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Le novità della Regione per positivi covid, quarantene e contatti diretti

Con l’entrata in vigore del Decreto n. 229 del 30 dicembre 2021 e la successiva Circolare del Ministero della Salute del 30.12.2021 sono state aggiornate anche per ciò che riguarda l’Umbria, le misure di quarantena e isolamento in seguito alla diffusione a livello globale della nuova variante VOC SARS-CoV-2 Omicron (B.1.1.529). A tale riguardo il Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Massimo D’Angelo, ha già inviato a tutte le aziende sanitarie umbra una specifica comunicazione con il dettaglio degli “aggiornamenti”. “In questo momento –scrive il Commissario D’Angelo -, data l’elevata incidenza e le numerose richieste di test diagnostici e la revisione dei tempi di isolamento /quarantena dettati dalla Circolare, si stabilisce che le nuove regole si applicano anche ai casi/contatti presi in carico prima del 30.12.2021”.

  Questi gli aggiornamenti disposti:

1. Caso positivo già preso in carico dal SSR

Se ha già ricevuto un appuntamento per un tampone “di uscita” presso un Drive Trough oltre i tempi previsti dalla Circolare (7 o 10 giorni, vedi tabella sottostante), può mantenere tale appuntamento o, in alternativa, effettuare il test antigenico rapido a cura del MMG/PLS o presso una Farmacia aderente o una struttura privata accreditata e abilitata aderente, esibendo la disposizione dell’ISP o il referto del test antigenico o molecolare positivo. Nel caso di positività del primo test di controllo, il secondo test può essere effettuato solo dopo 7 giorni dal primo.

2. Caso positivo non ancora preso in carico dal SSR

Se non riceve un appuntamento in tempo utile, può effettuare il test antigenico rapido di uscita (7 o 10 giorni, vedi tabella sottostante), a cura del MMG/PLS o presso una Farmacia aderente o una struttura privata accreditata e abilitata aderente, esibendo il referto del test antigenico o molecolare positivo. Nel caso di positività del primo test di controllo, il secondo test può essere effettuato solo dopo 7 giorni dal primo.

3. Contatto stretto già preso in carico dal SSR

Se non riceve un appuntamento in tempo utile, può effettuare il test antigenico rapido di uscita a cura del MMG/PLS o presso una Farmacia aderente o una Struttura privata accreditata e abilitata aderente, esibendo la disposizione dell’ISP.

In virtù di tale disposizione:

– i MMG/PLS, nelle more dell’aggiornamento dell’Accordo già sottoscritto, possono effettuare i test antigenici come stabilito da tale disposizione;

– le Farmacie e le Strutture private accreditate e abilitate, nelle more dell’aggiornamento dei protocolli/convenzioni, sono autorizzati a prendere in carico i soggetti appartenenti alle 3 casistiche avendo cura di verificare la condizione di caso o contatto e le relative tempistiche.

La circolare sostituisce tutte le precedenti disposizioni date per la quarantena e l’isolamento; resta valido che i lungamente positivi asintomatici vengono riammessi in collettività al 21° giorno senza necessità di test.

Restano valide le regole già vigenti per le richieste di test presso le farmacie e le strutture private per finalità personali, i cui costi sono a carico del cittadino.

Di seguito si riportano le disposizioni per i contatti e per i casi previste dalla Circolare del Ministero della salute del 30.12.2021.

Caso COVID-19 (test antigenico o molecolare positivo) Il soggetto che si trova in isolamento a seguito di un test antigenico o molecolare positivo (effettuato presso un punto ASL, MMG, PLS, Farmacie, Strutture private) riceve la disposizione di contumacia e la prenotazione di un tampone presso un Drive Trough della ASL.

I casi ancora sintomatici sono sottoposti a sorveglianza e potranno effettuare il tampone di controllo solo dopo almeno 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi.

Contatto stretto di caso COVID-19

In caso di comparsa dei sintomi, va contattato il MMG e il PLS.

In caso di assenza di sintomi, si applicano le seguenti indicazioni:




La nuova area comunale per i servizi sociali e di cittadinanza di Orvieto Scalo finanziata con 4,8 milioni dal PNRR

Il Comune di Orvieto ha ottenuto un finanziamento di oltre 4,8 milioni di euro nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana previsti dal decreto “sblocca cantieri” i cui contributi per gli anni 2021-2026 sono confluiti nel PNRR. Questi soldi verranno utilizzati per il nuovo Centro polivalente per le politiche sociali e della famiglia. Il progetto di fattibilità tecnica e economica – redatto dall’architetto Rocco Olivadese, responsabile del Servizio Urbanistica, SIT e patrimonio del Comune – prevede la demolizione dell’attuale fabbricato dismesso di via Monte Nibbio, di proprietà comunale, e la realizzazione di un nuovo edificio con interventi di miglioramento sismico ed efficientamento energetico nonché la sistemazione e riqualificazione dell’area a verde esterna compresi gli impianti sportivi che insistono sul giardino comunale. Il Ce.Pol. (Centro Polivalente per le Politiche Sociali e della Famiglia) del Comune di Orvieto, ospiterà l’Ufficio di Cittadinanza e i Servizi Sociali che attualmente si trovano nei locali dell’ex caserma Piave. Il nuovo edificio sarà realizzato su due livelli. Al piano terra, di oltre 670 metri quadrati, troveranno spazio il Front office con relativa sala d’attesa, tre uffici per il Servizio Sociale, tre uffici per il Servizio Reddito di cittadinanza, due uffici per lo Sportello immigrazione, quattro stanze destinate a spazio accoglienza/colloqui, un’aula multifunzionale, uno spazio educativo/ricreativo e gli uffici dell’assessorato. Sempre al piano terra è prevista anche la realizzazione di un piccolo alloggio con ingresso indipendente per la prima emergenza a supporto del Pronto intervento sociale. Al primo piano, su una superficie di circa 560 metri quadrati, saranno invece realizzati nove uffici di cui quattro per il Servizio tutela minori, un archivio, uno spazio neutro, una sala riunioni e un ambiente ristoro attrezzato. “Un risultato importantissimo – commenta il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – frutto del grande lavoro di squadra messo in campo dalla Giunta e dagli uffici comunali che ringrazio per l’impegno profuso. All’idea dell’assessore Angela Maria Sartini di dare una ‘casa’ a tutto il settore dei servizi sociali è seguita la concretezza dell’Ufficio Urbanistica sotto il coordinamento del Vicesindaco Mario Angelo Mazzi. Questo progetto, al quale vogliamo dare rapidamente le gambe, qualifica e rivitalizza un quartiere strategico come quello di Orvieto scalo che con la prossima realizzazione della complanare e gli interventi previsti dal progetto DivAirCity, finanziato dalla Commissione europea, vedrà migliorare anche la qualità di vita dei cittadini e diventerà più attrattivo. In questo bando – conclude – il Comune di Orvieto è riuscito a ottenere il massimo del finanziamento possibile per i comuni tra 15.000 e 49.000 abitanti come previsto dal governo a testimonianza della capacità di questa amministrazione di cogliere le opportunità che arriveranno dal Pnrr con interventi mirati alle reali esigenze della città e del territorio”. 
“L’area di Orvieto scalo individuata
 – spiega il vicesindaco con deleghe all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi – è infatti baricentrica per mettere agevolmente a disposizione di tutto il territorio dell’ambito sociale n.12 dell’Orvietano i servizi e le nuove funzioni di un settore diventato cruciale soprattutto dopo l’emergenza sanitaria. L’intervento, finanziato interamente per oltre 4.8 milioni di euro di cui circa 437mila euro per la progettazione, non ci darà soltanto la possibilità di dare ai cittadini una porta di accesso unica a tutta la rete dei servizi sociali e per la famiglia ma anche di riqualificare un’area dismessa e degradata riaffermando la centralità del quartiere di Orvieto scalo. Il primo step – continua – sarà quello di predisporre il progetto esecutivo, demolire la struttura esistente e avviare gli interventi di riqualificazione di tutta l’area esterna dopodiché si procederà alla realizzazione del nuovo edificio”. 

“Un progetto che mette insieme visione politica, programmazione, tempestività e professionalità”, afferma l’assessore ai Servizi sociali, Angela Maria Sartini“In tempi rapidi, infatti, è stata data forma a un’idea, quella di dare spazi e modalità di accesso che garantiscano la libertà e la dignità della persona nonché il giusto riconoscimento delle professionalità di cui dispone l’amministrazione comunale nei servizi sociali e di assistenza alla famiglia. Una scelta di visione perché nel periodo in cui l’emergenza sanitaria è diventata emergenza sociale questa Giunta non solo lavora quotidianamente per mettere a disposizione dei cittadini più fragili tutti gli strumenti di assistenza ma programma le proprie politiche e investe in termini di risorse umane, con le nuove assunzioni, e ora anche in termini strutturali per ampliare, integrare e migliorare la fruibilità e la qualità delle prestazioni”.   




Il futuro della discarica? da una question time si scopre che la politica “balbetta”

Nell’ultimo consiglio comunale del 2021 c’è stata una domanda posta durante la question time da parte del consigliere Giuseppe Germani sulla situazione del nuovo piano regionale dei rifiuti che, apparentemente innocua ha riportato a galla le troppe criticità che riguardano il territorio orvietano. Germani è stato molto esplicito chiedendo al sindaco se effettivamente sono in programma eventuali lavori per aumentare la capienza delle discariche umbre, compresa quella di Orvieto. questa in estrema sintesi la richiesta. Il sindaco ha spiegato che il piano regionale dei rifiuti è ancora in fase di completamento e dibattito ma “saranno necessari alcuni interventi forse anche su Orvieto, staremo a vedere e manterremo alta l’attenzione”.

Cosa significa? Che forse è alle viste un nuovo ampliamento camuffato? La Regione Umbria è in enorme ritardo e la passata legislatura, sotto la guida Marini, ha lasciato scadere i termini, praticamente, intervenendo in maniera spot e sempre penalizzando il territorio orvietano. Si crearono comitati di varia natura che legarono pezzi di maggioranza e minoranza per protestare contro possibili ampliamenti e nuovi calanchi. La presidente Tesei si è quindi trovata a dover gestire la patata bollente dei rifiuti e la contemporanea scarsità di discariche in Umbria. Esattamente, scarsità di discariche perché i continui ritardi hanno di fatto lasciato spazio all’utilizzo in maniera non marginale di quelle esistenti che stanno raggiungendo i limiti ben prima del previsto. E ora? Bisogna assolutamente correre ai ripari, da una parte si deve potenziare ulteriormente la raccolta differenziata, si devono creare le condizioni per riciclare quello che può essere riciclato all’interno della Regione e magari riuscire a produrre energia in modo il più possibile eco-compatibile. Tutto questo deve essere deciso in brevissimo tempo, altrimenti l’Umbria rischia di entrare nel loop dell’emergenza con costi di smaltimento ancora più alti di quelli già piuttosto cari odierni. La discarica di Orvieto, in questa partita piuttosto complessa continua a giocare un ruolo fondamentale dovendo assicurare la sua funzione almeno per qualche anno ancora per poi continuare a funzionare in maniera “marginale”.

Con un po’ di malizia proprio il consigliere Germani, ex-sindaco, ha tirato fuori la questione che è da un decennio sul tavolo. Di chi è la colpa di questa situazione? E’ della politica locale, prima di tutto, che non ha mai preso decisioni forti, univoche e unanimi, ma ha sempre giocato sui distinguo, anche limando sulle punteggiature o sugli aggettivi, pur di non essere unitari, salvo rarissime occasioni. La colpa è, poi, della politica regionale che non ha mai ascoltato le istanze, seppure non unitarie, del territorio che si sente prevaricato da Perugia e Terni. Il peccato originale, però, è sicuramente quello di aver (s)venduto non solo l’impianto ma anche il terreno dove sorge la discarica ai privati. Il Comune non ha più il controllo diretto o indiretto, e ora, destra o sinistra, si lecca le ferite senza riuscire a battere i pugni sul tavolo, senza far pesare il sacrificio fatto e che verrà fatto da chi abita questo territorio. Si levano servizi, se ne depotenziano altri, si lasciano in sospeso anche gli impegni presi unanimemente in consiglio regionale sull’ospedale (leggasi emodinamica), si preferisce spendere i denari degli umbri fuori Regione, con il flop di Orte, pur di non considerare Orvieto la porta della Regione per i collegamenti ferroviari veloci, nel nuovo PSR, intanto si chiude il distretto sanitario per unirlo a Terni; intanto a Orvieto arrivano TIR di rifiuti dalla provincia come se tutto questo fosse ordinaria amministrazione.

Il ruolo della politica, quindi, torni a essere alto, senza lo stucchevole gioco del rimbalzo di responsabilità ma soprattutto senza balbettare. Ora su ogni tavolo regionale la discarica deve essere giocata come una sorta di “jolly” per riportare Orvieto al centro di un territorio che non può sopportare altri depotenziamenti, diretti o indiretti, e senza fari distrarre da piccole vittorie che rischiano di assomigliare a quelle di Pirro se non si guarda al bersaglio grosso, un territorio attento all’ambiente e con i servizi necessari a una comunità altrimenti lontana da tutto.