La giunta regionale preadotta il nuovo piano della rete ospedaliera. Sì al terzo polo Foligno-Spoleto

Il nuovo Piano di Fabbisogni della rete ospedaliera umbra è stato oggi preadottato dalla Giunta Regionale e sarà inviato al Ministero della Salute per l’approvazione cui seguirà l’adozione definitiva della stessa Giunta. Il Piano nasce allo scopo di servire i cittadini di ogni singolo territorio in modo appropriato, aumentare la produttività ed efficientare il sistema pubblico sanitario, anche attraverso un giusto dimensionamento dei posti letti per acuti e post acuti nelle strutture pubbliche e private complementari, compresi gli ospedali di comunità.

I posti letti complessivi sono 3.280, di cui ben 2903, pari all’88,5% pubblici ed il resto privati, con un rapporto “pubblico/privato complementare” sostanzialmente simile a quello già esistente. I posti letto pubblici per acuti risultano incrementati rispetto a quelli realmente utilizzati che hanno risentito della fluttuazione conseguente alla gestione dei ricoveri determinati dalla pandemia; tale incremento si rende necessario per garantire la massima capacità di cura delle patologie più severe. Restano invariati i posti letto per post acuti per le discipline di unità spinale e neuroriabilitazione, mentre aumentano per la disciplina di recupero e riabilitazione funzionale. Cala il numero di posti per post-acuti, quasi totalmente di lungodegenza, ma sono più che compensati dai posti letto presenti nei 19 Ospedali di Comunità. Nel Piano, varato dalla Giunta Regionale, vengono identificate, per isolamento territoriale e caratteristiche logistiche, due aree disagiate e di confine, Città della Pieve e Norcia, cui si dà risposta grazie alla presenza di due ospedali con pronto soccorso h24.

In Umbria, inoltre, vengono previste due sperimentazioni gestionali che riguardano gli ospedali di Umbertide e Castiglione del Lago, entrambi dotati di Pronto soccorso operativi h24 ed un nuovo polo ospedaliero (cosiddetto Terzo Polo) su due sedi, Foligno e Spoleto, previsione che dovrà essere oggetto ora di specifica autorizzazione ministeriale. I posti letto disponibili per la sanità privata complementare rimangono invariati per quel che riguarda i territori del Perugino e del Folignate, mentre, applicando i coefficienti della popolazione pesata su base provinciale, si prevedono 95 posti letto accreditabili nel Ternano.  Il nuovo Piano, a regime integrale e performance verificata, consentirà risposte più appropriate e pertinenti ai bisogni di salute dei vari territori umbri e potrà avere riflessi positivi sul bilancio della sanità regionale.




31 dicembre, è l’ultimo giorno di apertura dell’edicola Papini a Orvieto Scalo, “Io mi fermo qui”

31 dicembre, ultimo giorno dell’anno e ultimo giorno per un’attività storica e importante, quella dell’edicola di piazza del Commercio guidata da Claudio Papini e Tiziana Quinti.  Il 31 dicembre sarà l’ultimo giorno di apertura e entrarci già da qualche giorno fa uno strano effetto con gli scaffali già vuoti, perché tutto deve essere pronto per lo stop.  Claudio Papini spiega che “l’edicola pura oggi è in serissima difficoltà come attività.  I margini sono risicati e i giornali non sono più un articolo portante, anzi, tutt’altro”.  E’ palpabile l’emozione per chi ha portato avanti l’attività di famiglia.  Era l’anno 1953 quando vicino alla Chiesa di Sant’Anna apriva l’edicola di Elvezio e Marina per spostarsi definitivamente all’angolo di viale I° maggio, lì dove è rimasta fino alla chiusura.  Nel 1969 la famiglia Papini diventa distributrice dei quotidiani per l’orvietano e per i 9 autogrill presenti nel tratto autostradale tra Fabro e Magliano Sabina.  Erano i tempi d’oro della carta stampata perché chi voleva informarsi e approfondire aveva esclusivamente a disposizione il giornale, il settimanale, il periodico specializzato.  L’apertura in piazza del Commercio arriva nel settembre del ’91 in quello che doveva diventare il cuore pulsante del quartiere.  E così è stato fin quando è rimasta la grande distribuzione.  Ora Claudio ci confida che “cambia la nostra vita, e faremo tutto quello che per anni non abbiamo potuto fare”, ma lo sforzo per rimanere con il sorriso è evidente.  Trentadue anni di attività, di punto di riferimento per la comunità non possono essere archiviati con facilità. E’ difficile anche se Claudio, impegnato nella vita religiosa è pronto a lanciarsi a tempo pieno nella missione diaconale tra Tenaglie, Montecchio e Baschi.   

I clienti più affezionati continuano a entrare per acquistar ele ultime copie dei giornali e Claudio Papini sottolinea, “li stiamo affidando ai nostri colleghi.  Ho stampato le loro schede per affidarle agli edicolanti che potranno così continuare a gestirli con facilità”.  Ma perché chiudere?  “La prima grande crisi è arrivata nel 2008 e la liberalizzazione fortemente voluta da Bersani con il contemporaneo avvento di internet – spiega Claudio – hanno praticamente danneggiato in maniera irrimediabile il sistema delle edicole che in pochi anni in Italia sono passate da 40 a 20 mila e in Umbria il 31 dicembre siamo almeno in 5 a chiudere”.  L’altra causa della crisi è da ricercare nel cambiamento totale delle esigenze, “è cambiata la gente con i giovani che non comprano i giornali e le riviste, li leggono online, così come leggono sui supporti digitali e in maniera più veloce, forse superficiale, le persone che lavorano”.  Il 2023 Orvieto Scalo sarà più vuota con una sola edicola rimasta perché Papini ha provato a vendere ma “mi chiedono se si lavora il sabato e la domenica, quindi non sono adatti per questa professione”.   

Claudio e Tiziana mancheranno allo Scalo con il loro sorriso, ogni giorno, con la loro disponibilità e il servizio che hanno offerto in questi anni.  A testimoniarlo le tante chiavi appese perché dimenticate da chi avrebbe dovuto ritirarle.  Sì perché l’edicola era punto di ritrovo, di discussione, di condivisione e di appuntamento.  “Io mi fermo qui – ha concluso Claudio – non è più possibile andare avanti.  Ringrazio tutti i clienti che nei momenti difficili della nostra vita ci hanno aiutato come una sorta di terapia.  Ma ora pensiamo ad altro e andiamo avanti”.