1

25 aprile particolare per un turista che ha avuto un malore mentre scendeva nel Pozzo di San Patrizio

Sono stati momenti apprensione quelli passati nel pomeriggio del 25 aprile al Pozzo di San patrizio. Un turista americano stava scendendo i 248 gradini del Pozzo quando ha avuto un malore e immediatamente è stato dato l’allarme. Sul posto sono arrivate Vigili del Fuoco, 118, carabinieri e polizia locale. I sanitari hanno prestato le prime cure allo sfortunato turista che si è ripreso già dopo pochi minuti.

Solo una settimana fa l’ex-assessore Massimo Gnagnarini aveva fatto notare come il grande afflusso di turisti nel monumento forse andava oltre il numero massimo consentito dalle norme di sicurezza. Probabilmente le norme sono state rispettate per quanto riguarda i numeri ma alcuni presenti hanno fatto notare l’assenza di un defibrillatore nell’area a altissima affluenza di persone sia per il Pozzo che per la vicinanza con la funicolare.




Operazione contro i furti della Polizia porta al recupero di 30 mila euro di refurtiva e alla denuncia di due ladri ora ricercati

Ammonta ad oltre 30 mila euro il valore della refurtiva accumulata in una notte di “lavoro” dai ladri che hanno colpito ad Orvieto nei giorni scorsi. La loro azione è stata interrotta dagli agenti del commissariato di pubblica sicurezza che, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, erano già sulle tracce di coloro che alla fine di marzo avevano aperto oltre 10 garage nel quartiere di Ciconia e ne avevano saccheggiato gli interni.

Grazie ad una attenta analisi delle immagini riprese dalle telecamere del sistema di videosorveglianza recentemente installate dal Comune di Orvieto, gli investigatori erano infatti riusciti a isolare la targa di una vettura la cui presenza ad Orvieto nei giorni in cui era stata perpetrata una serie di furti aveva insospettito i poliziotti del locale commissariato. A seguito di ciò, sono stati programmati degli appostamenti e nel corso di uno di essi, alcune notti fa, i poliziotti hanno individuato nel territorio orvietano l’auto sulla quale erano concentrate le ricerche. Dall’attività di polizia giudiziaria, svolta nel corso dell’intera nottata, è emerso che due persone avevano rubato poco prima ad un cittadino orvietano una seconda auto; a bordo di essa ed all’interno dei due borsoni abbandonati nei pressi della vettura, veniva rinvenuto l’ingente compendio dei furti perpetrati nel corso della notte; infatti, senza l’intervento degli agenti della Polizia di Stato il bottino dell’azione notturna dei ladri sarebbe stato di una autovettura di grossa cilindrata e di un consistente numero di oggetti da lavoro meccanico, oltre a due gruppi elettrogeni rubati presso una nota azienda dell’orvietano per un valore complessivo di oltre 30 mila euro.

La Procura di Terni ha disposto la restituzione della merce rubata ai cittadini orvietani vittime dei furti che, convocati in Commissariato, nel giro di poche ore sono di nuovo entrati in possesso di quanto era stato loro sottratto nel corso della notte precedente. Le indagini svolte a seguito dell’operazione notturna degli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto hanno consentito di identificare e di denunciare i due presunti autori dei furti che sono tuttora ricercati su tutto il territorio nazionale. Preziosa è stata anche la collaborazione di un cittadino che, mettendo a disposizione della polizia le proprie telecamere di sorveglianza, ha fornito agli investigatori indicazioni utili per ricostruire parte dell’attività dei due presunti ladri.

La Polizia di Stato sottolinea quanto la cooperazione con la società civile sia fondamentale per operazioni di questo genere e invita i cittadini a segnalare ogni situazione anomala o che comunque rappresenti un pericolo per il rispetto dalle norme che regolano il vivere sociale.




Successo nel nuoto per gli orvietani. Oro negli assoluti, il “piccolo” Elia Cesaretti tre podi e Argento per Aurora Bracciantini

È giunta al termine la grande kermesse di Riccione che da sabato 23 a lunedì 25 aprile ha visto protagonista lo Stadio del Nuoto di Riccione, uno tra i “palcoscenici” d’Italia più ambiti dai nuotatori, e che ha ospitato i campionati nazionali Aics con 30 società di 11 differenti regioni. Sono state disputate circa 600 gare. In particolare, si è svolta la rassegna nazionale giovanile (9-13 anni) riservata ai tesserati Aics ed a cui era abbinato il “Trofeo delle Regioni”, una speciale classifica che raggruppa gli atleti per provenienza geografica; e gli Swimming Games Open per le categorie Ragazzi, Juniores ed Assoluti (dai 14 anni in su), aperti agli atleti Aics (“Trofeo Azzurro”) e anche a tutti i tesserati della Federazione Italiana Nuoto. Il programma ha visto succedersi gare su varie distanze di stile libero, dorso, rana, farfalla e misti insieme alla spettacolare “Australiana”, la gara sui 50 metri ad eliminazione diretta. I ragazzi di Orvieto che gareggiano in squadra con la Grande Accademia del Nuoto di Terni hanno partecipato con la formazione quasi al completo tra Esordienti e Assoluti. Numerose le medaglie vinte e tante le postazioni nei primi dieci posti della classifica; questo ha permesso alla squadra di raggiungere il risultato più ambito: primo posto assoluto con vittoria del Trofeo Azzurro per gli assoluti e terzo posto per gli Esordienti. Tre volte sul podio Il piccolo Elia Cesaretti, un oro e due argenti nelle distanze dei 100 rana, delfino, stile libero; un argento nei 50 stile libero per Aurora Bracciantini. Ricordiamo anche tutti gli altri ragazzi di Orvieto che hanno contribuito alla vittoria piazzandosi nelle prime posizioni della classifica: Nilde Cesaretti, Edoardo Catarcia, Lorenzo Pedichini, Achille Uguccioni ,Mattia Calderini, Flavio Calderini, Cristina Ercolini, Nicolò Simoni, Costantino Rosati.

L’organizzazione della manifestazione è stata della Direzione Nazionale, Dipartimento Sport, con la collaborazione della competente CTN di disciplina, della Società Rari Nantes Romagna ASD, del Comitato Regionale AICS Emilia Romagna e del Comitato Provinciale di Rimini. “Bellissima esperienza per i nostri ragazzi” commentano i tecnici Donatella Bartolini e Alessio Bordino che seguono gli atleti di Orvieto, ”molti di loro erano alla prima esperienza in vasca lunga e in una cornice così di prestigio, eppure si sono difesi con coraggio, senza farsi intimorire da chi aveva più esperienza e più anni di nuoto alle spalle. I nostri atleti – continua l’allenatrice Donatella Bartolini – sono continuamente stimolati a migliorare la tecnica delle nuotate, vengono seguiti nelle loro attitudini personali e peculiarità affinché ognuno, frequentando gli allenamenti, raggiunga il miglior risultato. Nel nuoto agonistico è molto importante la serietà e la continuità nell’impegno, diventa fondamentale il confronto e la condivisione con i propri compagni per far emergere lo spirito di squadra. Sono dunque molti gli elementi che inducono a comprendere quanto sia importante la squadra anche in uno sport come il nuoto che resta sempre ad alta individualità ma in cui il senso di appartenenza ed il sostegno indotto dal gruppo assume un ruolo determinante sulla prestazione e anche sulla persistenza della motivazione e della determinazione a portare avanti un progetto agonistico. E la squadra è quella che ha vinto! Ci auguriamo che il Comune di Orvieto nella chiusura, che effettuerà alla fine di giugno, tenga conto dei sacrifici fatti dai nostri ragazzi e faccia in modo che il lavoro effettuato fino ad ora non vada vanificato.”

Fonte: Piscina Comunale di Orvieto




Trimestrale in forte crescita per Labomar

Labomar SpA, azienda nutraceutica italiana attiva a livello internazionale e quotata nel mercato Euronext Growth Milan, ha presentato i conti trimestrali in forte crescita con ricavi consolidati che risultano pari a circa 19 milioni di euro. Il dato include, oltre la capogruppo e Entreprises ImportFab Inc, anche il fatturato del Gruppo Welcare e di Labiotre srl, acquisite nel 2021. Rispetto ai ricavi consolidati realizzati nel pari periodo 2021, pari a 14,1 milioni di euro, l’incremento è del 34,4%. 

Considerando a parità di perimetro con l’anno precedente, i ricavi di Labomar Spa e Entreprises ImportFab Inc. sono pari a 15,6 milioni di euro, con un aumento del 10,5% rispetto al 2021. Tale crescita è supportata dalla capogruppo che ha visto un recupero delle vendite di prodotti appartenenti alle categorie probiotics e cough&cold, che avevano particolarmente sofferto nel 2021,oltre che una crescita di fatturato dei principali key account internazionali. Importante poi anche il contributo della controllata canadese (+ 6,5%), nonostante alcune difficoltà relative all’approvvigionamento della materia prima. Il fatturato della sola Labomar SpA nel 1° trimestre 2022 è stato pari a circa 14,2 milioni di euro, con una crescita di quasi l’11% rispetto allo stesso periodo 2021.

Sono estremamente soddisfatto di questi risultati relativi ai primi tre mesi del 2022, non solo perché presentano dati in crescita, ma anche perché per la prima volta includono i contributi di tutte le società acquisite, ciascuna delle quali ha saputo massimizzare le opportunità di mercato, pur in un contesto socio-economico complesso” ha spiegato l’AD e fondatore Walter Bertin, “Anche a parità di perimetro, la crescita dei ricavi risulta premiante e dimostra come il Gruppo Labomar abbia saputo affrontare efficacemente le difficoltà connesse alle filiere di approvvigionamento.  La strategia di controllo dell’intera catena del valore attuata dalla società si è dimostrata elemento utile a raggiungere performance importanti e a garantire un ritorno ad un posizionamento significativo. La fiducia che continuano a dimostrarci sia nuovi clienti sia clienti con i quali esiste un rapporto consolidato, molti dei quali di livello internazionale, è rafforzata anche da numerosi riconoscimenti ottenuti e ci permette di guardare con ulteriore slancio al proseguo dell’anno”.

La società specifica altresì che l’Assemblea degli Azionisti si terrà venerdì 29 aprile alle ore 14.00.




Associazione Prometeo, “egregio vicesindaco Mazzi, qual è il progetto di viabilità per la Casa di Comunità?”

Lettera aperta dell’Associazione Prometeo,

Egregio assessore e vicesindaco Ing. Mario Mazzi, sono trascorsi un paio di mesi da quando ha diffuso parole tranquillizzanti sul fatto che era in allestimento un progetto di viabilità per servire la Casa di Comunità presso l’ex ospedale in piazza Duomo.

– Ha garantito che non vi sarebbe stato alcun problema e anche che avrebbe mostrato alla cittadinanza e a quanti “polemizzavano” tale progetto.

La nostra associazione ha osservato la criticità della scelta di utilizzare l’ex ospedale per questo importantissimo presidio a tutela della salute di tutto l’Orvietano, ma ormai la Regione ha comunicato al Ministero la decisione e, a meno di inghippi dovuti alla palese inadeguatezza del luogo, la casa di Comunità per quaranta cinquantamila abitanti sarà lì.

Questa ineluttabilità aumenta la preoccupazione di chi è interessato al futuro di Orvieto e alla salute dei cittadini dell’Orvietano e riteniamo quindi che sia ormai tempo che lei guidi la passeggiata per illustrare de visu il progetto di viabilità confezionato, che non sacrifichi piazza Duomo, come da Lei promesso, e che non comprometta la qualità della vita degli abitanti di via Cardinal Cerretti.

Siamo convinti che il modo ordinato di procedere sarebbe stato quello di acquisire un piano complessivo di fruizione di tutti i beni pubblici presenti in città e soltanto successivamente studiare la fattibilità dell’inserimento di una importante struttura come la Casa di Comunità. Ribadiamo che solitamente prima si studiano i progetti e poi si operano le scelte, ma tant’è, purché non diventi una filosofia decisionale anziché una contingenza.

Comprendiamo la difficoltà di amministrare dopo due anni di pandemia e in fase di difficoltà economica latente, ma la maggiore preoccupazione che segnaliamo, a Lei e al sindaco Tardani, è la difficoltà di individuare un’idea coerente della città che muova l’Amministrazione di cui fa parte, sia del centro storico che delle periferie.

La scelta di “piazzare” la Casa di Comunità nell’ex ospedale è emblematica, perché non risponde infatti a parte di un disegno, ma a una pennellata casuale su una tavolozza che non vediamo neppure abbozzata.

In attesa di poter conoscere il progetto di viabilità confezionato, nella speranza di avere occasioni di confronto promosse dalle istituzioni per discutere un coerente e realistico progetto per Orvieto, Le offriamo la nostra disponibilità di cittadini a collaborare, per quanto nelle nostre possibilità.




Poker dell’Orvietana al Bastia, ora per il record di punti ne servono solo due

L’Orvietana non fa sconti a nessuno, una settimana di festeggiamenti ai quali si è pure sovrapposto il periodo pasquale, non ha allentato la concentrazione dei ragazzi di Ciccone che concede l’esordio in porta al giovanissimo Emanuele Rossi, classe 2005. Esordio da titolare anche per Boninsegni che fa spostare sull’esterno difensivo Guinazu.  Silveri, che deve rinunciare tra gli altri all’ex di turno Castelletti, ha posizionato Stirati e Raccichini più avanzati di tutti, con a supporto una linea mediana folta: ma è risultato un Bastia per nulla battagliero.

Si è giocato su un campo in perfette condizioni, malgrado l’arrivo di una fitta pioggia ad inizio gara, condita da raffiche di vento. Prima emozione dopo 3 minuti quando Flavioni ruba palla in un contrasto a centrocampo, viene avanti e serve sul fronte opposto Bracaletti, suggerimento in area per Guazzaroni, la cui conclusione è però rimpallata. Risposta del Bastia un minuto dopo con Raccichini che si fa quasi tutto il campo, serve alla sua destra Omohonria che scalda subito i guanti a Rossi.  L’Orvietana trova il vantaggio a metà primo tempo, quando un cross di Bracaletti in area filtra tra più gambe davanti ad Alunni, per poi arrivare sul secondo palo dove Danilo Greco può festeggiare il suo compleanno con la rete che sblocca la partita. La reazione del Bastia non arriva e per l’Orvietana risulta semplice spingere e trovare subito il raddoppio, parte tutto ancora dai piedi di Bracaletti che stavolta serve con il contagiri Guazzaroni, per il centrocampista di casa trovare tempi e spazi per superare Alunni è fin troppo facile.

Orvietana che gioca a memoria, il Bastia che dovrebbe invece dimostrare almeno grinta e concentrazione continua invece a perdersi. Con la difesa forse troppo alta e l’ennesima palla non controllata a centrocampo, ecco che Nicodemo fugge via indisturbato, una passerella fino agli ultimi metri dove non ha problemi a gonfiare la rete anche lui.  Al 39’ arriva anche la traversa del capitano, una traiettoria che sembra fin troppo perfetta, solo il legno, una volta superato il portiere, ferma la gioia di Bracaletti.  Ma ancora una volta il Bastia alza la difesa e si scorda del giocatore alla sua destra, stavolta è Sciacca che va via sul filo del fuorigioco e, come Nicodemo prima, arriva fino in fondo e trova la traiettoria che gli regala il suo 12° gol stagionale. Il primo tempo termina 4-0.

La ripresa ha ormai poco da raccontare, per mezz’ora si assiste solo alla girandola di cambi, l’occasione per arrotondare l’Orvietana la trova al 33’ quando Nicodemo manca di un soffio la palla sottoporta, sul suggerimento del neoentrato Di Patrizi.  Il Bastia si fa vedere un minuto dopo con Ohomonria che riesce a superare due avversari entrando in area dal lato corto, ma la sua conclusione è rimpallata in corner. La rete gli ospiti la trovano però al minuto 41’ con Rea che si presenta negli ultimi metri, sul secondo palo, e insacca di testa la palla proveniente dal calcio piazzato battuto da Raccichini.

Finisce 4-1, l’Orvietana prova a mettere il record di punti nel mirino (ormai ne servono 2), il Bastia invece se vuole uscire dalla palude dei playout dovrà dimostrare almeno più determinazione. Dopo il triplice fischio tutti i giocatori di Silveri vanno a scusarsi sotto il manipolo di tifosi bastioli arrivati ad Orvieto.  Domenica prossima, penultima giornata, per l’Orvietana è prevista la trasferta di Marsciano contro la Nestor.




Ritrovato all’interno della sua auto in fondo a una scarpata, il corpo dell’uomo scomparso lo scorso 20 marzo

Intorno alle 8 di mattina del 23 aprile una persona che si trovava nell’area di Tor di Monte ha notato tra i cespugli in fondo a una scarpata una sagoma di un’auto. L’uomo, residente a Orvieto, ha avvertito il Commissariato di Orvieto. Gli agenti, nonostante l’estrema difficoltà per il percorso impervio sono riusciti a raggiungere la vettura e hanno rivenuto al suo interno il corpo di un uomo, risultato scomparso dalla propria abitazione lo scorso 20 marzo. Il vice-questore Antonello Calderini, vista l’area impervia dove era finita la macchina, ha richiesto il supporto del vigili del fuoco di Orvieto per la rimozione del corpo. Questi ultimi hanno richiesto l’intervento di un elicottero della flotta aerea del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di stanza a Roma. Il soccorritore a bordo del velivolo si è calato nella scarpata per procedere al recupero del cadavere che poi è stato portato all’obitorio.

Ad ora non si conosce la dinamica che ha portato il veicolo a precipitare nella scarpata. Da un primo esame esterno del corpo sembrerebbe che, nonostante sia passato un mese dall’incidente, che non siano evidenti segni di violenza o lesioni non compatibili con il rotolamento nella scarpata. Saranno necessari ulteriori accertamenti e l’esame autoptico.

OrvietoLife si unisce al dolore dei familiari per la perdita del congiunto.

Fonte: TeleorvietoWeb che ringraziamo per le informazioni




I campioni dell’Orvietana tornano al Muzi il 24 aprile per la sfida contro il Bastia

Il campionato è stato vinto, ma non è finito. Domenica ad Orvieto arriva una delle squadre più blasonate dell’universo dilettantistico umbro, ma che quest’anno si trova in difficoltà. Il Bastia è in zona playout, una palude che, in caso di 2 retrocessioni dalla Serie D, ipotesi non irreale viste le stagioni poco fortunate di Cannara e Foligno, farebbe retrocedere altre 3 squadre oltre le già condannate Gualdo ed Assisi. Ci si aspetta quindi un avversario agguerrito.

L’Orvietana dal canto suo prova a mettere nel mirino, dopo aver già centrato il bersaglio più grosso, anche la ciliegina del record assoluto di punti della storia dell’Eccellenza, per quanto riguarda le annate a 18 squadre: servono, nelle ultime 3 giornate, altri 4 punti per uguagliarlo e almeno uno in più per superarlo e diventarne detentori in solitaria. Al momento il record spetta al Todi 2009/10.

Si gioca allo stadio Muzi di Orvieto domenica 24 Aprile alle ore 15:00. Arbitrerà l’incontro Dennys Pieretti di Perugia coadiuvato dagli assistenti Arban Krriku e Marco Crostella, entrambi di Foligno.

Impegni interni per Under 19, contro il Terni Est, Under 17 contro il Foligno e Under 15 contro il Pantalla. Trasferta sul campo della Ternana invece per gli Under 14.

Di seguito il programma completo: 

Eccellenza regionale, girone unico: Orvietana – Bastia. Domenica 24 Aprile ore 15:00, stadio L. Muzi, Orvieto.

Under 19 regionale A1, girone playoff B1: Orvietana – Terni Est. Sabato 23 Aprile ore 15:15, antistadio O. Achilli, Orvieto.

Under 17 regionale A1, girone unico: Orvietana – Foligno. Domenica 24 Aprile ore 11:00, antistadio O. Achilli, Orvieto.

Under 15 regionale A2, girone C: Orvietana – Olimpia Collepepe Pantalla. Sabato 23 Aprile ore 17:30, antistadio O. Achilli, Orvieto.

Under 14 regionale, girone D: Ternana – Orvietana. Sabato 23 Aprile ore 15:00, campo Renato Peroni, loc. Sabotino, Terni.




“Botto di una notte di mezza estate”, tra sogno e realtà a rischiare è la Città.

Se nella più famosa opera di Shakespeare, Sogno d’una notte di mezza estate, mito fiaba e quotidianità si intersecano continuamente senza soluzione di continuità, rivelandoci un teorema sul nonsense della vita degli uomini, l’annosa vertenza sul futuro della cava di Basalto in località La Spicca, come abbiamo già avuto modo di scrivere, rischia di far fare il botto alla città di Orvieto e alla politica orvietana. Ambientalismo ideologico, insipienza politica e private logiche immobiliari stanno trasformando una ventennale vertenza giuridico-legale in un vero pastrocchio. Per descrivere meglio questa madornale sbandata della politica locale e regionale nella gestione dello sviluppo economico-territoriale dovremmo prendere in prestito il numero 32 di Dylan Dog, che parafrasando il celebre drammaturgo inglese, titolava “Incubo di una notte di mezza estate”.  Lo stato dell’arte della vertenza è il seguente. A fine giugno la Concessione che autorizzava l’estrazione di basalto in capo alla società Basalto la Spicca scadrà. Questa Concessione per lo sfruttamento del sottosuolo nasce a metà dello scorso secolo con la società SECE e l’attuale proprietà la rileva dal concordato preventivo nel  2016 e, vista la scadenza di giugno 2022, ne ha chiesto nel 2019 il rinnovo con un nuovo progetto di ampliamento del sedime estrattivo e per un periodo di ulteriori 20 anni. Tra lungaggini, ritardi e ricorsi, l’iter autorizzativo dal 2019 è giunto sino ad oggi con la pubblicazione delle osservazioni da parte degli Amici del Botto a cui si aggiungeranno probabilmente le contro deduzioni della Basalto La Spicca. La Regione a questo punto potrebbe chiedere delle integrazioni e, se tutto filasse liscio, ci troveremmo a fine maggio, ma il condizionale è d’obbligo visti i precedenti. A questo punto si aprirebbe la Conferenza dei Servizi per chiudere il Paur (Procedimento Autorizzativo Unico Regionale) che ha massimo 90 giorni per accettare o negare l’autorizzazione. Ovviamente nel secondo caso la Concessione verrebbe a terminare e la società se volesse comunque proseguire nelle sue attività, dovrebbe iniziare dal principio innescando un nuovo iter autorizzativo su rinnovate basi progettuali e nel mentre interrompere ogni attività estrattiva nell’attesa del responso. Visto i precedenti è plausibile ipotizzare almeno 24/36 mesi di tempo per arrivare sino in fondo. Nel primo caso invece, ovvero nell’ipotesi che il Paur addivenisse all’autorizzazione dell’attuale richiesta di ampliamento e durata della concessione, si potrebbe comunque paventare uno stop delle attività di almeno due mesi visto che i 90 giorni, se iniziassero dai primi di giugno, terminerebbero tra la fine di Agosto e i primi di Settembre. Per i 20 dipendenti della Basalto La Spicca e le loro famiglie si preannuncia un’estate torrida e a tremare con loro sono anche i dipendenti di tutto l’indotto non meno di 75 dipendenti. Fermo restando l’esito del procedimento autorizzativo, per nulla scontato, sarebbe auspicabile che il tutto, nel rispetto dei procedimenti e della necessaria trasparenza, possa avvenire nel più breve tempo possibile e nel caso specifico entro la fine di Giugno. Rientrare in questi tempi è ovviamente un tema eminentemente di volontà politica. La vicenda della Basalto La Spicca ci suggerisce comunque delle riflessioni  e degli interrogativi di carattere generale che è utile fissare per inquadrare e valutare le ipotesi di politica economica a valere ad Orvieto e più in generale in Umbria.

Gli Amici degli Amici del Botto
Le osservazioni presentate dagli Amici del Botto fanno riferimento a 13 persone e un’associazione. Tra questi, si legge nel testo indirizzato alla Regione Umbria, solo 4 sarebbero gli amici direttamente interessati dalle attività della cava perché proprietari di abitazioni in prossimità del sito estrattivo. Tra questi amici non può che spiccare un nome su tutti, l’Amico degli Amici del Botto, il “cittadino orvietano” che da oltre un decennio chiamando a sé e sostenendo  numerosi proseliti e altisonanti consulenti legali nazionali e locali si batte per far chiudere la Cava in località La Spicca. Stiamo parlando del cittadino italiano Fausto Giori, classe 1938, residente in Svizzera a Crans-Montana. E’ suo il Ricorso al Tar contro la SECE dell’imprenditore Fiaschi presentato già nel 2008 dall’avvocato orvietano Fausto Cerulli e il perugino Paolo Mamaroni. Allora le ragioni del Giori, dapprima accolte dal Tar, furono respinte dal Consiglio di Stato e il “cittadino orvietano” residente in Svizzera fu “graziato” dalla proprietà della cava da una causa per danni per aver contribuito con la sua azione legale al fermo operativo temporaneo dell’impianto. Così gli dev’essere sembrato necessario alzare il tiro e coinvolgere nella battaglia un vero Principe del foro come l’avvocato Alessandro Botto, ex Consigliere di Stato e Capo di Gabinetto e Consigliere legislativo di vari ministri oltre che professore alla LUISS. Con lui, se non bastava, anche l’avvocato e professore Antonio D’Arcangelo, tutti domiciliati presso lo studio dell’Avv. Manfredi Maglio di Perugia. Dell’orvietano Cerulli si sono perse le tracce, mentre all’ultima ora è comparso un altro nome di spicco tra i legali della Rupe, quello di Simona Sacripanti sorella del più noto consigliere leghista Andrea che proprio in Consiglio Comunale nel dibattito sulla ratifica dell’accordo di copianificazione del 25/03/2021,“Accertamento dei giacimenti di cava”, della L.R. 2/2000, richiesto dalla Basalto La Spicca aveva espresso un problema tecnico e la necessità di rinviarne l’approvazione per approfondirne con l’Assessore Mazza gli aspetti peculiari del progetto. Insomma non propriamente un’armata Brancaleone, piuttosto una vera e propria macchina da guerra legale assistita da altri consulenti tecnici che a giudicare dai nomi e dai numeri dovrebbe anche costare molto. Un costo probabilmente da moltiplicare per tutti i ricorsi presentati separatamente, altri 3 (Zenobi, Duthler e Amici della Terra), sempre con la stessa compagine legale. Infine si sono aggiunte le tante associazioni ambientaliste, 14 sigle,  che affollano la Tuscia allargata all’orvietano lavorando come cassa di risonanza attraverso una fitta comunicazione a mezzo stampa. Non bisogna poi tralasciare l’ultima ma necessaria, ai fini della battaglia legale, costituzione con forma giuridica associativa dello stesso Comitato Amici del Botto. Insomma non siamo davanti ad un semplice comitato di cittadini residenti, bensì è evidente l’impegno e la regia professionale che il Giori e pochi altri hanno messo in campo da quando hanno acquistato le loro proprietà immobiliari. La domanda sorge spontanea: ma dalla Svizzera quando il signor Giori è sceso a valle per investire nella campagna orvietana non si era accorto che lì vicino c’èra la Cava? E poi, prima di scatenare cotanta tempesta legale,  ha mai incontrato operai e proprietà per ricercare un punto di incontro o un compromesso? 

La decrescita felice degli Amici del Botto
Al coro degli Amici del Botto si è aggiunto quello del Coordinamento delle Associazioni ambientaliste contrarie al prosieguo della Cava. In un loro comunicato scrivono testualmente: “ furono i PD (Bracco e Pesaresi) che sconfessarono una vecchia impostazione sulla crescita dell’Orvietano e tracciarono un interessante quanto stimolante profilo di sviluppo orientato al turismo e alla conservazione di veri giacimenti inesauribili quali il paesaggio, la cultura e le tradizioni dei luoghi. Fu la contrapposizione, certamente non ideologica, ma reale e già in atto, fra le civiltà della pietra e quella degli uomini, fra la concentrazione di grandi economie in poche mani e la diffusione di un reddito frammentato fra agriturismi, aziende agricole, attività legate alla cultura, strutture ricettive finalmente rese possibili da apposite leggi di incentivazione”. Un riferimento storico (2009) preciso che ha fortemente incentrato lo sviluppo regionale in tal senso ma tra le righe si legge altresì una lettura fortemente ideologizzata che intravede nell’Industria e in determinate attività un rischio di accentramento economico e di qualità. Volendo però tralasciare l’ideologia e soffermandoci al dato di economia politica citato, si possono fare alcune doverose quanto interessanti osservazioni. Se è vero che in tutti questi anni tanto è stato fatto e soprattutto incentivato sul fronte agro-turistico ricettivo nell’orvietano e non solo, bisogna anche poterne valutare i risultati e le dinamiche produttive. I numeri della ricettività in termini di posti disponibili sono certamente aumentati e molti di questi posti sono proprio quelli relativi agli Agriturismi e ai B&B, ma se ci si sofferma sulla percentuale di utilizzo degli stessi prima, durante e dopo il Covid questa non eccede il 20%. La questione è presto detta. O c’è un enorme sommerso che sfugge alle registrazioni delle presenze oppure, com’è più probabile che sia, dopo aver fatto tanto nella direzione dell’offerta è necessario concentrarsi sul fronte della domanda, stimolandola con offerte e servizi qualificati che possono differenziare il tipo di utenza e soprattutto portandola sul nostro territorio garantendogli infrastrutture di collegamento adeguate (fermata del Freccia Rossa, collegamenti diretti con Fiumicino, Ciampino e Civitavecchia, tutti hub turistici di rilevanza). Infine a voler puntare tutto sul Turismo si rischia e non poco. Purtroppo la cronaca di questi anni ci ha insegnato molto in tal senso: i giacimenti turistici sono risorse preziose ma soggette a numerose variabili esterne che ne possono improvvisamente mitigare i flussi ingenerando pericolosi gap produttivi. Le pandemie e purtroppo anche i conflitti stanno producendo simili effetti. Una politica economica più prudente dovrebbe suggerire semmai di garantire al territorio un mix produttivo più equilibrato e soprattutto capace di assorbire eventuali crisi di filiera. Nel caso dell’orvietano inoltre è assurdo parlare di concentrazione economica quando sono praticamente assenti grandi e medie imprese. Semmai il problema del nostro territorio è l’eccessiva frammentazione che, a determinati livelli, crea una forte limitazione nella garanzia di adeguati standard produttivi e di servizio in ogni settore ivi compreso il turismo.  

Soprintendenza ad orologeria
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria è praticamente al collasso”. A lanciare l’allarme fu nel maggio 2020 la soprintendente ad interim Rosaria Mencarelli, secondo cui l’ente stava lavorando in una situazione di grave carenza di personale che impediva alla soprintendenza di far fronte alle tante richieste di autorizzazione. Eppure il sospetto che per alcuni, dicasi semplici cittadini, l’Ente rappresenti un complesso quanto lento apparato burocratico, mentre per altri, dicasi associazioni ambientaliste, un solerte e utile “vigilantes” a chiamata è reale. Nel nostro caso non poteva mancare il Vincolo della Soprintendenza che è arrivato puntuale e con una celerità “svizzera”. L’oggetto del vincolo è un manufatto all’interno di un casale per cui vi sarebbe un interesse storico archeologico degno, evidentemente, di tutela. Ciò che stride invece è che dal 2008 ad oggi nessuno si era accorto di quel casale lasciando che l’attività estrattiva arrivasse addirittura a lambirlo. Poi eccoti il vincolo nel bel mezzo di un procedimento autorizzativo così complesso come il Paur e soprattutto in una fase così avanzata. Come si dice: a pensar male si fa peccato, ma spesso….. Nei giorni scorsi avevamo dato la notizia di una sentenza storica del Consiglio di Stato che ha sbloccato un progetto di impianto fotovoltaico nel viterbese interrotto nel suo iter autorizzativo e di realizzazione proprio da un vincolo della locale Soprintendenza, intervenuto dopo il via libera di tutti gli altri Enti. Un altro esempio che vede il vincolo della Soprintendenza intervenire a gamba tesa senza un’adeguata logica di concertazione in capo a tutti gli Enti coinvolti nei processi autorizzativi.

Salvaguardia ambientale si. Ambientalismo ideologico no grazie
La salvaguardia ambientale non è banalmente una priorità, piuttosto una fondamentale necessità. Ma ogni interpretazione ideologica di un buon principio ne deturpa di fatto il significato più puro e profondo del principio stesso. La Convenzione europea del paesaggio si pone l’obiettivo di “… garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali“, e non di conservarlo immutato. Lo scorso venerdì a Roma si è svolta una manifestazione dei “Cittadini per l’Italia Rinnovabile”, un comitato di recente costituzione formato da cittadine e cittadini, attivisti, giornalisti, professionisti, esperti e operatori delle rinnovabili e rappresentanti di associazioni ambientaliste. Tra essi molte firme di autorevoli ecologisti italiani. Gli organizzatori lamentano che la svolta “rinnovabile” in Italia viene bloccata da un decennio con l’uso strumentale della burocrazia, e con il pretesto dei vincoli paesaggistici, e spesso con altre motivazioni non più accettabili. Incredibile perchè lo stesso si potrebbe dire sul caso della Basalto La Spicca dove i lavoratori e gli imprenditori chiedono di poter lavorare e intraprendere nel rispetto delle regole poste a tutela della Salvaguardia ambientale e che nel settore estrattivo-minerario non sono certo poche e banali. Tutto ciò mentre indefessi comitati del “No” continuano da anni a boicottarne l’operato e il futuro attraverso l’uso strumentale della burocrazia, delle lungaggini procedurali e dei mille ricorsi. Forse c’è un po’ di confusione? Soprattutto bisognerebbe una volta per tutte garantire percorsi certi e celeri a quelle imprese che dimostrano nei fatti di saper rispettare le complicate procedure di salvaguardia ambientale e contemporaneamente che garantiscono posti di lavoro qualificati e duraturi.




Lo chef orvietano Emanuele Rengo in semifinale nello show di Sky “Il miglior chef Italia”

Il cuore d’Italia è verde? Si, e anche la cucina. Di certo lo è quella di Emanuele Rengo del “Vis à Vis, cucina&eventi” di Orvieto che si è aggiudicato la semifinale della competizione “Il Miglior Chef Italia” di Sky. Rengo – chef umbro e vegetariano – entra a pieno titolo fra i migliori 30 colleghi del Paese. E già c’è attesa per il prossimo turno.
Sono felice di aver avuto la possibilità di portare la mia proposta 100% vegetale a una grande platea come quella nazionale e di Sky“, commenta lo Chef. Poi racconta il suo concept, quello che muove il Vis à Vis, in piazza 29 Marzo a Orvieto. “Il mio lavoro – spiega – è fondato sulla ricerca delle eccellenze italiane e nel pieno rispetto della Natura, dei suoi ritmi. Assecondare i cicli naturali delle materie prime significa portare armonia nella mia cucina: una rivoluzione continua di colori, sapori e abbinamenti creativi”.
Proprio a piazza 29 Marzo – per gli orvietani più comunemente ‘piazza San Domenico’ dalla preziosa Chiesa che vi sorge – sono attese le telecamere di Sky e la troupe al seguito dello Chef Simone Falcini, master della trasmissione. In questo turno, in giro per l’Italia, i 30 Chef gareggeranno ognuno nella propria cucina per aggiudicarsi, poi, la finale a tre. “Questa occasione – sottolinea lo Chef Rengo – mi darà la possibilità di dare maggiore visibilità alla mission di Vis à Vis. Nella mia cucina la tradizione italiana, naturalmente vocata al vegetale, incontra la ricerca di preparazioni e cotture moderne che sempre di più rispettano la materia prima. Una grande attenzione che mira a valorizzare e conservare al massimo le proprietà di ogni cibo. Il tutto dentro la nostra visione complessiva del futuro, di un domani sempre più ‘cruelty free’ e attento al ‘green’ in ogni suo aspetto”.
Prossimo passaggio quindi proprio nel cuore del centro storico di Orvieto, nella cucina di Vis à Vis. Un palco che da sempre Emanuele Rengo condivide con la moglie Rea. “A lei va il mio più grande grazie – conclude – per aver avuto l’idea di aprire la nostra casa con un ‘home restaurant’, 5 anni fa. La sua intuizione da un anno si è trasformata in un vero ristorante che oggi ci permette di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il nostro progetto di cucina e di vita”.