali, adotta il piano degli interventi di prevenzione del randagismo degli animali di affezione e il piano stabilisce i criteri per gli interventi di costruzione, risanamento e corretta gestione dei canili sanitari. Ovvero Regione e Asl dettano le linee, i Comuni realizzano gli interventi. Come sarebbe perciò possibile realizzare un canile senza un confronto con Asl e Regione?
Abbiamo ricevuto da parte della Usl Umbria la richiesta urgente di disporre, nell’ambito delle attività di contrasto alla peste suina per far fronte all’emergenza della peste suina che coinvolge centinaia di cittadini su tutto il territorio orvietano, di una struttura per effettuare delle visite ispettive e analisi su cinghiali abbattuti e le visite di controllo su suini macellati a domicilio per autoconsumo. Così abbiamo firmato con la Asl Umbria 2, che in quella struttura ha già a disposizione ambulatori sanitari, un’estensione della convenzione per effettuare a Bardano le analisi sulle corate suine. Questa attività è iniziata soltanto dopo il trasferimento dei cani da Bardano al canile Montetonico di Castel Giorgio che si è aggiudicato il bando per l’affidamento del servizio di custodia deciso da questa Amministrazione per garantire il benessere degli animali alla luce della condizione della struttura di Bardano. Non c’è stata pertanto nessuna concomitanza tra la presenza dei cani e le analisi delle corate suine. C’è invece un parere della Asl che non evidenzia incompatibilità tra l’attività di analisi delle corate suine e quella di sterilizzazione dei gatti che va avanti regolarmente e continuerà regolarmente anche in futuro. Nell’incontro con le associazioni ho detto che, nel momento in cui si troveranno soluzioni alternative per ospitare le analisi delle corate suine, sarà possibile avviare un ragionamento sulla destinazione a canile sanitario della struttura di Bardano. Come Sindaco e assessore all’Ambiente conosco benissimo la situazione del randagismo nel nostro Comune. Nel 2022 sono stati accalappiati sul territorio comunale 10 cani. I cani catturati privi di microchip vengono attualmente trasportati al canile sanitario di Schifanoia a Narni dove permangono per un massimo di 60 giorni decorsi i quali vengono trasferiti ai canili rifugio dove possono essere adottati. Il costo della custodia al canile sanitario è di 3,5 euro al giorno per animale. Questa Amministrazione intende portare avanti ogni iniziativa possibile per il benessere degli animali, cani e gatti, ed ha avviato un confronto virtuoso con le associazioni animaliste che saranno preziose nella definizione delle attività da portare avanti e anche nella sensibilizzazione dei cittadini su tutte le problematiche connesse a questo ambito”.

La risposta è apparentemente esaustiva e il consigliere Alessio Tempesta si dichiara “parzialmente soddisfatto”. Restano alcune domande in sospeso ma soprattutto rimane aperta la questione del fenomeno del randagismo e della cura degli animali. E’ molto chiaro, in tal senso, proprio Tempesta che rilancia rispondendo some sia un falso problema quello delle risorse per la realizzazione di un nuovo canile sanitario visto che a bilancio delle risorse ci sarebbero almeno per una prima e già operativa fase di realizzazione. Anche sulla valutazione e realizzazione di un canile sanitario la sindaca, secondo il consigliere Tempesta, è stata piuttosto evasiva e imprecisa nonostante abbia citato l’intero articolo 211 della Legge Regionale 11/2015 . “La valutazione non viene effettuata dalla USL e la decisione è in capo esclusivo dell’amministrazione comunale”, spiega Tempesta; è pacifico che l’interlocuzione con la USLci dovrà essere per ogni questione autorizzativa e amministrativa relativamente alla parte sanitaria. E per il futuro? Anche per i prossimi anni il consigliere Tempesta è piuttosto pessimista viste le premesse e l’orientamento dell”attuale giunta. “in particolare ritengo che un canile sanitario poteva essere mantenuto spendendo pochi soldi per le opere di adeguamento richieste e invece si continuerà ad analizzare le corate dei suini ben oltre la data prevista del prossimo 31 gennaio. Silenzio tombale, invece, per quanto riguarda oasi felina e gattile”. Il benessere animale può accompagnarsi anche a una sana gestione economica ma l’amministrazione la vede in maniera diversa e ha deciso di appaltare tutto ad altri Comuni e ai privati, spendendo una cifra non indifferente ogni anno e rimanendo succube delle eventuali variazioni in corso d’opera che riporterebbero la situazione all’emergenza, che non vuo dire normalità.




Giovane di 29 anni muore a lavoro per un malore, inutile l’arrivo tempestivo dell’elicottero del 118

Il 2023 inizia in maniera drammatica a Orvieto per il decesso di un giovane nella zona industriale di bardano. Secondo le prime informazioni, non confermate ufficialmente, nel primo pomeriggio del 2 gennaio un giovane del ’93 si sarebbe sentito male all’interno della ditta dove stava lavorando.

Sono stati immediatamente allertati i soccorsi anche grazie all’intervento degli agenti della polizia locale che hanno individuato e predisposto un’area per l’atterraggio in sicurezza dell’elicottero del 118. Nonostante l’arrivo dell’elisoccorso per il giovane di soli 29 anni non c’è stato nulla da fare.




Piazza Angelo da Orvieto, il parcheggio “imprigiona” l’auto di una famiglia di Roma a Capodanno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di un lettore sul parcheggio di Piazza Angelo da Orvieto che fin da quando ha visto ridisegnato l’intera area di sosta ha innescato polemiche e disagi per chi, sbagliando, ha lasciato la propria auto in sosta fuori dai posti segnalati.

Il parcheggio meno intelligente d’Italia ha creato nuovi problemi, come accade mediamente una volta al mese. Una coppia romana è rimasta come al solito con l’auto intrappolata all’interno dello spazio libero del parcheggio di piazza Angelo da Orvieto, la cui rimodulazione continua a creare problemi sia ai residenti che ai turisti.  Questa volta a rimanere bloccati sono stati, appunto, due turisti di Roma  che hanno passato un’ora di domenica primo gennaio a cercare di usire dal parcheggio, avendo parcheggiato impropriamete l’auto nella parte centrale della piazza e rimanendo poi chiusi da altre vetture dopo aver trascorso il Capodanno ad Orvieto.  “Non vediamo l’ora di andarcene da Orvieto, ma si può fare un parcheggio cosi?” ha detto con grande nervosismo la signora mentre cercava di far intervenire i carabinieri.

Nonostante le sollecitazioni dei residenti, il Comune non ha alcuna intenzione di rimettere mano alla collocazione dei posti di sosta che sono stati disegnati creando un triangolo vuoto al centro del tutto inutile sia dal punto di vista degli spazi di parcheggio che da quello estetico. Anche la consigliera comunale Cristina Croce aveva suggerito all’amministrazione comunale di rivedere il parcheggio, adottando soluzioni intelligenti e razionali tra cui quella di prevedere la possibilità di utilizzare anche lo spazio interno del triangolo per la sosta, ma da parte del Comune c’è totale chiusura. In attesa del prossimo problema con relative difficoltà per qualche incauto e sfortunato automobilista.

Un lettore




Incendio di un casale a Castel Giorgio nella notte di Capodanno dichiarato inagibile dai Vigili del Fuoco

Alle ore 2.30 del 1° gennaio 2023 la squadra del distaccamento di Orvieto è intervenuta a Castel Giorgio per un incendio di una abitazione singola su due piani. Le fiamme hanno interessato la totalità del secondo piano che ha riportato ingenti danni e pertanto è stato dichiarato inagibile. Gli occupanti, una famiglia composta da 3 persone, al nostro arrivo era già fuori dall’abitazione.

Non si registrano feriti. Intervento concluso alle ore 6.30