La Regione approva finanziamento da 2,7 milioni di euro per mitigazione rischio idrogeologico nell’area del ponte Sandro Pertini

La giunta regionale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Enrico Melasecche, in collaborazione con l’assessore all’Ambiente, Roberto Morroni, ha approvato tre interventi molto importanti per la mitigazione dei rischio idrogeologici a Orvieto, Terni e Spoleto. A Orvieto sarà interessato dall’intervento il tratto del fiume Paglia in corrispondenza dell’attraversamento della complanare di Orvieto.

All’altezza del ponte Sandro Pertini è prevista la stabilizzazione del tratto di fiume con il consolidamento della sponda esterna sinistra con un serie di pannelli in scogliera di pietrame e la realizzazione di una soglia di fondo per la stabilizzazione altimetrica del corso d’acqua e la protezione delle strutture dell’attraversamento per un totale finanziato di 2,7 milioni di euro.




PD, “il sindaco di Ficulle favorevole al termovalorizzatore, ma non a Orvieto e intanto l’isola ecologica rimane al palo”

Leggiamo da un’intervista del Sindaco di Ficulle che: “Quella che passa per la valorizzazione energetica prevista dal nuovo piano elaborato dalla Regione, che prevede la realizzazione di un termovalorizzatore, è a mio avviso nella giusta direzione”.

Il Sindaco condivide la proposta sui rifiuti formulata dall’Amministrazione Leghista della Tesei, però non nel territorio orvietano, ovvero l’acronimo Nimby Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile sul retro”, si attaglia in maniera perfetta e se proprio vogliamo essere sinceri il fatto non ci meraviglia troppo. L’altro aspetto che non ci sorprende è il fatto che dimentichi di aver approvato in sede di Consiglio Comunale con tutta la Giunta e la sua maggioranza e all’unanimità, appena pochi mesi fa il 29/09/2021, la mozione dell’opposizione “di adesione alla rete rifiuti zero” e nella sua intervista non abbia mai fatto riferimento alla raccolta differenziata che rappresenta l’unica e vera soluzione per completare il ciclo dei rifiuti, mentre all’opposto, pensano di risolvere in maniera definitiva con discariche e termovalorizzatori, con la logica del non se ne può fare a meno, che invece di rappresentare la soluzione sono addirittura un peggioramento delle emissioni di Co2 nell’atmosfera e di inquinamento delle falde acquifere, a parte che le discariche prima o poi si saturano e il problema si ripresenta tale e quale e anche peggio dopo qualche anno.

In questi ultimi anni, il Comune di Ficulle si è distinto per i pessimi risultati proprio sulle percentuali della raccolta differenziata e questo è determinato dall’assoluta assenza di una precisa volontà politica di informazione, sensibilizzazione e formazione sul riciclo dei rifiuti con il loro riutilizzo al 100% e con la riduzione a zero della frazione indifferenziata dimostrando, altresì, di non aver compreso la portata rivoluzionaria per l’economia locale del riuso e del riciclo dei prodotti dismessi che andrebbero a creare una vera e propria economia circolare dei rifiuti, riducendo tra l’altro il peso delle bollette ai cittadini, cosa non trascurabile, viste le tariffe della Tari, e non venissero a spacciare per grande attenzione all’ambiente la casetta dell’acqua e la postazione per la raccolta degli oli esausti, operazioni che altrove sono in uso da molti più anni.

La vicenda del Centro di Raccolta o isola ecologica della Colonnetta è l’ulteriore dimostrazione di quanto sosteniamo. Infatti sono in alto mare le promesse dell’apertura dell’isola ecologica intercomunale della Colonnetta di Fabro. Da ormai troppi anni Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Montegabbione stanno aspettando l’apertura di un centro raccolta adeguato per i rifiuti ingombranti e i materiali RAEE. Da più parti giunge voce che la struttura è pronta, ma mancano alcune autorizzazioni e si assiste al solito teatrino dello scaricabarile tra responsabili della gestione e le amministrazioni. Nella risposta dell’agosto 2019 ad un’interrogazione, il Comune di Ficulle parlava di apertura prevista per la primavera del 2020. Bene, anzi, male!

Il problema dei rifiuti si risolve realizzando e facendo funzionare le cose che sono necessarie per la differenziata, come il centro di raccolta, non con le chiacchiere. All’interno del Centro di raccolta, visto dall’esterno, sembra tutto pronto e terminato, ma nessun movimento di mezzi e persone fa presagire l’imminente apertura dei cancelli. Eppure, nonostante solleciti vari, tutta la pratica giace su qualche scrivania e fa pronosticare ancora tempi lunghi per l’apertura e i cittadini continueranno ad arrangiarsi o, come nel caso di Ficulle, arrivare fino ad Allerona per usufruire del centro di raccolta.

Ecco questi sono i ritardi e le scelte sbagliate o inesistenti di questi ultimi anni. Questo è il risultato della mancanza di una strategia e una visione di futuro, in questi ultimi anni per tutto un territorio.

Circolo Comunale di Ficulle del PD




PrometeOrvieto, Casa di Comunità nel vecchio ospedale: tre errori (enormi) con una sola mossa

Il Servizio Sanitario Nazionale ha definito nuove importanti linee guida a cui le Regioni debbono adeguarsi ed ha posto al centro del sistema la Sanità territoriale. Il Covid ha fatto emergere la debolezza del Sistema sanitario sui territori, dopo anni di potenziamento degli ospedali come centro di diagnosi e cura. In Lombardia è già stata inaugurata la prima Casa di Comunità, la prima delle oltre 200 previste, una ogni circa 50mila abitanti. In essa lavoreranno 5 medici di medicina generale, 10 infermieri, 2 Oss, 40 specialisti, oltre a medici di comunità e pediatri di libera scelta. Un modello organizzativo che sarà replicato anche ad Orvieto, dove la Regione ha previsto i servizi della Casa di Comunità del territorio, che, sia chiaro, non sono quelli che vengono erogati a Via Postierla.

Una cosa è certa: è da pazzi infilare nell’ex ospedale in piazza Duomo un servizio che riguarda 50 mila potenziali pazienti provenienti da tutto il territorio dell’Orvietano, ne deve servire centinaia al giorno e sopportare traffico e parcheggio di altrettante auto. In questo sciagurato caso si produrrebbero tre danni enormi con un solo movimento:

– mortificare piazza Duomo, privandola di un bene (il complesso dell’ex ospedale) che potrebbe e dovrebbe essere destinato alla fruizione da parte dei turisti;

– aumentare il traffico veicolare in quell’area centrale della città, compromettendone la sua naturale vocazione;

– ospitare la Casa di Comunità nel luogo in assoluto più difficile da raggiungere dal territorio, senza parcheggi e con il traffico già appesantito per la presenza in loco delle scuole.

L’idea paventata di costruire nell’ex ospedale la Casa di comunità è talmente illogica che la sua realizzazione violenterebbe irreparabilmente la naturale vocazione di piazza del Duomo. Speriamo, dunque, che si estingua da sola e che, comunque, se ci fossero dei dubbi, che l’amministrazione convochi un consiglio comunale, aperto a cittadini e soprattutto agli amministratori dell’Ente regionale (effettivo deus ex machina), in cui ciascuno esprima le proprie idee e si assuma le responsabilità conseguenti. Le decisioni che verranno prese oggi sulla questione potrebbero costituire una svolta storica per i servizi (ma anche per lo stesso sviluppo) della nostra città e del nostro territorio perché mai come ora sono stati disponibili altrettanti fondi per realizzare progetti di così ampio respiro.

Fondamentale sarà utilizzarli in modo appropriato, in modo tale da impostare il futuro della nostra Comunità, senza procedere alla cieca, senza ricercare una soluzione qualunque e non ponderata, pur di mostrare un effimero efficientismo.

Vorremmo che chi decidesse per queste scelte avesse anche il coraggio di mettere il proprio nome su una targa inaugurativa, per i posteri.

PromoeteOrvieto