La Regione approva finanziamento da 2,7 milioni di euro per mitigazione rischio idrogeologico nell’area del ponte Sandro Pertini

La giunta regionale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Enrico Melasecche, in collaborazione con l’assessore all’Ambiente, Roberto Morroni, ha approvato tre interventi molto importanti per la mitigazione dei rischio idrogeologici a Orvieto, Terni e Spoleto. A Orvieto sarà interessato dall’intervento il tratto del fiume Paglia in corrispondenza dell’attraversamento della complanare di Orvieto.

All’altezza del ponte Sandro Pertini è prevista la stabilizzazione del tratto di fiume con il consolidamento della sponda esterna sinistra con un serie di pannelli in scogliera di pietrame e la realizzazione di una soglia di fondo per la stabilizzazione altimetrica del corso d’acqua e la protezione delle strutture dell’attraversamento per un totale finanziato di 2,7 milioni di euro.




PD, “il sindaco di Ficulle favorevole al termovalorizzatore, ma non a Orvieto e intanto l’isola ecologica rimane al palo”

Leggiamo da un’intervista del Sindaco di Ficulle che: “Quella che passa per la valorizzazione energetica prevista dal nuovo piano elaborato dalla Regione, che prevede la realizzazione di un termovalorizzatore, è a mio avviso nella giusta direzione”.

Il Sindaco condivide la proposta sui rifiuti formulata dall’Amministrazione Leghista della Tesei, però non nel territorio orvietano, ovvero l’acronimo Nimby Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile sul retro”, si attaglia in maniera perfetta e se proprio vogliamo essere sinceri il fatto non ci meraviglia troppo. L’altro aspetto che non ci sorprende è il fatto che dimentichi di aver approvato in sede di Consiglio Comunale con tutta la Giunta e la sua maggioranza e all’unanimità, appena pochi mesi fa il 29/09/2021, la mozione dell’opposizione “di adesione alla rete rifiuti zero” e nella sua intervista non abbia mai fatto riferimento alla raccolta differenziata che rappresenta l’unica e vera soluzione per completare il ciclo dei rifiuti, mentre all’opposto, pensano di risolvere in maniera definitiva con discariche e termovalorizzatori, con la logica del non se ne può fare a meno, che invece di rappresentare la soluzione sono addirittura un peggioramento delle emissioni di Co2 nell’atmosfera e di inquinamento delle falde acquifere, a parte che le discariche prima o poi si saturano e il problema si ripresenta tale e quale e anche peggio dopo qualche anno.

In questi ultimi anni, il Comune di Ficulle si è distinto per i pessimi risultati proprio sulle percentuali della raccolta differenziata e questo è determinato dall’assoluta assenza di una precisa volontà politica di informazione, sensibilizzazione e formazione sul riciclo dei rifiuti con il loro riutilizzo al 100% e con la riduzione a zero della frazione indifferenziata dimostrando, altresì, di non aver compreso la portata rivoluzionaria per l’economia locale del riuso e del riciclo dei prodotti dismessi che andrebbero a creare una vera e propria economia circolare dei rifiuti, riducendo tra l’altro il peso delle bollette ai cittadini, cosa non trascurabile, viste le tariffe della Tari, e non venissero a spacciare per grande attenzione all’ambiente la casetta dell’acqua e la postazione per la raccolta degli oli esausti, operazioni che altrove sono in uso da molti più anni.

La vicenda del Centro di Raccolta o isola ecologica della Colonnetta è l’ulteriore dimostrazione di quanto sosteniamo. Infatti sono in alto mare le promesse dell’apertura dell’isola ecologica intercomunale della Colonnetta di Fabro. Da ormai troppi anni Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Montegabbione stanno aspettando l’apertura di un centro raccolta adeguato per i rifiuti ingombranti e i materiali RAEE. Da più parti giunge voce che la struttura è pronta, ma mancano alcune autorizzazioni e si assiste al solito teatrino dello scaricabarile tra responsabili della gestione e le amministrazioni. Nella risposta dell’agosto 2019 ad un’interrogazione, il Comune di Ficulle parlava di apertura prevista per la primavera del 2020. Bene, anzi, male!

Il problema dei rifiuti si risolve realizzando e facendo funzionare le cose che sono necessarie per la differenziata, come il centro di raccolta, non con le chiacchiere. All’interno del Centro di raccolta, visto dall’esterno, sembra tutto pronto e terminato, ma nessun movimento di mezzi e persone fa presagire l’imminente apertura dei cancelli. Eppure, nonostante solleciti vari, tutta la pratica giace su qualche scrivania e fa pronosticare ancora tempi lunghi per l’apertura e i cittadini continueranno ad arrangiarsi o, come nel caso di Ficulle, arrivare fino ad Allerona per usufruire del centro di raccolta.

Ecco questi sono i ritardi e le scelte sbagliate o inesistenti di questi ultimi anni. Questo è il risultato della mancanza di una strategia e una visione di futuro, in questi ultimi anni per tutto un territorio.

Circolo Comunale di Ficulle del PD




PrometeOrvieto, Casa di Comunità nel vecchio ospedale: tre errori (enormi) con una sola mossa

Il Servizio Sanitario Nazionale ha definito nuove importanti linee guida a cui le Regioni debbono adeguarsi ed ha posto al centro del sistema la Sanità territoriale. Il Covid ha fatto emergere la debolezza del Sistema sanitario sui territori, dopo anni di potenziamento degli ospedali come centro di diagnosi e cura. In Lombardia è già stata inaugurata la prima Casa di Comunità, la prima delle oltre 200 previste, una ogni circa 50mila abitanti. In essa lavoreranno 5 medici di medicina generale, 10 infermieri, 2 Oss, 40 specialisti, oltre a medici di comunità e pediatri di libera scelta. Un modello organizzativo che sarà replicato anche ad Orvieto, dove la Regione ha previsto i servizi della Casa di Comunità del territorio, che, sia chiaro, non sono quelli che vengono erogati a Via Postierla.

Una cosa è certa: è da pazzi infilare nell’ex ospedale in piazza Duomo un servizio che riguarda 50 mila potenziali pazienti provenienti da tutto il territorio dell’Orvietano, ne deve servire centinaia al giorno e sopportare traffico e parcheggio di altrettante auto. In questo sciagurato caso si produrrebbero tre danni enormi con un solo movimento:

– mortificare piazza Duomo, privandola di un bene (il complesso dell’ex ospedale) che potrebbe e dovrebbe essere destinato alla fruizione da parte dei turisti;

– aumentare il traffico veicolare in quell’area centrale della città, compromettendone la sua naturale vocazione;

– ospitare la Casa di Comunità nel luogo in assoluto più difficile da raggiungere dal territorio, senza parcheggi e con il traffico già appesantito per la presenza in loco delle scuole.

L’idea paventata di costruire nell’ex ospedale la Casa di comunità è talmente illogica che la sua realizzazione violenterebbe irreparabilmente la naturale vocazione di piazza del Duomo. Speriamo, dunque, che si estingua da sola e che, comunque, se ci fossero dei dubbi, che l’amministrazione convochi un consiglio comunale, aperto a cittadini e soprattutto agli amministratori dell’Ente regionale (effettivo deus ex machina), in cui ciascuno esprima le proprie idee e si assuma le responsabilità conseguenti. Le decisioni che verranno prese oggi sulla questione potrebbero costituire una svolta storica per i servizi (ma anche per lo stesso sviluppo) della nostra città e del nostro territorio perché mai come ora sono stati disponibili altrettanti fondi per realizzare progetti di così ampio respiro.

Fondamentale sarà utilizzarli in modo appropriato, in modo tale da impostare il futuro della nostra Comunità, senza procedere alla cieca, senza ricercare una soluzione qualunque e non ponderata, pur di mostrare un effimero efficientismo.

Vorremmo che chi decidesse per queste scelte avesse anche il coraggio di mettere il proprio nome su una targa inaugurativa, per i posteri.

PromoeteOrvieto




I Vigili del Fuoco estraggono un anziano rimasto incastrato nella sua auto finita in un orto lungo la strada della Segheria

Nel pomeriggio del 25 gennaio lungo la strada della Segheria è avvenuto un incidente stradale che ha visto coinvolta un’auto. Un anziano, dopo aver perso il controllo della sua utilitaria si è ribaltato andando a finire in un orto adiacente un’abitazione. L’uomo è rimasto incastrato nell’abitacolo della sua macchina capovolta. Sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco che hanno estratto l’uomo che, a una prima analisi, è risultato molto spaventato e con alcune contusioni.




Il 30 gennaio Fidapa BPW Italy di Orvieto festeggia i suoi primi venti anni con un video sui social

La Fidapa di Orvieto festeggia i 20 anni della sezione

Venti sono gli anni trascorsi da quando alla fine del gennaio 2002 alla sala convegni dell’hotel Gialletti venne ufficializzata la nascita di una sezione FIDAPA BPW Italy nella nostra città. Prima Presidente Alessandra Fiumi e tra le socie fondatrici le imprenditrici Stefania Anselmi, Adriana Sgarroni, Ivana Ferretti e Maria Pia Romagnoli. Sezione madrina Fidapa di Viterbo, con Gianna Marianello che aveva caldamente perorato la causa e sostenuto la “mission” dell’Associazione.

Durante questi venti anni la sezione è cresciuta molto e molte sono state le attività e gli eventi realizzati e proposti alla cittadinanza: convegni, giornate di studio, collaborazioni con le associazioni del territorio, concorsi per le scuole, momenti di socialità e di confronto allo scopo di favorire e sostenere la crescita delle donne nel mondo delle professioni, delle arti e dei mestieri. Nel pieno rispetto di quello spirito emerso nel lontano 1919, quando Lena Madesin Phillips negli Stati Uniti d’America diede vita alla Federation of Business and Professional Women o quando a Roma Maria Castellani, in contatto con la Madesin Phillips, nel 1929 fondò la FIPA, antesignana della FIDAPA, che sarebbe nata sulla scia del lavoro della Castellani il 14 febbraio 1945.

Un bel traguardo Venti anni! Un traguardo che non può essere ignorato, perché la FIDAPA di Orvieto ha alacremente lavorato lungo tutto il suo percorso, ha coinvolto tante persone, (le fidapine orvietane ad oggi sono ben 65…e non finisce qui) si è fatta conoscere, ha sostenuto iniziative importanti, ha organizzato premi per i ragazzi delle scuole, ha contribuito a rendere sempre più vivo e variegato il panorama delle proposte sociali e culturali della nostra un po’ “sonnacchiosa” città. Una tra le tante vorremmo  ricordare, verificatasi in piena emergenza pandemica,  quando le attività in presenza sono state sostituite da quelle on line e tutti  siamo stati  improvvisamente proiettati verso  nuove realtà comunicative, verso quella dimensione virtuale, per lo più sconosciuta alle persone “un po’ agê”,  con tutte le sue luci e le sue ombre… ebbene,  in quel particolare momento  la sezione  FIDAPA di Orvieto, non solo ha promosso attività in rete che coinvolgessero tutte le socie, facendo loro arrivare il calore di essere parte di una grande famiglia, ma ha accolto una richiesta del pronto soccorso dell’ospedale cittadino e ha donato una nuova seggiola montascale per le ambulanze che effettuano servizi di 118 e elargito una somma di denaro per la gestione delle emergenze. Ha un cuore grande la FIDAPA di Orvieto! E quella sensibilità che (non ce ne vorranno gli uomini) quando non viene scambiata per femminea debolezza, si trasforma in atavica risorsa e in quel “quid” in più che spesso fa la differenza. 

Ed arriviamo al 2022! Il disorientamento e quel clima di sospensione sperimentato nel 2019, purtroppo, ci accompagna tuttora e condiziona le nostre azioni, le celebrazioni del nostro ventennale, a lungo atteso e minuziosamente preparate sono solamente rimandate a tempi migliori, in primavera speriamo. Abbiamo in serbo l’allestimento di una mostra sulla FIDAPA BPW ITALY, LA BPW International e sulla sezione di Orvieto che si terrà nell’atrio del Palazzo dei Sette. La mostra vuole essere un regalo alla città, un modo concreto e tangibile di dire un sentito grazie per le tante positive risposte e il gradimento con cui sono state accolte le numerose nostre iniziative.  In attesa di quel momento il Comitato di presidenza a guida Francesca Compagnucci ha realizzato un video, intitolato Fidapa di Orvieto: ieri, oggi e domani, che il 30 gennaio verrà pubblicato sui canali Facebook e YouTube della FIDAPA di Orvieto. Nel video si illustrano a grandi linee la storia della sezione e i principi e i valori di questa importante Associazione; si ripercorrono gli eventi più rilevanti e si trasmette la voglia di continuare a fare sentire la voce delle donne, una voce forte, che deve uscire dall’alveo dell’indifferenza e costruttivamente contribuire  a realizzare una società civile  degna di questo nome.

Buon anniversario FIDAPA di Orvieto. Ad maiora!

VIDEO PARTE I – FIDAPA ORVIETO: IERI OGGI DOMANI

VIDEO PARTE II – FIDAPA ORVIETO: IERI OGGI DOMANI




Ictus, telemedicina e chance di cura, Orvieto guadagna posizioni secondo uno studio di USL Umbria2

Nuova pubblicazione scientifica di rilevo dei professionisti dell’Azienda Usl Umbria 2. L’indagine è stata realizzata dai dottori Francesco Corea, responsabile Stroke Unit ospedale di Foligno e dal suo staff composto da Monica Acciarresi, Laura Bernetti, Pierluigi Brustenghi, Anna Gidubaldi, Mariangela Maiotti, Sara Micheli, Vilma Pierini; dai dottori Giuseppe Calabrò, primario e direttore del dipartimento di Emergenza Urgenza, Alessio Gamboni e Chiara Busti del Pronto Soccorso del “San Giovanni Battista” di Foligno, dai dottori Cesare Magistrato e Gian Luca Proietti Silvestri, primari del Pronto Soccorso degli ospedali “Santa Maria della Stella” di Orvieto e “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, dal dottor Massimo Bracaccia, direttore del dipartimento di Medicina della Usl Umbria 2, dalla dottoressa Valeria Caso, Stroke Unit “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e dal dottor Mauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione nonché direttore del presidio ospedaliero di Foligno. L’utilizzo della telemedicina e delle moderne tecnologie, progetto fortemente sostenuto dalla direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, è in grado di azzerare le distanze e risulta decisiva per garantire parità di accesso alle cure, omogeneità ed efficacia del trattamento per le patologie neurologiche, ma non solo, tempo-dipendenti.

“La parità di accesso alle cure per l’ictus e le malattie neurologiche nel territorio della Usl Umbria 2 è una sfida determinante – spiega Francesco Corea -. Fin dalla fusione tra Asl 3 ed Asl 4 e l’istituzione nel 2014 dell’Azienda Usl Umbria 2 – prosegue il neurologo dell’ospedale di Foligno – la parità di accesso nei diversi ambiti assistenziali è stata una priorità. Una svolta strategica è stata l’implementazione di una Piattaforma di Telemedicina per il teleconsulto neurologico a distanza per gli ospedali di Foligno, Spoleto, Orvieto e Norcia”

L’implementazione della piattaforma consente la valutazione in tempo reale di casi clinici neurologici tra la rete ospedaliera aziendale e l’hub di riferimento dell’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno. Questo per ottimizzare il percorso decisionale diagnostico e soprattutto terapeutico che vedono nelle competenze dei professionisti un nodo cruciale. I dati inerenti procedure, mortalità e volume di ricoveri nei vari presidi della Usl Umbria 2 acquisiti tramite i dati del Centro Controllo Malattie del Ministero con il Progetto Nazionale Esiti PNE permette di stimarne gli effetti a distanza di anni.

“I dati di mortalità, gli indicatori di performance pubblicati dal gruppo multidisciplinare dei medici della Usl Umbria 2 mostrano come, grazie alla telemedicina, si siano colmati i gap nell’ambito dell’ictus, molto netti nel 2016-18, tra chance di ricevere appropriate cure tempo-dipendenti a seconda di accedere in un presidio o nell’altro” – afferma il dottor Corea.

dottor Corea

Il grafico blu arancio mostra il numero di procedure effettuate negli anni dopo l’implementazione della piattaforma di telemedicina. Si osservi come crescono, ad Orvieto, le procedure effettuate fino a non esserci più differenza significativa rispetto a Foligno in rapporto al volume di ricoveri.

Il timore che le procedure effettuate con assistenza remota in telemedicina tra un ospedale e l’altro potesse esporre a maggiori rischi o mortalità vengono esclusi dall’analisi della mortalità a trenta giorni. (Grafico giallo mortalità stabile).

Il volume di ricoveri per ictus presso l’ospedale di Orvieto (Grafico arancio) si è incrementato grazie al minor ricorso al trasferimento urgente dal Pronto Soccorso. Lo sviluppo del percorso riabilitativo consensualmente implementato completa il percorso di cura. (volume ricoveri ad Orvieto per ictus che aumenta dal 2017, mentre prima era in costante calo dal 2012).

Indubbi anche i benefici in termini economici. Un ictus, per costi diretti ed indiretti, in media può gravare sul sistema sanitario e la comunità per oltre 150.000 euro a persona colpita.

Con l’utilizzo della telemedicina, si evita una grave disabilità ogni 3-4 persone trattate nella prima ora dall’esordio di un ictus (number needed to treat 3-4 ad 1). L’investimento iniziale sostenuto dall’azienda sanitaria per l’implementazione tecnologica è stato ampiamente ammortato nel primo biennio di esercizio.




Unitre, in attesa di tornare in presenza “La Bussola della Storia” sarà su RTUA

Data l’attuale situazione dei contagi da Covid-19, il Consiglio Direttivo dell’Università delle Tre Età di Orvieto ha deciso di rinviare ulteriormente la ripresa delle attività culturali, prevedendone la riapertura nella seconda metà del mese di febbraio se le condizioni sanitarie lo consentiranno. Frattanto, al fine di assicurare ai soci, e non solo, la continuità delle iniziative culturali, l’Unitre Orvieto ha raggiunto un accordo con l’emittente televisiva RTUA per la messa in onda di alcuni percorsi culturali già realizzati all’inizio dell’attuale Anno Accademico, a partire dal ciclo “La Bussola della Storia – I cambiamenti di quadro che hanno fatto la modernità” curato dal professore Franco Raimondo Barbabella. Per quattro giovedì consecutivi a partire dal 27 gennaio 2022, alle ore 11 e in replica alle ore 17 saranno trasmesse le lezioni registrate lo scorso autunno nell’Aula del Dialogo di Palazzo Negroni. 

Calendario completo delle trasmissioni in chiaro sul canale 18 del digitale terrestre

– 27 gennaio – “Lo sconvolgimento delle certezze medievali: da Gutemberg alla pace di Westfalia”

– 3 febbraio – “Un popolo diventa nazione: la rivoluzione americana”

– 10 febbraio – “Un popolo conquista il diritto alla libertà e all’uguaglianza: la rivoluzione francese”

– 17 febbraio – “Ad un certo punto della storia del mondo, l’alleanza di scienza e tecnica con la politica imprime una svolta all’economia e alla società: la rivoluzione industriale inglese”




Il MODO sempre più interattivo, protagoniste App e realtà aumentata

Al MODO, il Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, accanto a due importanti opere del percorso museale, sono state posizionate le plance interattive che dalla fotocamera del cellulare permettono di far “vivere” un narratore d’eccezione: Luca Signorelli. 

Si tratta di una nuova esperienza multimediale che sta affascinando i visitatori soprattutto i più giovani, che possono così sperimentare il nuovo percorso interattivo dedicato alle opere di Signorelli: il doppio ritratto dipinto su una tegola romana in laterizio, che raffigura l’artista insieme al camerlengo Niccolò d’Agnolo Franchi, e la grande tavola della bellissima Santa Maria Maddalena. Vicino alle due opere sono state collocate delle speciali plance interattive contenenti dei QRCode che, inquadrati con la fotocamera del cellulare, permettono di scaricare Linkar, l’app per la realtà aumentata sviluppata da Skylab Studios. bL’applicazione riconosce l’opera che si sta inquadrando con lo smartphone e fa apparire dei pulsanti cliccabili che aprono inediti approfondimenti, nel caso della Maddalena, mentre da vita ai personaggi del quadro stesso, come nel caso di Luca Signorelli nel suo autoritratto.

Lo rende noto l’Opera del Duomo di Orvieto evidenziando che in questa lunga e imprevedibile fase di difficoltà per i luoghi della cultura, l’innovazione ha permesso di riscoprire musei e patrimonio artistico e di avvicinare a una fruizione coinvolgente gli amanti dell’arte e le nuove generazioni. Come dimostra il gradimento espresso dai visitatori del Museo MODO sin da quando le plance sono state installate, riscuotendo curiosità e interesse in special modo dal pubblico giovane e dalle famiglie. Il progetto “IncontrArti oltre l’immagine” – così si chiama la nuova realizzazione – è coordinato dall’associazione dei Musei Ecclesiastici Umbri (MEU) e finanziato dalla Regione Umbria. Intanto si stanno approntando altri strumenti multimediali che presto potranno rinnovare la didattica del Museo e del Duomo di Orvieto.




Cristina Croce, “sindaca, ma i lavori all’Albornoz quando finiscono?”

In data 28 settembre 2020 in un comunicato istituzionale l’amministrazione comunale informava la cittadinanza che, a conclusione delle relative procedure di gara, erano stati affidati i lavori riguardanti il  progetto Rupe Valle che “consentiranno tra le altre cose il collegamento tra l’Albornoz, il Pozzo di San Patrizio ed il Tempio del Belvedere, permettendo così di valorizzare ulteriormente l’area di piazza Cahen mentre, rendendo fruibile un secondo accesso alla fortezza, sarà possibile mettere a disposizione quegli spazi per iniziative e manifestazioni rispettando i protocolli di sicurezza; i lavori prevedono un importo di 376.904,96 Euro oltre Iva ed avranno una durata di 5 mesi”;

In data 17 febbraio 2021 appariva sulla stampa locale un ulteriore articolo dal titolo “Fortezza Albornoz lavori in corso”, in cui la Sindaca e l’assessore ai lavori pubblici dichiaravano che “saranno completati entro la primavera i lavori in corso alla fortezza Albornoz per metterla in collegamento con la zona del Pozzo di San Patrizio e creare in questo modo un secondo punto di accesso che è anche indispensabile per il futuro svolgimento di eventi in piena sicurezza”;

Premesso ancora che

i lavori suddetti sono stati finanziati dai fondi europei del Psr nell’ambito della Strategia delle Aree interne Sud Ovest Orvietano dopo che l’amministrazione, a luglio del 2018 con il progetto di riqualificazione dell’Anello della Rupe, cosiddetto progetto “Rupe Valle” si era aggiudicata il finanziamento sul Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria, 2014-2020 (Misura 7, Sottomisura 7.6, Intervento 7.6.2 Servizi di base e rinnovamento nelle zone rurali);

Considerato che

i lavori preannunciati dalla Sindaca e dall’assessore iniziarono nella primavera del 2021 ma furono interrotti subito dopo, tanto che ad oggi la Fortezza Albornoz, in particolare l’area dei giardini pubblici, nella parte dell’anfiteatro, è transennata, sede di deposito di materiale edile vario tra cui anche parti in ferro e, cosa più grave, è completamente abbandonata come dimostrano le foto riprese da tanti cittadini che in più occasioni, anche pubblicamente, hanno manifestato preoccupazione e disappunto per la perdita di un luogo da sempre punto di riferimento per tanti ragazzi e famiglie con bambini e che oggi potrebbe addirittura rappresentare motivo di rischio per l’incolumità delle persone che vi accedessero;

a seguito di una question time posta sempre dalla sottoscritta in merito al motivo del fermo lavori, l’assessore ai lavori pubblici rispondeva che “vi era un problema su una particella che è stato risolto, stiamo aspettando l’autorizzazione della Regione per poter ripartire”;

quanto premesso

si chiede alla Sindaca:

  • perchè dopo l’annuncio del completamento della procedura di affidamento dei lavori, avvenuta a settembre del 2020, gli stessi siano stati interrotti subito dopo il loro inizio;
  • perchè l’amministrazione, nonostante fossero stati già acquisiti tutti gli atti autorizzativi, pareri e/o nulla osta necessari all’ottenimento del finanziamento, non sia stata, ad oggi, in grado di ottenere le eventuali ulteriori autorizzazioni funzionali all’inizio e all’ultimazione dei lavori;

se sia intenzione dell’amministrazione adoperarsi con urgenza perché siano eliminati quanto prima dal cantiere, accessibile nonostante le transenne, i materiali edili ivi giacenti evitando che possano rappresentare un rischio per la pubblica incolumità.




Signore/i consiglieri, ma siamo proprio sicuri che Orvieto riesca a rimanere “città viva” nel prossimo futuro?

Che cosa sta accadendo alla politica orvietana? Sono più o meno dieci giorni che si accapigliano intorno alle dichiarazioni del presidente Garbini sulla distanza tra realtà civile e politica, ora altri giorni sulla questione Sartini, tra l’altro sospesa dal partito e sfiduciata dal sindaco, e la minoranza battaglia con una mozione di sfiducia che, come già successo all’epoca di Gnagnarini a parti invertite, non può essere discussa in consiglio perché non competente in materia, tanto che quella effettiva è già cosa fatta. Però si scrivono post su post sui social, eccoli di nuovo i social, quelli al centro della polemica politica di questi giorni, anzi di queste settimane, diciamolo pure di questa consiliatura e in parte della scorsa.

L’ultimo post in ordine di apparizione riguarda la domanda retorica posta da un consigliere di maggioranza sul reale perché delle strade vuote, imputando la colpa alle politiche di contrasto al covid. E’ l’ultima esternazione di una lunga serie, ma alla domanda come rispondere? Questo dovrebbe essere il ruolo della politica, ma non sembrerebbe così e allora proviamo a darla noi da cittadini: probabilmente perché non ci sono soldi a disposizione, le bollette stanno arrivando e sono cresciute e i prezzi, nonostante i saldi, sono aumentati, un mix terrificante che rischia di far sbattere il Paese tutto in recessione se la bolla, in parte speculativa, dei costi energetici e della spirale dei rialzi generalizzati non verrà nel breve periodo arrestata e almeno parzialmente compensata da un aumento degli stipendi così da riconsegnare una parte di potere d’acquisto perso in questi ultimi tre mesi. L’appello che ci sentiamo di lanciare alla politica tutta, di destra, di centro, di sinistra e civica riguarda la reale situazione di Orvieto che non può essere racchiusa semplicemente nel jingle “città viva, esperienza unica”.

Ma è chiaro che, come ben evidenziato dall’ultimo report di Cittadinanza Territorio e Sviluppo curato da Antonio Rossetti su dati di Medicom043, Bollettino Economico del CSCO e Report sulle prime 20 aziende dell’area interna sempre di CTS, che Orvieto è in pieno declino, che non c’è “voglia di futuro” che s’investe poco ma soprattutto s’innova poco? E’ chiaro che il turismo è un settore importante ma che nelle prime 20 aziende dell’Area Interna sud-ovest, e di quelle dell’orvietano, non vi è alcuna realtà del comparto e che una delle aziende principali presenti nella classifica, Vetrya, appesantiva gli indici nel 2019 e ora è in liquidazione e, comunque vada, con alcune decine di lavoratori che avranno accesso alle tutele di legge ma senza lavoro? E’ chiaro che si moltiplicano le realtà imprenditoriali in crisi che chiudono, come nel caso di Michelangeli, storica bottega orvietana, o vengono messe in liquidazione e che le attività commerciali soffrono grandemente? E’ chiaro che c’è una questione ancora aperta riguardante la banca di territorio e il suo prossimo futuro con un aumento di capitale alle viste e le continue voci su nuovi tagli e soprattutto quelle mai sopite, di una possibile fusione con conseguente scomparsa del marchio e della sede legale? E’ stato compreso che a ogni chiusura, delocalizzazione e fusione corrisponde anche una perdita fiscale per il Comune che non si ritroverà più addizionali Irpef in bilancio? E i campanelli d’allarme non finiscono qui…

La crisi demografica che ci ha fatto scendere sotto i 20 mila è un male comune dell’Umbria ma, tra i centri più grandi, con una percentuale maggiore e rischia di scendere ancora, magari sotto i 18 mila il che significherebbe vedersi cancellare alcuni servizi ora presenti. E poi l’ospedale e la sanità di territorio con la Casa di Comunità prevista accanto al Duomo, scelta almeno discutibile, e non alla Piave, altra questione ancora scoperta, dove la USL ha un immobile di proprietà, pagato con soldi della collettività, e fermo lì a marcire. Si preferisce andare a spendere sicuramente di più, visto il pregio e i vincoli, oltre alle dimensioni e al sistema viario tutto da mettere a sistema e rendere fruibile, al Duomo invece di procedere così come a suo tempo fu definito, in un posto con parcheggi già disponibili, sistema viario già pronto, collegato con il resto della città grazie alla vicinanza della funicolare e nel centro storico…mah!

E ancora la partita dei rifiuti e del sistema viario su ferro e su gomma che ci lascia ancora isolati dal resto della Regione e ci vede testimoni passivi dell’Alta Velocità. Qualcuno ha mai provato a stendere una lista della spesa da chiedere come parziale risarcimento per l’impatto ambientale, per i danni d’immagine e per le difficoltà che ogni giorno i cittadini orvietani devono superare per raggiungere Tribunale, Regione, Provincia, Camera di Commercio, Ospedali, università e altro?

Le stesse domande le poniamo anche ai rappresentanti delle categorie produttive, ai sindacati e a chi più in generale si occupa di impresa. La politica ha un ruolo primario e il consiglio comunale non può scollarsi dalla realtà del quotidiano, intervenendo laddove ha possibilità e capacità concrete e individuando le strade per interloquire e fare pressioni sugli organi competenti quando non si ha capacità di incidere direttamente. Il teatro della politica è parte integrante del sistema ma non può essere il protagonista assoluto per gran parte del tempo, salvo alcune eccezioni. Orvieto vuole essere viva ma per farlo ha necessità di avere gli strumenti adatti e politica, impresa e sindacato, insieme possono tentare questa battaglia, anche nelle differenze, ma con l’obiettivo comune del benessere dei cittadini tutti.