Tornano a salire i contagi e le terapie intensive. A Orvieto un decesso e si sfiora quota 500 positivi

Con il ritorno ai normali giorni feriali i numeri della pandemia tornano a salire con 3090 nuovi positivi e 2405 guariti nelle ultime 24 ore. Scendono leggermente i ricoveri nei reparti ordinari ma salgono quelli in terapia intensiva che il 10 gennaio sono 14 in tutta l’Umbria. I decessi registrati sono 7. Nell’orvietano ci sono da segnalare due decessi, uno a Fabro e uno a orvieto mentre le medie dei contagi sono ancora piuttosto alte in quasi tutti i comuni del territorio. A Orvieto al 10 gennaio i positivi sono 491 con un balzo in avanti di 57 unità, anche in questo caso sicuramente è stato complice il giorno festivo che ha rallentato il numero giornaliero di tamponi effettuati.

Il commissario per la gestione dell’emergenza in Umbria, Massimo D’Angelo ha spiegato che nella maggiora parte dei casi i decessi riguardano persone con preesistenti comorbilità e vaccinati con due dosi da oltre tre mesi. Dai dati in possesso della Regione si evince che le persone più a rischio sono i non vaccinati gli over 60 e gli over 80 con patologie e vaccinate con due dosi da più di tre mesi. Dei 7 decessi registrati il 10 gennaio c’è una prevalenza di persone affette da più patologie pregresse e di età avanzata: 3 vaccinati con 2 dosi da più di 3 mesi, 2 non vaccinati, uno vaccinato con una sola dose, nato nel ’59, e un over 80 vaccinato con tre dosi.

Commentando brevemente questi dati, Massimo D’Angelo è ancora più convinto che bisogna spingere “di più sulla necessità di fare il booster perché solo così si è più protetti dalla malattia grave e dal rischio di complicanze che comportano l’ospedalizzazione”.




Stefano Corradino di Articolo21 ricorda David Sassoli, politico, cronista ma soprattutto uomo libero e sensibile

La terribile notizia della scomparsa di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, è arrivata in piena notte. Le redazioni sonnecchiavano ma il tam-tam è iniziato a risuonare immediatamente. A distanza di meno di 24 ore dall’annuncio che era costretto a annullare tutti i suoi impegni per un ricovero che durava da qualche tempo, è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto mai scrivere. David Sassoli, prima di tutto un cronista, un giornalista serio, onesto, libero e poi un politico e uomo delle istituzioni. Il cordoglio è generale e noi di OrvietoLife abbiamo chiesto al collega Stefano Corradino, direttore di Articolo21, proprio Sassoli è stato tra i fondatori, di ricordarlo brevemente.

La fisiognomica spesso ci azzecca. I tratti del viso, i lineamenti gentili, l’espressione degli occhi. David Sassoli prima di essere giornalista ed esponente delle istituzioni era uomo di grande sensibilità umana e civile. Sapeva parlare ma soprattutto, sapeva ascoltare. Merce rara. E trattava alla pari l’autorità e il cittadino comune che lo fermava per strada. 

Con noi ha fondato Articolo21. Il 27 febbraio 2002. Quasi venti anni fa. Da giornalista Rai credeva nel valore di un servizio pubblico televisivo che fosse il più possibile autonomo dai condizionamenti di partiti, governi e lobbies. L’informazione libera come requisito fondamentale di ogni democrazia. 

La foto è del 2013. Alla sede del Parlamento europeo. L’europarlamentare leghista Borghezio aveva offeso l’allora ministra italiana Kyenge e io lanciai una petizione sulla piattaforma Change.org. Raccolsi 130mila firme in pochi giorni. Sassoli mi chiamò e mi invitò a Strasburgo. Era ancora europarlamentare, non ancora presidente. Volle metterci la faccia e aderire a quella petizione contro il razzismo.
Antifascista e antirazzista. Sono due valori che hanno sempre contraddistinto la sua vita e il suo impegno civile e professionale




Lega Orvieto, “netto no all’ampliamento della discarica Le Crete”

Premesso che stiamo assistendo al “simpatico” siparietto che vede in scena il patetico attacco di esponenti locali e regionali dei Partiti di sinistra che hanno governato l’Umbria per 50 anni consecutivi, immemori della scellerata gestione dei rifiuti da loro stessi messa in atto, non possiamo non evidenziare come la delibera con cui l’attuale Giunta regionale ha disposto l’ampliamento di 1,2 metri cubi delle tre discariche umbre, tra cui la nostra seppur in via eventuale, dimostri ancora una volta come gli amministratori regionali brancolino nel buio in tema di chiusura del ciclo dei rifiuti.

Se è vero che l’Umbria paga anni di incapacità, inefficienza, di interessi più o meno diffusi e trasversali che orbitano intorno alla politica dei rifiuti, tutti ci saremmo aspettati un cambio di passo dalla nuova gestione politica che, nostro malgrado, stenta ad emergere.

Ed infatti, in attesa che l’Assessore Morroni venga ad Orvieto a spiegare ai cittadini le ragioni che hanno indotto la Giunta ad adottare una tale delibera che, sulla falsa riga di quelle adottate negli anni precedenti, altro non decide nell’immediato, se non l’ampliamento delle discariche, gli interrogativi, le obiezioni e le critiche che poniamo e su cui imposteremo future iniziative di carattere istituzionale e, se necessario, di piazza, sono i seguenti:

  • si sono persi ben due anni di legislatura prima di iniziare a parlare di piano regionale dei rifiuti;
  • questa delibera, che altro non è se non una pezza rispetto all’annosa emergenza rifiuti, si pone come un provvedimento propedeutico e strumentale alla definizione complessiva di un piano che ancora appare confuso e non ben delineato;
  • infatti, dei tre scenari riportati nel documento istruttorio che fa parte integrante della delibera, documento elaborato dagli esperti del comitato scientifico nominato da Morroni, ancora non si è deciso ufficialmente quale perseguire per raggiungere l’obiettivo di riduzione del conferimento in discarica attraverso metodi alternativi di smaltimento;
  • le tre opzioni alternative riportate nel citato documento sono da tempo conosciute e dunque il fatto che si sia deciso di nominare un comitato di esperti, ha comportato soltanto una perdita di tempo rispetto alla definizione del piano;
  • l’orizzonte temporale del 2030 per la realizzazione di una delle tre opzioni appare dilatorio ed inadeguato rispetto alle reali esigenze emergenziali tanto che è molto probabile che l’ampliamento della discarica Le Crete da “eventuale”, diventerà “inevitabile”;
  • ora che “la palla” passa alla politica, riteniamo per esperienza che l’attuazione di una misura alternativa alle discariche rischi fortemente di essere compromessa da spinte territoriali, interessi di parte e ragioni di partito che solitamente generano immobilismo e inefficienza. Si pensi alle resistenze dei vari territori qualora si dovesse optare per la realizzazione di un termovalorizzatore!.
  • Nella delibera in questione non si parla di misure compensative, aggiuntive a quelle esistenti, in favore dei Comuni sedi di discariche che per l’ennesima volta saranno costretti a fronteggiare l’emergenza rifiuti. Ormai è notorio che il solo aggio ambientale non compensa il danno ambientale e paesaggistico provocato dalla presenza delle discariche.
  • Il fatto che “sulla carta” entrino in discarica meno rifiuti grazie alla raccolta differenziata che, sempre “sulla carta” ha ridotto nel tempo la frazione indifferenziata, poi nei fatti non corrisponde alla realtà in quanto, come rilevano gli studi eseguiti proprio dall’AURI, circa il 60 % del differenziato viene poi sversato in discarica a causa delle mancanza di impianti di recupero e riciclo dei rifiuti.
  • Pertanto, le risorse corrisposte a titolo di aggio ambientale per come è attualmente disciplinato, risultano rappresentare non una misura compensativa, ma un vero e proprio “schiaffo” morale inferto ai Comuni sedi di discarica.

Alla luce delle perplessità esposte, chiediamo alla Presidente Tesei e all’Assessore Morroni di assumersi la responsabilità in tempi brevissimi di optare per una delle tre soluzioni contenute nel documento istruttorio al fine di realizzare ben prima del 2030 un impianto di smaltimento dei rifiuti alternativo alle discariche.

Di prevedere la realizzazione in tempi celeri di impianti di recupero e riciclo dei rifiuti affinché non si ricorra alle discariche per lo smaltimento delle frazioni differenziate ed il rifiuto rappresenti non più un problema, ma una risorsa come accade in molte realtà italiane ed europee.

Riteniamo doveroso, infine, prevedere risorse aggiuntive rispetto all’attuale aggio ambientale in favore di quei territori che, per l’ennesima volta, dovranno subìre ulteriori sacrifici dovuti all’incapacità di chi li amministra.

Ribadiamo, pertanto, la nostra netta contrarietà all’ipotesi di ampliamento della nostra discarica e, come abbiamo sempre fatto, saremo in prima linea, nelle sedi istituzionali e non, per scongiurare questa sciagurata eventualità

Andrea Sacripanti, Capogruppo Lega- Salvini per Orvieto

Davide Melone, referente Lega comprensorio orvietano