La grande corsa dei prezzi di energia, gas e materie prime non si ferma e il caffè passa a 1,10 euro

Sono arrivate o stanno per arrivare le nuove bollette elettriche e del gas. Un vero incubo per cittadini privati e per le imprese che orami da settimane si sentono ripetere da tv, giornali, social che sarà un botta notevole. E’ stato realmente così. Andando a controllare si evidenziano aumenti piuttosto sostenuti, in particolare per le utenze commerciali. alcune imprese hanno deciso di chiudere e non per mancanza di ordinativi ma per i costi troppo alti dell’energia che andrebbero a mangiare i margini di guadagno. Altre piccole imprese, in particolare nel settore della ristorazione stanno rimandando le aperture o addirittura hanno deciso di chiudere definitivamente. in media per la bolletta elettrica gli aumenti sono nell’ordine del 30% mentre per il gas si arriva anche a oltre il 40%. La prima conseguenza è un aumento generalizzato dei prezzi finali, quelli al consumatore. A Orvieto la musica non cambia. Nei bar è ormai difficile trovare chi ha lasciato invariato a un euro il costo della tazzina di caffè. anche i lieviti sono cresciuti, e non è un gioco di parole. Sempre più spesso il prezzo è di circa 1,20 euro. Sì perché il rincaro dei prezzi all’ingrosso ha toccato anche le materie prime. Non sono i trasporti a incidere oltre il dovuto, ma i costi aziendali come appunto le bollette e quello delle materie prime all’origine.

Farina, caffè, burro, latte, pasta, zucchero stanno facendo salire i listini di bar e ristoranti. Anche nei negozi alimentari e nei supermercati la corsa dei prezzi non sembra rallentare. Nella cosiddetta fascia di “primo prezzo” la pasta di Gragnano sfiora il costo di 1 euro a confezione. In molti casi alcuni marchi hanno preferito lasciare il prezzo fermo diminuendone il contenuto, in alcuni casi addirittura dimezzandolo. Sì perché il combinato dell’aumento del costo delle materia prime e di quello dell’energia ha, di fatto, lasciato poca scelta. A Murano molte vetrerie hanno deciso di interrompere la produzione, così sta succedendo anche nel settore della ceramica industriale.

A Orvieto qual è la situazione delle imprese? Quali sono i costi reali? Avete notato rincari dei beni di largo consumo e di quanto? Se avete risposte fateci sapere, inviateci le vostre testimonianze per raccontare questo momento difficile tra tra ripartenza, pandemia, timori e venti di guerra lontani ma dalle conseguenze molto vicine.




Per “Orvieto in Fiore” del 2022 il tema scelto è “Francesco e il coronavirus”

Nel caldo e accogliente grembo dell’aula magna del Liceo Artistico di Orvieto, si è tenuto venerdì 4 febbraio, giornata mondiale della fratellanza, l’incontro introduttivo al tema delle infiorate per la realizzazione dei bozzetti. Con questa iniziativa sono stati ufficialmente avviate le attività per la 10^ edizione di “Orvieto in Fiore”, che auspichiamo, per il 2022, possa essere realizzata nel suo tradizionale format, anche grazie al consueto sostegno dell’Opera del Duomo, della Fondazione Cassa di risparmio e del Comune di Orvieto.

Il presidente Leonardo Mariani e il direttivo del Comitato Cittadino dei Quartieri ritengono che la crescita del progetto infiorate possa proseguire seguendo il percorso iniziato ormai anni fa e che ha come filo conduttore le riflessioni e le iniziative di Papa Francesco, che illuminano la via da seguire per un futuro sostenibile e un corretto rapporto con il nostro ambiente e con gli altri.
Ci è sembrato particolarmente in tema il progetto “Francesco e il Coronavirus”, promosso dal Sacro Convento di Assisi e dall’organizzazione delle Scuole di Pace, come atto piccolo atto concreto ma significativo per creare un legame fra Orvieto e Assisi e tra la Palombella e l’organizzazione della Marcia della Pace.

“Francesco e il Coronavirus” è una proposta didattica originale, tesa ad aiutare le giovani generazioni a riflettere sull’esperienza della pandemia che ancora stiamo vivendo, mettendola a confronto con tre momenti vissuti da San Francesco d’Assisi all’età di vent’anni: la prigionia (il tempo del confinamento); la malattia e la crisi (il tempo della malattia, dell’incertezza e della crisi); il cambiamento (il tempo della ripartenza, del cambiamento e della ricostruzione), per creare un ambiente di fraternità. Presentata questa opportunità a S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi, questi ci ha incoraggiato a cercare contatti con i referenti, che, dopo essere stati edotti sullo spirito e sui contenuti della nostra iniziativa, con semplicità e generosità, si sono resi disponibili a organizzare un laboratorio sul tema.

I ragazzi delle classi 2A, 2B, 2C, 3C e 3D, coordinati dalle docenti Dorella Colonnelli, Sabrina Moretti, Daniela Torsello e Silvia Valentini, alla presenza della dirigente scolastica prof.ssa Cristiana Casaburo, hanno incontrato, insieme a Armando Fratini, vicepresidente del Comitato: Monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi; Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, e Padre Simone Tenuti, responsabile del Centro Francescano Giovani ad Assisi. Questi ultimi hanno portato il loro contributo, proponendo un’originale lettura dell’esperienza vissuta dal giovane Francesco d’Assisi: prigionia-crisi-cambiamento, che, nel tempo del coronavirus, ci propone la riflessione, il ripensamento, il cambio di sguardo sulla realtà e un percorso di trasformazione anche interiore.

Essenziale e profondo l’intervento di Monsignor Sigismondi, che ha invitato a riflettere sulle tre parole che descrivono San Francesco: “semplice, umile, libero”, sottolineando come la libertà sia il frutto dell’incontro tra l’essere semplici e l’essere umili.
La pandemia ha anche messo in evidenza quanto siano importanti i rapporti umani, le relazioni e i comportamenti personali di ciascuno, la consapevolezza, l’assunzione di responsabilità, il rispetto reciproco, la cura reciproca, la solidarietà la vicinanza, la collaborazione a tutti i livelli. Ed è proprio sul tema delle relazioni che i nostri giovani artisti rifletteranno e realizzeranno i bozzetti, tra i quali verranno selezionati quelli che, tradotti nelle infiorate, abbelliranno, con i colori dei quartieri, l’interno di chiese e palazzi della nostra città.

Fonte: Comitato Cittadino dei Quartieri




La sanità pubblica sembra fermarsi a Narni-Amelia

Sanità, questa sconosciuta a Orvieto e comprensorio. Verrebbe proprio da dire che la sanità si è fermata a Narni-Amelia dove è prevista l’ultima struttura nuova della USL Umbria2. A Terni serve un nuovo ospedale a tutti i costi. Quello attuale non basta più, soprattutto perché ormai per qualsiasi operazione più complicata di un’appendicite quella è la destinazione o, in alternativa, Foligno.

La Regione ha approvato il piano delle opera e di Orvieto non vi è traccia se non tra le varie e eventuali. Sì, sappiamo di interventi di maquillage al pronto soccorso, necessari, dell’assurda decisione di investire soldi, tanti, all’ex-ospedale invece di costruire laddove stabilito con tanto di acquisto definitivo e vincolato. E poi? Tanti soldi destinati all’Umbria ma l’orvietano non è citato, neanche di striscio. Eppure ne servirebbero di infrastrutture, attrezzature e personale. Sul personale la questione è piuttosto complessa e assomiglia molto a un cane che si morde la coda; per il resto le responsabilità sono tutte in capo alla politica, solo alla politica. In consiglio regionale è stato approvato all’unanimità una mozione che obbliga la Regione a dotare di emodinamica l’ospedale di orvieto eppure di questo non si parla. Ci sono, invece, la piattaforma elicotteristica d’emergenza a Foligno, tre investimenti su eccellenze umbre riconosciute e poi un generico riferimento alla telemedicina, all’innovazione tecnologica per la medicina di territorio e poco più. Nell’ultima voce dovrebbero rientrare gli investimenti anche per l’orvietano.

Quindi chi si ammala in maniera acuta a Orvieto e dintorni sarà quasi certamente di serie B nonostante tutto, cioè l’impegno profuso dal personale ospedaliero, dai medici di base, dai professionisti che già operano tramite la tecnologia come nel caso degli ictus. Tutto il resto è lasciato alla buona sorte e al buon cuore, alla volontà dei singoli e alla velocità dei trasferimenti verso Terni, Foligno o Perugia, se non fuori Regione.

L’ultimo capitolo riguarda i “corvi” che all’interno dell’ospedale non mancano assolutamente. Piccole invidie, ripicche, dispettucci, lettere alla direzione sanitaria abbondano. Se un reparto ottiene un’attrezzatura nuova non si festeggia, ma si cerca di minimizzare, di combattere contro e non si pensa al miglioramento della struttura o a combattere per il bene comune. Capita troppo spesso. Poi ci sono i “corvi” diffusi, quelli di città che denigrano a prescindere, che vanno direttamente fuori; infine ci sono i rassegnati, quelli che non combattono e non propongono o per disciplina di partito o perché timorosi di non si capisce bene quali possibili ripicche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ormai da decenni, dai tempi della chiusura della USL 4, quella nostrana. Nel tempo la sanità ha perso i pezzi nel silenzio o per un bene comune più alto che però non è mai passato per Orvieto. Ora la vittima sacrificale è il Distretto. tanti no, ma proposte? Già perché il solo no, generico, non basta ma serve la proposta anche per combattere meglio e tentare di convincere pur sapendo che il territorio è penalizzato da un sistema elettorale che di fatto impedisce ogni rappresentanza in Regione ma questa non può essere una scusa buona per ogni evento avverso.

Il risultato finale è che la Sanità pubblica si è fermata a Narni- Amelia con buona pace dei cittadini di un territorio vasto, con un’età media piuttosto alta, collegato malamente con il resto della regione ma che è ancora attrattivo dal punto di vista sanitario su parte della Provincia di Viterbo e Bassa Toscana. Proviamo, allora, a cambiare il titolo del libro, insieme!




Quando i giovani hanno ragione a protestare e la strana decisione del ministro di ritornare agli scritti per la maturità

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Il 4 febbraio è stato il giorno della protesta degli studenti. Non il solito sciopero contro qualcosa a tutti i costi. La motivazione è di quelle serie: l’esame di maturità. Paura degli esami? Certamente, come tutti. Chi non ha mai avuto un incubo con protagonista l’esame di maturità. Questa volta la questione è più complessa. Il ministro si è “risvegliato” a fine gennaio per comunicare che a giugno gli esami si sarebbero svolti in presenza e con due prove scritte. E’ scoppiata la protesta e questa volta ci sentiamo di dire giustamente. Questa volta hanno sbagliato gli adulti, quelli che dovrebbero avere maggiore esperienza. Dopo un lungo, torpore durato un quadrimestre, il ministro all’improvviso comunica di aver deciso in splendida solitudine di tornare più o meno alla normalità anche per l’esame finale delle superiori. Nel frattempo nelle scuole, tornate con fatica a una parvenza di normalità e comunque in presenza fatte salve le quarantene sparse e frequenti, i docenti sono tornati a spiegare, interrogare come sempre. Ma, molti di loro non hanno previsto il risveglio del ministro e non hanno affrontato la questione della eventuale seconda prova scritta caratterizzante. Anche sulla prima, quella classica d’italiano, in molti casi si è lasciato correre.

Due semplici domande: perché a settembre il ministro non ha comunicato il tentativo di ritorno alla normalità anche per gli esami, salvo emergenze? E perché molti docenti non sono tornati effettivamente alla normalità guidando i loro studenti sulla strada della maturità, prove di compito finale comprese?

Ecco, questo è il problema. Questa volta il parallelo con il mondo dell’impresa è calzante. Di solito quando si disegnano scenari futuri ci si prepara a quello peggiore; in questo caso lo scenario “peggiore” è quello della seconda prova. Nel caso della scuola si è scelto di nicchiare, ma a vantaggio di chi? E ora perché a pagarne le conseguenze devono essere i giovani già messi duramente alla prova e danneggiati nella preparazione dal lungo lockdown e dalla “dad” passiva di questo ultimo biennio? Il ministro si spertica nel raccomandare “normalità” ma si dimentica della maturità fino a oltre metà anno, per poi comunicare che si farà tutto come prima, come se il biennio pandemico non fosse esistito e soprattutto come se le quarantene non ci fossero mai state anche in quest’anno scolastico. Una vera e propria normalità di facciata, che fa male alla scuola e soprattutto alla credibilità dell’istituzione.

La saggezza avrebbe dovuto far scegliere la via di mezzo con la prova di italiano confermata, anche perché la nostra lingua dal punto di vista grammaticale e sintattico dovrebbe essere già ben nota, per poi passare a una prova orale approfondita, seria e in presenza. E invece, no. Si è voluto tutto e subito e la reazione non poteva che essere quella di questi giorni da parte degli studenti: delusione, rabbia e richiesta di condivisione delle scelte, già condivisione, una parola che rischia di essere tremendamente vuota di significato nonostante sia fra le più citate nei discorsi ufficiali.

La manifestazione degli studenti a Perugia. Grazie a Umbriaon.it e al direttore responsabile Fabio Toni, ecco il video con l’intervista a Giorgio Tropeoli, coordinatore regionale degli studenti




Il sindaco nomina nuovo assessore alle politiche sociali, scuola, giovani e pari opportunità Alda Coppola

La  sindaco di Orvieto, Roberta Tardaniha firmato il decreto di nomina a assessore di Alda Coppola alla quale sono state conferite le deleghe alle Politiche e Servizi Sociali, Famiglia, Scuola Istruzione e Formazione, Giovani e Futuro, Pari Opportunità e Politiche di genere, che il sindaco aveva tenuto “ad interim” dopo la revoca degli incarichi ad Angela Maria Sartini.

La Lega Orvieto esprime soddisfazione per la nomina della professoressa Alda Coppola. “Si tratta di un profilo di alto livello – spiega il referente della Lega di Orvieto, Davide Melone insegnante di diritto e economia presso l’IISACP di Orvieto e donna impegnata nel sociale, essendo stata presidente della Fidapa di Orvieto (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari). Conosce molto bene il mondo dell’associazionismo locale e siamo certi saprà interpretare al meglio le necessita del tessuto sociale cittadino e tradurre in azioni concrete i bisogni palesati dal mondo della scuola e dei giovani. Come Lega, insieme al segretario regionale Virginio Caparvi, abbiamo lavorato per individuare un profilo all’altezza da proporre al sindaco Tardani nell’interesse esclusivo della città di Orvieto, dei suoi abitanti e in considerazione dell’importanza delle deleghe da assumere. La professoressa Alda Coppola risponde pienamente alle esigenze di competenza e professionalità, oltre che di conoscenza del tessuto sociale e del mondo scolastico che cercavamo nel nuovo assessore”.

“Una scelta – commenta il sindaco di Orvieto, Roberta Tardanifrutto della condivisione delle importanti sfide che ci aspettano nel prossimo futuro. Ho già avuto modo di apprezzare le qualità di Alda Coppola nella rivitalizzazione del Centro studi “Gianni Rodari” e con  lei la giunta comunale acquista una donna di grande esperienza, sensibilità alle tematiche sociali e spessore culturale, che saprà affrontare questo incarico con competenza e abnegazione. Sarà fondamentale mettersi subito al lavoro per proseguire il lavoro impostato e recepire le opportunità che arriveranno dai fondi del PNRR, tra cui quelle previste nel settore del sociale, quale occasione imperdibile di sviluppo, riforme e investimenti”.




Sessione di bilancio in semiclandestinità. Un grave errore di forma che si aggiunge a uno di sostanza

L’altro ieri ho fatto una riflessione sulla situazione generale, che mi appare seria, certificata ieri (il 3 febbraio per chi legge ndr) dal discorso del presidente Mattarella che più chiaro non avrebbe potuto essere. Ora la continuo con riferimento a quella locale, che mi appare ancora più seria. Lo faccio però con lo stesso spirito, non di rinuncia ma al contrario di spinta all’impegno per il cambiamento.

Andiamo alla sessione di bilancio il prossimo lunedi 7 febbraio con una proposta della Giunta sparametrata rispetto alla realtà e in semiclandestinità. Brutto segnale. Se si legge il Rapporto di “Cittadinanza Territorio Sviluppo” seguito dall’intervista rilasciata lo scorso 21 gennaio dal presidente del Comitato Scientifico di quell’impresa sociale Antonio Rossetti ad Alessandro Li Donni e dalle considerazioni dello stesso Li Donni in un intervento del 24 gennaio, e poi si leggono i documenti che compongono il bilancio, si rimane colpiti dalla distanza tra impianto di questo ed esigenze di governo della realtà.

Del modo in cui viene costruito e presentato il bilancio colpiscono infatti più aspetti. Anzitutto nessun rapporto degli investimenti con la situazione di crisi strutturale del territorio: tutto sembra dimensionato sull’ordinario, come se la crisi non mordesse e come se non ci fossero problemi esplosivi da affrontare subito e soprattutto ora per il futuro che già incalza.

Avanzano provvedimenti regionali che emarginano e rischiano addirittura di umiliare il nostro territorio e l’amministrazione si limita a ripetere cantilene di circostanza. Non si capisce che cosa si vuol fare della sanità, dell’ospedale e del distretto con riferimento al Piano Sanitario Regionale. Non si capisce che cosa si vuole fare del sistema dei rifiuti e della discarica in rapporto al documento di programmazione della giunta regionale. Non si capisce se ancora c’è un qualche interesse per un piano di utilizzo produttivo degli immobili del centro storico a partire dall’ex Piave. Non si capisce se e come si vuole giocare la partita del PNRR.

A ciò si aggiungano palesi contraddizioni e carenze proprio nella logica degli equilibri di bilancio, che si presenta ancora come operazione puramente tecnica e di grande successo solo perché non c’è un aumento delle tariffe. Ma via! Poi però si leggono parti descrittive di programmazione altisonanti a cui corrispondono numeri che parlano un linguaggio esattamente contrario. Quando si va a vedere l’impostazione politica si trovano pagine letteralmente fotocopiate dal bilancio del 2020 e del 2021. Manco lo sforzo di una riflessione su ciò che è successo in questi due anni, se c’è qualcosa da cambiare o da aggiungere. Gli stessi revisori dei conti, che pure lo approvano, fanno due osservazioni pesanti e ben 13 inviti di attenzione che non sembrano proprio tranquillizzanti. Ci sarebbe di che discutere, in tutt’altro modo, uscendo dalle finzioni e cercando convergenze costruttive. No, invece la solita sicumèra.

Ma la cosa che colpisce ancora di più, se ce ne fosse stato bisogno, è il fatto che si andrà alla discussione con una seduta online. Una cosa francamente inaccettabile. Si dice per salvaguardare consiglieri e personale. Ma che strano, il Parlamento si riunisce in presenza in seduta congiunta di Camera e Senato con tutti i posti pieni per il giuramento del Presidente della Repubblica; il consiglio regionale funziona regolarmente; le scuole sono aperte; al festival di Sanremo pubblico fitto in tutti gli ordini di posti. Che ci sarà mai da salvaguardare, se si rispettano le regole! Cioè tutto è pieno di pubblico, solo il Consiglio comunale di Orvieto si fa da remoto, praticamente in semiclandestinità. Offensivo del buonsenso.

Ma non viene in mente che per la situazione che abbiamo bisognerebbe farlo in piazza della Repubblica, al Palazzo del popolo, al Teatro Mancinelli? Non si prevede nemmeno la diretta YouTube o Facebook. Ma non è questo il punto. Il punto è perché non si fa in presenza, anzi invitando il pubblico, i cittadini, ad essere presenti. Rappresentazione plastica di una linea politica, quella della chiusura ad ogni confronto e collaborazione. Pessimo modo di affrontare la fase difficile che stiamo vivendo. Da oggi c’è un metro di misura per valutare l’adeguatezza della funzione di governo: gli interessi dei cittadini secondo il modello proposto dal presidente Mattarella.




Il nuovo assessore ancora non c’è e la Lega intanto scrive, “stiamo individuano la persona giusta”

Sono passati una decina di giorni e ancora del nuovo assessore della giunta Tardani non vi è traccia.  Il profilo, a meno che non si apra a un rimpasto più ampio, è semplice, della Lega e donna.  E si vocifera di qualche mal di pancia nella maggioranza consiliare tanto che è ormai quasi chiaro, salvo sorprese dell’ultimo minuto, che la discussione e il confronto finale con la sindaco è rinviata al termine del prossimo consiglio comunale del 7 febbraio dove c’è all’ordine del giorno il bilancio, una questione piuttosto delicata e che non ha bisogno di ulteriori scossoni.  Un primo messaggio arriva proprio dai diretti interessati, cioè dalla Lega che dovrebbe avere il diritto di segnalare un nome che poi deve essere di gradimento del primo cittadino.  In un comunicato scrive la Lega che “sta lavorando, a tutti i livelli, per individuare in tempi brevi il miglior profilo possibile che possa gestire le deleghe relative a scuola famiglia, politiche e servizi sociali, pari opportunità, giovani e futuro, del Comune di Orvieto.  E’ necessario trovare – scrive ancora la Lega – una figura autorevole in grado di rapportarsi al meglio con i cittadini e che si impegni quotidianamente per risolvere le relative criticità, in settori fondamentali per la vita degli abitanti del nostro Comune.  Gli orvietani, alle elezioni amministrative del 2019, hanno fornito un chiaro segnale, dandoci fiducia e chiedendoci quel cambio di passo doveroso per rivitalizzare la nostra città.  E’ quindi prioritario che in giunta ci sia una persona in grado di rappresentare questa volontà.  Abbiamo responsabilità – si conclude il comunicato del partito di Salvini – di scegliere per il bene di Orvieto e stiamo agendo in questa direzione”

Il messaggio, tradotto dal politichese, è piuttosto chiaro.  Prima di tutto il sindaco non deve pensare di tirare fuori dal cilindro un’altra persona esterna come è successo con l’ingegner Mazzi che ha sostituito Angelo Ranchino perché la Lega, viene ricordato tra le righe, è l’azionista di maggioranza relativa all’interno della coalizione di governo, e quindi ha il diritto di essere rappresentata in giunta in numero adeguato.  L’altro messaggio, forse non voluto, è che il partito ha delle difficoltà nell’individuare il profilo adatto.  La strada è dunque stretta e probabilmente anche le piccole contrapposizioni interne stanno avendo il loro peso specifico in questa fase.

E se alla fine si prendesse la strada di un minirimpasto?  E’ una strada percorribile e potrebbe concedere spazi di manovra più ampi alla Lega, da una parte, ma potrebbe anche manifestare difficoltà e asperità di percorso che in questa fase di schermaglie pre-elettorale di metà mandato, potrebbero nuocere a equilibri delicatissimi e complessi.  Intanto la Lega ha chiarito la sua posizione, l’assessore sarà del partito di Salvini, ma non ci si deve dimenticare dall’autonomia di scelta di Roberta Tardani, e un precedente esattamente un anno fa già c’è stato.




Firmato un accordo tra Fondazione CSCO e Università europea di Roma per la promozione del patrimonio culturale e del turismo

Continua la politica di differenziazione di offerta formativa ospitata al Centro Studi di Orvieto. E’ stato siglato in questi giorni, infatti, un accordo quadro per attività di ricerca, didattica e “terza missione” in forma congiunta tra la stessa Fondazione CSCO e l’Università Europea di Roma. Il protocollo è stato firmato da Liliana Grasso, presidente del Csco, e da padre Pedro Barrajón Muñoz, rettore di UER, alla presenza di Loredana Giani, coordinatrice del Corso di Laurea in Turismo e Valorizzazione del Territorio, il referente del progetto per la Fondazione, Stefano Talamoni e Gianluca Casagrande direttore del laboratorio di geografia applicata di UER.

L’accordo segna il primo passo di un percorso di lavoro congiunto che entrambe le parti giudicano di importante rilievo in una fase complessa di ripresa e transizione, tanto per le comunità quanto per le istituzioni scientifiche ed educative. Fra i temi sul tavolo della collaborazione vi sono la promozione di iniziative volte alla valorizzazione del cultural heritage inteso come patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, la promozione del turismo, la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica. L’obiettivo, infatti, è quello di contribuire ad assolvere alla “terza missione” che affianca le due principali funzioni dell’università, ricerca scientifica e formazione, con il preciso mandato di diffondere saperi e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo così alla crescita economica, sociale e culturale del territorio.

Entro la prima metà di febbraio si terrà il primo incontro per individuare un gruppo di lavoro e delineare un’agenda iniziale per le attività congiunte da avviare a Palazzo Negroni a Orvieto.




Intervista a Monica Tommasi, Amici della Terra, “con il nostro piano attenzione all’ambiente e niente sorprese sulla discarica di Orvieto”

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La questione rifiuti in Umbria è un vero e proprio nervo scoperto e Orvieto è uno dei nodi centrali con la discarica “Le Crete”. L’associazione Amici della Terra ha presentato un suo progetto per dare una scossa e aprire un dibattito serio su alcuni questioni e cioè CSS e termovalorizzatore. Monica Tommasi, presidente nazionale dell’associazione, ritiene che la vera emergenza siano proprio le discariche, ben più pericolose di impianti che “per campanilismo vengono avversati a livello locale anche se l’impatto ambientale di questi sia minore o praticamente quasi nullo”.

Sempre Monica Tommasi in questa intervista per il nostro approfondimento video “Zoom” sottolinea che non si può attendere troppo e che comunque la Regione con il suo piano ha evidenziato un cambio di passo, forse un po’ timido.




L’associazione Le note di Fra’ dona alla cardiologia dell’ospedale di Orvieto tre importanti strumenti diagnostici

L’associazione onlus, Le note di Frà, ha donato alla struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto, diretta dal dottor Raffaele De Cristofaro, importanti apparecchiature elettromedicali in ambito ecografico che renderanno possibili esami di diagnostica cardiovascolare sempre più completi ed attuabili in ogni ambiente e condizione, anche la più precaria. Le note di Fra’, grazie alla sensibilità e all’impegno della presidente Paola Tascini e di tanti volontari che operano al suo fianco, conferma, con questa nuova importante donazione, una grande attenzione per le attività del presidio ospedaliero di Orvieto essendo stata vicino, nel recente passato, sia alla Cardiologia che ad altri reparti del nosocomio. Alla cerimonia di consegna di martedì 1° febbraio, al “Santa Maria della Stella”, hanno preso parte il direttore della S.C. di Cardiologia Raffaele De Cristofaro, Margarete Tockner, direttrice del presidio ospedaliero di Orvieto, Sabrina Brizi, responsabile del servizio infermieristico SITRO, il personale sanitario del reparto, i rappresentanti dell’associazione e la presidente Paola Tascini.

L’associazione ha donato un sistema diagnostico a ultrasuoni portatile “tascabile” per esami ecografici in ogni setting ospedaliero e ambulatoriale; una sonda vascolare per l’esecuzione di ecografie vascolari, arteriose carotidee e periferiche e venose, in modo da permettere una completa valutazione diagnostica dell’apparato cardiovascolare; una stampante digitale per ecografo Vivid E90 già in dotazione al reparto.

“La sonda vascolare – spiega De Cristofaroda utilizzare con il nuovo ecocardiografo top di gamma in dotazione alla struttura complessa di Cardiologia, consentirà ai professionisti ospedalieri di effettuare completi esami colordoppler arteriosi carotidei e vascolari periferici, a completamento ed integrazione dell’esame colordoppler cardiacoIl sistema ecografo palmare VUSCAN, invece, trova la sua utilizzazione peculiare in situazioni di urgenza emergenza che possono verificarsi in ogni parte della struttura ospedaliera – prosegue il direttore della struttura complessa di Cardiologia – permettendo di individuare rapidamente importanti condizioni patologiche che necessitano di tempestivo trattamento”.

Alla presidente Paola Tascini e ai volontari dell’associazione Le Note di Frà la direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, la direzione del presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella” di Orvieto, il primario e lo staff dei professionisti della struttura complessa di Cardiologia rivolgono un sentito ringraziamento per questa ennesima testimonianza di vicinanza al lavoro dei sanitari e di impegno sociale e civile.