Il sindaco sulla scuola di Sferracavallo, “i lavori saranno finanziati con fondi comunali dispiace che qualcuno gioisca per la bocciatura”

Durissima replica del sindaco Roberta Tardani dopo gli interventi della minoranza con siliare che ha stigmatizzato la bocciatura del progetto di demolizione e rifacimento della scuola dell’infanzia di Sferracavallo.

L’intervento di rifacimento della scuola dell’Infanzia di Sferracavallo, che come amministrazione abbiamo già dallo scorso anno inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche, al momento non è rientrato tra quelli finanziati dal Pnrr nell’ambito del Piano per asili nido e scuole dell’infanzia. Questa notizia ha dato sfogo ai soliti commenti superficiali e carichi di frustrazione politica dettata in primis dall’ignoranza delle procedure. Vogliamo fare chiarezza contro le equivoche strumentalizzazioni di chi tenta in tutti i modi di trarre in inganno i cittadini. La valutazione del Ministero dell’Istruzione ai fini dell’assegnazione del contributo avviene in base a precisi criteri tra cui il principale, che attribuisce ben 45 punti su 100, è l’assenza o la grave carenza dei servizi educativi sia pubblici che privati. Questo per premiare le situazioni in cui mancano posti negli asili per soddisfare le richieste della popolazione.

La proposta progettuale presentata dal Comune di Orvieto è stata penalizzata proprio in questo ambito poiché – fortunatamente o sfortunatamente a seconda della lettura che si vuole dare in questo caso – l’offerta dei servizi socio educativi per la prima infanzia nella nostra città, pubblica e privata, è adeguata alla domanda. Non aver ottenuto per il momento il finanziamento del Pnrr non significa che non interverremo sulla scuola dell’Infanzia di Sferracavallo. I lavori saranno finanziati con fondi dell’amministrazione comunale. Quella scuola va assolutamente messa in sicurezza per essere restituita alle famiglie di Sferracavallo e ai loro figli risolvendo definitivamente un problema che si trascinava da anni. Intanto proseguono speditamente i lavori nell’edificio di Fontanelle di Bardano dove i bambini della “Collodi” saranno temporaneamente trasferiti in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico. Garantiremo ai bambini e agli insegnanti una sede assolutamente adeguata e sicura perché abbiamo a cuore la scuola e il futuro dei nostri figli. E perché in tutto quello che facciamo mettiamo l’amore per Orvieto.

Lo stesso non possiamo dire di chi gioisce e spera nei problemi non avendo avuto la capacità di risolverne nemmeno uno quando ne ha avuto la responsabilità e la possibilità.




Amministrazione Tardani: belletti e scenografie mentre le opportunità per Orvieto sfumano una dopo l’altra

Sembrerebbe proprio che Tardani & co. non siano particolarmente fortunati: mentre infatti
moltissimi Comuni dell’Umbria festeggiano il finanziamento di vari progetti per la riqualificazione
di strutture scolastiche, grazie a rilevanti risorse derivanti dai fondi del PNRR, il Comune di Orvieto
resta a bocca asciutta e perde anche questa ennesima opportunità!! Dopo il “niet” per la palestra
della scuola primaria di Ciconia arriva anche la bocciatura del progetto per il polo scolastico di
Sferracavallo che, chiuso per inagibilità dall’oggi al domani, sarà spostato in un Capannone di
Bardano per un tempo indefinito che, questa è l’impressione, non sarà per niente breve! Intanto
però la Sindaca, incalzata in Consiglio Comunale su temi cruciali quali sanità, scuola e
manutenzioni varie, perde, come spesso accade, le staffe e risponde scompostamente attaccando
i consiglieri che osano infastidirla.

Nel frattempo Orvieto perde pezzi ad ogni piè sospinto: dal distretto sanitario ai luoghi simbolo della cultura (es. Palazzo del Popolo, Teatro Mancinelli, Palazzo dei Sette, Fortezza Albornoz) passando per le strutture sportive e scolastiche (es. Piscina Comunale, Scuola Sferracavallo) si assiste ad un crescente depotenziamento generale, nascosto ad arte da una finta sceneggiatura che giorno dopo giorno sta disvelando la sua effimera sostanza!!

I cittadini però, anche i più disattenti, cominciano ad essere stanchi di questo progressivo ma
costante smantellamento e sempre più vicino è il momento in cui belletti e scenografie non
saranno più sufficienti!




Niente polo dell’infanzia con il Pnrr. A Orvieto si presentano progetti con costi alti e poca programmazione

E’ un agosto sicuramente avaro per il Comune di Orvieto che si è visto escludere il suo progetto per il polo dell’infanzia di Sferracavallo, cifra prevista 2,6 milioni di euro.  Era prevista la totale demolizione e ricostruzione del plesso scolastico e nel frattempo per l’istituto è stata individuata una sede in locazione a Bardano.  Il rischio concreto è quello di rimanere per molto, moltissimo tempo nella sede provvisoria perché in Italia, si sa, non c’è nulla di più definitivo del provvisorio.

Intanto nel resto dell’Umbria molti sono i comuni a esultare per i progetti approvati e finanziati con i fondi del Pnrr.  Assisi è presente con due progetti distinti, addirittura, mentre per i quattro progetti dei poli dell’infanzia approvati non vi è certezza dei fondi per 7,8 milioni di euro e proprio da questo capitolo Orvieto è stata esclusa.  Non conosciamo i progetti approvati nel dettaglio ma i costi di quelli approvati sì e sono tutti inferiori, in alcuni casi di qualche centinaio di migliaia di euro, a quelli previsti a Orvieto. 

Ma cosa succede?  Come OrvietoLife è da tempo che stiamo segnalando una certa discrepanza nei costi dei progetti da presentare per ottenere i fondi del Pnrr.  Ricordiamo gli oltre 4,6 milioni di euro per il centro comunale di cittadinanza e servizi sociali previsto a Orvieto Scalo.  Anche in quel caso demolizione e ricostruzione con ampliamento.  Ci è subito sembrata esagerata la cifra stanziata, anche a fronte dei consistenti rialzi dei costi edili e della successiva revisione delle tabelle da parte della Regione.  Ci è balzato agli occhi il sicuro aumento dei costi di gestione per il nuovo edificio e qui anche la Corte dei Conti ha voluto enfatizzare il pericolo di scarsa sostenibilità dei costi di gestione per molti progetti presentati in Italia dalle amministrazioni locali.  Bollette, manutenzioni ordinarie e straordinarie, costi del personale, hardware e software oltre alle spese di rete.  Insomma, una lista della spesa che potrebbe riservare brutte sorprese nei bilanci futuri dell’Ente Comune, visto che le tensioni internazionali su gas e petrolio e più in generale su molte materie prime, sono destinate a durare per alcuni anni.  Ma soffermiamoci sul carico dei costi per i progetti orvietani, sono piuttosto alti, tanto che nel secondo progetto da finanziare con fondi Pnrr, quello dell’ex-ospedale, qui il problema è esattamente l’opposto e cioè i calcoli che, a una prima visione, sembrano piuttosto risicati e permangono forti dubbi anche sulla sostenibilità futura, come ha sottolineato sempre la Corte dei Conti.  Qui in più abbiamo la stranezza di una porzione di ex-caserma Piave acquistata nel 2008 dalla Usl per costruirvi una Casa della Salute.  Da allora si sono addensate le nebbie e è partito un “fuoco amico” che ha bloccato i progetti e i possibili lavori tanto che a Orvieto non abbiamo ancora un centro unico della USL che continua a pagare locazioni a privati da decenni in posizioni non sempre comode per gli utenti, basti pensare a via Postierla.  Ora la USL vuole spendere soldi provenienti dal Pnrr, che poi si dovranno restituire, per una Casa di Comunità, nuovo nome della Casa della Salute, in un’altra struttura di sua proprietà imputandolo probabilmente sullo stesso capitolo di bilancio, e l’altro edificio di scarso pregio e logisticamente molto più centrale di quello in piazza Duomo? 

A Orvieto, insomma, si progetta a costi probabilmente troppo elevati; ma soprattutto sembra che si vada alla ricerca prima del fondo da utilizzare per poi presentare un progetto sperando nella vittoria e sembra che il tutto avvenga senza avere un progetto d’insieme della città, senza un progetto di obiettivi da raggiungere e soprattutto senza un occhio attento ai costi futuri per le casse pubbliche.  Questo è un male antico che non sembra curabile, almeno nel breve periodo e nel presente.




La flat-tax, cosa significa e come cambia la tassazione dei redditi

Si sente parlare, e si parla, ciclicamente di Flat Tax, in particolare in questo periodo di proposte programmatiche in vista delle prossime elezioni, e per questo può essere utile cercare di capire meglio cosa è la Flat Tax e in cosa si differenzia dall’attuale sistema di tassazione dei redditi.

Iniziamo col definire la Flat Tax, traducibile letteralmente come “tassa piatta”, cioè un sistema di tassazione basato su una sola aliquota valevole per qualsiasi importo di reddito. Applicando la Flat Tax non ci sarebbero più quindi i famigerati “scaglioni” superando i quali, con il sistema attuale, aumenta progressivamente anche l’aliquota di tassazione IRPEF. Va segnalato che il criterio di tassazione con un’unica aliquota, sostanzialmente una Flat Tax, viene già applicato ai redditi delle Società di capitali (Società e responsabilità limitata e Società per Azioni) sin dal 1974, infatti le Società, che non sono soggette all’IRPEF ma all’IRES-Imposta sul reddito delle società- sono tassate con un’unica aliquota attualmente del 24%, che rimane invariata qualunque sia l’importo del reddito prodotto dalla Società. Per le persone fisiche invece il nostro sistema di tassazione IRPEF è basato sul criterio della “progressività per scaglioni” in base al quale aumentando il reddito aumenta progressivamente anche la percentuale di tassazione, da applicare sulla parte di reddito che eccede il limite dello scaglione inferiore e non sull’intero reddito. Per chiarire meglio il criterio, queste sono le aliquote IRPEF per il 2022 in base agli scaglioni di reddito:

  Reddito fino a 15.000 23%
da 15.000 a 28.000 25%
da 28.000 a 50.000 35%
oltre 50.000   43%

Con la Flat Tax questo meccanismo di calcolo verrebbe superato perché, appunto in quanto “tassa piatta”, l’aliquota ipoteticamente stabilita resterebbe invariata qualunque sia l’importo del reddito, sempre la stessa per i redditi sotto i 15.000€ come per quelli oltre i 50.000€. Tralasciando le implicazioni pratiche che l’introduzione semplicistica di questo sistema comporterebbe, e che sono del tutto evidenti a chiunque con un semplice sguardo alla tabella, va precisato che un siffatto sistema di tassa piatta, così semplificato, andrebbe in contrasto con quanto prevede la nostra Costituzione che all’art. 53 detta il principio in modo lapidario: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Tuttavia va detto anche che questa prescrizione costituzionale potrebbe essere superata con un sistema graduale di detrazioni o altre variabili, ma non è questo il contesto per approfondire aspetti squisitamente tecnici, tanto più su una enunciazione ad oggi ancora astratta della quale non si conosce né la portata né le modalità di eventuale applicazione. Ci viene detto, ed è opinione diffusa, che è stata introdotta la Flat Tax per imprese e professionisti di minori dimensioni con ricavi fino a 65.000 €; secondo la definizione detta sopra è improprio definire Flat Tax questo sistema di tassazione, semplicemente perché non è una Flat Tax ma un sistema forfettario che è cosa molto diversa.

Il regime forfettario è stato introdotto nel 2015 per semplificare il sistema di tassazione delle piccole Partite IVA, inizialmente con ricavi fino a 15.000 € annui, limite poi elevato a 65.000 € dal 2019, che sono tassate con l’aliquota fissa del 15%. La differenza tra Flat Tax e Regime forfettario non è di poco conto: infatti la Flat Tax prevede l’applicazione di una aliquota fissa al reddito effettivamente prodotto dall’impresa, quindi il reddito viene calcolato con il metodo ordinario (ricavi meno costi), ed il reddito così calcolato viene tassato con una aliquota fissa, sempre la stessa qualunque sia l’importo del reddito; con il Regime forfettario invece non si considerano i costi effettivamente sostenuti, ma il reddito viene calcolato diminuendo i ricavi di una percentuale predefinita (appunto forfettaria) e questo risultato viene tassato con l’aliquota fissa attualmente del 15%. Questo particolare meccanismo di calcolo fa sì che il metodo del regime forfettario non sempre sia vantaggioso, perché in primo luogo non considera i costi effettivi che in molti casi sono maggiori rispetto alla percentuale forfettizzata per legge, ed anche perché la tassazione secca del 15% in molti casi provoca un onere di tassazione maggiore di quello che sarebbe se calcolato con il metodo ordinario delle aliquote progressive IRPEF.

Questo può avvenire perché, in aggiunta ai motivi detti sopra, una ulteriore limitazione del sistema forfettario consiste nella impossibilità di poter detrarre dal reddito quelle spese che con il sistema di tassazione ordinario IRPEF sono invece deducibili, quali ad es. detrazioni per familiari a carico, spese mediche, interessi sul mutuo, spese universitarie, assicurazioni, detrazioni per ristrutturazioni edilizie. Tutte queste spese non possono essere detratte dal reddito dichiarato con il regime forfettario, ragione per la quale questo sistema non è sempre conveniente e per questo richiede una attenta simulazione preventiva e grande prudenza nella scelta. In conclusione, nell’attuale ordinamento tributario italiano non esiste una Flat Tax per le imprese (diverse dalle Società) né tantomeno per le persone fisiche.




Si trova faccia a faccia con il ladro nella sua casa a Ciconia, chiama i carabinieri e prova a fermarlo

Verso le ore 23.40 del 17 agosto è arrivata una chiamata con richiesta d’intervento al 112 proveniente da Ciconia. Il richiedente ha segnalato che al suo rientro ha trovato il proprio appartamento messo a soqquadro e la possibile presenza del ladro ancora all’interno della casa. L’uomo si è armato di un bastone e si è diretto verso la sagoma. Il ladro, vistosi scoperto, ha iniziato a fuggire attraverso la finestra del terrazzo calandosi, poi per due piani.

All’arrivo dei carabinieri la vittima del furto ha fornito una descrizione del ladro che, nel frattempo, si è dato alla fuga intimorito sia dalla reazione della vittima che dall’arrivo della pattuglia dei carabinieri. Le ricerche sono risultate comunque vane e il ladro è riuscito a asportare dall’appartamento 400 euro in contanti. In una nota diffusa dal comando provinciale i carabinieri sottolineano come sia importante fornire i dettagli in proprio possesso quando si richiede un intervento e che “ognuno di noi deve porre in essere tutte quelle attenzioni volte a rendere il più difficile possibile il furto dei propri beni all’interno delle proprietà”.




PrometeOrvieto, “sull’ospedale non eravamo tranquilli e il dottor Angelozzi non ci ha tranquillizzati”

L’ospedale di Orvieto “non è in disarmo “, anzi. Ma “bisogna aspettare il nuovo Piano sanitario regionale e da lì far ripartire l‘intera macchina della sanità con nuovo sprint”. Così racconta il nuovo direttore sanitario del Santa Maria della Stella Patrizio Angelozzi, intervistato da un giornale locale.
Riteniamo che sia giusto rilevare  l’impegno e il sacrificio di eccellenti professionalità, ricordare l’etica e l’abnegazione come base del lavoro di assistenza, le difficoltà innestate dal covid su un corpo organizzativo in affanno, gli errori di programmazione a livello centrale, ma queste considerazioni non spostano di un millimetro il problema e non lo risolvono.

Alle domande incalzanti del giornalista di Orvietolife, il Dottor Angelozzi risponde che “i concorsi vengono espletati” e che alcuni sono anche andati deserti o i vincitori hanno scelto altra  destinazione. Sarebbe utile conoscere quale tipo di contratto abbiamo offerto noi e quale gli altri, quelli dove sono andati medici e infermieri. Ammette poi “che non va tutto bene”, ci mancherebbe, ma a parte l’investimento sulla ristrutturazioni di alcuni ambienti, come il pronto soccorso e l’aggiornamento di macchinari, cosa che avviene necessariamente in ambiente sanitario, non ci sono numeri, date, impegni.
L’appello al dovere e alla collaborazione è indice di una giusta sensibilità, ma se per una visita specialistica è necessario pagare parcelle intramoenia per ottenerla in tempi accettabili, se per avere servizi si rende necessario fare almeno un centinaio di chilometri, se le file sono infinite, se ci si accorge all’improvviso che si deve sospendere il sevizio di mammografia, se l’assistenza specialistica è ormai affidata al privato, e per fortuna che c’è, non è questa la Sanità che vogliamo.
E crediamo non sia neppure la Sanità che vuole il Dottor Angelozzi.
Conclusione con appello: “Lei, Dottor Angelozzi, è persona riconosciuta come perbene e professionista apprezzato. La preghiamo quindi, nel suo ruolo di direttore sanitario, di non lasciarsi andare in “stiamo facendo” “faremo”. Grazie per la buona volontà di tutti, conosciamo i medici del nostro ospedale, ma non ci va di sentire liquidare le nostre apprensioni sull’ospedale di Orvieto con promesse vaghe nei tempi, prive di programmazione, ipotetiche, non adeguate a informare ma soltanto a raccontare speranze. È un atteggiamento che affidiamo senza disagio soltanto ad alcuni politici, perché li abbiamo già visti all’opera e quindi misurati.
Dottor Angelozzi, non eravamo per nulla tranquilli, né lei ci ha tranquillizzati  Buon lavoro.”

Florido Fratini – presidente PrometeOrvieto




Giovane di 18 anni danneggia vasi sul Corso, i turisti avvisano i Carabinieri che lo fermano

I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno denunciato un 18enne per danneggiamento aggravato. La sera del 15 agosto alcuni turisti, che in questi giorni affollano la città di Orvieto, hanno
segnalato ad una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile in transito sul corso che un giovane stava danneggiando alcuni vasi dinanzi ad un esercizio commerciale.
La pattuglia, raccolta la segnalazione, nel dirigersi sul luogo individuava il giovane che alla vista dei militari cercava di darsi alla fuga ma veniva prontamente raggiunto e bloccato. Il giovane 18enne, di nazionalità tunisina, veniva preso in consegna dai militari ed accompagnato presso gli uffici per il suo deferimento all’Autorità Giudiziaria di Terni.




Ruba le offerte nelle chiese di Allerona, fermato e denunciato dai carabinieri

Nella notte del 15 agosto un uomo, utilizzando un metodo piuttosto rudimentale ma rivelatosi molto efficace, è riuscito a estrarre il denaro dalle cassette delle offerte nelle Chiese di Allerona e Allerona Scalo.  Il parroco ha allertato i carabinieri appena accortosi del furto.  Le indagini si sono concentrate i9mmediatamente sulla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza installato in entrambe le parrocchie.  Il video non ha lasciato scampo all’autore del furto, lo stesso per le due Chiese.

Durante le ricerche, è stata segnalata proprio alla Stazione Carabinieri di Allerona la presenza di un trentenne che a piedi stava percorrendo la strada provinciale che da Allerona paese portava allo Scalo, la descrizione dell’uomo corrispondeva all’autore dei due furti, tanto che i Carabinieri si mettevano sulle sue tracce, riuscendo ad individuarlo in una zona boschiva dove aveva nel frattempo trovato un luogo sicuro per nascondersi.

Una volta rintracciato, lo stesso ammetteva l’addebito e veniva condotto pressi gli uffici della locale Stazione per tutti gli accertamenti ed il suo deferimento all’autorità giudiziaria di Terni. Le indagini degli uomini dell’Arma intanto proseguono per capire se l’uomo si sia reso protagonista di fatti analoghi in altri Comuni della provincia, nel frattempo l’operazione dimostra, ancora una volta, l’importanza della sinergia tra la popolazione ed i militari dell’Arma.




La grande musica protagonista dall’1all’11 settembre a Orvieto con il Festival della Piana del Cavaliere

A settembre, dal 1° all’11, ritorna il Festival della Piana del Cavaliere Orvieto Festival, per una
sesta edizione ricca di novità ed eventi. Il programma spazia dal repertorio antico e dai concerti
per strumento solo, fino ai grandi concerti sinfonici, per arrivare a generi trasversali che passano
per la musica tradizionale e approdano al cinema. E poi dagli spettacoli musicali per bambini,
passando per il teatro musicale e la musica contemporanea ed elettronica. Tito Ceccherini direttore di fama internazionale, Giuseppe Gibboni vincitore del primo premio al Concorso Internazionale Paganini, i violoncellisti d’eccezione Anssi Karttunen e Claudio Pasceri, il Trio Chagall, il Coro Giovanile italiano, l’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani, orchestra in residence del Festival, gli attori Giorgio Marchesi e Michela Cescon sono solo alcuni dei grandi ospiti e artisti di questa edizione. Tra le vie e i luoghi di maggiore interesse artistico di Orvieto, grazie all’accordo di partenariato con le strutture turistiche del luogo e con il Comune, andrà in scena un Festival capace di far incontrare generazioni e culture diverse, per un’immersione nella storia, nella tradizione e nella cultura del territorio. L’apertura sarà venerdì 2 settembre alle ore 21 nel Duomo di Orvieto, con il concerto del Coro Giovanile italiano, formazione unica nel panorama corale italiano e guidata da maestri di assoluta rilevanza internazionale.
Il Teatro Mancinelli aprirà poi il sipario ai numerosi spettacoli serali che verranno introdotti da
giornalisti e musicologi come Oreste Bossini, Gianluigi Mattietti e Guido Barbieri. Tra questi “Fuga a tre voci”, spettacolo teatrale di Marco Tullio Giordana che vedrà in scena gli attori Giorgio Marchesi e Michela Cescon, contrappuntati dalla chitarra di Giacomo Palazzesi; la sonorizzazione dal vivo del film “Il Monello” di C. Chaplin eseguita dalla pianista Maud Nelissen, unica erede delle musiche di Chaplin. Protagonista anche la musica contemporanea con la prima assoluta di BHB – La discesa di
Amleto nel Maelström un progetto di musica d’oggi della compositrice Roberta Vacca accanto a quella di Bach, Haendel e Beethoven. E ancora la nuova produzione del Festival, con una
commissione al compositore Michele Sarti eseguita da due violoncellisti di fama internazionale
come Anssi Karttunen e Claudio Pasceri. Infine, il concerto di chiusura del Festival, in
programma l’11 settembre al Teatro Mancinelli, in cui il violinista Giuseppe Gibboni si esibirà
insieme all’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani diretta dal Maestro Tito Ceccherini.

Novità di quest’anno i “concerti del mattino”, che si svolgeranno in luoghi iconici della città, con
l’obiettivo di creare momenti musicali “non convenzionali” rispetto al classico ascolto in teatro;
tra i protagonisti di questo filone di concerti ritorna la Georgian Chamber Orchestra e, per la
prima volta al Festival, l’ensemble Le Fil Rouge. Tra i grandi spettacoli e gli eventi collaterali i giorni del Festival saranno una vera e propria immersione nella musica, nella storia e nella cultura del territorio. Media partner della manifestazione saranno RAI UMBRIA e SKY CLASSICA HD (canale 136).
Quest’anno, inoltre, il Festival della Piana del Cavaliere | Orvieto Festival è stato riconosciuto
dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), rientrando a tutti gli effetti per i prossimi tre anni,
all’interno delle attività artistiche del Ministero della Cultura.
La biglietteria del Festival sarà aperta dal 5 al 31 agosto presso l’ufficio turistico di Piazza del
Duomo coi i seguenti orari:
Dal 5 al 19 agosto lunedì-sabato 10:00-13:00
Dal 20 al 31 agosto lunedì-venerdì 10:00-13:00 e 16:00-18:00 e sabato e domenica 10:00-13:00
Da giovedì 1° settembre, invece, sarà possibile acquistare i biglietti presso il foyer del Teatro
Mancinelli che seguirà l’orario continuato.
Per info: 3278690329
info@festivalpianadelcavaliere.it
La biglietteria online è sempre attiva al seguente link https://ticketitalia.com/festival-dellapiana-del-cavaliere.

La sesta edizione del Festival della Piana del Cavaliere | Orvieto Festival è resa possibile grazie al
sostegno della Regione Umbria, del Comune di Orvieto, del Ministero della Cultura, della Cassa
di Risparmio di Orvieto e dell’azienda main sponsor AISICO srl. Inoltre, gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, del Patrocinio di RAI Umbria e della collaborazione con la Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto”, Cittaslow Orvieto, l’Università delle Tre Età, l’Opera del Duomo, il Centro Studi “Gianni Rodari”, Orvieto Underground e la Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole”.




Orvieto piena di turisti ma loro che ne pensano e quanto costa un week-end sulla Rupe?

In questi giorni d’inizio agosto la città è apparentemente piena di turisti. Ristoranti da tutti esaurito e nella maggioranza delle strutture ricettive, soprattutto nei week-end. Abbiamo provato a fare i turisti cercando una camera in un hotel “4stelle” e in un B&B con servizi top sul sito Expedia, senza procedere all’usanza della telefonata post ricerca per ottenere uno sconto extra che corrisponde, poi, alla fee che si dovrebbe pagare ai portali. Abbiamo poi fatto un giro sempre online, per cercare i prezzi medi dei ristoranti. Non è un’impresa facilissima, ma ci siamo riusciti. Ultimo step il costo dei parcheggi nel centro storico, operazione riuscita.

Il risultato è che per due notti, tre pranzi e due cene, la Carta Unica per due persone, due giorni di parcheggio sulle strisce blu e un’altra mezza giornata la domenica, la coppia non scende sotto i 450 euro, calcolando qualche piccolo extra e una pausa in qualche bar del centro storico. A proposito, niente aperitivi o apericene e shopping, altrimenti si sale ulteriormente. Se si sceglie il B&B il prezzo del week-end scende a circa 320 euro. La Carta Unica incide per 50 euro (25 euro a persona) mentre una voce piuttosto corposa riguarda i parcheggi scoperti a pagamento con la stranezza della prima ora che costa meno delle successive; in totale ogni giornata intera, fino alle 20 anche se in realtà la sosta a pagamento è fino alle 22, costa 18,60 euro (1 euro la prima ora e 1,60 le successive).

Secondo l’offerta che abbiamo selezionato su Expedia in hotel 4stelle con colazione inclusa due notti costano 300 euro mentre in un B&B top si scende a 230 euro; l’imposta comunale di soggiorno pesa per 8 euro in hotel e 4 in B&B. Il B&B che abbiamo selezionato è fornito anche di parcheggio riservato gratuito, abbattendo di circa 52 euro il costo totale del soggiorno. La nostra scelta è caduta sull’offerta più alta sia per l’albergo che per la struttura extra-alberghiera; abbiamo richiesto il parcheggio e la colazione inclusa. Nella struttura alberghiera selezionata non è possibile, anche andando sul canale diretto, avere un servizio di mezza pensione cioè con un pasto incluso. Ricercando on-line gli hotel a 4 e 3 stelle presenti nel centro storico non hanno il ristorante interno ad uso dei clienti.

Sempre su Expedia abbiamo cercato location simili a San Gimignano e Assisi. I prezzi di un hotel 4stelle sono leggermente inferiori o in linea con Orvieto nella città di San Francesco mentre a San Gimignano un Relais lo avremmo potuto prenotare a 252 euro sempre con colazione inclusa.

Ma che dicono i turisti di Orvieto? In questi giorni li abbiamo intervistati, in qualche caso abbiamo origliato, in altri abbiamo approfittato della richiesta di indicazioni per scambiare veloci pareri. La città con i suoi monumenti, i suoi vicoli, i suoi tesori nascosti viene promossa a pieni voti, ma non è così per altro. Molti ritengono piuttosto alto il costo dei parcheggi e l’impossibilità di avere una tariffa giornaliera a forfait. Altra critica, e così chiudiamo con la questione auto, il pagamento anche nei giorni festivi e la mancanza in molte strutture di parcheggi riservati o la disponibilità di posti auto prenotati soprattutto nei due parcheggi insilati. Poche sono le lamentele, anzi quasi nulle, per l’imposta di soggiorno, ormai diffusa in tutta Italia. Promossa a pieni voti Carta Unica che a un costo accessibile permette di visitare gran parte dei monumenti della città senza ulteriori aggravi per il portafoglio. Grandi sono le carenze per quanto riguarda i bagni pubblici, almeno da quanto si evince dalle interviste con i turisti. Chi ha capacità di spesa ha sottolineato con disappunto la chiusura dei negozi nelle ore centrali della giornata e la sera e soprattutto troppi locali, ristoranti in particolare, chiusi per ferie, “ma come in una città turistica si chiude a luglio e agosto, non è possibile”. Altri ci hanno spiegato che “non rimaniamo a Orvieto più giorni, come avremmo voluto, perché non abbiamo trovato nel centro storico hotel che offrono la mezza pensione”; un’altra persona, tra l’altro abbiamo scoperto del settore, “in altre città chi non ha il ristorante in proprio offre delle alternative in convenzione, cosa che qui non sono riuscito a trovare”. La curiosità ci ha spinto allora a domandare perché la mezza pensione fosse così importante?Semplice, si contengono i costi e si ha la possibilità di avere già una soluzione visto che è molti difficile trovare un ristorante che ti accolga dopo le 22 a cena”.

Il cahier de doléance non risparmia il decoro e la pulizia e in particolare la continua presenza di furgoni, auto, motorini e simili sul Corso e in via Duomo oltre alla scarsa attenzione nei parcheggi davanti a monumenti e Chiese interessanti come Sant’Andrea, San Giuseppe, Palazzo del Popolo e tutta l’area di piazza del Duomo compreso lo spazio antistante l’ingresso di Orvieto Underground (l’area destinata a parcheggio a pagamento ndr). Insomma molti turisti si chiedono come mai non ci sia una vera isola pedonale in piazza e via Duomo e corso Cavour, almeno nella parte con più esercizi commerciali con spazi esterni. Sempre il turista operatore del settore ricettivo ha sottolineato, “l’area dello shopping, della movida serale non può essere attraversata da mezzi a motore di continuo e a qualsiasi ora…certamente alcune aree devono essere disponibili al parcheggio, soprattutto le piazze, ma al Duomo, in due giorni, ho trovato furgoni e auto sempre, mai senza, anche in orari diversi e considero uno scempio aver riservato a parcheggio quell’area ombreggiata che ben attrezzata potrebbe divenire un punto ristoro veramente notevole”. Una coppia di americani provenienti da Boston, invece, “Orvieto è bellissima e ci è piaciuto poter vivere il vostro quotidiano, con pregi e difetti, con il mercato del sabato pieno di colori e profumi. Siamo di età un po’ avanzata e poter parcheggiare in centro è stata una bella sorpresa anche se i costi sono un pochino alti. Ma la sera qui non si fa nulla. Alle 22 iniziano a chiudere bar e ristoranti, mangiare un piatto caldo è un’impresa e tutti i negozi sono chiusi, ma proprio tutti”. Altri turisti, invece, ci hanno riportato la grande difficoltà nella mobilità pubblica, insomma la mancanza di collegamenti con lo Scalo sempre dopo le 22 sia con i bus ma soprattutto con i taxi. Allora abbiamo provato a chiamare verso le 23 in tre giorni distinti, un festivo, un feriale e un sabato il numero che appare sulla colonnina del Duomo…silenzio! In Comune ci è stato assicurato che stanno lavorando al problema dei taxi, mentre per quanto riguarda l’isola pedonale forse questa sarà la volta buona.

Tanti turisti con pochi soldi in tasca, attenti a ogni spesa e ipercritici? No, Orvieto è stata una piacevole sorpresa – riferisce una coppia originaria del Veneto – ma il turista vuole servizi e qui, c’è la cortesia, la tranquillità, la bellezza, ma sui servizi qualche falla c’è a partire dal viavai continuo di veicoli sul corso e alla difficoltà di mangiare dopo le 22 come è capitato proprio a noi di ritorno da un piccolo tour dell’Umbria”. Cosa è successo? Siamo tornati in ritardo sulla tabella di marcia e abbiamo chiamato tre ristoranti per prenotare verso le 22,15 ma tutti hanno risposto che avevano le cucine chiuse, peccato! Abbiamo scelto un altro locale con il classico tagliere ma tra giovani un po’ alticci”.

Ma voi consigliereste Orvieto come meta per un week-end o una vacanza più lunga? Quasi tutti hanno risposto che la consiglierebbero per un week-end, magari in concomitanza con qualche evento come i concerti estivi o uno spettacolo a teatro. I più entusiasti sono stati i due americani di Boston, “noi ci verremmo a vivere, si sta bene, è calma, c’è l’ospedale, abbiamo saputo, e un pensierino lo abbiamo fatto anche guardando i prezzi delle case che non sono esagerati”.