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Il 14 febbraio, Valentina e Fabio lo festeggiano con la loro prima donazione di sangue

Il 14 febbraio è una giornata molto particolare, speciale, e si cerca di offrire il meglio al proprio partner. Per farlo di solito si ricorre al “regalo” classico e invece c’è chi ha fatto una scelta diversa…

Valentina e Fabio hanno deciso che il 14 febbraio lo si deve festeggiare al laboratorio analisi dell’ospedale di Orvieto per la loro prima donazione di sangue. Ci spiega la vice-presidente dell’AVIS Comunale di Allerona Francesca Urbani: “avevamo già concordato la data per farli andare a donare, ma poi, come capita spessissimo in questo periodo, il Covid è arrivato prima e abbiamo dovuto annullare tutto. Ma i due ragazzi non si sono scoraggiati e appena negativizzati mi hanno ricontattato esprimendo il desiderio di festeggiare in questo modo San Valentino.
E poco importa se, come avviene quotidianamente, per salvaguardare la salute del donatore Fabio non c’è riuscito. E’ il pensiero che conta. E il loro è stato bellissimo.
“E noi non possiamo fare altro che ringraziarli per questo gesto di amore incondizionato verso il prossimo. Approfittiamo anche dell’occasione per invitare tutti coloro che sono nelle disponibilità a fare lo stesso in modo che ogni giorno possiamo festeggiare questo semplice ma importantissimo gesto che è la donazione di sangue“.

VI ASPETTIAMO nelle AVIS del vostro Comune.




Amici della Terra presenta la “sua” mozione ai sindaci dell’orvietano per evitare ampliamenti della discarica

L’Associazione “Amici della Terra” da anni segue con molta attenzione le vicende che hanno riguardato la discarica de Le Crete e, più in generale, la pianificazione inerente la gestione dei rifiuti e la sua attuazione. Le recenti decisioni assunte dalla Giunta regionale e dall’AURI in tema di nuove strategie pianificatorie e di indirizzi per il razionale smaltimento dei rifiuti nelle more della formazione del nuovo Piano di gestione integrata dei rifiuti, non sono condivisibili in quanto spostano in avanti i problemi, nonostante il preoccupante clima di emergenza per l’esaurimento delle capacità residue di smaltimento delle principali discariche regionali.

In tale contesto risultano evidenti le penalizzazioni a carico del territorio orvietano, che assumono una valenza non solo di tipo ambientale, ma anche e soprattutto politica.

Per tale motivo abbiamo proposto, insieme agli Amici della Terra club di Orvieto, uno schema di mozione sottoponendola al Consiglio comunale di Orvieto con l’auspicio che la possa approvare e farne oggetto di un serrato confronto con la Regione Umbria per sostenere le ragioni della Città di Orvieto.

Parimenti inviamo lo schema di mozione suddetto ai Sindaci dell’Orvietano, in ragione della natura comprensoriale che ha caratterizzato la discarica in località Le Crete nei suoi primi lustri di vita, affinché sostengano le ragioni del territorio da un punto di vista ambientale e politico.

Nel segnalare la nostra disponibilità a partecipare ad eventuali audizioni sull’argomento ed a fornire ogni utile chiarimento, porgiamo

Distinti saluti

Monica Tommasi

LO SCHEMA DI MOZIONE

Riferimenti istruttori

Deliberazione di Giunta regionale n. 1409 del 4/12/2018 “Gestione dei rifiuti. Azioni volte all’accelerazione del processo di riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare, individuazione della disponibilità strategica per lo smaltimento dei rifiuti e indicazioni per il mantenimento della stessa nell’ottica dei principi dell’economia circolare”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 602 del 17 Luglio 2020 “Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Istituzione del Comitato Tecnico Scientifico e avvio della fase di predisposizione dell’aggiornamento del Piano” è stato dato avvio alla redazione dell’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. L’esigenza nasce da una duplice osservazione: da una parte, con la direttiva (UE) 2018/850 il legislatore comunitario ha definito nuovi standard di gestione che impongono una revisione dell’attuale assetto, dall’altra, motivo ancor più cogente e rilevante del primo, si assiste ad un sistema di gestione territoriale che ancora, purtroppo, fonda la sua sostenibilità territoriale sullo smaltimento in discarica seppure, in questi anni, ha raggiunto obiettivi consolidati di raccolta differenziata di buon livello.

Deliberazione di Giunta regionale n. 110 del 24/02/2021 “Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti – Documento Preliminare. Approvazione e avvio processo di VAS”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 5/1/2022 “Aggiornamento del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti. Indirizzo della nuova strategia pianificatoria” (fanno parte integrante dell’atto i seguenti allegati: Scenari di Piano ed indicatori_06_12_2021, Verbale_CTS_15-11-21-verspdfA);

Deliberazione di Giunta regionale n. 2 del 5/1/2022 “Discariche strategiche regionali: Fabbisogno di smaltimento e specificazioni tecniche e gestionali per il razionale utilizzo. Linee di Indirizzo in attesa dell’approvazione del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti”;

Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1 del 14/01/2022 “Programmazione dei flussi di rifiuti agli impianti di trattamento e smaltimento nelle more dell’approvazione del Piano d’Ambito – primo semestre anno 2022”;

Deliberazione di Giunta regionale n. 895 del 29/09/2021 “L.R. 16 febbraio 2010, n. 12, art. 12, comma 5. Pronunciamento della Giunta regionale sul motivato dissenso espresso da Amministrazioni non statali nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale coordinato con A.I.A. del progetto di “Estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico-termovalorizzatore UL1 di Acea Ambiente srl ubicato in via Ratini n. 23 località Maratta Bassa, Terni (TR)”. Soggetto proponente: Società ACEA Ambiente srl”;

Premessa

La Regione Umbria, con DGR n. 602/2020, ha dato avvio all’aggiornamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR) e con DGR 110/2021 ha approvato il documento preliminare di piano ed il rapporto preliminare ambientale ai fini dell’avvio della fase di consultazione propedeutica all’attività di elaborazione del piano (cd. scoping di VAS). Il nuovo piano dovrà analizzare, affrontare e risolvere le seguenti tematiche connesse al ciclo dei rifiuti:

  • “la chiusura del ciclo, ed in particolare il raggiungimento dell’obiettivo di conferimento in discarica non superiore al 10% dei rifiuti urbani così come stabilito dalla direttiva 850/2018/UE del cosiddetto pacchetto per l’economia circolare di prossimo recepimento;
  • il rispetto del principio di prossimità, che si declina con la tendenziale autosufficienza del sistema regione”.

La Regione Umbria, poi, con DGR n. 1/2022 e DGR n. 2/2022, ha rispettivamente fornito le indicazioni per dare seguito alla pianificazione in tema di rifiuti ed ha stabilito, nelle more del nuovo PRGR, le indicazioni per la razionale gestione delle discariche strategiche regionali.

In particolare, con la DGR n. 1/2022, vengono individuati vari scenari caratterizzati ciascuno da un diverso grado di impiantistica, rispetto ai quali viene approvato lo “scenario 1” descritto come segue: “Scenario Impiantistico 1: potenziamento del sistema di Raccolta Differenziata rispetto all’attuale livello con raggiungimento di performance pari ad almeno il 75%. Invio del rifiuto residuale indifferenziato a valorizzazione energetica per una quantità prevista di 130.000 t/anno a nuovo impianto di servizio per tutto il territorio regionale. Questa soluzione prevede l’impiego residuale di discarica per una quantità massima di circa il 7% dei rifiuti prodotti esclusivamente per la parte non valorizzabile e scarti di trattamento”.

L’allegato 2 della DGR n. 1/2022 prevede la messa a regime dello Scenario 1 tra il 2026 e il 2035.

La stessa deliberazione, in sede di analisi SWOT, prevede quanto segue a proposito di MINACCE e CONSEGUENZE MINACCE:

MINACCE Accettazione localizzazione impianto di WTE (cioè di un termovalorizzatore, ndr). Tempistica per l’approvazione e realizzazione impianto. Sovra dimensionamento nel caso di ulteriore riduzione del flusso di produzione.

CONSEGUENZE MINACCE La non realizzazione dell’impianto a causa della difficoltà localizzativa e di accettazione implica il mantenimento dello stato di fatto con la necessità di ulteriore sensibile programmazione spazi discariche con sensibile superamento dell’obiettivo di utilizzo discarica del 10%.

La DGR 2/2022 individua invece i fabbisogni di smaltimento ed il necessario incremento delle volumetrie delle discariche strategiche (Belladanza a Città di Castello, Borgogiglione a Magione e Le Crete a Orvieto), stabilendo le specifiche tecniche e gestionali per il loro razionale utilizzo. In particolare prevede un fabbisogno di oltre 1.000.000 di mc da ricavare mediante riprofilature e/o sopraelevazioni, e, dove non sia possibile, si prevede anche l’opzione di effettuare un limitato ampliamento con la creazione di un nuovo bacino limitrofo, di estensione limitata rispetto alla discarica preesistente indicativamente comunque non superiore al 30% dell’estensione del bacino esistente, nel periodo transitorio sino alla piena attuazione della nuova pianificazione.

A seguito degli atti regionali sopra richiamati, l’AURI, con deliberazione del Consiglio Direttivo n. 1/2022, ha programmato i flussi di rifiuti da smaltire nelle discariche umbre nel I semestre 2022, dando atto che la programmazione per l’intero anno 2022 sarà definita entro il 30/6/2022; la capacità residua delle discariche a quest’ultima data è stata calcolata in mc 513.250, di cui mc 369.050 riguardanti la discarica Le Crete dei Orvieto.

In considerazione dei quantitativi di rifiuti annui da smaltire, pari a circa 195.000 t (1 t = 1 mc), il sistema delle discariche regionali è destinato a esaurirsi già alla fine del 2024 / inizio 2025.

L’eventuale loro ampliamento sino a oltre 1.000.000 di mc, come sopra evidenziato, esaurirebbe la capacità delle discariche entro il 2030, mentre per giungere sino al 2035 ci sarebbe la necessità di un ulteriore ampliamento di 1.000.000 di mc e di rilevante consumo di nuovo suolo.

Tutto quanto ciò premesso,

Richiamate le competenze del Consiglio comunale in tema di pianificazione territoriale ed urbanistica ai sensi dell’art. 42 del TUEL (D.Lgs. 267/2000);

Considerato che, in base agli atti citati nei riferimenti istruttori, emergono enormi difficoltà su scala regionale per la gestione dei rifiuti a seguito dell’esaurimento oramai prossimo delle volumetrie disponibili e delle carenze impiantistiche;

Visto lo “Scenario 1” individuato dalla Regione Umbria per dare seguito alla formazione del nuovo PRGR, che tende ad esaurire nel breve termine (fine 2024/inizio 2025) le capacità residue delle discariche umbre, ipotizzando di chiudere il ciclo con la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore nella provincia di Perugia a regime nel 2026-2035;

Atteso che la costruzione dell’impianto suddetto, come anche evidenziato nell’analisi SWOT del documento preliminare approvato con la DGR 1/2022, andrà incontro a sicure difficoltà per la contrapposizione da parte delle comunità locali, come è facilmente deducibile da analoghe situazioni locali che riguardano il possibile utilizzo del CSS nei cementifici di Gubbio o dei rifiuti urbani indifferenziati nel termovalorizzatore di Terni;

Considerato che la stessa Regione Umbria, con DGR n. 895 del 29/09/2021, ha evitato di pronunciare un motivato dissenso nei confronti dei Comuni di Terni e Narni che avevano espresso un parere sfavorevole sulla possibilità di utilizzare anche rifiuti urbani nel termovalorizzatore sito a Maratta Bassa (Terni) e di proprietà di ACEA, ove si continuano a bruciare circa 100.000 t/anno di rifiuti speciali provenienti da altre regioni;

Evidenziato che tale ipotesi avrebbe ridotto sensibilmente il conferimento di rifiuti urbani in discarica, allungandone la durata nel tempo, con una riduzione delle emissioni in atmosfera da parte delle discariche e senza comportare un aggravio delle emissioni in atmosfera da parte del termovalorizzatore;

Sottolineato che, in sede di programmazione dei flussi di rifiuti stabilita con deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1/2022, il Comune di Orvieto, tramite il proprio Sindaco quale membro dello stesso organo, ha espresso un voto contrario, peraltro ribadendo la contrarietà del Comune ad un ampliamento della discarica in loc. Le Crete durante una recente intervista sul TG3 regionale (Edizione delle 19,30 del 29/1/2022);

Ritenuto opportuno sostenere tale posizione di contrarietà per l’inaccettabile scenario definito dalla Regione Umbria che comporterebbe il rapido esaurimento delle capacità residue delle discariche a fronte della improbabile realizzazione di un nuovo inceneritore nella provincia di Perugia;

Atteso quindi che lo scenario suddetto comporterebbe un sicuro esaurimento delle volumetrie residue delle discariche nel breve termine ed una conseguente necessità del loro ampliamento, mentre appare sin da subito poco praticabile e non del tutto condivisibile la costruzione di un nuovo termovalorizzatore, che rischierebbe di non avere sufficienti quantitativi di rifiuti da bruciare a fronte del progredire del riciclo e della qualità della raccolta differenziata;

Considerato che gli atti della Regione Umbria e dell’AURI, mentre da un lato sottolineano la necessità di salvaguardare la capacità residua delle discariche, considerandole strategiche, peraltro in armonia con quanto indicato dal PRGR vigente e nelle linee della nuova pianificazione, dall’altro assumono decisioni in senso completamente opposto;

Visto che nel documento istruttorio contenuto nella DGR 2/2022, a proposito dei volumi delle discariche, si afferma che “sono stati riconosciuti quali riserva strategica regionale, da preservare con ogni ulteriore azione di contenimento dello smaltimento in discarica, in forza della Deliberazione n.1409 del 4/12/2018”, che peraltro prosegue come segue: “6) … compreso l’eventuale avvio delle frazioni non destinabili a recupero/riciclaggio a impianti di recupero energetico ubicati fuori dal territorio regionale; 7) di ribadire, nell’ottica di preservare la riserva strategica di cui al punto precedente e nel rispetto del principio di autosufficienza e prossimità di cui all’art.182-bis del D.Lg.s152/2006, il principio di prevalenza, nell’accesso agli impianti umbri, dei rifiuti urbani provenienti dal circuito umbro, rispetto a quelli di provenienza extraregionale;

Per quanto sopra riportato e nel sostenere la validità dell’inserimento della discarica in loc. Le Crete nel sistema di gestione dei rifiuti in Umbria, senza pertanto farne oggetto di sterili prese di posizione di tipo campanilistico;

Impegna il Sindaco

a sostenere con ogni iniziativa le ragioni finalizzate a impedire il rapido esaurimento delle discariche e di quella de Le Crete in modo particolare, e di adoperarsi affinché si proceda con estrema urgenza a ridurre drasticamente il conferimento dei rifiuti nelle discariche umbre.




“Un mese, un’offerta, un sacerdote”, La sperimentazione è stata un successo nelle Parrocchie di Sant’Andrea, San Domenico e Sferracavallo

In questi due anni molto difficili per l’Italia e per l’Umbria la Chiesa Cattolica è stata vicina alla popolazione con i fondi straordinari messi a disposizione dalla CEI per aiutare le famiglie in difficoltà per la pandemia e soprattutto per la mancanza di lavoro. Anche al suo interno è stata avviata una sperimentazione molto interessante riguardante le cosiddette offerte liberali per il clero.  La Diocesi di Orvieto-Todi ha avuto risultati molto sopra le attese e questo l’ha portata al centro dell’attenzione anche a livello nazionale.  L’iniziativa “Un mese, un’offerta, un sacerdote” invitava i fedeli di ogni parrocchia a contribuire al sostegno del proprio parroco.  Ogni mese la CEI “paga” mille euro ai propri parroci e l’idea era quella di rendere responsabile la comunità, nella massima trasparenza, del sostentamento del proprio parroco.  Operazione riuscita pienamente in particolare nella Parrocchia di Sant’Andrea, con quella di San Domenico e di Sferracavallo che hanno raccolto poco più di 3 mila euro

Questa operazione ha permesso di liberare ulteriori e importanti risorse da destinare a realtà in sofferenza per il perdurare della crisi.  Il dato è emerso durante la presentazione del “Rendiconto delle somme derivanti dall’8xMille delle Diocesi Umbre dell’anno 2020” con le diocesi umbre che in totale hanno ricevuto oltre 26,3 milioni di euro nel 2020 contro i poco più dei 24 dell’anno precedente.




8xmille, la Chiesa umbra in sofferenza nel 2020 cala il numero dei contribuenti che decidono di donare

La Conferenza Episcopale Umbra (CEU) ha presentato la rendicontazione dell’8xmille e la pubblicazione che monsignor Luciano Paolucci Bedini, delegato al Sovvenire, ritiene “uno strumento agile, semplice ma molto significativo.  Abbiamo la necessità di comunicare in maniera trasparente come questi denari che arrivano dallo Stato alla Chiesa Cattolica, vengono spesi bene”.  Il 2020 è stato un anno molto particolare e i fondi sono stai impegnati in “opere di carità, culto, educazione, catechesi e formazione della comunità cristiana”.  Per Paolucci Bedini, “la Chiesa ha bisogno di crescere, andando a intercettare finanziamenti che vadano oltre l’8xmille. La tutela dell’arte ha costi molto elevati ma è uno degli elementi indispensabili alla vita della comunità cristiana e in generale alla comunità sociale”.  Sempre Paolucci Bedini ha poi lanciato l’idea-provocazione di una sorta di “art-bonus” curato dalla Chiesa Cattolica così come è stato pensato dalla Stato, in pratica, “una raccolta di fondi dedicati alla custodia dei beni culturali, storico-artistici e spirituali che nella gran parte dei casi sono di proprietà della comunità ecclesiale”.  

Il vero problema di questi ultimi anni riguarda l’ammontare dell’8xmille, in progressiva diminuzione.  Il 2020 è stato un anno da questo punto di vista piuttosto negativo anche se gli effetti saranno ritardati di alcuni anni e si toccheranno con mano nel 2023 e più segnatamente nel 2024.  Quali sono le mancanze del Sovvenire?  Da una parte il calo è dovuto a due fattori, uno riguarda gli oltre 10 milioni di cittadini che non hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi e quindi non firmano per l’8xmille; dall’altra c’è un progressivo distacco degli italiani dalla Chiesa come punto di riferimento.  In parole povere c’è una crisi di credibilità dovuta spesso alla comunicazione filtrata dai media.  Ma è colpa dei giornali e dei giornalisti in particolare?  In parte sicuramente fa più notizia un fatto negativo che una “buona notizia”, dall’altra c’è un deficit comunicativo da parte della Chiesa, della Cei, che non riescono a far filtrare il corretto utilizzo dei fondi derivanti dall’8xmille e non solo.

Per l’Umbria come vanno le cose?  Non bene; la media di contribuenti che firmano è del 34% mentre in Italia è del 40% con una flessione del 7,7%, anche questa superiore alla media nazionale che è del 7,1%.  L’aumento dei contributi è dovuto al parallelo crescere degli imponibili medi e ha tamponato l’emorragia dovuta anche agli esenti dalla dichiarazione è qui a soffrire sono soprattutto le diocesi dove il numero di coloro che sono senza obbligo di dichiarazione è più alta.  In totale la Chiesa cattolica italiana ha ricevuto dallo Stato 1.135.000.000 una cifra apparentemente ampia ma in costante calo dal 2016 e che nel 2020 ha subito una frenata del 5,5%.

E’ un quadro in chiaroscuro quello che esce dal resoconto 2020 dell’8xmille, con alcune note che fanno ben sperare per il prossimo futuro, in particolare per quanto riguarda le donazioni liberali, una sperimentazione che ha dato ottimi risultati soprattutto in Umbria e in particolare nella Parrocchia di Sant’Andrea a Orvieto.