La Polstrada di Orvieto scopre traffico di auto di lusso, coinvolte tre persone straniere

E’ sempre alta l’attenzione della Polizia di Stato verso fenomeni criminali tra cui quello del traffico di veicoli di elevato valore che dopo esser stati sottratti in vari modi ai legittimi proprietari vengono riciclati e spesso destinati all’esportazione verso paesi extracomunitari. E’ in quest’ottica che nelle scorse nottate la Polizia Stradale di Orvieto ha dato corso ad un’operazione grazie alla quale sono state sequestrate 3 autovetture, mentre una quarta su allarme dato dalla pattuglia orvietana è stata fermata dagli agenti della polizia stradale di Arezzo, il cui valore complessivo è di circa 1 milione di euro.  Sono modelli prestigiosi e gli agenti di una pattuglia, durante una delle consuete ricognizioni nelle aree di servizio, le hanno notate parcheggiate con i tre conducenti all’esterno mentre una quarta vettura, sempre della stessa categoria “di lusso”, stava proprio in quei momenti riprendendo la marcia in direzione nord.

E’ stato l’intuito e l’esperienza degli agenti orvietani a suggerire di approfondire i controlli ancor prima che i conducenti, tra l’altro molto curati nell’aspetto per “allinearsi” al livello delle auto, vi risalissero a bordo. Tutti cittadini francesi originari dei paesi nordafricani (Tunisia, Algeria, Marocco), conservando la massima tranquillità, hanno dimostrato di aver preso a noleggio le auto in Campania tramite i contratti di nolo che hanno esibito ai poliziotti i quali però notavano a bordo di una delle auto l’iniziato smontaggio di una copertura di plastica interna all’abitacolo. Non soddisfatti dalle spiegazioni avute dai tre stranieri, gli agenti hanno chiesto via radio di rintracciare la vettura che si era allontanata poco prima. L’auto è stata fermata dagli agenti di Arezzo anche questa dal valore molto elevato. Gli accertamenti, piuttosto complessi, sono andati avanti coordinati dal comando di polizia stradale di Orvieto. Agli investigatori della Polstrada, nonostante i numerosi elementi prodotti dai cittadini francesi con l’evidente intento di sviare le indagini, non è sfuggito però un piccolissimo particolare sia nelle dichiarazioni di uno di essi sia in un documento trovato nelle auto.  Così si è avuta la conferma che anche l’auto fermata ad Arezzo faceva parte dello stesso “convoglio”. Le investigazioni, complesse ma minuziose e ancora in corso, hanno fatto scoprire finora che delle auto, negli ultimi mesi del 2022, unitamente ad altre 12 della stessa categoria per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, se ne era indebitamente appropriata una ditta di autonoleggi nel napoletano che a sua volta le aveva prese a noleggio da un’altra ditta nel frusinate.

Gli investigatori stanno lavorando anche riguardo le condizioni di noleggio e subnoleggio e hanno fatto emergere finora la commissione di numerosi reati oltre a quello dell’appropriazione indebita (che sembrerebbe essere uno tra i minori) con l’intervento di numerose persone, sia italiane che straniere anche all’estero, coinvolte a vario titolo in quello che finora appare essere, salvo altro in via di emersione su cui vi è il riserbo degli investigatori, un traffico di veicoli destinati al riciclaggio e all’esportazione (per alcuni dei veicoli tra i 16 di cui ricostruite le sorti, le immediate e serrate indagini ne hanno già fatto trovare le tracce in paesi extraeuropei). I tre cittadini francesi sono stati denunciati per ricettazione




88enne ritrovato in stato confusionale a Ciconia da carabinieri e vigili del fuoco e riportato a casa

Durante la notte tra il 24 e il 25 gennaio i carabinieri hanno ricevuto una richiesta di aiuto da parte di una famiglia. Una persona anziana non si trovava più in casa. Sono scattate immediatamente le ricerche nelle strade di Ciconia da parte degli stessi carabinieri e dei vigili del fuoco.

Le ricerche sono iniziate verso l’1,00. L’uomo, un 88enne probabilmente effetto da Alzheimer si era effettivamente allontanato dalla propria abitazione senza un apparente motivo. Dopo poco più di un’ora l’uomo è stato ritrovato in stato confusionale ma in buone condizioni di salute e riaccompagnato nella propria abitazione.




PrometeOrvieto, “prenotazioni esami clinici cancellate alla chetichella e durata delle visite dimezzata”

L’incontro con le tante persone preoccupate per “la sanità negata” che abbiamo organizzato a dicembre scorso ci ha posti come punto di riferimento per la segnalazione di problemi, difficoltà, aspettative. Ci siamo ritagliati questo ruolo e vorremmo svolgerlo senza urla, ma con la necessaria attenzione e nella speranza che possa essere utile a chi amministra e a chi fruisce dei servizi sanitari. Già dallo scorso anno la Ausl Umbria 2 richiedeva ai medici di medicina generale che le prescrizioni fossero accompagnate dal quesito diagnostico, quindi dalla descrizione del problema di salute che motiva la richiesta da parte del medico. Nello specifico, una persona ci segnala che a dicembre 2022 ha visto cancellata la prenotazione già attiva, ma non adeguata allo standard richiesto dall’Ausl Umbria 2, senza però che venisse avvertito né il medico né il paziente. Tutto ciò, in relazione a controlli periodici particolarmente delicati che il paziente stava aspettando di effettuare, addirittura da marzo.

Abbiamo chiesto ai nostri riferimenti se ci fossero situazioni simili e abbiamo rilevato che questo mancato allineamento tra Cup e medico di base si è ripetuto in altri casi con la stessa modalità: cancellazione sic et sempiciter della prenotazione. Questa nuova regola limita certamente i numeri delle liste d’attesa, ma soltanto formalmente, mentre aggrava le condizioni di chi aspetta un servizio. Soprattutto, sarebbe buona norma e regola, in presenza di introduzione di nuove modalità di redazione delle ricette, evadere quelle precedenti secondo le regole pregresse, senza annullare le prenotazioni alla chetichella. O, per lo meno, lo stesso Cup, dopo aver caricato prenotazioni senza quesito diagnostico, dovrebbe attivarsi per sanare la questione, mantenendo in lista il paziente interessato.

Sarebbe utile, a questo punto, che i pazienti controllassero che sia ancora attiva la prenotazione eventualmente effettuata e che il Cup assumesse una posizione attiva nei confronti di medico e paziente in presenza di tale situazione. Ma ce n’è anche un’altra di questione che ci preoccupa, e molto. Ci risulta che ai medici di alcune specialità che effettuano la prima visita giungano prenotazioni di visite da evadere in metà tempo, cioé i tempi previsti della prestazione passano di fatto da mezzora a quindici minuti, comprimendo quindi il primo importante approccio con l’assistito. Ci auguriamo che questo sia soltanto un errore di comunicazione interno, perché non si può neppure pensare di accorciare le liste di attesa mortificando la qualità della visita creando o alimentando confusione e tensioni a causa del conseguente sovraffollamento.

Attendiamo risposte, ma soprattutto soluzioni.

Con l’occasione, volevamo informarvi che siamo lusingati per le 389 reazioni, i 97 commenti e soprattutto le 108 condivisioni al nostro ultimo post concernente l’esistenza dell’Utic all’Interno dell’ospedale di Orvieto. Ciò, a testimonianza dell’interesse con cui ci state seguendo, interesse che inevitabilmente accresce le nostre responsabilità che faremo di tutto per onorare. Rinnoviamo a chi legge la richiesta di continuare a darci informazioni sui ritardi di evasione degli accertamenti medici nelle strutture sanitarie pubbliche del territorio e di segnalarci anche casi particolari che ci riserviamo di trasmettere direttamente alle autorità sanitarie (Sindaco, Assessore regionale Sanità e Presidente Regione):dilloaprometeorvieto@gmail.com .
Ricordiamo inoltre che è possibile sottoscrivere la campagna di sensibilizzazione “ Aiutaci ad aiutarci” al seguente indirizzo: https://chng.it/tFKg7Hp6RC




CNA, l’economia umbra a tutto gas nel 2022 ma quest’anno ci sarà un generale rallentamento

Per l’economia umbra il 2023 sarà un anno in linea con il clima di questi giorni che, dopo mesi di temperature oltre le medie stagionali, in pochi giorni ha subito una brusca gelata. Infatti, dopo lo sprint del 2022, che ha visto il Pil regionale crescere del 3,9% recuperando ampiamente i livelli precedenti la pandemia, quest’anno le previsioni ipotizzano tutti gli indici in calo e una crescita economica di poco superiore allo zero. A trainare la ripresa, nel 2022, prevalentemente la manifattura e le costruzioni attraverso le esportazioni e il Superbonus. Purtroppo, si è trattato di una crescita senza occupazione. Sono questi alcuni degli elementi che emergono dalla nuova indagine “Quadro economico regionale 2022 e previsioni 2023”, commissionata da CNA Umbria al centro studi Sintesi.

“Il persistere di costi energetici fuori misura, la guerra ancora in corso, l’inflazione a due cifre, la riduzione degli incentivi automatici sugli investimenti, il rebus irrisolto del Superbonus, avranno un effetto pesante sull’economia regionale – dichiara Michele Carloni, presidente di CNA Umbria -. Considerato che le imprese assorbono la maggior parte dei consumi di energia elettrica (75%) e gas naturale (55%), sono molto positivi i finanziamenti messi sul piatto dalla Regione per favorirne l’autoproduzione di energia, ma non basteranno per ridurre sensibilmente i costi energetici e per far crescere il Pil.”

“L’indagine – dichiara Alberto Cestari di Sintesi – ha rilevato che nel 2022, oltre al Pil, è continuato il trend di crescita degli investimenti iniziato già l’anno precedente, facendo registrare un aumento di 17 punti percentuali rispetto al 2019. Anche i consumi degli umbri l’anno scorso hanno recuperato i livelli pre-Covid, in controtendenza rispetto alla media nazionale, caratterizzata da un calo (-1,5%). Risultati eccellenti per l’export regionale: un + 30% rispetto al 2021 (+36% sul 2019), trainato soprattutto dalla metallurgia che, sull’onda del rimbalzo della produzione, ha visto crescere le proprie esportazioni del 104% sul 2019. Anche il settore del turismo ha avuto una performance positiva, registrando un numero di presenze in Umbria nei primi dieci mesi del 2022 pari a 5,7 milioni di persone, in gran parte composto da italiani (+7%), mentre gli stranieri sono diminuiti (-5%). Passando alle note dolenti – va avanti Cestari – i costi energetici hanno subito rincari vertiginosi, comportando una spesa aggiuntiva per le imprese rispetto all’anno precedente che, nel caso dell’energia elettrica è stata di 600milioni di euro (+88%), sopportata in gran parte dal settore dell’industria e dell’artigianato manifatturiero, mentre per il gas naturale è stata di 220milioni di euro (+100%), anche in questo caso soprattutto a carico del comparto della manifattura (170milioni/euro) e, per il resto, dal commercio e dai servizi. L’altro elemento non positivo – aggiunge Alberto Cestari – è stato quello relativo all’occupazione. Infatti, nonostante l’aumento di posti di lavoro registrato nei settori dell’industria e delle costruzioni, il numero totale di occupati nella regione è ancora inferiore ai livelli del 2019, con circa 6mila posti di lavoro che ancora mancano all’appello. Ciò è dovuto in parte alla diminuzione registrata nel comparto agricolo, nel commercio, nei servizi e, nonostante i dati positivi sulle presenze, nel turismo.”

La ricerca ha fatto il punto anche sull’impatto del Superbonus sull’economia regionale.

“Il Superbonus si conferma tra i principali driver della crescita del Pil regionale – dichiara Cestari -: a fine 2022 erano quasi 6.200 gli interventi sugli immobili, di cui il 56% relativo ad abitazioni unifamiliari, per un valore complessivo di lavori autorizzati pari a 1,1 miliardi di euro.”

E per il 2023?

“Purtroppo, per l’anno in corso l’unica cosa che manterrà questi livelli di crescita sembra che saranno i costi energetici – interviene Michele Carloni -. Gli investimenti, infatti, sono previsti sensibilmente in calo, sebbene ancora con segno positivo (+2,2%), in parte anche per la riduzione dei crediti di imposta prevista nel 2023 dal nuovo piano di Transizione 4.0. Anche le esportazioni probabilmente non riusciranno a eguagliare le performance del 2022, specialmente se continueranno a scarseggiare alcuni prodotti (per es. microchip). Un rallentamento generale dovuto ai rincari generalizzati che, oltre ai costi energetici, ha riguardato il prezzo dei trasporti, dei generi alimentari e dei beni per la casa. Un impatto negativo sull’economia è dato anche dal mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Idem per quanto riguarda l’irrisolta questione della cessione dei crediti maturati con i bonus edilizi, moltissimi dei quali, ancora bloccati, hanno messo in crisi migliaia di imprese e famiglie che hanno effettuato i lavori. Perciò ben vengano i fondi regionali per sostenere l’autoproduzione di energia da parte delle imprese, ma accanto a questo – conclude Carloni – auspichiamo un ripensamento del Governo sulla riduzione degli incentivi automatici sugli investimenti e, finalmente, lo sblocco dei crediti maturati sugli interventi di rigenerazione urbana approvati.”




Per lavori di ripavimentazione chiusure tra il 26 gennaio e il 4 febbraio in Piazza XXIX marzo e Corso Cavour

Al via i lavori per il rifacimento dei selciati del centro storico di Orvieto. I primi interventi in programma riguardano Piazza XXIX Marzo (aiuola spartitraffico) e il tratto tra Piazza Sant’Angelo e Corso Cavour danneggiato dal maltempo. Per consentire i lavori di ripavimentazione il Settore Polizia locale e Mobilità ha emesso un’ordinanza di chiusura al transito dei veicoli nelle zone interessate. Nello specifico:

–          Dalle 13.00 di giovedì 26 gennaio fino alle 18.00 di domenica 29 gennaio 2023, è fatto divieto assoluto di sosta con rimozione dei veicoli in Piazza XXIX Marzo in tutta l’area di parcheggio a strisce bianche situata di fronte ai numeri civici 26, 26/A, 27, per consentire i lavori di rimozione e ripavimentazione selciati.

–          Dalle 13.00 di giovedì 26 gennaio 2023 fino alle 18.00 di sabato 4 febbraio 2023, è vietato il transito veicolare in Corso Cavour, nel tratto ricompreso tra Piazza Sant’Angelo e via Felice Cavallotti, per consentire la rimozione e la ripavimentazione dei selciati in corrispondenza del civico n. 205 di Corso Cavour. Il traffico veicolare proveniente da Corso Cavour e via Sant’Angelo sarà deviato su via Angelo da Orvieto. Tutto il traffico veicolare dei residenti del tratto di strada interrotto, nonché i veicoli adibiti alla raccolta differenziata dei rifiuti ed i mezzi adibiti al carico e scarico merci, potranno ricollegarsi a Corso Cavour passando da via Felice Cavallotti.




In Umbria trovati i primi tre casi delle varianti Kraken e Orthrus

I risultati del sequenziamento effettuati la settimana scorsa dal Laboratorio di riferimento regionale dell’Azienda ospedaliera di Perugia e ottenuti sabato 21 gennaio, hanno evidenziato anche in Umbria i primi 3 casi di infezione del sotto-lignaggio XBB.1.5 (la cosiddetta “Kraken”) e due casi del sotto-lignaggio CH.1.1 (la cosiddetta “Orthrus”). Si tratta di sotto-lignaggi – spiegano i ricercatori –  che derivano dalla variante Omicron BA.2 già diffuse in USA e molti altri paesi europei.

I casi individuati appartengono sia ai distretti di USL Umbria 1 che di Usl Umbria 2. Dei soggetti con infezione da Kraken nessuno è ricoverato, uno non è vaccinato e due sono vaccinati con sole 3 dosi. I due soggetti con Orthrus sono entrambi anziani, vaccinati con 3 o 4 dosi e uno dei due (3 dosi, molto anziano) è ricoverato. Nell’ultima indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, del 10 gennaio, a cui l’Umbria come sempre ha partecipato, Kraken e Orthrus erano risultate in crescita a livello nazionale (Kraken 12 casi vs 1 della indagine precedente e Orthrus 2.6% vs. 1.0%).

La variante XBB.1.5, caratterizzata dalla mutazione addizionale S486P nella proteina spike, ha mostrato un importante vantaggio di diffusione negli Stati Uniti rispetto alle varianti circolanti, ma al momento non ci sono evidenze correlabili ad una maggior severità della infezione. Anche per la variante CH.1.1, stime preliminari condotte nel Regno Unito hanno evidenziato un vantaggio di crescita rispetto alla variante Omicron BA.5 sotto-lignaggio BQ.1.1 (Cerberus), fino ad oggi prevalente in Italia e in Umbria.




Neve, a Orvieto è tutto regolare grazie all’intervento degli operai CSM e della Prociv. Il 24 Cosp assicura doppi turni per la raccolta dei rifiuti

In gran parte dell’Umbria il 23 gennaio è stato il giorno della grande nevicata. In molti comuni della Provincia di Terni nella giornata del 24 le scuole rimarranno chiuse a partire dal capoluogo. Nell’orvietano segnaliamo la chiusura dei plessi di Colonia e Civitella del Lago nel Comune di Baschi.

Per quanto riguarda Orvieto è previsto dalle ore 4 del 24 gennaio l’entrata in funzione dei mezzi spargisale del CSM del Comune e della Protezione Civile per far fronte all’allerta meteo ordinario per ghiaccio. Intanto per tutto il 24 gennaio il personale del CSM e circa 15 volontari della Protezione Civile hanno lavorato per liberare le strade da neve, piante e rami caduti in terra. Situazioni critiche si sono registrate intorno al Monte Peglia, a Torre San Severo, Canale, Sugano e Benano. Due persone dializzate residenti a Porano e Colonnetta di Prodo hanno avuto la possibilità di usufruire delle terapie grazie alla collaborazione dei militari della Scuola di Addestramento della Guardia di Finanza.

Non essendo previste criticità particolari non è prevista alcuna interruzione delle attività scolastiche per la giornata del 24 gennaio in tutte le scuole di ogni ordine e grado del Comune di Orvieto. Per quanto riguarda alcuni disservizi legati alla situazione di maltempo la COSP comunica che nella giornata del 24 verrà assicurata la normale raccolta prevista oltre al recupero di quella del 23 nelle zone interessate dall’interruzione del servizio con turni fino al pomeriggio.




Indagine della UIL, in Umbria sempre meno sportelli bancari e ATM, crescono le transazioni con i POS

Una regione dove prosegue inarrestabile il trend delle chiusure delle agenzie bancarie, ma che vede ridurre anche il numero degli sportelli bancomat mentre arranca l’installazione di nuovi POS. È il quadro di sintesi che emerge dall’analisi della UIL dell’Umbria, basata su uno lavoro condotto dal Centro Studi Orietta Guerra della UILCA nazionale. La regione si scopre sempre più digitale fra trasformazioni nelle abitudini delle persone, nuove norme legislative e fiscali, sviluppo del commercio online e desertificazione bancaria, ma anche con ritardi propri che rendono non sempre agevole l’utilizzo delle carte di pagamento per gli acquisti quotidiani.

Numeri che confermano il calo generalizzato – in Umbria come nel resto d’Italia – del ricorso agli assegni bancari (-40%), dei circolari (-13,7%), delle RI.BA. (-18,8%), degli effetti cambiari, sia tratte che pagherò, ridottisi del 28%, mentre a crescere sono le transazioni con bonifici bancari (+25,1%), gli addebiti diretti in conto corrente (+18,5%), ma soprattutto le operazioni con carte di debito su POS (+74,5%), il tutto realizzato in soli tre anni.

E non è solo una questione di quantità di transazioni, considerato che c’è anche una stretta correlazione tra queste percentuali e i volumi espressi in milioni di euro dove, in valore, i pagamenti POS sono incrementati del 55,9%. Non solo strumenti di pagamento, ovviamente. Partiamo ad esempio dall’inarrestabile e progressiva chiusura delle agenzie bancarie presenti sul territorio, un trend in atto da diversi anni, dove – in linea con le tendenze nazionali – si è assistito in un decennio alla chiusura di circa un terzo degli sportelli, e con un processo tuttora in corso basato sui Piani Industriali dei gruppi bancari presenti in regione. Infatti, su 92 comuni umbri, ben 25 di essi sono ormai totalmente de-bancarizzati (il 27% del totale), con una situazione più grave in provincia di Terni dove si trovano ben dieci comuni senza agenzie (il 30%): Alviano, Arrone, Ferentillo, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Penna in Teverina, Polino e Porano. Anche in provincia di Perugia situazione complicata, con quindici comuni ormai senza sportelli (il 25%), e cioè: Castel Ritaldi, Costacciaro, Fratta Todina, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Monteleone di Spoleto, Montone, Paciano, Piegaro, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Vallo di Nera e Valtopina. Una situazione che non solo priva oltre 31 mila umbri della fruizione di un servizio fondamentale, ma che rende problematico il semplice approvvigionamento di contante per le esigenze quotidiane, stante la contemporanea chiusura degli ATM, meglio conosciuti come sportelli bancomat.

Se a livello nazionale, nel breve volgere di un decennio, si è passati dai 45 mila sportelli bancomat operativi agli attuali 37 mila (-17%), la situazione umbra è decisamente peggiore in quanto, nello stesso periodo temporale, siamo passati dagli 824 ATM attivi nel 2010 ai 560 di fine 2021, con la chiusura dunque di ben 264 installazioni, l’equivalente del 32%, il peggior dato italiano, subito dopo il Trentino-Alto Adige. In altri termini, se in Italia si contano 90 bancomat ogni 100 mila abitanti, il dato dell’Umbria si riduce ad un misero quantitativo di 65 sportelli, sempre per 100 mila abitanti. Tutto ciò è allo stesso tempo causa ed effetto, insieme ad altri fattori predisponenti, a condurre il sistema dei pagamenti verso una sempre maggiore digitalizzazione, con una spinta che però sembra provenire soprattutto dalle nuove preferenze dei cittadini, piuttosto che dalla crescita dei POS attivi in regione. Infatti, se in Italia, in un quinquennio, i POS sono raddoppiati, passando dai 2,05 milioni di apparecchi ad oltre 4,14 milioni (+98%), l’Umbria sembra procedere con il freno a mano, in quanto si è saliti dai 45 mila apparecchi del 2016, agli attuali 68 mila circa, una percentuale di crescita minimale, se comparata con quella delle altre regioni italiane, facendo dell’Umbria la regione con la performance peggiore in assoluto.

Secondo Fabio Benedetti, Segretario Regionale Confederale UIL Umbria, la chiusura delle agenzie è una problematica delicata in atto oramai da diversi anni.  Nella grande spinta alla completa digitalizzazione dobbiamo pensare anche a chi, per vari motivi, non può o non riesce, e che in un contesto completamente digitale rischia di rimanere isolato e senza servizi considerati di primaria importanza. La UIL Umbria esprime grande preoccupazione per tali comportamenti che vanno a discapito degli ultimi, generando ancora più disuguaglianze in un momento in cui ce ne sono anche troppe. I Segretari Regionali UILCA Umbria Luciano Marini, Luca Cucina e Valentina Gallarato sottolineano le contraddizioni fra la preferenza di fasce sempre più ampie di popolazione, soprattutto giovanili, verso i pagamenti digitali, e alcune scelte di indirizzo sull’uso del contante che sembrano fra loro incongruenti.




“Il pensiero – Studium Civitatis” è la nuova associazione culturale e di impegno civile “per capire e decidere liberamente”

23 persone di diversa provenienza territoriale e di diversa esperienza professionale e orientamento culturale si sono riunite in Orvieto e hanno dato origine ad una nuova associazione con il nome non casuale de “Il Pensiero – Studium Civitatis” allo scopo di contrastare l’impoverimento culturale e contribuire alla diffusione dello spirito critico e della responsabilità civica.

Ne sono soci fondatori: Giancarlo Armenia, Franco Raimondo Barbabella, Fausto Barberani, Maria Virginia Cinti, Maurizio Conticelli, Giuseppe De Ninno, Daniele Di Loreto, Luciano Dottarelli, Carlo Febbraro, Andrea Fora, Dante Freddi, Vincenzo Fumi, Massimo Gnagnarini, Francesco Paolo Li Donni, Silvio Manglaviti, Gian Luigi Maravalle, Fairouz Mohammedi, Stefano Moretti, Massimo Rosmini, Marco Sciarrini, Stefano Talamoni, Luciana Vergaro, Berta Zappitello.

Il nome spiega la cosa. “Il Pensiero”, perché la grande questione del tempo che viviamo non è tanto e solo il diritto alla conoscenza, il “conoscere per deliberare” einaudiano troppo spesso negato, quanto piuttosto la necessità di andare oltre l’apparenza, di sviluppare lo spirito critico, approfondire per capire e decidere liberamente.

“Studium Civitatis”, perché “studium” fin dalle origini medievali, quando designò il sapere laico e libero delle università, indica il luogo in cui la conoscenza si forma nel rapporto dialettico tra chi sa e chi vuole sapere, e “civitatis” specifica studium sia in senso soggettivo che oggettivo, cioè indica sia che il luogo ideale della riflessione è la città, sia che i protagonisti attivi della riflessione sono i cittadini.

Non una associazione dunque che ripropone ruolo e attività che altri svolgono egregiamente, ma una che invece vuole coprire spazi non coperti: la cura dei bisogni culturali di una società depredata dei saperi che servono a capire il mondo e la vita, la stimolazione del civismo attivo insieme alla competenza e alla responsabilità delle classi dirigenti.

Si rivolge particolarmente ai giovani, studenti e no, cui è affidata la futura responsabilità sociale e che oggi con tutta evidenza hanno bisogno di saperi che vanno oltre la preparazione scolastica anche quando egregiamente somministrata. Si rivolge però anche al cittadino maturo che sente di non avere strumenti culturali adeguati al mondo che cambia o semplicemente pensa che sia bene confrontarsi con le novità. Agisce fuori dagli ambienti deputati alla formazione ma ne può rappresentare un supporto e un alleato.

Si pone all’interno del terzo settore. Nasce con il più autentico spirito di servizio e di collaborazione, con le istituzioni, con il mondo della scuola, con le altre associazioni. Nasce ad Orvieto ma guarda oltre la città e il territorio, sia orvietano che regionale.

Ricoprono le cariche statutarie provvisorie: Franco Raimondo Barbabella, presidente; Stefano Talamoni, vice presidente e segretario; Carlo Febbraro, tesoriere. Ora si apre la fase delle iscrizioni, poi seguirà quella della definizione degli organismi regolarmente eletti dall’assemblea e della presentazione del programma di attività.

Speriamo di essere all’altezza degli impegni che prendiamo. Certo metteremo a disposizione le migliori competenze e tutta la nostra passione civile.




Stipulato un nuovo accordo tra Polizia postale e Regione Umbria per la salvaguardia dei sistemi informativi sensibili

Michela Sambuchi, dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica e la Polizia Postale e delle Comunicazioni Umbria e Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo Economico, Innovazione, digitale e semplificazione della Regione, hanno rinnovato con la stipula del nuovo protocollo d’intesa l’impegno posto a salvaguardia della sicurezza informatica.

Al riguardo, al fine di assicurare la continuità dell’erogazione di servizi nevralgici per l’intera collettività, è stata prevista l’adozione condivisa di procedure d’intervento, di scambio d’informazioni utili e di incontri formativi per la prevenzione ed il contrasto dei crimini informatici su sistemi preposti alla conservazione e custodia di dati altamente sensibili.   Tale cooperazione, ispirata al principio di sicurezza partecipata, avviata nel settembre del 2019, è stata realizzata condividendo le informazioni acquisite dal Nucleo operativo per la sicurezza cibernetica, composto da personale altamente specializzato deputato, oltre che agli approfondimenti investigativi, allo svolgimento di una performante attività preventiva di analisi tecnica e di approfondimento dell’evoluzione degli strumenti di attacco utilizzati al fine di individuare le misure indispensabili per l’innalzamento del livello di sicurezza informatica.

A tal proposito è risultata determinante, la trasmissione di oltre 2300 alert di sicurezza, comprensivi di decine di migliaia di “indicatori di compromissione” che hanno permesso di identificare e bloccare, sin dalle fasi iniziali, la presenza di possibili minacce di natura cibernetica, nonché di prestare l’eventuale assistenza nella mitigazione delle conseguenze di un eventuale attacco.

“La Polizia di Stato – ha spiegato Michela Sambuchi- mette a disposizione la competenza, le risorse tecnologiche e l’esperienza maturata nel settore del contrasto al cybercrime, in via esclusiva attraverso il C.N.A.I.P.I.C. a livello centrale e mediante i nuclei operativi dislocati sul territorio nell’ambito dei Centri Operativi per la sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni regionali che quotidianamente scendono in campo, per monitorare le “anomalie” presenti nella rete al fine di fornire tempestive ed efficaci risposte alle insidie in essa presenti suscettibili di pregiudicare la regolarità dei servizi di telecomunicazione, dei sistemi informatici e le reti telematiche, identificati come “infrastrutture sensibili di interesse pubblico” a livello regionale”.

L’Assessore Fioroni afferma: “questa iniziativa è un nodo cruciale per consolidare la rete di sicurezza cibernetica, che si inserisce in un contesto più ampio di iniziative messe in campo dalla Regione volte alla difesa dei nostri confini virtuali come l’inaugurazione del CERT UMBRO che opererà a strettissimo contatto con lo CSIRT Nazionale al fine di essere costantemente aggiornato sui principali temi e le minacce informatiche, ma anche la formazione di profili esperti in cybersicurezza in stretta collaborazione con gli ITS. Questa firma – conclude – rappresenta quindi un passo importante per garantire la sicurezza delle infrastrutture informatiche della Regione Umbria e per rafforzare la collaborazione tra la Polizia di Stato e la Regione Umbria nel contrasto dei crimini informatici”.