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27 gennaio, “Giorno della Memoria” e il vergognoso parallelo della manifestazione no-vax

Ci siamo. E il 27 gennaio, “Giorno della Memoria”. Si ricorda una tragedia, una pulizia etnica, un massacro perpetrato in nome di un capo e del primato della razza ariana sulle altre. Il capro espiatorio fu, come troppo spesso nella storia, il popolo ebraico. La loro “colpa” è quasi atavica e poi avere un colpevole di ogni male a portata di mano è sicuramente comodo.

Il terzo reich ha “elevato” a sistema, a una drammatica catena di montaggio lo sterminio. C’erano coloro che reperivano, coloro che “suggerivano”, i delatori, coloro che trasportavano, coloro che sceglievano e coloro che eseguivano le condanne a morte. Anche per la morte fu trovato un sistema industriale: le camere a gas. veloci e infallibili, o quasi. Certo servivano operai e la manodopera non scarseggiava nei campi di sterminio. L’antisemitismo speravamo fosse un ricordo, speravamo soprattutto che non si avanzassero più paralleli allucinanti, al solo pensiero. Invece siamo ancora a raccontare fatti di cronaca raggelanti, come quelli del bambino umiliato per il solo fatto di essere ebreo. Ma ancora con le razze? Basta! Ma davvero, non solo il 27 gennaio e qualche giorno prima e dopo. Paragonare gli obblighi derivanti dalla pandemia agli orrori hitleriani…una vergogna, non giustificabile. Non lo è la ex-assessore Sartini e non lo sono i no-vax con le discriminazioni e le leggi razziali paragonate alle norme per combattere la covid.

Non si può continuare a essere maggioranza silenziosa perché si rischia, come ci insegna il passato, di divenire altrettanto silenziosi complici. No, non è assolutamente accettabile. Bene, quindi hanno fatto i rappresentanti delle istituzioni a stigmatizzare duramente le manifestazioni tenutesi in una giornata particolare come quella del 27 gennaio. Il solo pensare di accostare il rogo dei libri, la cacciata dei bambini dalle scuole d’Italia, la stella di David gialla in bella vista, l’esclusione dalla vita pubblica, dalle istituzioni, dal lavoro alle attuali norme, a termine, è assurdo, pericoloso. Significa ignorare la storia, calpestare il ricordo e la Memoria dei deportati nei campi di concentramento, dei milioni di morti, i segni indelebili dei numeri tatuati dei sopravvissuti, gli incubi che ancora oggi hanno coloro che hanno visto l’orrore. La discriminazione in base alla razza, al credo religioso, ai gusti sessuali e poi la pianificazione dello sterminio di massa, non possono essere accostati ai divieti che valgono nel caso in cui l’individuo sceglie di non vaccinarsi e ottemperare a una legge dello stato a tutela della salute pubblica.

Giusto, quindi che s’indigni la presidente della Regione Donatella Tesei, che lo faccia il senatore Luca Briziarelli e anche il deputato Walter Verini. Tutti in maniera trasversale, senza infingimenti, per ricordare e fare Memoria delle vittime dell’olocausto e per invitare tutti a non banalizzare ciò che non può esserlo, mai!




Due settimane di controlli dei Carabinieri, per rispetto delle normative anti-covid sono state sanzionate delle attività per 13 mila euro

Nelle ultime due settimane i Carabinieri hanno svolto, oltre le normali attività di controllo, anche alcune operazioni ad hoc nell’orvietano sia per quanto riguarda il rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza sul lavoro sia per il green pass.

In questi ultimi 15 giorni sono stati controllati in totale 293 veicoli con 11 contravvenzioni, il sequestro di 4 mezzi e il ritiro di 5 patenti; il totale delle sanzioni comminate è di poco più di 2 mila euro. Importante il controllo sulle residenze per anziani svolte con l’ausilio dei reparti specializzati in materia di lavoro e sanità. Nei confronti del responsabile di una struttura sono state elevate sanzioni per un totale di 3,8 mila euro.

Un altro servizio riguarda il controllo del rispetto delle normative anti-covid e in particolare del super green pass nei locali dove necessario. I Carabinieri si sono concentrati sulle attività di ristorazione e ne hanno sanzionate alcune per un totale di circa 13 mila euro, di cui 2 mila per le violazioni alle normative anti-covid e la conseguente sospensione dell’attività per 2 esercizi commerciali. Nell’ambito dei controlli per la verifica del possesso del green pass o del super green pass, è stata verificata la documentazione di 747 persone e 3 sono state sanzionate per il mancato possesso della certificazione verde.




Gian Luigi Maravalle al PD di Ficulle, “Politica dalla memoria corta con indiscutibili responsabilità che stride con la realtà ed il presente”

Forse sbaglio ma la situazione dei rifiuti non nasce ieri come il Circolo PD vuol far credere e la soluzione ad una seria crisi a livello regionale non è l’apertura dell’isola ecologica a Fabro. Siamo ormai abituati alla politica dalla memoria corta, ma le giravolte, prescindendo dall’autocritica, non sono altro che goffi tentativi di rinnovarsi, che evidentemente non assolvono dalle responsabilità di quanto fatto e non fatto in passato: a Ficulle, a proposito di ambiente, un esempio è la mancata tutela del calanco di Santa Cristina previsto nel potenziale aumento della discarica di Orvieto, che sarà risolta dall’attuale Amministrazione in sede di approvazione del PRG Operativo. Ma stiamo all’attualità anche considerando che il Mondo non finisce al bel Borgo dell’Alto Orvietano.  

Strategia Rifiuti zero. Come riportato da innumerevoli studi la realizzazione di un sistema “Zero Waste” che tutti auspichiamo non è attuabile in un giorno e non può prescindere da una strategia nazionale ed internazionale. Nel mentre a causa dei ritardi accumulati dalle amministrazioni passate in Umbria sussiste una situazione di grave emergenza rifiuti. Oggi urgono soluzioni all’altezza dell’emergenza, e considerando la crisi attuale, che tengano conto anche di altri fattori, come ad esempio l’impennata dei costi dell’energia che grava sulle famiglie, sulle imprese ed avrà riflessi su ogni genere di approvvigionamenti, oltre che evidentemente sul costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Inoltre, l’idea del termovalorizzatore, vale ricordare al Circolo PD, nasce dalle precedenti amministrazioni regionali: non è un’originale soluzione di oggi. Tanto è vero che in passato si discuteva sul dove realizzare l’impianto e della sua sostenibilità, al tempo con buona pace del Circolo PD ficullese.  

Come d’altro canto le ragioni della mancata apertura dell’isola ecologica di Fabro non è addebitabile al presente e tanto meno al Comune di Ficulle che non è capofila dell’investimento, come surrettiziamente il Circolo PD ficullese vuol far credere. Oltre tutto, rispetto all’apertura dell’isola ecologica, a Ficulle non è mancato l’interessamento congiunto e collaborativo della maggioranza e dell’opposizione: esiste altro modo di fare politica. Ed è altresì vero che l’Amministrazione di Ficulle ha messo in campo, anche attraverso l’ausilio dei Carabinieri Forestali, ogni azione per migliorare le percentuali di raccolta differenziata. A riguardo dall’analisi svolta con il Gestore è emerso che la percentuale registrata è condizionata anche dalla bassa confluenza di materiali quali: l‘edile, i metalli ed i legnami. Conseguentemente, stando ai dati, si  evidenzia come la migliorabile percentuale della raccolta differenziata nel Comune di Ficulle non è esclusiva responsabilità dei cittadini o dell’Amministrazione e potrà risultare  incrementata con l’auspicata apertura dell’isola ecologica. Come sempre fatto il Comune di Ficulle seguiterà a rivolgere attenzione alla raccolta differenziata ed è prevista un’attività di sensibilizzazione, attraverso le strutture d’accoglienza, per quanto riguarda i turisti. Da altro punto di vista, comprendendo le difficoltà degli operatori del settore turistico, anche auspicando che con l’arrivo della nuova stagione non si verifichino campagne stampa, costruite ad arte, lesive e non rispondenti al vero, come nel famoso caso dei comunicati “Borgo sommerso dai rifiuti” posta in essere dal Circolo piddino ficullese nella primavera dello scorso anno.

Concludendo, la questione della chiusura del ciclo dei rifiuti deve essere affrontata con determinazione e certamente nel caso della realizzazione di nuovi impianti vale il “non nel mio giardino” se un territorio è di altissimo pregio ed economicamente fragile: vale per l’orvietano e per gli altri territori dalle medesime caratteristiche, ovvero quelli la cui economia è fondata quasi esclusivamente su turismo e produzioni d’eccellenza. Quindi non un fatto di campanile sul quale banalizzare attraverso anglicismi googlati, ma valutazioni che trovano ragione anche dallo studio del rapporto economico sul territorio dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano recentemente pubblicato dall’Osservatoriocts.it, oltre che dalle evidenti conseguenze della crisi conseguente la pandemia.