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Denunciato dai carabinieri un giovane di 21 anni per furto aggravato in una casa di Montegabbione

Nella giornata del 22 giugno i Carabinieri del Comando Stazione di Fabro, a conclusione di indagini mirate dopo una denuncia di furto in abitazione da parte di un residente di Montegabbione, hanno deferito in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria ternana, per il reato di furto aggravato, un giovane 21enne di origine rumena, già noto alle forze dell’ordine. I militari nel visionare le immagini del sistema di video sorveglianza dell’abitazione, hanno riconosciuto il giovane che alcuni giorni prima si era introdotto nell’abitazione della vittima asportando un barattolo contenente una importante somma di denaro, un telefono cellullare, ed altri effetti personali. Preziosa si è rivelata anche la collaborazione della persona che ha subito il furto, che ha permesso ai militari di indirizzare l’attività nei confronti di un dipendente della ditta della famiglia derubata.

Le indagini dei militari hanno permesso di ricostruire tutti gli spostamenti dell’autore subito dopo il furto. In un primo momento i Carabinieri hanno accertato che lo straniero si era nascosto nell’abitazione della sua ex-compagna a Corciano, per poi ripartire verso la Romania; proprio durante il viaggio il giovane è stato intercettato nei pressi di Trieste, prima dell’uscita del valico Fernetti, a bordo di un autobus diretto in Romania, dove si è proceduto a tutte le attività di competenza.




Pier Giorgio Oliveti, Cittaslow International, “vivere slow si può anche nelle metropoli”

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Con Pier Giorgio Oliveti abbiamo fatto il punto sull’assemblea generale di Cittaslow International che si è svolta a Orvieto lo scorso 10 e 11 giugno. In particolare abbiamo posto l’accento sul nuovo progetto, molto ambizioso, “Metropolis” che vuole portare il vivere slow anche nelle grandi città. Oliveti, segretario generale dell’associazione, ha ricordato che “entro il 2050 la gran parte della popolazione vivrà nelle grandi aree metropolitane è quindi necessario programmare e progettare in sintonia con l’ambiente punto centrale del buon vivere”. Cittaslow International è una realtà affermata che vede in Orvieto il suo fulcro centrale e che in città apporta il proprio contributo anche in termini di Pil come rete sovranazionale.

Ma CittaSlow è anche sociale e attenzione per chi soffre e naturalmente, anche con lo scoppio della guerra in Ucraina la rete si è attivata per portare il proprio aiuto concreto in particolare in Polonia.




Laura Dimiziani, CNA, “allarme superbonus, nel ternano sono almeno 125 le imprese a rischio fallimento”

Il blocco della cessione del credito e di conseguenza lo stop al Superbonus sta facendo sentire i propri effetti anche nella provincia di Terni. In base all’indagine condotta dalla CNA nazionale delle oltre 33.000 imprese italiane a rischio fallimento almeno 125 sono ternane.

“Nel nostro territorio – afferma Laura Dimiziani – sarebbero devastanti gli effetti negativi oltre che sul sistema delle imprese, già messo a dura prova negli anni passati, anche sul fronte occupazionale con oltre 700 posti di lavoro a rischio. In questo momento le imprese più in difficoltà – continua Dimiziani – sono quelle che hanno rilasciato ai propri clienti e committenti lo sconto in fattura per tutti i lavori eseguiti in riferimento al superbonus e a tutti gli altri bonus edilizi.”

Le imprese hanno i cassetti fiscali pieni di crediti maturati a seguito dei lavori svolti ma purtroppo le tasche vuote per l’impossibilità, sopraggiunta improvvisamente di cedere il credito alle banche e alle Poste Italiane che fino a pochi giorni fa sono stati i principali interlocutori ai quali si sono rivolte le imprese per la cessione. Ora le banche hanno comunicato ufficialmente la loro indisponibilità ad acquisire nuovi crediti e stanno rallentando le acquisizioni dei crediti già concordati tra la fine del 2021 ed i primi mesi del 2022, L’ENEA annuncia che sono terminate le risorse disponibili per il 2022 e le imprese, che rappresentano l’anello debole della catena, rischiano di fallire perché hanno creduto e scommesso su un’opportunità prevista dalle norme statali. Non si possono far fallire tutte imprese che hanno scommesso sulla ripresa, realizzato investimenti importanti e assunto nuovo personale.

Pertanto come CNA stiamo chiedendo un intervento urgente del governo che abbia come obiettivo principale quello di riattivare la cessione del credito almeno per tutti i lavori già avviati e per quelli per i quali sono stati già rilasciati i permessi a costruire. Poi dovranno essere affrontate, per evitare l’insorgere di contenziosi tra i committenti, i tecnici e le imprese, tutte quelle situazioni per le quali sono già stati stipulati contratti d’appalto o realizzati progetti di fattibilità. Solo successivamente magari in sede di discussione della nuova legge di bilancio si potrà ragionare sul futuro rispetto al quale, una volta messe in sicurezza tutte le imprese, siamo disponibili ad un ampio confronto.

Nell’immediato per la nostra associazione le migliori soluzioni potrebbero essere rappresentate dalla possibilità di trasformare i crediti d’imposta in BTP direttamente acquisibili anche dalle imprese, oppure di allungare le tempistiche entro le quali gli intermediari finanziari possono usufruire delle detrazioni portandoli da cinque a dieci anni ampliando così i loro plafond disponibili permettendo di fatto il riavvio della cessione del credito. Quello che è certo è che la cessione del credito nei prossimi mesi costerà molto di più sia ai committenti privati che alle imprese; d’altronde l’inflazione galoppante, l’incremento degli spread e gli annunci della BCE già stanno provocando l’innalzamento dei tassi d’interesse per tutte le tipologie di finanziamento. Ad oggi le nostre continue sollecitazioni a livello nazionale e regionale hanno indotto il Senato della Repubblica ad adottare un atto di indirizzo che impegna il Governo a trovare una soluzione accettabile per tutte le parti in causa a partire dalle imprese e dalle banche, ma il tempo non è una variabile indipendente per cui è necessario fare presto. Da ultimo, ma non per ordine d’importanza, è opportuno un occhio di riguardo soprattutto nei confronti dei cittadini, a partire da quelli meno abbienti, che credendo nelle leggi dello Stato italiano si sono avventurati nella riqualificazione delle proprie abitazioni, senza avere le necessarie risorse finanziarie personali e tantomeno capienza reddituale per portare i crediti in detrazione.

Bene la lotta alle frodi – conclude Dimiziani – ma da parte del governo ora servono tutele per i più deboli: le imprese ed i cittadini, anche quelli ternani.




E’ Andrea Mazza il nuovo direttore della struttura complessa di cardiologia dell’ospedale di Orvieto

Lo scorso 23 maggio sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature per il concorso interno per il nuovo direttore della struttura complessa di cardiologia dell’ospedale di Orvieto, come facente funzione. La scelta è caduta su Andrea Mazza, già in forza alla stessa struttura. Si chiude così un vuoto che si era aperto lo scorso marzo con il pensionamento del primario, De Cristoforo.

Il reparto di cardiologia del nosocomio orvietano rimane comunque in sofferenza sia per numero di medici che di infermieri ma ora ha un responsabile che potrà decidere e operare con pieni poteri. Andrea Mazza è presidente dell’Aiac Umbria (Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione) e spesso partecipa a convegni internazionali come relatore. E’, quindi, una punta di diamante per l’ospedale di Orvieto e ora potrebbe sicuramente apportare novità e attrarre nuovi investimenti da parte della sanità pubblica regionale.

Da parte di OrvietoLife gli auguri di buon lavoro al dottor Andrea Mazza




“La sagrestia di Tonino. L’8 per mille non è solo una firma”, nella Chiesa di Sant’Andrea il 23 giugno alle 18

Giovedì 23 giugno alle 18, nella Chiesa di Sant’Andrea, si terrà un incontro dal titolo “La Sagrestia di Tonino. L’8xMille non è solo una firma”. All’iniziativa, organizzata dal Servizio Diocesano per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica, interverranno monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, Massimo Monzio Compagnoni, direttore nazionale dell’Ufficio Sovvenire CEI e don Luca Conticelli, parroco di Sant’Andrea. Coordinerà il giornalista Alessandro Maria Li Donni, direttore di OrvietoLife.it. 




Il 22 giugno partono gli esami, gli auguri del sindaco Roberta Tardani e dell’assessore Alda Coppola

Iniziano mercoledì 22 giugno, gli esami di stato conclusivi dell’anno scolastico 2021/2022 e del percorso formativo quinquennale per gli studenti delle scuole medie superiori impegnati con la prima prova scritta di italiano, alla quale seguiranno la seconda prova scritta e un colloquio.

Come consuetudine il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani e l’assessore all’istruzione, Alda Coppola rivolgono agli studenti un caloroso augurio e il loro messaggio di saluto.

“Siete finalmente arrivati a sostenere gli esami di maturità, una meta che con le vostre famiglie e la vostra realtà scolastica avete atteso a lungo dopo la ‘fase’ dell’emergenza sanitaria che, a suo modo, è stata però un’esperienza da cui trarre insegnamento” afferma il sindaco, Tardani“Vivete questi giorni d’esame in modo sereno, responsabile e soprattutto affrontando questa nuova esperienza che porterete sempre con voi, consapevoli della preparazione che avete acquisito ma con la vitalità che vi appartiene e con le idee che vi contraddistinguono. Il futuro ha bisogno del contributo di tutti e quello di voi giovani è prezioso. Dopo gli esami e un necessario periodo di svago, vi auguro di intraprendere nuovi cammini che vi permettano di realizzarvi e di concorrere alla soluzione di tanti dei problemi del nostro presente e del tempo futuro”. 

“Da insegnante di scuola secondaria di secondo grado e da genitore conosco bene le apprensioni della vigilia dell’esame, inquietudini che da sempre accomunano le varie generazioni di studenti, famiglie e insegnanti – aggiunge l’Assessore all’Istruzione, Alda Coppola – ma che bisogna gestire con la consapevolezza delle competenze acquisite e soprattutto con la considerazione che l’esame di Stato costituisce per i ragazzi non un traguardo bensì una tappa, seppur molto importante, che contribuisce a determinare il loro futuro. L’esame di maturità rappresenta la conclusione di un percorso scolastico che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con situazioni sicuramente inaspettate che hanno modificato sostanzialmente il mondo della scuola. Per questo non finiremo mai di ringraziare gli studenti ed il personale docente per come sono stati in grado di far fronte alle emergenze sopraggiunte. Auguro a tutti gli studenti un proficuo esame e un buon lavoro ai miei colleghi insegnanti”.




Il ricordo di Paolo Mauri al Museo Emilio Greco il 24 giugno alle 17,30

A due mesi dalla scomparsa, Orvieto ricorda Paolo Mauri, giornalista, critico letterario, per quasi vent’anni responsabile delle pagine culturali di “Repubblica”, che è stato a tutti gli effetti un cittadino di Orvieto.  L’incontro promosso dall’Opera del Duomo si svolgerà Venerdì 24 giugno alle 17:30presso il Museo “Emilio Greco”. Interverranno: Corrado Augias, Antonio Concina, Giuseppe M. Della Fina, Francesco Erbani e Simonetta Fiori.

Milanese di nascita, romano d’adozione, Paolo Mauri trascorreva lunghi e felici periodi nella sua casa di campagna, di fronte alla rupe di Orvieto. Qui non si è solo ritemprato dalle fatiche quotidiane, ma ha letto, studiato e lavorato e in tanti modi è stato attore delle vicende orvietane, sensibile ai valori di un territorio di cui ha sempre voluto cogliere il senso profondo, la storia e la cultura. L’atteggiamento verso il paesaggio orvietano, fisico e non solo, era il prodotto di un’idea della cultura molto aperta, che Mauri ha saputo manifestare nei suoi libri e nel lavoro a “Repubblica”. 

Sia quando analizzava testi letterari (i suoi amati scrittori lombardi, per esempio) sia nella confezione delle pagine che il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari destinava alla cultura, e che erano parte essenziale del profilo complessivo di quel giornale, Mauri metteva una disponibilità all’ascolto che era elemento fondamentale della ricerca di qualità. Al tempo stesso era per lui vitale l’obiettivo d’informare e d’informare bene, convinto che la cultura e il giornalismo culturale offrissero occasioni per comprendere meglio la realtà, senza fughe nel pensiero sbrigativo. In questo era sostenuto da una scrittura fluida, limpida, senza compiacimenti di tipo accademico.  




Il superbonus, da opportunità a trappola mortale

Più o meno due anni fa, in piena pandemia, fu istituito il “superbonus 110%” che nelle intenzioni doveva essere uno strumento formidabile proprio per dare respiro all’economia fiaccata dal Covid, puntando anche alla riqualificazione degli immobili con un impulso significativo al settore dell’edilizia.

Certamente la misura agevolativa si presentava estremamente interessante, sia per l’entità delle detrazioni (110% della spesa) sia per l’innovativo meccanismo dello “sconto in fattura” grazie al quale il committente privato non avrebbe sborsato denaro ma avrebbe potuto cedere all’impresa le sue detrazioni/credito di imposta a saldo delle fatture per la ristrutturazione, l’impresa poi avrebbe ceduto il credito di imposta ad un Istituto finanziario incassando il corrispettivo ed il cerchio si sarebbe chiuso con piena soddisfazione di tutti.

Ed effettivamente le cose sono andate proprio così per qualche tempo: i proprietari di abitazione hanno colto l’opportunità affidando ad imprese edili ed impiantisti la ristrutturazione dei loro immobili, e di conseguenza molte imprese si sono attrezzate, hanno investito e sono cresciute in dimensione vedendo in questa misura una sana opportunità di sviluppo del settore.

Oggi però leggiamo (e per esperienza diretta posso confermare) che tutte le imprese edili che si erano cimentate nella realizzazione di interventi con “sconto in fattura” sono in grave difficoltà finanziaria e che l’intero settore dell’edilizia è in sofferenza addirittura con serio rischio di default.

Che cosa è successo e come si è arrivati a questo stato di difficoltà?

Le cause che hanno trasformato una sana opportunità in un vero e proprio boomerang per le imprese derivano essenzialmente dalle modifiche normative che via via hanno reso sempre più difficile la cessione dei crediti dalle imprese alle Banche, fino alla completa e, ad oggi, definitiva chiusura di ogni possibilità di smobilizzare i crediti che le imprese hanno in pancia, perché anche alle Banche sono stati imposti dei limiti che di fatto non consentono loro di accettare altri crediti.

Semplificando è successo che dopo aver stipulato contratti di appalto con previsione dello “sconto in fattura” e soltanto dopo che i lavori erano stati eseguiti, fatturati e pagati con il credito caricato sul cassetto fiscale dell’impresa, a quella impresa è stato detto che quel credito nessuno lo avrebbe più potuto acquistare e liquidare e potrà usarlo solo in compensazione delle tasse e dei contributi ma in cinque anni oppure anche in dieci anni a seconda del tipo di intervento eseguito. 

La motivazione per la quale è stata imposta “in corsa” una stretta così drastica alla cessione dei crediti, è stata spiegata dal legislatore con la scoperta di truffe per importi miliardari realizzate proprio con la cessione di crediti su ristrutturazioni edilizie mai realizzate o realizzate con prezzi gonfiati.  La realtà però viene raccontata solo parzialmente, perché è indubbio che molte truffe sono state realizzate, ma non sul superbonus 110% bensì per la quasi totalità sui bonus ordinari che esistevano già da anni prima che il superbonus venisse istituito.

Ma come è potuto succedere che proprio ora sia state organizzate così tante truffe su bonus edilizi che esistevano da anni?

Spesso è troppo semplice dire che la legge è stata fatta male, ma in questo caso la legge che ha previsto la possibilità dello sconto in fattura e della cessione dei crediti è stata proprio fatta male!

Quando è stato istituito il superbonus 110%, la possibilità di pagare i lavori con lo “sconto in fattura” e cedere il credito di imposta alla banca è stata estesa anche a tutti gli altri bonus edilizi preesistenti, ma mentre per il superbonus 110% erano necessarie asseverazione tecnica e visto di conformità, cioè assunzione di responsabilità di due professionisti (tecnico e commercialista) a loro volta garantite da specifica copertura assicurativa, per tutti gli altri bonus tutto questo non era necessario e bastava banalmente fare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate per avere il credito caricato sul cassetto fiscale e di conseguenza cedibile alla banca.

E’ di tutta evidenza che questa norma così concepita ha creato una falla gigantesca nel sistema di controllo della legittimità dei crediti, ed infatti si è purtroppo verificato che sfruttando questo vuoto nella procedura sono stati caricati crediti inesistenti poi ceduti alle banche e illecitamente incassati. Ma tutto questo, bene ribadire, è avvenuto utilizzando i crediti ordinari ed in particolare il bonus facciate che dava diritto fino a tutto il 2021 ad un credito pari al 90% della spesa.

Solo a fine 2021, orami troppo tardi, l’ennesima modifica alle norme sulla cessione dei crediti da ristrutturazioni edilizie ha previsto asseverazione tecnica e visto di conformità anche per i bonus diversi dal superbonus, cercando di riparare al vuoto procedurale che aveva provocato tanti danni. Ma in quella stessa modifica sono stati posti quei limiti stringenti alla cessione di tutti i crediti, compresi quelli da superbonus, per cui le imprese (quelle che lavorano e agiscono correttamente) che avevano già acquisito crediti o che stavano eseguendo interventi a fronte della cessione del credito si sono ritrovate ad avere crediti di imposta per importi anche importanti, senza però poterli più cedere e trasformarli in liquidità, con evidenti conseguenze di serie difficoltà finanziarie.

In conclusione, per cercare di porre riparo ad una norma mal concepita che aveva causato un danno all’Erario per colpa di alcuni truffatori, si è andati a punire un intero settore di imprese che avevano visto in questa misura una sana opportunità di lavoro dopo un periodo buio e che su questa avevano anche investito e assunto lavoratori, ma che ora invece gli si è ritorta contro mettendoli in serie difficoltà finanziarie.




Thomas Lange e Mutsuo Hirano presentano la mostra “La zattera di Medusa” fino al 26 giugno alla Sala Expo del Palazzo del Popolo

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Si è aperta la mostra “La zattera di Medusa” alla Sala Expo del Palazzo del Popolo degli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano che abbiamo intervistato con il contributo del presidente del consiglio comuna, Umberto Garbini, a margine del vernissage che si è tenuto il 19 giugno. Pittura e scultura sono le protagoniste assolute, con il tema del naufragio, del viaggio nel tempo, e di Signorelli che, tra l’altro è presente nelle due opere che gli artisti hanno donato al Comune di Orvieto. Chi vuole può visitare la mostra fino al prossimo 26 giugno dalle 16 alle 20.




Soddisfazione del presidente del GAL, Gionni Moscetti per l’approvazione dei due Distretti del Cibo

E’ con grande soddisfazione che il presidente del Gal Trasimeno-Orvietano, Gionni Moscetti, annuncia che è arrivata comunicazione ufficiale che i due distretti del cibo promossi dal Gruppo di Azione Locale, sono stati riconosciuti dalla Regione dell’Umbria e trasmessi al Ministero delle Politiche Agricole per essere annoverati nell’elenco nazionale.

Si tratta del Distretto del Cibo Agroalimentare delle produzioni certificate e tutelate dell’Area Sud Ovest Orvietano e del Distretto del Cibo Agroalimentare delle produzioni certificate e tutelate Trasimeno – Corcianese, entrambe con un territorio più ampio rispetto a quello del Gal stesso, infatti l’area Orvietana comprende oltre i comuni soci Gal anche i comuni di Todi, Montecchio, Baschi e Castiglione in Teverina arrivando a coinvolgere quindi anche un comune della Regione Lazio, mentre il secondo è comprensivo degli otto Comuni del Trasimeno soci Gal, più il Comune di Corciano. Due aree con una forte identità sotto l’aspetto agroalimentare e delle produzioni tipiche di qualità e biologiche, molte le aziende che hanno aderito ai due distretti ed eccellenti centri di ricerca, quali l’Università degli Studi di Perugia e il CNR.

Un ringraziamento sincero all’assessore alle Politiche Agricole della Regione dell’Umbria Roberto Morroni, primo per aver definito la legislazione regionale in merito non appena insediato e anche per esserci stato vicino ed aver creduto nel nostro lavoro che, tra animazione e attività amministrative operative, è durato poco più di un anno.

Siamo in attesa dell’uscita del bando nazionale che, quest’anno ricco di risorse, ben 120 milioni di euro a livello nazionale che, auspichiamo possano sostenere anche l’economia umbra, nel settore primario.

Gionni Moscetti (Presidente del Gal Trasimeno-Orvietano)