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Si attiva la macchina degli aiuti per l’Ucraina con Prociv. La Lega chiede che Orvieto ospiti i rifiugiati”

Si accende la macchina di aiuti umanitari nei confronti degli ucraini. A partire da lunedì 28 febbraio, infatti, la Funzione di Protezione Civile dell’Orvietano, raccogliendo l’appello della Consulta Regionale, ha dato inizio alla raccolta di presidi sanitari (garze, bende, cerotti, disinfettanti, farmaci) da inviare alla popolazione ucraina. Il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, sottolineando la grande importanza e urgenza ha scritto su FB, “la storia ci racconta gli orrori della guerra, la storia ci dice che la guerra non è mai la risposta. Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è inaccettabile, ci turba e ci preoccupa. Anche la nostra comunità si sta mobilitando per iniziative di solidarietà nei confronti del popolo dell’Ucraina, di migliaia di persone, donne e bambini, che stanno fuggendo dalle bombe”.

Anche la politica s’interessa e chiede risposte. La Lega dell’orvietano, tramite il suo coordinatore Davide Melone spiega che, “in riferimento alla disponibilità dei sindaci della Lega Umbria di accogliere le famiglie ucraine in fuga dalla guerra, proponiamo che anche il comune di Orvieto faccia lo stesso, in linea con quello spirito di solidarietà tipico che caratterizza la comunità orvietana. Di fronte a una tragedia umanitaria come questa, nessuno può tirarsi indietro ed ognuno dovrebbe fare la sua parte in maniera tangibile, per garantire sostegno e assistenza. Ci auguriamo quindi che anche il comune di Orvieto, si impegni per mettere a disposizione le sue strutture per ospitare i profughi in fuga dall’ Ucraina, con particolare riguardo a donne e bambini. Un atto di umanità necessario”.




Bandiere a mezz’asta al Comune di Ficulle per solidarietà con il popolo ucraino

Si è svolta domenica 27 febbraio la cerimonia con cui il sindaco di Ficulle, Gianluigi Maravalle e i consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza, ha esposto a mezz’asta la bandiera del Comune di Ficulle. E’ un segno di unione e di vicinanza alle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina. “Un gesto – ha affermato il sindaco Maravalle – che non ha carattere politico ma una forte valenza umanitaria in favore di tutte le persone coinvolte, anche in considerazione di tutte le famiglie ficuellsi che negli anni hanno costruito forti legami con il popolo ucraino”.




Il Pnrr investe 8 milioni sulla sanità ma rimangono tanti, troppi nervi scoperti a Orvieto

A Ciconia si è tenuto un importante incontro organizzato dai sindacati sulla sanità nell’orvietano proprio dopo la presentazione del nuovo Piano Sanitario Regionale da parte della presidente Tesei alle parti sociali.  L’incontro è stato definito “troppo veloce, senza confronto.  Ci hanno spiegato velocemente cosa prevede il PSR.  In altre realtà regionali questo stesso confronto è stato molto approfondito”.  Per Orvieto è prevista la creazione della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità in piazza del Duomo oltre a una serie di investimenti nella struttura dell’ospedale a Ciconia.  Interessante il contributo portato da Mauro Petrangeli, per lungo tempo dipendente USL con incarichi organizzativi, che ha spiegato come il PSR “è di difficile lettura e questo non è una buona premessa visto che la sanità e il suo funzionamento deve essere di facile comprensione per i cittadini, i veri protagonisti.  La sanità è per i cittadini e non per altri.  Un buon piano sanitario, ha concluso Petrangeli, deve mettere al centro il paziente e dare la massima priorità alla sanità pubblica.  I numeri sono importanti ma i risparmi non devono essere il primo punto bensì devono coniugarsi con il miglioramento dei servizi erogati”.  Era molto atteso l’intervento del sindaco di Orvieto che ha preso le difese della Regione perché dopo dieci anni ha ripreso in mano il dossier sanità anche grazie al PNRR “è un’occasione da non perdere per ridisegnare il sistema sanitario anche e soprattutto a Orvieto”.

Sicuramente è un momento cruciale con il famoso treno che passa e non si può perdere ma sempre ragionando e cercando di capire quale sia la scelta migliore.  Il primo cittadino ha voluto sottolineare che il nuovo piano sanitario è sicuramente da migliorare ma “questo è il momento dell’unità e non dei capipopolo o dei proclami sui giornali.  Ci sono le sedi istituzionali per discutere come l’assemblea dei sindaci e lì ci si deve confrontare”.  La Regione ha messo sul piatto per Orvieto 8 milioni di euro sui 106 destinati dal PNRR alla sanità umbra.  “E’ prevista all’interno dell’ex ospedale di piazza Duomo la realizzazione della Casa di comunità Hub e dell’Ospedale di Comunità per un investimento totale di oltre 8 milioni di euro.  Nella Casa di Comunità Hub si progettano e si erogano servizi sanitari e di integrazione sociale, i servizi standard presenti saranno ambulatori di medici di medicina generale e aggregazioni di medici, infermiere di famiglia e di comunità, continuità assistenziale, ambulatorio infermieristico anche con punto prelievo, ambulatorio specialistico anche con servizi diagnostici, assistenza domiciliare, Cup e Cot (Centrale operativa territoriale). La presenza medica è garantita h24 7 giorni su 7, quella infermieristica h12 7 giorni su 7. L’investimento previsto con fondi Pnrr è di 3 milioni 275mila euro. L’Ospedale di Comunità avrà invece 20 posti letto di nuova istituzione. L’investimento previsto con fondi Pnrr è di 3 milioni 343mila euro ai quali si aggiungono 1,1 milione di euro di fondi aziendali”. 

A proposito di partecipazione la sindaco ha annunciato che la parte frontale del palazzo sarà nelle disponibilità del Comune per attività istituzionali non legate alla sanità.

Tutto bene?  Per quanto riguarda gli investimenti sicuramente è una boccata d’ossigeno per la sanità orvietana e forse una delle ultime possibilità per tornare a essere attrattiva.  Rimane la forte perplessità sulla scelta e sul perché Piazza Duomo.  Come se ci si vergognasse un po’ sulla piazza non ci sarà nulla di sanitario, meglio, per la viabilità si sta studiando un sistema che non impatti sulla stessa piazza e poi la palazzina della Piave è stata liquidata come “scelta solo sulla carta”.  Quella “carta” ha avuto un costo per la Usl e la titolarità rimarrà alla stessa azienda e quella scelta non avrebbe obbligato a studiare e lavorare per un sistema viario adeguato e un parcheggio di fianco al Duomo.  Non solo ma quella palazzina che si avvia a essere un triste rudere nella desolazione della ex-Piave, rimarrà in carico della Usl che dovrà curarne la manutenzione con dei costi che non proverranno dal PNRR, ma dall’azienda.  Poniamo noi due semplici domande. Chi controlla i conti ne sarà contento? Si è mai pensato seriamente a questa soluzione?

I sindacati hanno sottolineato che il PNRR finanzia le strutture che prevedono tanti servizi, ottimi, ma non il personale e su questo punto rischia di naufragare tutto o meglio di trasformarsi da sogno in incubo con un contenitore semi-vuoto.  Anche su Panorama recentemente è uscito un articolo che paventava “il flop delle Case di Comunità” e indicava proprio nel personale il vero punto debole del sistema.  I medici di famiglia, in particolare non vogliono saperne di essere trasformati in dipendenti USL per lavorare in queste strutture complesse che dovrebbero essere l’anello di congiunzione tra sanità di territorio e ospedali.  Se poi la Regione non prevede concorsi allora il timore si trasforma in certezza.

Dulcis in fundo ci sono le critiche ai capipopolo e alle esternazioni sulla stampa.  Insomma, ancora una volta i giornalisti si caricano il fardello dell’essere cattivi, un po’ populisti e maestri di disinformazione.  In realtà in tutti questi mesi il vero deficit informativo è stato istituzionale.  Non una parola all’esterno e invece tanti annunci spot.  Il lavoro dei giornalisti è stato reso particolarmente difficile proprio dai silenzi squarciati da improvvisi raggi di luce proiettati dal regista interessato.  E’ chiaro che chi opera nell’informazione e non vuole essere capopopolo, va alla ricerca di notizie più certe e si rivolge a chi ha un ruolo amministrativo, in primis, o di rappresentanza sindacale o dirigenziale nelle aziende sanitarie. 

Non s’inventa ma si ragiona, si cerca di capire anche dando più ampio respiro al dibattito.  Come non ricordare, allora, le tante richieste per il “territorio”.  Come non ricordare che più volte ci è stato spiegato che dal punto di vista economico l’orvietano non è un territorio perché manca di servizi fondamentali come, guarda caso, un albergo a 5 stelle con tutti gli annessi di livello, un servizio ferroviario veloce con Roma e l’aeroporto di riferimento, innovazione e investimenti, che languono nell’orvietano. La vera riflessione non è, “abbiamo salvato dallo speculatore l’ex-ospedale”, ma come mai a prezzi di saldo, come più volte è stato sottolineato da molti esponenti politici e no, proprio quel palazzo con vista sul Duomo, di pregio, non ha attirato appetiti corretti di un privato o più privati.  D’altra parte, si comprende l’esigenza di un sindaco che è quella di offrire soluzioni per i propri cittadini dopo una fase lunga di non-decisione di una classe politica che ha prima accettato supinamente e disciplinatamente lo svuotamento della città e del suo centro storico e poi non l’ha ripensata.  L’ultimo tentativo è stato quello della ex-caserma con RPO e il suo presidente Franco Raimondo Barbabella, poi messo alla porta senza una spiegazione e attaccato da ogni parte.

Sul futuro di Orvieto si addensano le nubi del tramonto demografico, come evidenziato dal report di Cittadinanza Territorio Sviluppo, la mancanza di innovazione, la scarsità di investimenti, i troppi contenitori ancora vuoti, il turismo che è rimasto a una permanenza media sotto i 2 giorni, una banca di territorio in sofferenza, una Fondazione bancaria che dovrà decidere le sorti della sua partecipazione nella SpA entro il 2022, un ospedale senza alcun appeal per i professionisti medici e con prestazioni non da emergenza-urgenza, un commercio in forte crisi, aree industriali con scarse industrie, con la spada di Damocle della discarica e eventuali ampliamenti.  Certo la pandemia ha bloccato alcuni processi altri li ha inevitabilmente ritardati e, nonostante ciò, il Comune ha rinnovato e messo in sicurezza molte strade, i giochi e le aree verdi, ha mantenuto il Teatro aperto, seppure con delle limitazioni dovute al coronavirus, ha favorito iniziative culturali e di spettacolo ma ancora non ha toccato la carne viva dei tanti problemi strutturali della città e il tempo, ricordiamolo, è tiranno.




Mosca, ore 5,51 Putin autorizza la guerra in Ucraina

In Italia erano le 3,51 del 24 febbraio, a Mosca le 5,51 quando il presidente russo Vladimir Putin in diretta TV ha ufficializzato la guerra con un discorso durissimo. Putin ha parlato di “denazificazione” dell’Ucraina e di “Conseguenze gravissime” contro chiunque reagirà. Un avvertimento drammaticamente chiaro. Pochi minuti dopo è iniziata la guerra. La parola che si è tentato di non scrivere per giorni è ora realtà.

Sono stati colpiti obiettivi militari mentre truppe anfibie si stanno dirigendo verso Odessa. Truppe stanno entrando in Ucraina dalla Bielorussia e alle 7,20 sempre del 24 febbraio la Russia ha annunciato “le difese aeree ucraine sono state azzerate”. La reazione di Joe Biden, presidente USA, ha annunciato una riunione nelle prossime ore del G8 anticipando che saranno decise sanzioni molto dure. Si vuole isolare Mosca soprattutto dal punto di vista finanziario con il blocco del sistema di pagamento internazionale Swift. Questo potrebbe non bastare perché Putin gode dell’appoggio, almeno per ora, dei russi perché ha spinto sullo spirito nazionalista, “l’obiettivo è di riunire i territori dove si parla russo e che sono storicamente russi”. Sul terreno, intanto, l’operazione di accerchiamento di Kiev si sta completando. Il presidente ucraino Zelenski ha chiesto aiuto all’occidente dal punto di vista militare, finanziario e umanitario.

Come testata giornalistica locale abbiamo deciso comunque di seguire gli sviluppi dell’attacco russo all’Ucraina e siamo pronti a ospitare contributi da parte di cittadini e esponenti politici, docenti insomma di chiunque voglia raccontare gli stati d’animo e i timori per una guerra in Europa che nessuno avrebbe potuto immaginare fino a poche settimane fa.




Assemblea pubblica sul futuro della sanità umbra di Cgil Cisl e Uil al Centro anziani di Ciconia il 25 febbraio

La sanità pubblica nell’intera Provincia di Terni è in affanno e la pandemia ha scoperto il nervo in maniera definitiva. Mancano medici, infermieri, attrezzature e intanto s’investe su un ospedale tutto nuovo a Narni-Amelia, su Terni mentre a Orvieto è riservata un’operazione di maquillage oltre alla Casa di Comunità per cui è stato scelta la location dell’ex-ospedale.

Cigil, Cisl e Uil regionale hanno organizzato una serie di incontri e venerdì 25 febbraio a partire dalle 9,30 al Centro sociale per Anzini di Ciconia, tocca a Orvieto. Alla riunione parteciperanno i segretari generali Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari e sono stati invitati i sindaci del territorio che rischia di perdere anche il Distretto Sanitario. L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina facebook Umbriaripartedallavoro.




Tornano i TIR-lumaca con gli autotrasportatori a rischio fallimento per caro-gasolio, ritardi nei pagamenti e prezzi dei noli fermi da venti anni

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La Cooperativa LO.G Logistic & Groupage, sede legale e amministrativa a Orvieto con un fatturato totale intorno ai 6 milioni di euro, e attiva nel trasporto agroalimentare dalla Sicilia verso tutta l’Europa che associa numerosi operatori siciliani, ha scritto al Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, chiedendo un incontro urgente per costituire un tavolo di confronto tra le componenti imprenditoriali della filiera logistica, della produzione e della grande distribuzione per gestire il crescente disagio degli autotrasportatori.  La situazione è divenuta insostenibile sul fronte dei prezzi del carburante ma non solo e nella giornata del 23 febbraio, la protesta ha iniziato a concretizzarsi, dopo il flop dell’incontro al Ministero, con circa mille camion che si stanno radunando al Km 15 della SS 123 per poi partire con un lungo serpentone alla volta di Agrigento.  La protesta era nell’aria da tempo e a livello nazionale i segnali in tal senso si sono moltiplicati nelle ultime settimane e i venti di guerra in Ucraina hanno ulteriormente fatto alzare i toni, complice la corsa al rialzo dei prezzi del gasolio.  Ma Salvatore Puleri, vice-presidente di LOG, sottolinea che il malcontento è più ampio e ora si fa concreto il rischio default per i cosiddetti padroncini e per le aziende di autotrasporto.

Qual è la situazione della protesta in questo momento (ndr il 23 febbraio alle ore 12 circa)?

In questo momento ci siamo radunati al km 15 della SS 123 all’altezza di Campobello di Licata e siamo in assemblea.  Decideremo proprio durante quest’incontro se resteremo fermi qui o inizieremo a muoverci.  Quasi certamente andremo a Agrigento per portare la nostra protesta nel capoluogo.  Voglio però, sottolineare che a protestare non siamo solo noi ma abbiamo notizie di raduni spontanei e fermi anche a ermini Imerese, Catania, Nola e sulla SS Jonica in Calabria.  Mentre stiamo parlando mi confermano anche la notizia di 200 TIR in fila che si stanno dirigendo verso l’area portuale di Ravenna.

Ma perché il mondo dell’autotrasporto e voi, in particolare, protestate; quali sono i veri motivi?

Sicuramente il caro-gasolio è il motivo principale ma i problemi vengono da lontano.  Mancano infrastrutture adeguate e soprattutto non è più possibile lavorare con i prezzi dei noli fermi a ormai 20 anni fa con la GDO che ci scavalca e si accorda direttamente con le aziende. 

Ma in questi giorni a giustificare l’aumento dei prezzi della frutta, viene indicato proprio l’incidenza del costo del trasporto…

Lo smentisco nella maniera più assoluta.  Attualmente per trasportare un chilo di frutta veniamo remunerati con 9 centesimi di euro, lo stesso prezzo dello scorso anno. Non è più sopportabile e per questo protestiamo.  Non si può pagare il trasporto di un chilo di frutta quanto una semplice busta di plastica al supermercato perché non è realistico. Chiarito questo fatto spero che non si dica più che sia l’autotrasporto a causare l’aumento dei prezzi al consumo perché è veramente un fake news.

Cosa avete chiesto al Ministero e cosa chiedete per fermare la protesta che rischia di bloccare il Paese?

Due incontri al Ministero sono stati un vero e proprio flop e allora vogliamo farci sentire.  La prima richiesta riguarda proprio la questione dei noli.  Noi chiediamo che in fattura il costo del gasolio venga scisso e quindi indicizzato.  Se la tensione sui prezzi dovesse continuare ancora a lungo molte aziende dell’autotrasporto rischierebbero di chiudere e, lo ricordo, circa il 90% delle merci in Italia circolano su gomma.  La sostenibilità dei costi è il problema reale e da parte della committenza non abbiamo notato alcuna disponibilità.  La situazione è insostenibile per gli autotrasportatori che devono sopportare un allungamento dei tempi di pagamento delle fatture anche oltre i 90 giorni mentre, a oggi, si stima che per ogni trasporto effettuato noi perdiamo circa 500 euro.  Se la tendenza rimane invariata in un mese molti padroncini e anche molte aziende rischiano il default.  I trasportatori non vogliono più essere i bancomat dei loro committenti, questo è in estrema sintesi il vero nodo da sciogliere.

Questa protesta rischia di allargarsi velocemente, quindi, visto il forte rischio di molte aziende e dei padroncini…

Direi proprio di sì.  Questa volta la protesta nasce dal basso senza la mediazione delle organizzazioni di categoria che in questo momento ci sembrano lontane dalle reali esigenze e dalle emergenze del mondo dell’autotrasporto.  Per quanto riguarda la protesta, stiamo cercando di limitare i disagi ai cittadini ma in alcuni casi i nostri colleghi iniziano a disporsi su due file bloccando o rendendo poco scorrevole il traffico veicolare.  Noi sicuramente non ci fermeremo almeno finché non ci sarà un intervento concreto per alleviare gli autotrasportatori e soprattutto per aprire un dialogo serio con la GDO che fino ad ora non ha mai voluto ascoltare le nostre richieste.  Il grido d’allarme è e sarà forte e chiaro perché la situazione economia e lavorativa è veramente precaria e a rischio.




Cna Pensionati, la risalita dell’inflazione a fine 2022 si mangerà una mensilità

È allarme tra i quasi 8mila pensionati aderenti a CNA Umbria per la fiammata dell’inflazione che, secondo le ultime rilevazioni di autorevoli centri studi, per l’anno in corso è prevista molto vicina al 5%. “Con questa progressione inflattiva che, nel giro di pochi mesi, ha triplicato il suo valore, si prospetta una grave perdita del potere di acquisto delle pensioni– afferma Fabiano Coletti, presidente di Cna Pensionati Umbria -. Basti ricordare che per un lungo periodo l’inflazione è stata ferma, anzi addirittura in negativo, a causa della recessione cui il Paese ha fatto fronte dal 2008. Ancora a marzo 2021 l’indice del costo della vita era pari a zero. Purtroppo i rincari dei prodotti petroliferi, gas in primis, hanno contagiato anche gran parte dei prodotti di largo consumo, con aumenti a due cifre su molti prodotti alimentari. Insomma, per i pensionati un vero e proprio salasso, che si traduce in un maggiore esborso di almeno 1.200 euro l’anno.”

“Siamo di fronte a uno scenario che non conoscevamo più da almeno 20 anni – dichiara Marina Gasparri, responsabile regionale dei Pensionati CNAe appaiono sinceramente troppo ottimistiche le previsioni della Banca d’Italia, che reputa temporanea questa tendenza, prevedendone l’esaurimento entro la fine dell’anno corrente. Siamo anche molto preoccupati per la situazione tra Russia e Ucraina, due paesi strategici per l’economia italiana: il primo in quanto maggior fornitore di gas al nostro Paese, il secondo, da sempre granaio d’Europa, perché primario esportatore verso l’Italia di grano e mais. Un conflitto avrebbe gravi conseguenze, sia umanitarie per popolazioni già provate da anni di povertà, sia economiche per l’instabilità prodotta sui mercati e il conseguente rallentamento della ripresa in atto.”

La situazione di molte famiglie di pensionati e di cittadini a basso reddito, già pesante per il permanere di tutte le criticità collegate alla pandemia, rischia di esserlo ancora di più di fronte alla crescita generalizzata dei prezzi, che potrebbe aumentare la marginalizzazione e precarizzazione delle fasce più deboli e dei pensionati al minimo.

“CNA Pensionati Umbria – conclude Coletti – richiama il Governo ad attuare rapidamente provvedimenti mirati a mitigare il caro bollette e a garantire una maggiore vigilanza contro le speculazioni sui prezzi dei prodotti a largo consumo.”




“Astor, per sempre” Unitre fa il bis al Teatro del Carmine il 26 febbraio

A grande richiesta, torna al Teatro del Carmine una realizzazione Unitre incentrata
sul grande compositore e bandoneonista argentino Astor Piazzolla, presentata lo
scorso autunno durante una delle tappe del gruppo di Ascolto Musicale curato dal
Maestro Riccardo Cambri.
Sabato 26 Febbraio 2022, alle ore 17, “Astor, per sempre” accenderà i riflettori su
Piazzolla, lo straordinario musicista di cui nel 2021 si è celebrato il centenario dalla
nascita
e al quale Unitre e Scuola Comunale di Musica “A. Casasole” intendono
dedicare un programma di appuntamenti culturali.
Il Vicepresidente Unitre Alberto Romizi illustrerà i momenti salienti della vita del
popolarissimo autore argentino, toccandone gli aspetti emozionali e percorrendo la
linea evolutiva della sua produzione musicale; Cambri, al pianoforte, eseguirà una
selezione di celeberrimi temi musicali composti da Piazzolla.
Sarà possibile assistere prenotandosi al 3387323884; in ossequio all’attuale
normativa anticovid, occorrerà essere muniti di super green pass e mascherina
FFP2
.
Astor per sempre: ovvero l’uomo, il musicista, la narrazione del contesto in cui
sviluppò il suo genio, l’Argentina di fine ottocento, New York e la musica jazz:
l’intreccio di culture musicali diverse che Piazzolla riversò nel suo Tango, cambiando
per sempre quello che si può considerare il più grande fattore identitario del Paese
che gli diede i natali.




Orvieto a rischio tramonto demografico se la politica non riesce a invertire la rotta

Se il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione residente sono i due mali che affliggono pesantemente l’Umbria, per l’Area interna Sud Ovest Orvietano e Orvieto il fenomeno assume una rilevanza allarmante.

Il rapporto (scarica l’intero rapporto) appena pubblicato dall’impresa sociale Cittadinanza Territorio Sviluppo a cura di Eleonora D’Urzo e Antonio Rossetti si ferma a gennaio dello scorso anno e ci fornisce un’analisi storica ricca di dati e correlazioni.  Il declino demografico ha inizio nel 2012 e da allora è inarrestabile. Ogni anno l’Umbria perde circa 5190 abitanti, mentre l’Area Interna si attesta intorno ai 416 e il comune capofila, Orvieto, a circa 140 abitanti. Un’emorragia inarrestabile che in percentuale vede la nostra Regione ottenere una variazione percentuale negativa tra il 2020 e il 2021 pari a -0,6%. La variazione percentuale dell’Area interna e di Orvieto sono ancora peggiori attestandosi a -0,7%. Va evidenziato però che questo dato per Orvieto è ancora peggiore se raffrontato con il +1,5% dell’incremento dei residenti stranieri che è 3 volte quello dell’Area interna (+0,5%) e 5 volte quello regionale (+0,3%).

Insomma, nonostante una poderosa iniezione di nuovi residenti esteri, Orvieto continua a perdere residenti. L’ultima rilevazione Istat a gennaio 2022 infatti porta il nostro comune sotto la soglia dei 20mila abitanti e proiettando il dato del calo demografico medio annuale in 10 anni ci si avvicinerebbe pericolosamente alla soglia dei 16mila abitanti. Anche sul fronte dell’invecchiamento della popolazione residente la musica non cambia: l’Umbria, quinta regione italiana come indice di vecchiaia, si attesta ad un indice pari a 217,7, l’Area Interna 272,8 e Orvieto ad un indice di 264,2. L‘indice nazionale è pari a 184,1. In generale, è difficile attribuire alla demografia una maggiore rilevanza di quella che in realtà presenti nel condizionare l’habitat economico.

I cambiamenti del modo di produzione e il tasso di crescita della produttività tendono a interagire con il tasso di sviluppo della popolazione in un modo complesso, che può variare a seconda della fase del ciclo economico e dell’organizzazione della produzione. La tesi che viene sostenuta nel rapporto è che la stasi demografica, almeno nel recente passato, ha contribuito a generare un eccesso di risparmio, di cui sono presenti le stigmate nel mercato del credito, e di fatto una performance economica inferiore a quanto si sarebbe potuto conseguire con una dinamica demografica migliore.

Peraltro, vi è anche un nesso di casualità dall’economia alla crescita della popolazione: nelle fasi di stagnazione vi saranno maggiori incentivi a migrare piuttosto che immigrare e procrastinare l’età in cui si genera prole.


Scarica il rapporto completo




Gli studenti di Alberghiero e Artistico con l’Associazione Diamoci una Mano il 28 febbraio davanti l’ospedale per dire “grazie” al personale

Il Servizio Solidale degli studenti dell’Istituto Alberghiero “Luca Coscioni” continua il suo percorso. Insieme questa volta agli studenti del Liceo Artistico di Orvieto.

In occasione del Carnevale 2022 i nostri studenti vogliono celebrare la spensieratezza e la gioia, associate a questa ricorrenza, insieme a coloro che negli ultimi due anni hanno dovuto triplicare il proprio lavoro per far fronte alla situazione di emergenza determinata dalla pandemia. Sono le persone che operano nella sanità, nello specifico il personale del nostro Ospedale di Orvieto. Il servizio del personale sanitario è sempre un servizio molto prezioso. Rivolto alla cura della persona nella sua totalità.  Operano perché le persone possano tornare a vivere lo stato di salute, riconosciuto e tutelato dall’art. 32 della nostra Costituzione come “diritto fondamentale e interesse della collettività”

Lo stato di salute permette alle persone di tornare a vivere il proprio presente, di poter di nuovo essere operativi nella società e poter sperare ancora nel futuro, avere un futuro. Le chiacchiere di Carnevale, fatte dagli studenti del Corso Serale di Enogastronomia e della classe 3^C,  insieme alla creazione artistica elaborata dagli studenti della classe 5^C del Liceo Artistico, vogliono essere un riconoscimento simbolico per il grande impegno che il personale sanitario del nostro Ospedale ha profuso. Simbolicamente rappresentano un grande e sentito “Grazie”. Grazie al loro impegno tutti noi ricominciamo a vivere la normalità del presente e soprattutto possiamo avere la speranza del futuro, che soprattutto per i giovani è linfa vitale.

Un sentito grazie quindi da parte dell’Istituto di Istruzione Superiore Artistica Classica e Professionale di Orvieto, nella persona della Dirigente Scolastica, Cristiana Casaburo, insieme all’associazione Diamoci una mano, nella persona di Beatrice Casasole. Sarà presente l’assessore alle politiche sociali del Comune di Orvieto, Alda Coppola.

Lo grideranno, il 28 febbraio 2022 alle ore 15,00, presso l’area ingresso dell’Ospedale di Orvieto, gli studenti del Corso Serale di Enogastronomia IPSIA, gli studenti della classe 3^C Alberghiero Luca Coscioni e gli studenti della classe 5^C Liceo Artistico.  Tutti insieme, “poche chiacchiere” di Carnevale e un grande, grande GRAZIE.

prof.ssa Caterina Leonardi