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La Polstrada di Orvieto arresta un uomo ricercato per reati legati all’usura durante i controlli per un incidente

Nella mattinata del 6 aprile, lungo il tratto autostradale umbro, poco prima del casello di Orvieto, il conducente di un furgone e gli occupanti di un’autovettura rimangono coinvolti in un incidente stradale che, fortunatamente, ha registrato soltanto un ferito lieve. Sul posto è giunta una pattuglia della Polizia Stradale per il coordinamento dei soccorsi e gli accertamenti di rito. Agli agenti della polstrada di Orvieto non è, però, sfuggito il comportamento schivo e nervoso del passeggero dell’autovettura, rimasto illeso nell’incidente. Durante lo svolgimento degli accertamenti scoprono che sull’uomo, pluripregiudicato, pende un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno per reati legati a usura e estorsione, violenza privata aggravata e esercizio abusivo di attività finanziarie.

L’uomo, un campano di 50 anni è stato immediatamente tratto in arresto dalla Polstrada di Orvieto e tradotto al carcere di Terni a disposizione della DDA di Salerno.




Comitato Amici del Botto, “rumore, tritolo e polveri, tutto questo portano la cava e l’impianto industriale”

Sono state depositate le osservazioni al progetto di ampliamento della Cava del Botto che verranno esaminate dalla Regione nei prossimi giorni in vista della Conferenza dei Servizi.

Il Comitato Amici del Botto insiste affinché le competenti autorità verifichino il rispetto della legge, che è condizione primaria di qualsiasi discussione seria sul futuro del nostro territorio. Infatti, non è stata effettuata la VAS (Valutazione ambientale strategica) che avrebbe dovuto valutare ogni impatto sull’ambiente. Ci domandiamo perché eludere una fase così rilevante del procedimento, fase prevista dalla legge proprio per consentire una pianificazione partecipata e trasparente dell’utilizzo di risorse pubbliche, e quindi di tutti. Vedremo cosa risponderà il Tar a questo nostro ricorso, in quella che a noi sembra una palese violazione della procedura prevista dalla legge.

Le amministrazioni coinvolte hanno dato motivazioni contraddittorie e insufficienti sulla non necessità della VAS. Ma per noi le analisi prescritte in sede di VAS e la partecipazione dei cittadini al momento pianificatorio sono elementi non sopprimibili di un processo decisionale destinato ad avere conseguenze durature sul  territorio e sulle future generazioni. Ne riparleremo non appena il Tribunale Amministrativo Regionale avrà esaminato le nostre ragioni.

Nelle osservazioni depositate abbiamo sostenuto che i dati contenuti nel progetto sono radicalmente carenti e che di conseguenza il PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) deve essere negato. O, comunque, che una valutazione attendibile dei presupposti per il rilascio di tale provvedimento richiede che la società proponente fornisca ulteriori informazioni alla Regione.

Dal report di misurazione del rumore è emerso un notevole superamento, di circa il doppio, dei limiti di legge, causato dall’impianto di frantumazione. Un impianto che sta proprio sotto l’abitato del Botto, attivo 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana per tutti i giorni lavorativi dell’anno e che adesso vorrebbero portare a 10 ore al giorno per 330 giorni all’anno.

Per non parlare delle esplosioni: 500 kg di tritolo al giorno per 5 giorni alla settimana per tutti i giorni lavorativi dell’anno. Esplosioni che corrispondono a vibrazioni continue, sollecitazioni violente alle case, alle mura, alle pareti, alle fondamenta delle abitazioni: trent’anni di vibrazioni che hanno causato crepe alle case. Andremo anche a misurare le vibrazioni.

La cava è rimasta aperta tutto questo tempo perché le istituzioni (in primis il Comune di Orvieto ma anche la Regione dell’Umbria) hanno fatto questa scelta. Scelta che noi non abbiamo mai condiviso fin dall’inizio, come testimoniano gli esposti fatti in passato, in tempi diversi, agli Enti preposti.

Non vogliamo andare avanti così per altri decenni. Trent’anni di sfruttamento delle risorse naturali e di distruzione ambientale sono più che sufficienti. Gli abitanti hanno già contribuito abbastanza. Ora abbiamo diritto anche noi ad un po’ di pace e chi ci amministra dovrà ascoltare le nostre ragioni. Noi vogliamo che venga rispettata la legge. Che vengano effettuati tutti i passaggi necessari. Pensiamo che aver saltato a piedi pari la Valutazione ambientale strategica sia un fatto molto grave per la protezione dell’ambiente, per gli interessi comuni, per uno sviluppo durevole e sostenibile dell’uso del suolo.