La Croce Rossa apre il suo mercatino “un dono per un dono” dall’8 all’11 dicembre in Piazza della Repubblica

“Un Dono per un Dono” con questo semplice ma efficace motto il Comitato di Croce Rossa Italiana di Orvieto vuole invitare tutte le persone a fare piccoli gesti di solidarietà, che allietano il cuore di chi li compie e portano un piccolo raggio di luce a chi li riceve. Come di consueto da molti anni a questa parte, il Comitato CRI di Orvieto organizza il Mercatino di Natale, una occasione per fare dei regali originali facendo beneficenza.

Da giovedì 8 fino a domenica 11 dicembre in Piazza della Repubblica, sotto gli archi della Chiesa di Sant’Andrea, si possono acquistare oggetti unici fatti interamente a mano con abilità e amore dalle volontarie. E come di consueto Il ricavato della vendita dei bellissimi manufatti sarà interamente destinato alle famiglie in difficoltà del territorio.  Anche a Natale la Croce Rossa vuole essere vicina alle persone portando aiuto e conforto.




L’Opera del Duomo e la città di Orvieto si preparano agli eventi per i 500 anni dalla morte di “magister Lucas de Cortona”, il Signorelli

Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo, e Antonio Natali, storico dell’arte, hanno presentato il calendario degli eventi dedicati ai 500 dalla morte di Luca Signorelli. Un carnet piuttosto ricco che partirà il prossimo mese di marzo con un ciclo di conferenze dal titolo “magister Lucas de Cortona” per approfondire la figura dell’artista.

Dalle sacre scritture della Bibbia, la Fabbriceria Orvietana ha scelto di trarre ispirazione per descrivere le celebrazioni che ricorderanno il 500esimo anniversario della morte di Luca Signorelli: “E vidi un Cielo Nuovo e una Terra Nuova”. Arte, architettura, teologia, storia e teatro, saranno gli argomenti su cui si incentrerà il percorso culturale che vedrà la partecipazione di importanti relatori: Francesco Federico Mancini e Cristina Galassi docenti dell’Università degli Studi di Perugia, Tom Henry professore di storia dell’arte presso l’Università di Kent e direttore del istituto di Kent a Roma, Antonio Natali, storico dell’arte, già direttore della Galleria degli Uffizi e attualmente membro del consiglio di amministrazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore, S.E. Monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo della Diocesi di Orvieto  Todi e Padre Jean Paul Hernandez docente presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Pontificia Università Gregoriana.

Nell’aprile del 1499 Luca Signorelli assunse l’incarico di completare la decorazione delle due vele rimaste incompiute dal lavoro iniziale del Beato Angelico. L’intervento del Signorelli fu così mirabile che l’Opera del Duomo di Orvieto scelse di affidare all’artista anche la realizzazione del ciclo del Giudizio Universale. Il 23 aprile del 1500, il pittore sottopose al vaglio dei committenti i progetti per gli affreschi delle pareti e quattro giorni dopo ricevette ufficialmente l’incarico di portare a termine la decorazione dell’intera cappella. Tra il 1499 e il 1504, nella Cappella di San Brizio, egli illustrò il più importante ciclo rinascimentale dedicato alla trattazione di soggetti escatologici, comprendente Le Storie dell’Anticristo, il Finimondo, La Resurrezione della Carne, L’Inferno, L’Antinferno, La Chiamata degli Eletti e Il Paradiso. L’emozionante esperienza della vita di Luca Signorelli e del suo rapporto con la Cattedrale di Orvieto vivrà nel video che l’Opera del Duomo di Orvieto ha realizzato, per la produzione di Ruvido Produzioni e la regia di Igor Molino Padovan, di cui è protagonista il noto divulgatore scientifico e conduttore, Mario Tozzi. Il video documentario sarà pubblicato in occasione della prossima edizione di Umbria Jazz Winter che si terrà ad Orvieto alla fine del mese di dicembre, tramite il sito internet e i canali social dell’Ente e diffuso in città mediante totem interattivi e impianti multimediali.

Il programma delle iniziative prevede, inoltre, una proposta musicale curata dalla Cappella Musicale del Duomo di Orvieto, su tre appuntamenti che impegneranno l’organistaMaestro Riccardo Bonci e la Corale diretta dal Maestro Stefano Benini. Previsto anche il contributo musicale della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto che nel corso del 2023 presenterà un concerto per pianoforte all’interno della Cappella di San Brizio, del Maestro Riccardo Cambri.

Ad autunno del 2023 la Compagnia Lombardi-Tiezzi allestirà dalla lo spettacolo “L’Oltremondo, Luca Signorelli a Orvieto”Fabrizio Sinisi compone per Sandro Lombardi un testo che, continuando la ricerca intorno alle Vite di Giorgio Vasari inaugurata da Federico Tiezzi, attraversa la vita di Luca Signorelli a Orvieto, immaginandone il capolavoro come un teatro di visioni, una vasta e crudele profezia dell’oggi.

Le iniziative per celebrare i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli vedranno la collaborazione tra l’Opera del Duomo, la Diocesi di Orvieto-Todi e le istituzioni amministrative e culturali della città. Previste una serie di attività che coinvolgeranno il mondo della scuola e dell’associazionismo. Tutti gli appuntamenti del calendario dedicato al Signorelli saranno trasmessi in diretta streaming sui canali social dell’Opera del Duomo per diffondere più ampiamente le iniziative, non solo in presenza.




Per CariOrvieto e l’aumento di capitale, Marco Ravanelli di Azione pensa all’intervento delle Fondazioni umbre

Entro la metà di dicembre la Fondazione CariOrvieto dovrà decidere se aderire o meno all’aumento di capitale della Cassa di Risparmio di Orvieto così come richiesto da Bankitalia e deliberato dagli organi della banca.  Marco Ravanelli, coordinatore di Azione a Orvieto e nel direttivo provinciale del partito di Calenda, indica una possibile strada per mantenere salde le radici della banca in Umbria senza che il sacrificio economico sia esclusivamente in carico alla Fondazione Cro.

Oggi ha senso parlare di banca di territorio anche per quanto riguarda l’orvietano?

Gli accadimenti globali ci insegnano che è necessario essere aperti e con territori coesi più ampi ma senza perdere il controllo su quegli assets fondamentali che possono garantire la sussistenza di un territorio e di un popolo. Certamente avere un sistema finanziario radicato sul territorio è un vantaggio significativo.  Il vero problema è capire se Orvieto è un territorio.  Economicamente non lo è ma se allarghiamo il discorso alla provincia o, ancora meglio, alla Regione allora il discorso cambia totalmente.  Come dicevo prima il territorio va considerato nella sua accezione più ampia e CariOrvieto è radicata sicuramente nella Provincia di Terni e ha basi solide per crescere nella Provincia di Perugia. 

Ma il sistema bancario in questi anni è mutato radicalmente…

Abbiamo sicuramente assistito a una mutazione del sistema bancario territoriale in favore di una globalizzazione dei servizi che da un lato ha portato un’offerta più moderna e sicuramente meno costosa ma dall’altro questo stesso sistema non assiste e non comprende pienamente le necessità di un territorio, più o meno vasto.  In Umbria, poi, siamo passati da una moltitudine di istituti bancari al nulla o quasi con l’eccezione di CariOrvieto.

Questo cambiamento cosa ha causato in Umbria?

La prima conseguenza è la difficoltà, delle Pmi in particolare, a rapportarsi con le banche anche perché a sua volta, un istituto globale fatica ad adattarsi alle peculiarità di un territorio.  La seconda riguarda la perdita di figure professionali che ricoprivano ruoli apicali nelle banche locali definitivamente sparite dal panorama del credito in Umbria.  E’ per tutti questi motivi che non possiamo rimanere a guardare con Cassa di Risparmio di Orvieto che, ricordo ha 41 punti operativi e di questi 22 sono in Umbria.

Certamente avere una banca serve ma il primo azionista è lo Stato quindi come si può decidere stando in minoranza?

Questo è un vecchio problema; Orvieto ha perso la banca quando è stata venduta la quota di controllo.  Poi ci sono una serie di contrappesi che hanno regolato fino ad oggi gli equilibri all’interno del cda e per questioni di rilevanza economica, come ad esempio un aumento di capitale.  CRO è un istituto di credito che ha radici, operatività nel territorio ma la testa pensante è altrove, oggi a Roma. Con il socio di controllo si può avere un dialogo e si può pensare di ottenere dei vantaggi per il territorio di vario genere.  Non solo, se ci si presenta con un progetto credibile e sostenibile si può andare anche oltre e convincere l’azionista di maggioranza dei vantaggi che un territorio come il nostro, inteso come Umbria, può avere per un istituto di credito.

Questo è il futuro ma per il presente e per l’aumento di capitale?

Tecnicamente la Fondazione è chiamata a valutare se sottoscrivere l’aumento di capitale di 27 milioni di euro per la sua quota di competenza di circa 7 milioni a fronte di una partecipazione del 26,43%. Cosa può decidere Palazzo Coelli?  Sottoscrivere l’aumento e così concentra ulteriormente nel capitale della banca, previa autorizzazione del Ministero.  Oppure non sottoscrive l’aumento perdendo tutti i diritti previsti dallo statuto e diluendo la sua quota di partecipazioni a livelli minimi.

Sono solo queste le opzioni in campo?

C’è una terza opzione ed è quella che abbiamo proposto noi di Azione e cioè che le Fondazioni di origine bancaria umbre partecipino all’aumento di capitale insieme a quella orvietana facendo in modo che la quota di partecipazione rimanga la stessa e con il risultato che l’Umbria torni al centro.

Quindi la banca diverrebbe il presidio del territorio umbro?

Esattamente, le fondazioni e gli investitori privati umbri potrebbero svolgere un ruolo determinante nel favorire il mantenimento di una partecipazione locale nella banca e, magari, addirittura di rafforzarlo, ma qui torniamo nel futuro più lontano.  In questo modo la banca potrebbe divenire uno strumento di riqualificazione del territorio e dell’Umbria.

Insomma, una banca umbra a tutti gli effetti almeno nella compagine di minoranza, ma non si rischia di perdere l’orvietanità?

Andiamoci cauti. Una prima vittoria sarebbe quella di coinvolgere tutte le fondazioni umbre in una compagine di minoranza e con un socio, lo Stato, forte. Sull’orvietanità non penso si rischi nulla in particolare, ma una banca è un’azienda e deve assolutamente travalicare i confini del campanile per generare utili visto che in termini economici Orvieto assolutamente non basta. Il tema non ha una portata specificatamente orvietana ma investe più in generale l’intera provincia di Terni, e perché no, l’intera regione Umbria. Chiediamo pertanto alle Fondazioni Bancarie locali di valutare attentamente la possibilità di supportare la più piccola Fondazione orvietana in questa sfida che gioca un ruolo centrale nel nostro scacchiere.
Azione ancora una volta al fianco del Territorio con una proposta pragmatica.




Umberto Garbini, “il liceo classico è a Palazzo Clementini da 150 anni e lì deve restare”

Il Liceo Classico “F.A. Gualterio” di Orvieto ha sempre avuto sede in Piazza Ippolito Scalza a Palazzo Clementini, eccetto per la breve parentesi dei lavori di ristrutturazione. Da ex studente e da consigliere provinciale e comunale ho, in più occasioni, evidenziato il problema del sovraffollamento, inizialmente taciuto dal dirigente scolastico e dalla dirigenza amministrativa, e ho apprezzato l’impegno del presidente della Provincia per cercare di trovare una soluzione.

Oggi ci troviamo di fronte alla scelta di turnazione, discriminando la storia di un liceo che in città ha rappresentato e rappresenta un’eccellenza. Tale scelta è frutto di politiche inopportune dove al centro non è stata posta più la formazione dello studente, ma i numeri delle iscrizioni gonfiati dalla nascita di nuovi percorsi di formazione.

Da oggi inizieranno nella mia veste di consigliere provinciale tutte le verifiche sulla gestione della scuola e sulla sicurezza di tutti gli studenti e del personale. Annuncio che depositerò una interrogazione al Consiglio Provinciale e al Consiglio Comunale e richiederò anche l’accesso agli atti collegati a questa vicenda. 

Viva Palazzo Clementini! Viva la storia! Viva il Liceo Classico!