Allerta neve con macchine spalaneve in azione a Morrano e al Monte Peglia. San Venanzo, scuole chiuse l’11 gennaio

Giornata difficile quella del 10 gennaio da punto di vista del meteo su tutto l’orvietano.  La neve è scesa a quote collinari e immediatamente la Protezione Civile di Orvieto ha iniziato ad effettuare la ricognizione delle strade interessate dal fenomeno.  Morrano e Monte Peglia sono le aree osservate speciali con i mezzi che hanno liberato le carreggiate dalla neve accumulata.  Non ci sono comunque particolari problemi alla circolazione ma si raccomanda la massima attenzione per possibili strade ghiacciate nonostante siano in azione le macchine spargisale.
A Montegabbione la neve è caduta per molte ore nella giornata del 10 mentre a San Venanzo il sindaco ha decretato la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado per la giornata dell’11 gennaio.



VVFF recuperano due cani nelle acque del lago di Corbara, persi durante una battuta di caccia

I Vigili del Fuoco di Orvieto, nella mattinata del 10 gennaio, hanno soccorso e recuperato Linus e Lasko, due Petit Blue, cani da caccia, nelle acque del lago di Corbara in località Pasquarella.
I due cani, di proprietà di alcuni cacciatori, si erano persi ieri durante una battuta di caccia.  Sono scattate subito le ricerche e grazie ai loro collari GPS,  i due cani sono stati rintracciati e recuperati dalla squadra dei vigili del fuoco che con il gommone hanno risalito il lago.




Umbria salva, è in fascia gialla, ma per le superiori ancora dad fino al 23 gennaio

Dal prossimo 11 gennaio la Regione Umbria sarà in fascia gialla, quella a minor rischio, ma contemporaneamente la presidente Donatella Tesei ha firmato l’ordinanza che prolunga la didattica a distanza per le scuole superiori sino al prossimo 23 gennaio.

Nell’ordinanza firmata nel primo pomeriggio dell’8 gennaio è scritto che permane “in Umbria un numero molto elevato di persone attualmente positive al Covid, 4.108, tale da evidenziare una situazione preoccupante, che evidenzia  forti rischi e criticità a livello regionale”; continua l’ordinanza “negli ospedali umbri i ricoveri sono 323 di cui 43 in rianimazione; atteso che appare necessario pertanto, sulla base della situazione epidemiologica, ispirare l’azione amministrativa regionale al principio della massima precauzione a tutela del bene primario della salute e che in questo senso si rende necessario provvedere all’applicazione della didattica a distanza per il 100% della popolazione studentesca delle scuole secondarie superiori di secondo grado statali e paritarie, per un congruo periodo, al fine di monitorare e verificare l’andamento dei dati epidemiologici per l’intera regione anche con riferimento all’impatto delle misure adottate a livello nazionale per il periodo 24 dicembre 2020 – 6 gennaio 2021”.  Nella stessa ordinanza si fa anche riferimento al report INAIL che vede nella riapertura delle scuole superiori di secondo grado un possibile veicolo di diffusione del virus in un momento molto delicato, con le vaccinazioni in atto, e con numeri che sono a cavallo dei limiti decisi dal governo nazionale per essere inseriti in fascia arancione.

Quindi la prossima settimana bar e ristoranti potranno aprire regolarmente fino alle 18 per poi tornare al delivery e all’asporto, ma continueranno ad essere chiusi i centri commerciali nei festivi e prefestivi, praticamente nei prossimi week-end e il divieto di spostamento fuori Regione.  Per gli studenti delle superiori, invece, tutto p rimandato alla prossima revisione del ministro della Salute Roberto Speranza di venerdì 15 con i dati relativi ai tamponi e ai positivi più continui e non a fisarmonica per i tanti festivi delle scorse settimane.




Variazioni al traffico veicolare a Sferracavallo per la chiusura di via Panaro dall’11 al 13 gennaio

Al fine di consentire le operazioni di abbattimento e smaltimento dei tagli degli alberi d’alto fusto (pino domestico) situati a bordo strada in corrispondenza dei numeri civici 1 e 3 di Via Panaro, la via verrà chiusa temporaneamente al traffico veicolare nei giorni 11 – 12 e 13 gennaio 2021.
In base all’ordinanza del Settore Polizia Locale e Mobilità, tutto il traffico veicolare proveniente dalla S.P.44 (zona industriale) e diretto ad Orvieto Scalo sarà deviato su Via Po fino alla rotatoria per proseguire su Via Tevere o Via Arno.
Il traffico veicolare dei residenti di Via Panaro sarà garantito secondo il seguente percorso alternativo: Via Ombrone, Via Garigliano (svolta a destra per immettersi su Via Panaro), Via Po, Via Tagliamento, Via Panaro.
I bus del Trasporto Pubblico Locale in transito su Via Po e diretti ad Orvieto Scalo, non potendo percorrere Via Panaro, effettueranno la fermata e la svolta allo svincolo con Via Ombrone con ritorno su Via Po.
La Ditta esecutrice effettuerà il posizionamento della segnaletica necessaria alla chiusura della strada, segnalando la presenza del cantiere in base al vigente Codice della Strada e al Regolamento di attuazione; mentre il Comando della Polizia Locale adotterà i provvedimenti necessari a garantire il normale flusso della circolazione.



7 gennaio, il quasi de profundis per la sanità orvietana recitato dai vertici della Regione

Luca Coletto – Assessore alla Sanità della regione Umbria

Il 7 gennaio è andato in onda il quasi de profundis della sanità orvietana.  Andiamo con ordine.  In una conferenza stampa della Regione c’è il top della sanità umbra a partire dall’assessore Luca Coletto, che vede anche la partecipazione del commissario Domenico Arcuri.  Si parla di investimenti per le terapie intensive con moduli prefabbricati.  ( milioni di investimento da parte del governo per affrontare l’emergenza coronavirus con dei prefabbricati con tutto quello che occorre per  44 posti di terapia intensiva complete.  Queste, terminata l’emergenza, diverranno parte degli ospedali COVID, dell’elenco non fa parte Orvieto mantenuto covid-free, per supportare l’attività ordinaria della sanità regionale.

Recentemente la Regione ha detto sì agli ospedali di Narni e Amelia e così in circa 20 minuti di auto abbiamo ben tre diversi nosocomi a disposizione degli utenti.  Spoleto e Foligno e sempre in una ventina di minuti sono due le strutture ospedaliere a disposizione.  Poi c’è un territorio, l’orvietano, che dista circa un’ora di auto dall’eventuale secondo ospedale disponibile.  Il territorio certamente non ha i numeri di quelli succitati, ma bisogna ragionare in altri termini.  C’è la direttissima, la linea lenta FS e l’autostrada e un territorio extra-regionale, l’alta Tuscia, che storicamente fa riferimento al nosocomio orvietano.  I numeri quindi crescono notevolmente e, anzi, diventano difficilmente quantificabili.

Ma dopo un po’ di gloria, soprattutto scritta, del Santa Maria della Stella non si parla quasi più.  Ormai da un decennio abbondante manca il personale sia medico che infermieristico ma i concorsi banditi vanno troppo spesso deserti o quasi.  Chi può cera di avvicinarsi a casa o di trasferirsi verso ospedali più rinomati e Orvieto rimane senza guida ciclicamente in reparti tra l’altro di vitale importanza per un ospedale delle emergenze-urgenze.  Non solo, ma alcuni necessari miglioramenti tecnologici ritardano e altri progetti che già nel breve periodo possono portare vantaggi sia nella qualità dei servizi che risparmi per la USL, sono sospesi in attesa di tempi migliori.  Quali tempi migliori?

Massimo De Fino – direttore generale USL Umbria2

La sanità orvietana rimane in attesa di risposte a partire dall’ex-ospedale per il quale dovrebbe essere partita un’interlocuzione tra la stessa USL e il Comune così come ci ha sottolineato l’allora commissario straordinario Massimo De Fino, recentemente confermato come direttore generale della stessa USL Umbria2.  Nel frattempo i servizi sono concentrati nell’angusta, scomoda e poco funzionale di via Postierla.  Capitolo ospedale: manca il personale, i progetti di controllo da remoto sono fermi nonostante votati all’unanimità in Regione e le prestazioni vanno a rilento.  E’ un combinato disposto potenzialmente esplosivo che per ora non deflagra grazie alla buona volontà di chi lavora all’interno della struttura ospedaliera ma fino a quando?  Il rischio, poi, che altri professionisti decidano di “lasciare” è dietro l’angolo.  Ma come mai Orvieto, tanto appetibile non lo è per un professionista in ambito sanitario?  Sono misteri inspiegabili.  C’è la questione dell’emodinamica che in un ospedale dell’emergenza e urgenza è cogente così come importante è l’avvio del controllo da remoto dei cardiopatici, approvato in Regione all’unanimità, che è rimasto nel cassetto invece di essere ampliato ad altre patologie croniche sempre nell’ottica di un’ottimizzazione di costi e benefici.

Niente, tutto tace e mentre 8 milioni di euro vengono investiti per il covid, e per la fase successiva in altri ospedali umbri, mentre si da il via libera a due ospedali a 10 minuti di macchina l’uno dall’altro, Orvieto resta pericolosamente al palo perché zavorrata da antiche discussioni sterili sulla pagliuzza mentre la trave è lì pronta a colpire l’occhio e in tanti sono pronti a recitare il de profundis, anche a Orvieto.

 




Caccia, sì all’attività venatoria nella Regione per il week-end 9 e 10 gennaio solo ai residenti in Umbria

La presidente delle Regione Umbria, Donatella Tesei, ha firmato l’ordinanza che consente ai cacciatori umbri lo spostamento al di fuori del proprio comune nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 gennaio, per esercitare le attività di controllo della fauna selvatica e la caccia, nel rispetto delle normative venatorie e delle misure di distanziamento sociale e prevenzione antiCovid. È quanto rende noto l’assessore regionale alla Caccia, Roberto Morroni.

L’ordinanza regionale prevede che “nelle giornate del 9 e 10 gennaio 2021 è consentito lo spostamento al di fuori del comune di residenza, domicilio o abitazione:

  • per le attività di controllo della fauna selvatica autorizzate dall’amministrazione regionale;
  • per l’esercizio dell’attività venatoria nell’ambito territoriale di caccia di residenza venatorio ovvero di iscrizione, compresa la caccia da appostamento fisso, e tutte le attività complementari alla caccia e al controllo, come, ad esempio, l’addestramento e allenamento cani, il recupero degli ungulati feriti e il trasporto e trattamento delle carcasse presso gli appositi centri di raccolta, nel rispetto della normativa di settore;
  • per l’esercizio venatorio all’interno delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico venatorie, in quanto autorizzati dal concessionario dell’azienda, nel rispetto della normativa di settore”.

Il provvedimento è limitato “ai soli residenti anagraficamente in Umbria ed esclusivamente all’interno dei confini amministrativi regionali e, pertanto, non è consentita l’attività venatoria né l’attività di controllo ai cacciatori e ai soggetti abilitati e autorizzati con residenza anagrafica fuori dai confini amministrativi della Regione Umbria, anche nel caso di domicilio o abitazione all’interno del territorio regionale”.

Gli spostamenti e l’esercizio di tutte le attività venatorie e di controllo “dovranno avvenire nel rispetto delle misure di distanziamento sociale e con l’utilizzo dei previsti dispositivi di protezione individuale”.




Signora di 88 anni viene soccorsa dai Carabinieri di Baschi avvertiti dai vicini preoccupati

A metà mattina del 7 gennaio, i Carabineri di Baschi sono stati avvertiti di un possibile problema per un’anziana signora di 88 anni che vive da sola.  I vicini si sono allarmati perché la signora non rispondeva alle chiamate.  Gli agenti della locale stazione dei carabinieri si sono recati sul posto insieme ai Vigili del Fuoco e un’ambulanza del 118.  Dopo aver forzato il portone d’ingresso sono riusciti ad entrare nell’abitazione della signora di 88 anni.   Una volta entrati i militari hanno trovato la signora in terra e immobile.

Molto probabilmente nelle prime ore della mattina la signora è caduta accidentalmente provocandosi la frattura di una gamba.  La signora è stata dunque soccorsa dalla squadra del 118 e trasportata all’ospedale di Orvieto per gli accertamenti di rito che hanno confermato il generale stato di buona salute della paziente.




“Raccontami una storia”, il concorso indetto dall’istituto professionale Luca Coscioni per i 100 anni di Gianni Rodari

In occasione dei Cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, l’Istituto Professionale Luca Coscioni di Orvieto ha bandito un concorso di scrittura creativa,  dal titolo “ Raccontami una storia”,  rivolto agli studenti della scuola secondaria di Primo grado del comprensorio orvietano, per non dimenticare questo grande maestro.

La dirigente Cristiana Casaburo e i docenti Roberta Giorgi e Riccardo Cipolla, hanno voluto promuovere un progetto che avesse come temi “ Il Racconto” e la “Poesia”,  al fine di stimolare i ragazzi  a produrre testi  in cui potessero sviluppare la loro fantasia e la loro creatività.   E’ proprio la fantasia, infatti,  uno degli elementi cardini delle opere di Gianni Rodari, il quale imprime alle sue storie e alle sue poesie un carattere giocoso e nel contempo pedagogico.  Secondo l’autore è attraverso il divertimento che gli studenti apprendono e sviluppano curiosità e interesse verso temi e problemi di carattere sociale.

Anche il lessico delle sue poesie e delle sue filastrocche è svincolato dalle strutture e sovrastrutture  linguistiche, per seguire un’ originale  dinamicità,  all’insegna della leggerezza e della semplicità che possa rimanere impressa nella mente di un fanciullo, rompendo con la tradizione classica delle favole per bambini.

Tuttavia un’analisi più attenta delle sue opere, rivela uno sguardo lucido sulla realtà che traspare in maniera nitida e inconfutabile.  Per questo le sue produzioni sono destinate non solo ad un pubblico ristretto, ma  si rivolge anche al pubblico dei grandi, raccontando storie che hanno come protagonisti gli ultimi e i più sfortunati, esortando i lettori, in maniera divertente,  alla tolleranza e al rispetto di colui che è “Diverso”

Per ricordare Gianni Rodari ad Orvieto, infatti, sono nate associazioni e numerose iniziative, tra cui quella promossa  dall’IISACP con il Concorso “Raccontami una Storia”. Gli estremi  del bando per la partecipazione al concorso  sono indicati sul sito dell’Istituto all’indirizzo: www.iisacp.edu.it.

La scuola, infatti,  gioca un ruolo importante nella salvaguardia della nostra memoria, per questo gli studenti, insieme ai loro docenti, hanno il dovere di  dare voce a questo grande autore del ‘900,  per non dimenticare la sua grande opera pedagogica.




Anno nuovo, vita nuova. La Pallavolo AZ Zambelli dà il via ufficialmente alla ripresa degli allenamenti

La notizia, giunta stamattina, non poteva essere più gradita alle atlete tesserate con la Pallavolo AZ Zambelli, che da tempo sognavano il ritorno in palestra.
E’ il direttore sportivo Pino Iannuzzi a rompere gli indugi, in questa giornata uggiosa di inizio gennaio quando tutta l’Italia si trova in zona rossa, e a dare appuntamento alle giovani pallavoliste per il giorno 11 gennaio 2021 al PalaPapini, munite di autocertificazione e delle scarpe di ricambio.
Un barlume di speranza e di certezza, in un momento per tutti così difficile, ma complicato sopratutto per i nostri giovani, costretti a lasciare tutte le proprie attività ormai da mesi, mesi in cui lo sport è stato, al pari di molte altre attività, messo al bando.
In questo periodo, è stato un tira e molla continuo sulla ripresa delle attività sportive degli atleti dilettanti; qualche campionato è addirittura cominciato per essere poi interrotto alle primissime battute.
Tutte le società sportive hanno investito molto nella prevenzione dei contagi, con la stretta osservanza dei protocolli di sicurezza varati dalle Federazioni Sportive di appartenenza, per dar modo ai propri tesserati di non interrompere l’attività. Tutto vanificato, di lì a poco, dalle stringenti normative in materia.
Si sono susseguiti Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, conditi da ordinanze regionali più restrittive molto diverse fra loro, che, per forza di cose, hanno determinato disparità tra regioni.  Ma andiamo con ordine per capire come sia possibile, in vigenza del DPCM del 3 dicembre 2020, riprendere gli allenamenti.
Con il DPCM del 24 ottobre scorso art. 1, comma 9, lettera D, vengono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.” Nella successiva lettera F, il legislatore sospende le attività delle palestre.
Il tutto poi viene ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020.
La Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con l’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, avente la medesima decorrenza – che abroga la precedente Ordinanza n. 68 del 23 ottobre – sospende, tra l’altro, “limitatamente agli atleti di età inferiore ai 18 anni che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche e amatoriali degli sport di squadra e di contatto come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport del 13 ottobre 2020, lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale. È altresì precluso per tutti l’uso delle parti comuni nonché degli spogliatoi.” (art. 3 comma 2).
Il tutto viene poi ribadito nell’Ordinanza Regionale n. 74 del 20 novembre 2020.
La Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV), per quello che qui ci interessa, lo stesso 3 novembre rende noto di aver deliberato e pubblicato (qui il comunicato) il nuovo Regolamento Gare valido dalla Stagione 2020/2021 (qui il testo)
Sostanzialmente, vengono classificati come campionati nazionali tutti quelli indetti dalla stessa Federazione, ad eccezione dei Campionati di Serie D e della Prima, Seconda, Terza Divisione e Under 12, sia maschile che femminile. Il successivo 6 novembre, il CONI ne prende atto e ufficializza questa classificazione. Tutto farebbe sperare in una ripartenza delle attività – al netto del fatto che le palestre, tanto comunali, quanto provinciali, restano chiuse – ma c’è ancora da superare l’ostacolo contenuto nelle ordinanze regionali, che vietano lo svolgimento degli allenamenti, anche in forma individuale, per gli atleti minori d’età.
A questo ci pensa la FIPAV Umbria, che il 26 novembre comunica di aver interpellato sul punto la Regione, la quale rassicura che “Il divieto di allenamento per gli atleti minori di anni 18 è da considerarsi solo per coloro che partecipano a campionati di interesse regionale, provinciale o locale. Non risulta quindi alcuna limitazione per coloro che partecipano a campionati di interesse nazionale.
Nel nostro caso: serie A – B – C – U19 – U17 – U15 – U13″.
A questo punto, però, viene promulgato il DPCM del 3 dicembre 2020, che all’art. 1 lettera E consente “soltanto gli eventi e le competizioni – di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) – riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni […]”.
L’aggettivo “preminente” cambia di nuovo le carte in tavola, costringendo il CONI a nuove puntualizzazioni, contenute nella circolare del 4 dicembre, indirizzata, tra gli altri, ai presidenti delle Federazioni sportive, in cui si specifica quali siano i requisiti che le competizioni e gli eventi debbono avere affinché possano essere considerati di preminente interesse nazionale. Invita contestualmente gli Enti sportivi a trasmettere allo stesso Coni con urgenza i calendari degli eventi e delle competizioni di livello agonistico e di preminente interesse nazionale.
In virtù di ciò, la FIPAV con la Nota Federale del 5 dicembre 2020  sospende tutti gli allenamenti e le attività connesse ai campionati di serie C e a quelli giovanili, ma il 16 dicembre 2020, come richiesto dal CONI, invia la comunicazione n. 0000999/AGSG con la quale prega lo stesso CONI di voler sostituire gli elenchi delle attività che ai sensi del DPCM del 3 dicembre 2020, sono da intendersi “…eventi e competizioni di livello agonistico e di preminente interesse nazionale…” con le seguenti attività già definite di interesse nazionale dal Regolamento Gare art. 1.”, che sarebbe poi quello del 3 novembre, riportato più sopra e che contempla tutti i campionati, ad eccezione della serie D, Prima, Seconda e Terza Divisione e Under 12.
“La decisione – precisa la FIPAV – assunta dopo la Giunta straordinaria riunitasi nel pomeriggio di oggi, è stata presa con il chiaro intento di non danneggiare ulteriormente le società appartenenti a tali categorie e affiliate alla Federazione Italiana Pallavolo che, come da comunicazione ufficiale del 5 dicembre […], erano state costrette, in base al DPCM del 3 dicembre, a bloccare la propria attività.”
Il CONI infine include la nota della FIPAV fra gli eventi e competizioni di preminente interesse nazionale.
Con questo travagliato percorso e – a quanto pare – dopo aver ottenuto la riapertura della palestra, la Pallavolo AZ Zambelli si accinge a ripartire; unica, crediamo, quantomeno nel panorama sportivo locale. “Ripartire in sicurezza – come giustamente puntualizza il dirigente Pino Iannuzzi – seguendo i protocolli FIPAV e le indicazioni del Governo.”
A questo proposito, ricordiamo che il protocollo FIPAV attualmente in vigore è quello del 21 maggio 2020, Versione 1, la cui validità è stata prorogata al 15 gennaio 2021 (reperibile qui) e sintetizzato per l’Umbria nel comunicato n. 8 2020/2021 (attività solo in maniera individuale, con distanziamento minimo di due metri, dove non sono previsti né prevedibili contatti tra atleti e con palloni ad uso personale da pulire frequentemente).
Non è sicuramente il massimo a cui le giovani tesserate della Pallavolo AZ Zambelli possono ambire, ma sicuramente meglio della inattività pressoché totale a cui finora sono state costrette. L’auspicio è che, nel rispetto delle regole, altre società sportive ne seguano l’esempio.
Infine, permettetemi una notazione personale sul significato di sport di interesse nazionale o di preminente interesse nazionale che dir si voglia. Al di là delle classificazioni ufficiali che provengano dal CONI e dalle Federazioni sportive, sono fermamente convinta che ogni attività sportiva sia di interesse nazionale, perché la persona che fa sport è una persona più sana e meno soggetta a patologie e che, con ogni probabilità, graverà molto meno sul Servizio Sanitario Nazionale che, come noto, è già messo a dura prova.




Solidarietà alla collega Vanna Ugolini de Il Messaggero per le minacce subite

Ci risiamo con le minacce ai giornalisti che cercano di esercitare in piena libertà e coscienza.  Questa volta al centro c’è “Il Messaggero”, la sua redazione di Terni e la giornalista Vanna Ugolini.  La notizia è quella del 1° gennaio con un giovane morto a Montecastrilli, scrive la giornalista, per overdose.  Il bravo giornalista è quello che ricerca la verità, anche quando scomoda, terribile, come in questo caso, e non nasconde, non addolcisce la pillola

Fare il giornalista è una professione scomoda perché si è al servizio dei lettori e non di poteri, locali, forti, nazionali o internazionali e per questo la nostra professione troppo spesso, negli ultimi anni, è protagonista di minacce private, pubbliche, di leggi liberticide, piccoli e grandi ostacoli che cercano di rendere il nostro lavoro quasi impossibile, ad ogni livello.  Eppure noi siamo al servizio dei lettori e della verità.  In quest’ultimo caso a volte ci riusciamo meglio, a volte peggio, ma sempre in buona fede.  E’ anche comprensibile l’umana pietà e rabbia quando un proprio caro è coinvolto in un tragico fatto di cronaca ma noi non possiamo celare, non le indiscrezioni, ma le notizie e le prove ufficiali, le parole degli inquirenti, in questo caso.  Ci dispiace che ancora una volta deve muoversi il nostro Ordine professionale per bocca del presidente Roberto Conticelli che ha scritto una nota di pubblica solidarietà che pubblichiamo qui di seguito e alla quale ci uniamo come OrvietoLife, convintamente.

“Preoccupano e danno conto di un imbarbarimento sociale che dovrebbe richiamare l’attenzione delle istituzioni le gravi minacce ricevute dalla redazione di Terni de Il Messaggero, e personalmente dalla responsabile Vanna Ugolini, in relazione a una notizia sia web che cartacea riferita alla morte di un giovane  in una località della provincia di Terni. Le minacce in questione, in alcuni casi minacce di morte, hanno indotto i carabinieri a porre sotto sorveglianza l’abitazione della stessa giornalista.
Nell’ordinamento giuridico e in quello più specificatamente attinente alla nostra professione esistono modi e forme per contestare quanto sostenuto in un servizio giornalistico, ma la minaccia non è certo prevista. Tale forma infatti costituisce reato, tanto più grave perché capace, nella sua dinamica individuale, di limitare la libertà di espressione del giornalista  e quindi, in senso più generale, il diritto di cronaca, valore che appartiene alla collettività. Auspichiamo che le forze dell’ordine, alle quali va il nostro grazie per la sollecitudine con cui hanno reagito alle minacce verso la redazione e la giornalista, riescano a ricostruire la vicenda nei suoi eventuali profili anche penali. Alla redazione de Il Messaggero e alla collega Ugolini la solidarietà mia personale, quella dei consiglieri dell’Ordine e dell’intera categoria”.