“RipartiAmo dalLa Banda”, la Filarmonica torna in piazza della Repubblica il 9 luglio

Dopo due anni di interruzione forzata dei concerti in piazza, la Filarmonica Mancinelli di Orvieto riprende ad esibirsi tra la gente e per la gente. Lo farà sabato prossimo 9 Luglio alle ore 21 in piazza della Repubblica con il concerto “RipartiAMO dalLA BANDA” a significare l’amore del pubblico che, in moltissimi anni di storia, ha sempre accompagnato la banda cittadina dimostrando affetto e partecipazione.  Diretta dal maestro, Lamberto Ladi, la Banda della città di Orvieto riprenderà dunque il filo del tradizionale concerto estivo che da sempre mette in luce le qualità di una tra le più antiche realtà culturali di Orvieto.   L’iniziativa è sostenuta dal Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, con il supporto dell’Opera del Duomo, la vicinanza di Fattoria Tellus e Famiglia Cotarella, e la collaborazione della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto. 

Ad accompagnare la Filarmonica in questo percorso di tradizione e innovazione musicale sarà l’attore Marco Presciuttini. Ma la grande sorpresa della serata sarà la prima uscita ufficiale della Banda Giovanile “SaràBanda” che dopo varie partecipazioni ad importanti eventi, come Umbria Jazz 4 Kids, ora è pronta per aprire il concerto della Filarmonica Luigi Mancinelli.  I giovani bandisti del primo e secondo corso del progetto SaràBanda rappresentano una realtà viva che riunisce oltre 40 alunni delle scuole cittadine, vero e proprio patrimonio di speranze musicali che fanno della Filarmonica Mancinelli di Orvieto uno dei punti di riferimento regionale e nazionale della didattica musicale bandistica.  Il concerto “RipartiAMO dalLA BANDA” è anche l’occasione per onorare il centenario Mancinelliano del 2021 e quello dell’intitolazione del Teatro cittadino ai Fratelli Mancinelli che si celebra quest’anno

In programma due brani di Luigi Mancinelli rielaborati per banda dal Maestro Carlo Pirola (ex docente di strumentazione per banda con indirizzo in direzione e composizione per orchestra di fiati presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano) e dedicati alla Filarmonica Mancinelli e al suo presidente Massimo Ciotti




In consiglio comunale la questione del ripristino della Torre del Moro e dell’Orologio

Il consiglio comunale ha trattato la questione del completo ripristino della Torre del Moro e dell’Orologio oggetto di una interpellanza del consigliere Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”)  che ha chiesto all’amministrazione comunale “se intende attivarsi per ripristinare la completa funzionalità della Torre del Moro, cercando di trovare anche un giusto compromesso per arrecare meno fastidio possibile a chi vi abita vicino, nonché di sollecitare l’Opera del Duomo al fine di agire – di pari passo con il Comune – per ripristinare anche il “batocco” della Torre di Maurizio”. 

L’interpellante ha ricordato che “in queste settimane Orvieto ha rivissuto tradizioni secolari che hanno contribuito a far crescere la città in ogni suo aspetto: in questo periodo dell’anno i cittadini, come non mai, si sentono parte di una comunità e vivono con senso di appartenenza queste ricorrenze. Da qualche anno a questa parte la città risulta orfana dei rintocchi della Torre del Moro e della Torre di Maurizio: queste due torri sono parte integrante della storia della città, così come lo sono stati per secoli i loro rintocchi. Il Moro è da sempre l’orologio degli orvietani, inizialmente di proprietà papale (tanto che si chiamava Torre del Papa) dal 1515 è passata in proprietà del Comune, mentre la Torre di Maurizio venne costruita quasi settecento anni fa per scandire il tempo agli operai che lavoravano alla fabbrica del Duomo; tra l’altro il Maurizio, statua di bronzo fuso, rappresenta il più antico segna tempo ancora oggi esistente. Siamo quindi di fronte a due elementi identitari che, per una serie di motivi, da qualche tempo non stanno svolgendo più le funzioni per le quali erano stati costruiti ma, soprattutto, necessitano di alcuni interventi di riqualificazione e di miglioria”.

“Lavorare per ripristinare entrambi gli orologi delle Torri e intensificare la luminosità dell’orologio della Torre del Moro – ha aggiunto – sarebbe un fatto molto importante che qualificherebbe la città e di cui la città non può farne a meno: tra l’altro le due Torri sono di proprietà delle due più importanti istituzioni cittadine – Comune e Opera del Duomo – pertanto, a chi, se non a loro, spetta di attivarsi per tenere vive le tradizioni secolari – civili e religiose – della città di Orvieto? Se è importante lavorare per riqualificare il Moro ed Il Maurizio è altrettanto importante cercare di trovare un giusto compromesso con i residenti del centro storico che subiscono dei fastidi dal rumore dei rintocchi. Diverse possono essere le soluzioni di compromesso che possano tutelare chi abita nel centro storico: dalla bassa intensità dei rintocchi, alla diminuzione del numero dei rintocchi stessi. Sono certo che compenetrare le esigenze dei residenti con quelle della difesa delle tradizioni e della riqualificazione dei monumenti è assolutamente possibile. Probabilmente questa sollecitazione non l’avrei fatta in maniera istituzionale se non avessi appreso, ed anche condiviso, che alcuni cittadini stavano facendo una petizione per riqualificare la Torre del Moro”.

Il vice sindaco e assessore al Patrimonio, Mario Angelo Mazzi ha risposto: “andando indietro nel tempo, i quattro quadranti della Torre del Moro erano mossi da un macchinario che poi venne tolto a seguito del suo mal funzionamento. L’intervento realizzato in epoca recente dalla ditta Trebino famosa nel campo del funzionamento degli orologi di campanili, è consistito nella sostituzione dei quadranti che sono stati collegati ad una centralina. Negli anni successivi però ci sono state diverse lamentele ed opposizioni al rumore prodotto dai rintocchi dell’orologio durante la notte. Oggi è sicuramente indispensabile provvedere al regolare ripristino della luminosità dei quattro quadranti e verificare la possibilità di regolare il suono dei rintocchi della torre così da contenere per quanto possibile i disagi. Per l’orologio della Torre di Maurizio invece il problema era sorto per le esigenze manifestate dagli ospiti di alcune attività alberghiere della zona. Mi attiverò in entrambi i casi”.

Stefano Olimpieri si è dichiarato: “soddisfatto. Prendo atto della risposta positiva. Ricordo che la tradizione va rispettata fino in fondo. Quindi contiamo sul ripristino dell’orologio della Torre del Moro. Per la Torre di Maurizio ribadisco che la campana scandiva i lavori del nostro Duomo”. 




S’inizia a preparare il dossier per “Orvieto capitale della cultura 2025”

Il sindaco di Orvieto e assessore alla cultura, Roberta Tardani, ha incontrato i capigruppo in Consiglio e i consiglieri comunali per illustrare le tappe e le modalità di lavoro con cui si arriverà alla presentazione del dossier di candidatura alla scadenza prevista del 13 settembre 2022. Presenti anche Cristina Da Milano e Francesca Guida di ECCOM-Centro Europeo per l’Organizzazione e il Management Culturale, la società di progettazione culturale incaricata dall’Amministrazione Comunale di elaborare la proposta di candidatura. 

“Il dossier – hanno spiegato Cristina Da Milano e Francesca Guida – dovrà rispondere ai sette obiettivi principali e molto stringenti indicati dal bando del Ministero della Cultura: il miglioramento dell’offerta culturale, il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale attraverso la partecipazione dei cittadini, il rafforzamento degli attrattori culturali finalizzato in particolare alla destagionalizzazione dei flussi turistici, l’utilizzo delle nuove tecnologie per un maggior coinvolgimento delle giovani generazioni e il miglioramento dell’accessibilità, la promozione dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi, la sostenibilità e il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu”. 

“Su questi temi – hanno aggiunto – avvieremo un processo partecipativo con la città per condividere e arricchire l’idea progettuale che porteremo nel dossier di candidatura. Il mese di luglio sarà dedicato alla fase di analisi di contesto e alla condivisione. Per consentire la più ampia partecipazione, ma allo stesso tempo canalizzare in maniera efficace risorse ed energie visti i tempi stringenti del bando, in accordo con l’amministrazione comunale sono stati individuate tre modalità di lavoro: un questionario on line aperto alla cittadinanza per avere una visione collettiva sulla città, interviste con i principali portatori di interesse e stakeholder cittadini, tre workshop laboratoriali pubblici. Il dossier dovrà contenere oltre alle linee strategiche anche le attività da sviluppare nel 2025 che potranno essere finanziate dal milione di euro che otterrà la città designata a Capitale italiana della Cultura.  Abbiamo già iniziato ad analizzare la realtà di Orvieto e prendere spunto dal lavoro fatto per la redazione del piano di marketing territoriale – hanno concluso – ma soprattutto abbiamo percepito una grande passione dietro questa candidatura che ci è stata subito trasmessa e che sarà importante nel processo di coinvolgimento della città”. 

“Sono molto soddisfatta da questo primo incontro e dall’atteggiamento estremamente positivo e costruttivo che ho riscontrato dai rappresentanti delle forze politiche in consiglio comunale che hanno già fornito indicazioni molto interessanti al qualificato team che si occuperà dell’elaborazione del dossier di candidatura”, commenta il Sindaco, Roberta Tardani

“E’ proprio questo – prosegue – lo spirito che auspicavo e che serve per affrontare questa sfida così difficile ma anche così stimolante e ambiziosa. Abbiamo davanti a noi un’opportunità fondamentale: immaginare insieme a tutta la città una strategia culturale che guardi a una visione di Orvieto al di là di questa competizione. Abbiamo la possibilità di costruire insieme un progetto culturale, sostenibile e di medio lungo termine che potrà essere migliorato nel tempo ma che non potrà che essere lo spunto di partenza per ogni ragionamento nei prossimi anni. Se riusciremo a far questo, a prescindere da steccati, divisioni e schieramenti, avremmo già vinto. Come amministratori pubblici siamo vincolati ai mandati – conclude – ma questa Amministrazione, dai piccoli grandi lavori di manutenzione fino alla progettualità più elevata, sta dimostrando che l’unica scadenza elettorale che ha a cuore è il futuro di Orvieto”.  

Sono 16 le città italiane che hanno presentato la manifestazione d’interesse al Ministero della Cultura per partecipare al titolo di “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2025. Oltre a Orvieto, Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Città Metropolitana di Reggio Calabria, Enna, Lanciano (Chieti), Monte Sant’Angelo (Foggia), Otranto (Lecce), Peccioli (Pisa), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone), Spoleto (Perugia), Sulmona (L’Aquila).  Entro il 15 novembre 2022 la commissione di sette esperti di chiara fama nella gestione dei beni culturali individuata dal Ministero della Cultura definirà la short list delle 10 città finaliste. La procedura di valutazione si concluderà entro il 17 gennaio 2023 quando sarà designata la Capitale italiana della Cultura 2025.