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Due tentati furti in poco tempo a Baschi. Il ladro costretto alla fuga dall’intervento dei carabinieri

Verso le ore 22.30 del 7 giugno, al 112 è giunta una richiesta di intervento in Vocabolo Caiano di Baschi nella quale il chiamante ha segnalato che, mentre stava dormendo, alcuni suoi familiari che invece erano svegli all’interno dell’abitazione, sentendo muovere una finestra che avevano lasciata aperta per il caldo, si sono accorti che una persona stava entrando in casa loro. Questo, una volta scoperto, è fuggito rapidamente. Il ladro, di cui è stata data ai Carabinieri intervenuti sul posto una sommaria descrizione, soprattutto relativamente all’abbigliamento (indossava una felpa chiara, un cappello ed una sciarpa), è fuggita senza riuscire a rubare nulla.

A mezzanotte è arrivata una nuova chiamata al 112, sempre dalla zona di Baschi nella quale questa volta il chiamante riferiva circa il furto appena avvenuto della propria autovettura (di cui forniva ai Carabinieri telefonicamente marca, modello, colore e targa) posteggiata nei pressi dell’abitazione con le chiavi inserite. La nota con i dati della vettura rubata è stata diramata dalla centrale operativa dei Carabinieri di Orvieto a tutte le pattuglie in servizio sul territorio e, una di queste che l’aveva poco prima incrociata sulla ss205 circa 300 metri prima del bivio per Montecchio, ha fatto inversione di marcia individuandola mentre l’occupante scendeva e si dileguava per i campi adiacenti. L’uomo indossava una felpa bianca, cappello e sciarpa così come descritto dalle vittime del primo furto. Sul posto sono quindi giunti anche i Carabinieri per i rilievi scientifici.

In questi casi è evidente che il ladro, messo alle strette prima dai derubati e poi dalle ricerche poste in atto nei suoi confronti dai Carabinieri, ha dovuto desistere dal continuare le sue azioni criminali. E’ bene tuttavia segnalare due aspetti: il primo è l’importanza dei dettagli in proprio possesso da fornire ai Carabinieri quando si richiede un intervento; il secondo è che ognuno di noi deve porre in essere tutte quelle attenzioni volte a rendere il più difficile possibile il furto dei propri beni o all’interno delle proprietà.




Le precisazioni di Claudio Bizzarri sugli atti vandalici alla ex-scuola del Tamburino

Sulla vicenda relativa ai danneggiamenti che sono stati perpetrati presso la ex-scuola del Tamburino sono necessarie delle precisazioni. La prima e più importante è che non ci sono stati danneggiamenti di reperti archeologici. Come è evidente anche dalla documentazione fotografica apparsa sui media lo spezzone di tufo informe utilizzato per distruggere parte dei sanitari del complesso non è un elemento con siffatte caratteristiche. Il materiale archeologico proveniente dagli scavi di Orvieto e del territorio è conservato presso palazzo Tiberio Crispo in piazza Marconi. Pochi sanno che grazie alla caparbia volontà dell’ispettore della SABAP, Luca Pulcinelli, è stata intrapresa la riorganizzazione e il riallestimento proprio di quegli spazi, oggi ben altra cosa rispetto a quello che erano fino a poco tempo fa. Detto ciò è evidente che quanto verificatosi denuncia la presenza di soggetti la cui qualifica sarebbe fin troppo facile stigmatizzare.

La ex-scuola del Tamburino, fino a qualche anno precedente la pandemia (evento che ha bloccato i campi scuola che da anni operavano ad Orvieto e nel territorio), ha giocato un importante ruolo logistico sia per gli importanti scavi di Campo della Fiera, diretti da Simonetta Stopponi, che per quelli del St. Anselm College, in collaborazione col PAAO. Le condizioni degli ambienti seminterrati, il degrado del tetto e la generale tenuta dell’immobile ne hanno nel tempo escluso l’utilizzo per le attività a cui si è accennato. Gli abitanti della zona ricorderanno che la scuola è anche stata per anni sede del seggio elettorale, fintanto che la pressante umidità rilevata nei locali, aggravatasi anche a causa dell’utilizzo saltuario che della struttura se ne faceva, non ne ha impedito la frequentazione. Rimane una profonda amarezza nel constatare che c’è ancora chi non ha di meglio da fare che danneggiare proprietà pubbliche, ponendo serie ipoteche su situazioni già critiche.




Cristina Croce, “Sportello di Prossimità: l’ennesima reazione scomposta della sindaca!”

Ancora una volta una reazione stizzosa, scomposta e priva di risposte quella della Sindaca alla mia ultima  interrogazione urgente, tipica di chi non ha argomenti e men che meno strumenti per nascondere le ormai evidenti assolute incapacità di governare anche i processi più elementari, come quelli che sarebbero richiesti per organizzare lo Sportello di Prossimità con il supporto dichiarato del Tribunale di Terni e, perché no,  anche dell’ Associazione degli Avvocati di Orvieto che sicuramente sarebbe disponibile a collaborare per la buona riuscita di un progetto che molti comuni virtuosi da tempo stanno già portando avanti con efficacia e soddisfazione da parte dei cittadini.

Non entro nel merito delle argomentazioni sostenute dalla Sindaca per giustificare l’ingiustificabile diniego anche solo a ragionare della possibilità di dare vita ad uno Sportello di Prossimità, visto che le stesse ripetono ancora lo stesso mantra della pandemia, mentre è del tutto strumentale l’aver voluto attribuire ad un tale servizio il ruolo di distaccamento del Tribunale cosa che solo una persona completamente avulsa dal settore avrebbe mai potuto ipotizzare, non certo la sottoscritta.

Colgo invece con soddisfazione nell’ultimo passaggio della maldestra arringa -che mal si addice al ruolo di una Sindaca, che dovrebbe invece fare tesoro delle interrogazioni dei consiglieri, uno spiraglio di luce che consiste nella dichiarata “disponibilità a trattare” (!!!) con l’Ordine degli Avvocati e le Associazioni Forensi, o meglio nella malcelata presa di coscienza di essere stata colta sul vivo della propria inadeguatezza ormai palesatasi anche ai cittadini più distratti.




Stefano Olimpieri, “ripristinare i rintocchi delle Torri del Moro e del Maurizio mitigando i fastidi per i residenti”

In questi giorni di tradizioni e appuntamenti di grande rilievo è iniziata una raccolta di firme tra i cittadini per ripristinare i rintocchi della Torre del Moro e della Torre del Maurizio, una mancanza ormai pluriennale per le vie del centro storico.  Il consigliere Stefano Olimpieri ha presentato un’interpellanza in consiglio comunale in cui scrive, “in queste settimane Orvieto rivive tradizioni secolari che hanno contribuito a far crescere la città (…); in questo periodo dell’anno i cittadini, come non mai, si sentono parte di una comunità e vivono con senso di appartenenza queste ricorrenze”.  Olimpieri ricorda poi l’importanza storico-artistica delle due torri, “queste due torri sono parte integrante della storia della città, così come lo sono stati per secoli i loro rintocchi.  Il Moro è da sempre l’orologio degli orvietani, inizialmente di proprietà papale (si chiamava Torre del Papa) dal 1515 è passata in proprietà del Comune, mentre la Torre del Maurizio venne costruita quasi 700 anni fa per scandire il tempo degli operai che lavoravano alla fabbrica del Duomo, tra l’altro il Maurizio, statua in bronzo fuso, rappresenta il pi antico segna tempo ancora oggi esistente”.  Fin qui la storia.  Olimpieri chiede di “lavorare per ripristinare entrambi gli orologi delle Torri e intensificare la luminosità dell’orologio del Moro”.  Sollecita i proprietari, il Comune per il Moro e l’Opera del Duomo per il Maurizio a “tenere vive le tradizioni secolari, civili e religiose, della città di Orvieto”.

Se tanti cittadini spingono per il ripristino dei rintocchi “storici” altri temono, perché residenti nei dintorni e allora Olimpieri sottolinea, “è importante cercare di trovare un giusto compromesso con i residenti del centro storico che subiscono fastidi dal rumore dei rintocchi.  Diverse possono essere le soluzioni di compromesso che possano tutelare chi abita nel centro storico: dalla bassa intensità dei rintocchi, alla diminuzione del numero stesso dei rintocchi”. 

Stefano Olimpieri conclude l’interpellanza chiedendo all’amministrazione “se intende attivarsi per ripristinare la completa funzionalità della Torre del Moro, cercando di trovare anche un giusto compromesso per arrecare meno fastidio possibile a chi vi abita vicino e di sollecitare l’Opera del Duomo al fine di agire – di pari passo con lo stesso Comune – per ripristinare anche il ‘batocco’ del Maurizio”.