Lettera dei dipendenti della COSP ai cittadini di Orvieto per spiegare le ragioni dello sciopero del 7 gennaio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta scritta dai lavoratori della COSP aderenti al sindacato USB e indirizzata ai cittadini di Orvieto per spiegare le ragioni del nuovo sciopero degli addetti alla raccolta dei rifiuti che si svolgerà il giorno 7 gennaio. A tale proposito ricordiamo che nel caso in cui la raccolta non venisse effettuata la stessa frazione rimasta dovrà essere posta nuovamente fuori la settimana successiva oppure portata all’isola ecologica di Bardano negli orari di apertura.

Il 7 gennaio 2022 gli operatori dei servizi d’igiene ambientali di Orvieto si troveranno costretti a scioperare per difendere la propria dignità di lavoratori offesa dall’arroganza della COSP Tecno Service, azienda appaltatrice del servizio pubblico affidato dal Comune di Orvieto e pagato con le tasse dei contribuenti. Da anni segnaliamo le innumerevoli inadempienze dell’azienda in merito alla corretta applicazione del contratto e alla tutela della salute e sicurezza dei dipendenti, ma riceviamo solo minacce e ritorsioni messe in atto per intimidire e dividere i lavoratori. Da anni assistiamo alla latitanza di talune organizzazioni sindacali firmatarie di contratto, interessate a compiacere l’azienda e ad accaparrarsi i pacchetti di permessi sindacali, piuttosto che difendere i diritti dei lavoratori.

Eppure le nostre richieste sono legittime, perché regolate da leggi dello stato e dal contratto di nazionale d’igiene ambientale a cui la COSP aderisce:

  • Chiediamo un contratto di secondo livello come previsto dal contratto nazionale di categoria che riconosca produttività economica e professionalità  per i lavoratori;
  • Chiediamo trasparenza e informazione sull’andamento economico e produttivo dell’azienda, un dovere nei confronti dei contribuenti che pagano il servizio pubblico, ma anche un obbligo nei confronti dei lavoratori/soci in quanto la COSP è un azienda cooperativa e preleva mensilmente la quota sociale dalle buste paga dei propri dipendenti, ma non rispetta l’obbligo di assemblea annuale dei soci per l’approvazione dei bilanci;
  • Rispetto della legge 81/2008 in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Chiediamo di lavorare con mezzi e carichi di lavoro adeguati, mentre riteniamo inaccettabile che in alcuni cantieri ci sia un solo servizio igienico per 40 dipendenti, e addirittura in altri sono assenti spogliatoi, armadietti e docce, per cui gli operatori sono costretti a fine turno a tornare nelle proprie abitazioni con le divise da lavoro con cui hanno trattato i rifiuti, mettendo a rischio anche i propri familiari da contaminazioni virali e batteriologiche.

Di fronte all’arroganza della COSP e alla complicità dei sindacati compiacenti, abbiamo dato mandato all’organizzazione sindacale USB di rappresentare le nostre legittime richieste, mentre con senso di responsabilità i lavoratori hanno continuato a garantire il servizio essenziale d’igiene ambientale, confidando in una apertura di dialogo che avrebbe apportato benefici al servizio, ai cittadini, ma anche accresciuto il senso di appartenenza dei lavoratori all’azienda stessa. Purtroppo la COSP non riconosce neanche il diritto dei lavoratori di scegliere liberamente da chi farsi rappresentare, oppure più realisticamente ha paura di USB, e non è preparata a trattare con un sindacato che sta dalla parte dei lavoratori e ne difende i diritti.

Lo sciopero rappresenta un sacrificio per i lavoratori che vivono di salario perchè la perdita di una giornata di lavoro pesa sulle famiglie. Ma non ci hanno dato scelta, numerose richieste d’incontro con la COSP non hanno ricevuto nessuna risposta. Persino le istituzioni come il Comune di Orvieto, che appalta il servizio e dovrebbe pretendere il rispetto delle regole contrattuali dall’azienda a cui ha affidato il servizio pubblico, la ASL che dovrebbe vigilare sulla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, ma anche il Prefetto che ha presenziato al tavolo di conciliazione fra USB e COSP per evitare lo sciopero, insomma tutte le istituzioni preposte a intervenire per evitare di creare disservizio alla città, come pilato, si sono lavati le mani al contrario del senso di responsabilità dimostrato sinora dai lavoratori.

Ci scusiamo anticipatamente con i cittadini per il disservizio nella raccolta dei rifiuti, ma il 7 gennaio sciopereremo e continueremo lo stato di agitazione finchè non si aprirà un tavolo di confronto con i lavoratori

I lavoratori di Orvieto della COSP del sindacato USB




Parrano, uffici comunali solo con appuntamento telefonico fino al 31 gennaio per contenere i contagi

Nel Comune di Parrano i positivi sono 8, stabili da alcuni giorni, ma il sindaco Valentino Filippetti ha comunque emesso un’ordinanza che stabilisce la chiusura degli uffici comunali fino al prossimo 31 gennaio tranne che nella giornata del sabato. La presentazione di ogni richiesta avverrà solo dopo avere fissato un appuntamento telefonico. Nel comunicato pubblicato sul sito del Comune di Parrano è confermata l’attività di screening gratuita al rientro a scuola, il prossimo 10 gennaio così come previsto dalla nuova ordinanza della Regione, per gli studenti dell’asilo e della primaria e del personale scolastico. Secondo il primo cittadino questa nuova ordinanza si è resa necessaria soprattutto perché i dati della dashboard potrebbero non essere aggiornati con puntualità visto che, come spiega nel comunicato i casi di positività “sono sicuramente il doppio”.

Nel frattempo sono stato annullate già alcuni giorni prima di Natale tutte le manifestazioni previste fino al prossimo 6 gennaio e il Comune ha provveduto a ripristinare la tensostruttura nella piazza per chi attende il proprio turno all’ambulatorio o alla farmacia. All’ingresso del Municipio c’è il misuratore di temperatura e il lettore del green pass. Filippetti ha colto l’occasione anche per fornire alcuni dati sui tamponi e i vaccini. Al Centro Salute di Fabro Scalo sono stati effettuati circa 26 mila tamponi mentre a Parrano sono stati 574 e 102 solo a dicembre con 5 casi di positività. Per quanto riguarda i vaccini a Fabro Scalo a dicembre ne sono stati fatti 1200 mentre a Parrano 17 e 12 sono già programmati nei prossimi giorni. In questo quadro emergenziale il sindaco ricorda come la politica abbia un ruolo importante in un momento così complesso e per questo nell’ultimo consiglio comunale sono state avanzate delle richieste alla Regione per non ridurre i distretti sanitari, per frenare la privatizzazione della sanità e rilanciare l’ospedale di Orvieto.




Scuole, in Umbria rinviata l’apertura al 10 gennaio dalla presidente Tesei

Rinviata al prossimo 10 gennaio l’apertura delle scuole in Umbria. E’ quanto prevede una ordinanza firmata dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei.

 All’articolo 1 l’ordinanza stabilisce che “nei giorni 7 e 8 gennaio su tutto il territorio della Regione Umbria sono sospese le attività educative e didattiche nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con ripresa delle stesse il giorno 10 gennaio 2022”. Le stesse disposizioni “si applicano anche ai percorsi di Istruzione e Formazioni Professionale – le FP – realizzati dagli istituti professionali statali in regime di sussidiarietà” .

In considerazione, infatti, dell’andamento epidemiologico – si evidenzia nell’ordinanza – si ritiene che sussistano ragioni di emergenza sanitaria necessitanti il procrastinarsi della riapertura, dopo la sospensione natalizia, delle scuole di ogni ordine e grado.




Un manipolo di lavoratori specializzati di Vetrya, senza tfr e beffati per il mancato preavviso delle dimissioni

Un manipolo di ex-dipendenti Vetrya, oggi Vetrya in liquidazione, si è ritrovato una busta paga piuttosto pesante a dicembre.  No, niente tfr o benefit, ma addirittura con il segno “meno” davanti.  Tutto proprio in un momento particolare.  Si tratta di poco più di dieci dipendenti con mansioni tecniche specifiche che hanno lasciato l’azienda di Bardano prima del definitivo stop.  I lavoratori sono stati esclusi dall’accordo chiuso con il sindacato che riguarda i soli “licenziati” e ora si ritrovano con un sospeso ampio.  La “colpa” è della legge fallimentare che prevede il blocco di qualsiasi retribuzione accessoria, compreso il TFR, nel periodo concorsuale, o meglio fino alla definizione della procedura e al suo accoglimento o respingimento.  Il tutto viene spiegato anche in una mail che dall’amministrazione Vetrya è stata inviata a uno degli interessati ( ndr nella foto) che sintetizziamo, “Vetrya ha il divieto, ai sensi dell’art. 184 legge fallimentare, di pagare retribuzioni pregresse rispetto alla data di deposito del ricorso per pre-concordato, che saranno pagate nei modi e nei tempi individuati nel piano sotteso alla soluzione della crisi secondo il rango di legge, in corso di predisposizione; i lavoratori che vantano crediti per titolo o causa anteriori al deposito del ricorso non potranno, ai sensi del combinato disposto degli artt. 161 e 168 legge fallimentare, iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari nei confronti della Società”.  Insomma, niente ferie non godute e niente TFR, poi si vedrà.  Per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto c’è la garanzia che verrà pagato ma con tempi che rischiano di allungarsi ben oltre qualche mese.   Ma perché al manipolo di tecnici è arrivata una busta paga in negativo?  I lavoratori hanno trovato occupazione in altre aziende del settore, con retribuzioni più alte visto che, come ci hanno confidato, erano inquadrati al minimo tabellare con il contratto dei metalmeccanici, e non hanno atteso l’intero periodo obbligatorio di preavviso, un peccato sembrerebbe mortale agli occhi dell’amministrazione Vetrya che non ha chiuso un occhio, non ha compensato, ma ha pesato con il bilancino di precisione scalando ogni minuto come previsto da contratto. 

E’ vero, il contratto prevede, a tutela delle parti, che chi non concede il giusto preavviso venga penalizzato ma in questo caso, forse si potevano effettivamente chiudere gli occhi visto che l’azienda è in liquidazione e che si sono dimessi perché oramai la situazione era ben chiara e il futuro del tutto sconosciuto.  Oltre al danno anche la beffa, dunque, ritrovarsi senza i soldi del TFR e con un “meno” sull’ultima busta paga che poi sicuramente verrà compensato con le voci attive, ma quando, con quali tempi? Quelli della giustizia e della procedura di concordato in continuità oppure, nel caso in cui il Tribunale non dovesse accettare la proposta, di fallimento. 

Comunque saranno tempi lunghi nell’avere mentre per il dare già è stato tutto fatto così come spesso accade per i lavoratori.




Gianluigi Maravalle, “l’imposta di soggiorno è solo parte di una strategia di promozione turistica di Ficulle”

Nell’ultimo consiglio comunale del 2021 del Comune di Ficulle l’amministrazione guidata dal sindaco Gianluigi Maravalle ha approvato una manovra sicuramente di forte impatto e che ha aperto un nuovo fronte con l’opposizione guidata dal PD sull’introduzione dell’imposta di soggiorno.  In un comunicato piuttosto duro il segretario del circolo locale, Bernardino Ciuchi, ha sintetizzato con un “no, grazie” l’opposizione a questa nuova imposta che andrebbe a gravare, continua il comunicato “su attività che hanno sofferto” la grande crisi dovuta alla pandemia.  Maravalle, dal canto suo, spiega che il turismo è un settore trainante “che richiede risorse dedicate, come avviene nelle località turistiche”.  Ma il bilancio ha anche novità positive per le imprese

Perché ha deciso, con la giunta, di introdurre l’imposta di soggiorno?

Il turismo è un settore importante e dal 2021 Ficulle è uno dei comuni iscritti all’elenco regionale delle località turistiche.  E’ quindi un settore al quale rivolgere grande attenzione che richiede risorse dedicate, come avviene nelle località turistiche. Da anni la nostra amministrazione è impegnata nel creare le basi per realizzare una strategia di sviluppo del turismo, che nei nostri territori è sinergico alla crescita di settori fondamentali come le produzioni, l’artigianato ed il commercio. La tassa di soggiorno è parte di una strategia composta da tanti piccoli e grandi pezzi di un puzzle che stiamo componendo, nonostante la complessità del momento storico, che è caratterizzato da crisi ma anche opportunità se si considerano i fondi disponibili ad iniziare dal PNRR.

Ma è giusto il momento per introdurre nuove imposte?

Comprendo i dubbi e le critiche ma per affrontare le nuove sfide che ci attendono bisogna avere coraggio e vincere la paura.  Vorrei, prima di rispondere compiutamente, specificare che la Tassa di Soggiorno non grava sulle imprese ma è un contributo richiesto ai turisti.   Nonostante gli effetti della crisi socio-economica conseguente alla pandemia, è fondamentale rivolgere lo sguardo al futuro e pianificare con ottimismo, essendo evidentemente pronti ad intervenire se malauguratamente la situazione dovesse tornare a essere critica. Ma speriamo che con l’arrivo della primavera e l’effetto delle misure di contrasto messe in campo dal governo cessi l’attuale emergenza e si possa tornare a viaggiare, scoprire nuovi ed antichi territori, itinerari, esperienze, come nel caso dell’Orvietano e i suoi borghi. In tal caso a Ficulle avremo gettato le basi per attuare una politica di sviluppo del turismo con la disponibilità di risorse dedicate, minime in considerazione del piccolo contributo richiesto ai turisti e delle esenzioni previste, in particolare per i giovani fino ai 18 anni d’età. Oltre tutto è un tassello, come detto, che è parte di un disegno più grande. Ad esempio, tutti i piccoli comuni dell’orvietano hanno approvato in consiglio comunale l’impegno per studiare l’Unione dei Comuni fondata sul turismo: in tal caso tutti dovranno valutare d’iscriversi al registro regionale delle località turistiche e potranno valutare l’adozione della tassa di soggiorno se non già istituita. Inoltre quest’anno, nel mese di giugno, abbiamo aperto l’Ufficio di Informazioni Turistiche presso la Rocca e, anche grazie a due risorse di personale del Servizio Civile Universale, ciò ha consentito a un gran numero di turisti di ricevere informazioni su Ficulle e il territorio circostante e di visitare gratuitamente questo monumento simbolo del paese. All’interno della Rocca sono stati istallati due schermi ed un touch screen nei quali girano in loop filmati narranti la bellezza del Borgo e la natura circostante oltre alle produzioni d’eccellenza. Nonostante una flessione delle presenze turistiche nel nostro comune dovuta all’assenza del “turismo americano”, anche grazie alla collaborazione con l’Ufficio Turistico intercomunale, sono stati molti i visitatori che hanno visitato il monumento e goduto dello straordinario panorama. E’ stato creato il sito turistico www.ficulleturismo.it e abbiamo partecipato attivamente alla Fiera del Turismo di Rimini, avendo il piacere di vedere i video su Ficulle sugli schermi dello stand della Regione Umbria e il nostro materiale informativo distribuito ai numerosi visitatori.

Ci può anticipare altri progetti inscritti in questa strategia che pensate di realizzare a breve?

Presto sarà inaugurato il Teatro comunale, recentemente intitolato a San Lorenzo in ricordo dell’antica chiesa che sorgeva sul sito, che ci auguriamo possa essere luogo destinato all’animazione d’incontri, rappresentazioni e dibattiti. Auspicabilmente nel 2022 saranno aperti due importanti cantieri, uno dei quali sarà all’opera per creare un Orto Medievale con annesso parcheggio sotto le mura del centro storico, mentre l’altro, comunque connesso al primo, si concentrerà sulla realizzazione di giardini sensoriali e il recupero di strutture destinate alla socialità e allo sport. Stiamo inoltre lavorando per istallare dei cartelloni turistici all’ingresso del territorio di Ficulle sulle strade statali e provinciali. Sul fronte delle reti e della connettività, esigenza importante della nostra società iperconnessa e di grande attualità in questo particolare momento in cui il borgo viene scelto da chi lavora in smart working, il Gestore delle telecomunicazioni incaricato si è impegnato a dare la copertura entro settembre a tutta l’area della Valle del Chiani, che rappresenta un contesto paesaggistico straordinario. A livello intercomunale è ormai terminata la realizzazione di una web-app che promuoverà e consentirà la fruizione delle esperienze offerte dai territori, mentre i piccoli borghi sono in queste ore all’opera per partecipare ad un bando regionale con un progetto caratterizzato anche dall’attività di comunicazione promozionale. Ma con l’approvazione del Bilancio Previsionale avvenuta nel consiglio comunale del 28/12 abbiamo anche adottato misure di sostegno alle attività commerciali, e presto usciranno i fondi delle “Aree Interne” destinati al sostegno e alla promozione delle attività.  Le iniziative in cantiere sono molte e nuove dovranno essere ideate. E’ necessario un grande impegno costruttivo da parte degli amministratori, dei soggetti politici e ultimo ma non ultimo delle comunità.

Quali sono le altre novità inserite nel bilancio appena approvato?

Personalmente ritengo sia un successo perché, grazie al responsabile dell’ufficio finanziario, abbiamo evitato di dover lavorare “in dodicesimi” nella prima parte dell’anno, pratica comune a molte amministrazioni locali soprattutto piccole me che rallenta le operazioni dei vari uffici.  L’approvazione nei tempi del bilancio ci ha permesso di assumere, a partire da febbraio, due risorse, due giovani donne laureate, una sarà responsabile dell’ufficio finanziario e un’altra sarà di supporto all’ufficio anagrafe, protocollo e polizia municipale. 

Altre novità di questo bilancio?

Abbiamo adeguato l’addizionale Irpef al 7,5%, che nonostante il piccolo aumento mantiene Ficulle tra i comuni della Provincia di Terni con l’imposta più bassa. Questo è l’unico piccolo sacrificio che abbiamo richiesto ai cittadini.  Abbiamo azzerato il Canone Unico, che comprende l’ex-Tosap, e così quello dei mercati.  La nuova aliquota Irpef, con un adeguamento molto limitato, copriremo i maggiori costi conseguenti l’aumento delle utenze anche a seguito della presa in carico parziale di due lottizzazioni e per migliorare l’attività manutentiva.  La volontà è quella di agevolare e supportare le attività commerciali e le possibilità di lavoro per i giovani che desiderano aprire nuove imprese.  Abbiamo anche approvato la riformulazione del protocollo per i servizi ecosistemici che coinvolge i comuni di Ficulle, Parrano, Castel Viscardo e Baschi, in Green Community.  E’ un’iniziativa orientata alla salvaguardia ambientale e allo sviluppo sostenibile, in piena coerenza con le misure del PNRR dedicate alla salvaguardia ambientale, certamente aperta a tutti i comuni interessati. 

L’amministrazione comunale di Ficulle guarda, dunque, con positività al futuro? Con positività non so. Non sono i tempi per un ottimismo incondizionato. Ma neppure per il pessimismo cosmico. A mio modo di vedere l’amministrazione comunale è giustamente impegnata nella gestione delle situazioni correnti, ma non per questo deve smettere di progettare per il futuro.




Le novità della Regione per positivi covid, quarantene e contatti diretti

Con l’entrata in vigore del Decreto n. 229 del 30 dicembre 2021 e la successiva Circolare del Ministero della Salute del 30.12.2021 sono state aggiornate anche per ciò che riguarda l’Umbria, le misure di quarantena e isolamento in seguito alla diffusione a livello globale della nuova variante VOC SARS-CoV-2 Omicron (B.1.1.529). A tale riguardo il Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Massimo D’Angelo, ha già inviato a tutte le aziende sanitarie umbra una specifica comunicazione con il dettaglio degli “aggiornamenti”. “In questo momento –scrive il Commissario D’Angelo -, data l’elevata incidenza e le numerose richieste di test diagnostici e la revisione dei tempi di isolamento /quarantena dettati dalla Circolare, si stabilisce che le nuove regole si applicano anche ai casi/contatti presi in carico prima del 30.12.2021”.

  Questi gli aggiornamenti disposti:

1. Caso positivo già preso in carico dal SSR

Se ha già ricevuto un appuntamento per un tampone “di uscita” presso un Drive Trough oltre i tempi previsti dalla Circolare (7 o 10 giorni, vedi tabella sottostante), può mantenere tale appuntamento o, in alternativa, effettuare il test antigenico rapido a cura del MMG/PLS o presso una Farmacia aderente o una struttura privata accreditata e abilitata aderente, esibendo la disposizione dell’ISP o il referto del test antigenico o molecolare positivo. Nel caso di positività del primo test di controllo, il secondo test può essere effettuato solo dopo 7 giorni dal primo.

2. Caso positivo non ancora preso in carico dal SSR

Se non riceve un appuntamento in tempo utile, può effettuare il test antigenico rapido di uscita (7 o 10 giorni, vedi tabella sottostante), a cura del MMG/PLS o presso una Farmacia aderente o una struttura privata accreditata e abilitata aderente, esibendo il referto del test antigenico o molecolare positivo. Nel caso di positività del primo test di controllo, il secondo test può essere effettuato solo dopo 7 giorni dal primo.

3. Contatto stretto già preso in carico dal SSR

Se non riceve un appuntamento in tempo utile, può effettuare il test antigenico rapido di uscita a cura del MMG/PLS o presso una Farmacia aderente o una Struttura privata accreditata e abilitata aderente, esibendo la disposizione dell’ISP.

In virtù di tale disposizione:

– i MMG/PLS, nelle more dell’aggiornamento dell’Accordo già sottoscritto, possono effettuare i test antigenici come stabilito da tale disposizione;

– le Farmacie e le Strutture private accreditate e abilitate, nelle more dell’aggiornamento dei protocolli/convenzioni, sono autorizzati a prendere in carico i soggetti appartenenti alle 3 casistiche avendo cura di verificare la condizione di caso o contatto e le relative tempistiche.

La circolare sostituisce tutte le precedenti disposizioni date per la quarantena e l’isolamento; resta valido che i lungamente positivi asintomatici vengono riammessi in collettività al 21° giorno senza necessità di test.

Restano valide le regole già vigenti per le richieste di test presso le farmacie e le strutture private per finalità personali, i cui costi sono a carico del cittadino.

Di seguito si riportano le disposizioni per i contatti e per i casi previste dalla Circolare del Ministero della salute del 30.12.2021.

Caso COVID-19 (test antigenico o molecolare positivo) Il soggetto che si trova in isolamento a seguito di un test antigenico o molecolare positivo (effettuato presso un punto ASL, MMG, PLS, Farmacie, Strutture private) riceve la disposizione di contumacia e la prenotazione di un tampone presso un Drive Trough della ASL.

I casi ancora sintomatici sono sottoposti a sorveglianza e potranno effettuare il tampone di controllo solo dopo almeno 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi.

Contatto stretto di caso COVID-19

In caso di comparsa dei sintomi, va contattato il MMG e il PLS.

In caso di assenza di sintomi, si applicano le seguenti indicazioni:




La nuova area comunale per i servizi sociali e di cittadinanza di Orvieto Scalo finanziata con 4,8 milioni dal PNRR

Il Comune di Orvieto ha ottenuto un finanziamento di oltre 4,8 milioni di euro nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana previsti dal decreto “sblocca cantieri” i cui contributi per gli anni 2021-2026 sono confluiti nel PNRR. Questi soldi verranno utilizzati per il nuovo Centro polivalente per le politiche sociali e della famiglia. Il progetto di fattibilità tecnica e economica – redatto dall’architetto Rocco Olivadese, responsabile del Servizio Urbanistica, SIT e patrimonio del Comune – prevede la demolizione dell’attuale fabbricato dismesso di via Monte Nibbio, di proprietà comunale, e la realizzazione di un nuovo edificio con interventi di miglioramento sismico ed efficientamento energetico nonché la sistemazione e riqualificazione dell’area a verde esterna compresi gli impianti sportivi che insistono sul giardino comunale. Il Ce.Pol. (Centro Polivalente per le Politiche Sociali e della Famiglia) del Comune di Orvieto, ospiterà l’Ufficio di Cittadinanza e i Servizi Sociali che attualmente si trovano nei locali dell’ex caserma Piave. Il nuovo edificio sarà realizzato su due livelli. Al piano terra, di oltre 670 metri quadrati, troveranno spazio il Front office con relativa sala d’attesa, tre uffici per il Servizio Sociale, tre uffici per il Servizio Reddito di cittadinanza, due uffici per lo Sportello immigrazione, quattro stanze destinate a spazio accoglienza/colloqui, un’aula multifunzionale, uno spazio educativo/ricreativo e gli uffici dell’assessorato. Sempre al piano terra è prevista anche la realizzazione di un piccolo alloggio con ingresso indipendente per la prima emergenza a supporto del Pronto intervento sociale. Al primo piano, su una superficie di circa 560 metri quadrati, saranno invece realizzati nove uffici di cui quattro per il Servizio tutela minori, un archivio, uno spazio neutro, una sala riunioni e un ambiente ristoro attrezzato. “Un risultato importantissimo – commenta il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – frutto del grande lavoro di squadra messo in campo dalla Giunta e dagli uffici comunali che ringrazio per l’impegno profuso. All’idea dell’assessore Angela Maria Sartini di dare una ‘casa’ a tutto il settore dei servizi sociali è seguita la concretezza dell’Ufficio Urbanistica sotto il coordinamento del Vicesindaco Mario Angelo Mazzi. Questo progetto, al quale vogliamo dare rapidamente le gambe, qualifica e rivitalizza un quartiere strategico come quello di Orvieto scalo che con la prossima realizzazione della complanare e gli interventi previsti dal progetto DivAirCity, finanziato dalla Commissione europea, vedrà migliorare anche la qualità di vita dei cittadini e diventerà più attrattivo. In questo bando – conclude – il Comune di Orvieto è riuscito a ottenere il massimo del finanziamento possibile per i comuni tra 15.000 e 49.000 abitanti come previsto dal governo a testimonianza della capacità di questa amministrazione di cogliere le opportunità che arriveranno dal Pnrr con interventi mirati alle reali esigenze della città e del territorio”. 
“L’area di Orvieto scalo individuata
 – spiega il vicesindaco con deleghe all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi – è infatti baricentrica per mettere agevolmente a disposizione di tutto il territorio dell’ambito sociale n.12 dell’Orvietano i servizi e le nuove funzioni di un settore diventato cruciale soprattutto dopo l’emergenza sanitaria. L’intervento, finanziato interamente per oltre 4.8 milioni di euro di cui circa 437mila euro per la progettazione, non ci darà soltanto la possibilità di dare ai cittadini una porta di accesso unica a tutta la rete dei servizi sociali e per la famiglia ma anche di riqualificare un’area dismessa e degradata riaffermando la centralità del quartiere di Orvieto scalo. Il primo step – continua – sarà quello di predisporre il progetto esecutivo, demolire la struttura esistente e avviare gli interventi di riqualificazione di tutta l’area esterna dopodiché si procederà alla realizzazione del nuovo edificio”. 

“Un progetto che mette insieme visione politica, programmazione, tempestività e professionalità”, afferma l’assessore ai Servizi sociali, Angela Maria Sartini“In tempi rapidi, infatti, è stata data forma a un’idea, quella di dare spazi e modalità di accesso che garantiscano la libertà e la dignità della persona nonché il giusto riconoscimento delle professionalità di cui dispone l’amministrazione comunale nei servizi sociali e di assistenza alla famiglia. Una scelta di visione perché nel periodo in cui l’emergenza sanitaria è diventata emergenza sociale questa Giunta non solo lavora quotidianamente per mettere a disposizione dei cittadini più fragili tutti gli strumenti di assistenza ma programma le proprie politiche e investe in termini di risorse umane, con le nuove assunzioni, e ora anche in termini strutturali per ampliare, integrare e migliorare la fruibilità e la qualità delle prestazioni”.   




Il futuro della discarica? da una question time si scopre che la politica “balbetta”

Nell’ultimo consiglio comunale del 2021 c’è stata una domanda posta durante la question time da parte del consigliere Giuseppe Germani sulla situazione del nuovo piano regionale dei rifiuti che, apparentemente innocua ha riportato a galla le troppe criticità che riguardano il territorio orvietano. Germani è stato molto esplicito chiedendo al sindaco se effettivamente sono in programma eventuali lavori per aumentare la capienza delle discariche umbre, compresa quella di Orvieto. questa in estrema sintesi la richiesta. Il sindaco ha spiegato che il piano regionale dei rifiuti è ancora in fase di completamento e dibattito ma “saranno necessari alcuni interventi forse anche su Orvieto, staremo a vedere e manterremo alta l’attenzione”.

Cosa significa? Che forse è alle viste un nuovo ampliamento camuffato? La Regione Umbria è in enorme ritardo e la passata legislatura, sotto la guida Marini, ha lasciato scadere i termini, praticamente, intervenendo in maniera spot e sempre penalizzando il territorio orvietano. Si crearono comitati di varia natura che legarono pezzi di maggioranza e minoranza per protestare contro possibili ampliamenti e nuovi calanchi. La presidente Tesei si è quindi trovata a dover gestire la patata bollente dei rifiuti e la contemporanea scarsità di discariche in Umbria. Esattamente, scarsità di discariche perché i continui ritardi hanno di fatto lasciato spazio all’utilizzo in maniera non marginale di quelle esistenti che stanno raggiungendo i limiti ben prima del previsto. E ora? Bisogna assolutamente correre ai ripari, da una parte si deve potenziare ulteriormente la raccolta differenziata, si devono creare le condizioni per riciclare quello che può essere riciclato all’interno della Regione e magari riuscire a produrre energia in modo il più possibile eco-compatibile. Tutto questo deve essere deciso in brevissimo tempo, altrimenti l’Umbria rischia di entrare nel loop dell’emergenza con costi di smaltimento ancora più alti di quelli già piuttosto cari odierni. La discarica di Orvieto, in questa partita piuttosto complessa continua a giocare un ruolo fondamentale dovendo assicurare la sua funzione almeno per qualche anno ancora per poi continuare a funzionare in maniera “marginale”.

Con un po’ di malizia proprio il consigliere Germani, ex-sindaco, ha tirato fuori la questione che è da un decennio sul tavolo. Di chi è la colpa di questa situazione? E’ della politica locale, prima di tutto, che non ha mai preso decisioni forti, univoche e unanimi, ma ha sempre giocato sui distinguo, anche limando sulle punteggiature o sugli aggettivi, pur di non essere unitari, salvo rarissime occasioni. La colpa è, poi, della politica regionale che non ha mai ascoltato le istanze, seppure non unitarie, del territorio che si sente prevaricato da Perugia e Terni. Il peccato originale, però, è sicuramente quello di aver (s)venduto non solo l’impianto ma anche il terreno dove sorge la discarica ai privati. Il Comune non ha più il controllo diretto o indiretto, e ora, destra o sinistra, si lecca le ferite senza riuscire a battere i pugni sul tavolo, senza far pesare il sacrificio fatto e che verrà fatto da chi abita questo territorio. Si levano servizi, se ne depotenziano altri, si lasciano in sospeso anche gli impegni presi unanimemente in consiglio regionale sull’ospedale (leggasi emodinamica), si preferisce spendere i denari degli umbri fuori Regione, con il flop di Orte, pur di non considerare Orvieto la porta della Regione per i collegamenti ferroviari veloci, nel nuovo PSR, intanto si chiude il distretto sanitario per unirlo a Terni; intanto a Orvieto arrivano TIR di rifiuti dalla provincia come se tutto questo fosse ordinaria amministrazione.

Il ruolo della politica, quindi, torni a essere alto, senza lo stucchevole gioco del rimbalzo di responsabilità ma soprattutto senza balbettare. Ora su ogni tavolo regionale la discarica deve essere giocata come una sorta di “jolly” per riportare Orvieto al centro di un territorio che non può sopportare altri depotenziamenti, diretti o indiretti, e senza fari distrarre da piccole vittorie che rischiano di assomigliare a quelle di Pirro se non si guarda al bersaglio grosso, un territorio attento all’ambiente e con i servizi necessari a una comunità altrimenti lontana da tutto.