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Gianni Daniele è stato nominato capogruppo della Lega in Provincia

Gianni Daniele, consigliere della Lega a Narni,  nel corso della prima riunione del consiglio provinciale, è stato nominato capogruppo della maggioranza. “Vorrei innanzitutto ringraziare i consiglieri di Provincia Libera e i referenti dei gruppi politici di maggioranza, nonché la neo Presidente, che hanno indicato nella mia persona il capogruppo dell’intera compagine di maggioranza”. Il neo capogruppo della Lega aggiunge, “un incarico che mi onora e al tempo stesso mi responsabilizza , ancor più oggi che la nostra alleanza è maggioranza. Questo conferimento conferma, ancora una volta, la compattezza del centro destra che, ogniqualvolta si presenta unito, ottiene risultati eccellenti”.
“Mi adopererò – ha continuato il leghista- fin da subito, mettendomi a disposizione, affinché la fiducia in me riposta venga ripagata nell’interesse dell’intera compagine e dell’amministrazione stessa”.
Daniele ha concluso invitando la minoranza alla collaborazione. Rivolgo un saluto ai colleghi della minoranza auspicando un lavoro sinergico e costruttivo come del resto è stato nella precedente consiliatura”.

Soddisfazione esprime anche il referente provinciale della Lega Terni, David Veller, ” Daniele è un consigliere al secondo mandato, con esperienza e capacità, che si è speso molto per i territori portando avanti le istanze di tutti”.




Stop alle quarantene per i vaccinati con il booster. Dal 10 gennaio vita difficile per i no-vax

Il consiglio dei ministri del 29 dicembre ha approvato un nuovo decreto di contenimento che segna anche una svolta importante sulla gestione delle quarantene e dei no-vax convinti. Dopo la pubblicazione in GU, infatti entrano in vigore le nuove regole che riguardano la quarantene per i contatti diretti con un positivo e già qui si notano delle forti differenziazioni tra cittadini. Ecco cosa prevede il nuovo decreto fortemente voluto dalla Regioni e dai rappresentanti delle categorie produttive.

In caso di contatto diretto con un positivo, ad esempio un familiare, chi ha ricevuto già la terza dose o ha completato il ciclo con due dosi o è guarito dal covid da meno di 4 mesi non dovrà più sottostare alla quarantena, ma potrà uscire, andare a lavorare indossando sempre una mascherina FFP2. al termine dei dieci giorni di autosorveglianza serve un testo molecolare o antigenico per tornare alla più completa normalità Al quinto giorno dall’ultimo contatto con un positivo, se con sintomi, serve un tampone molecolare o antigenico. Per chi ha completato un ciclo vaccinale con due dosi da più di 120 giorni la quarantena passa a 5 giorni con tampone in uscita. Per chi non è vaccinato per scelta o per gravi motivi di salute rimane l’attuale regole dei 10 giorni di quarantena e tampone negativo in uscita.

Ma le novità più importanti arrivano con la seconda parte delle misure, quelle che entreranno in vigore a partire dal 10 gennaio e che sono il frutto di una mediazione tra chi voleva il green pass rafforzato per tutti i lavoratori e la vaccinazione obbligatoria per gran parte dei dipendenti e chi invece insiste su un giro di vite più blando. Al termine della riunione del consiglio di ministri è passata le linea del premier che ha cercato di accontentare tutti promettendo anche che la questione della vaccinazione obbligatoria e del super-green passa per andare a lavoro verrà riproposta ad inizio anno.

Intanto dal 10 gennaio diventa veramente difficile la vita per un non vaccinato. sarà impossibile accedere ad alberghi e strutture ricettive, entri benessere anche all’aperto, partecipare a cerimonie conseguenti a eventi civili o religiosi come matrimoni o battesimi, visitare sagre e fiere, recarsi in centri congressi, utilizzare impianti di risalita anche se ubicati in comprensori sciistici, praticare sporta di squadra o allenarsi in centri natatori o piscine. Non si potrà neanche utilizzare gli spazi all’aperto per la ristorazione, recarsi in centri culturali, sociali e ricreativi.

feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose (ad esempio matrimoni e battesimi); sagre e fiere; centri congressi; servizi di ristorazione all’aperto; impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici; piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto; centro culturali, centro sociali e ricreativi. L’esecuti ha anche deciso una nuova e più decisa stretta per i mezzi di trasporto pubblici e per gli eventi sportivi sia all’aperto che al chiuso. Infatti sempre dal prossimo 10 gennaio, in concomitanza con la riapertura ufficiale di molte scuole e delle attività lavorative in generale, si potranno utilizzare i mezzi pubblici, compresi autobus e metropolitane, solo se vaccinati o guariti, non basterà più, quindi, il tampone. Per gli eventi sportivi all’aperto il limite di occupazione dei posti sarà del 50% mentre nei palazzetti del 35% e tutti gli spettatori avranno l’obbligo di indossare mascherine FFp2.




Comitato A scuola-Umbria, “assicuriamo la scuola aperta a chi è negativo”

In relazione agli accadimenti degli ultimi giorni che si sono riversati, ancora una volta, sulla pelle dei cittadini umbri, abbiamo inviato una nuova Pec alla Regione che segue quelle del 21/12 e del 13/12, alle quali non abbiamo ancora ricevuto risposta.   La situazione di caos che si è creata negli ultimi giorni non ci risulta nuova: il taglio degli operatori destinati al tracciamento, nonché degli orari degli stessi drive hanno mandato in tilt l’intero sistema, noi lo avevamo denunciato già i primi di dicembre. Duole sentire che la Presidente Tesei parla di fake news in merito a questo, ma noi genitori, che dallo scorso anno, ci rechiamo presso i drive per i tamponi scolastici, abbiamo potuto verificare con i nostri occhi che i drive sono stati depotenziati, per poi essere ripristinati in maniera parziale, solo in questi giorni.

A fronte di questa situazione, esprimiamo preoccupazione per il rientro a scuola a gennaio: non è accettabile pensare a prolungamenti delle vacanze o a ipotesi di screening ai sani (quando è saltato il tracciamento ai sintomatici). Ci teniamo a ricordare alla Regione, ma anche a tutti gli Amministratori Locali, che la sentenza n. 37/2021 della Corte Costituzionale stabilisce che, in emergenza – se si è in emergenza – compete all’autorità dello Stato, e non alle singole Regioni, tenere le fila in materia di profilassi internazionale. Il Consiglio di Stato, nei mesi scorsi, ha dichiarato illegittimi – e sottolineiamo ‘illegittimi’ – i provvedimenti governativi di chiusura “preventiva” delle scuole effettuati durante lo scorso anno scolastico. Provvedimenti presi con una situazione epidemiologica relativamente tranquilla e comunque peggiore di quella attuale e in assenza della copertura vaccinale oramai presente, oggi, per tutto il personale scolastico e per gran parte della popolazione. Ricordiamo anche che il DL 111 del 6 Agosto 2021, normando la possibilità di chiusure scolastiche, delimita tale eventualità solo alla zona rossa e solo, riprendendo la sentenza del Consiglio di Stato sopracitata, ove vi siano comprovate esigenze epidemiologiche non su tutta la popolazione generale ma sulla popolazione scolastica: in sintesi la scuola può chiudere solo in presenza di cluster scolastici e non per un generico “aumento dei contagi”. Il legislatore sottolinea che tale provvedimento debba essere preso solo quando altri provvedimenti non hanno avuto effetti: ancora, la scuola deve essere l’ultima attività a chiudere. Abbiamo già, in riferimento a questo, esempi negativi dei nostri Sindaci Umbri: ad Amelia in virtù dell’aumento dei contagi, la prima a chiudere è stata la scuola. In merito a questo, vorremmo dire e ribadire, ai Sindaci che chiudere la Scuola non è la scelta più semplice: sul piano degli studi scientifici, sappiamo ormai che la scuola è uno degli ultimi setting di contagio, stante la rigidità dei protocolli previsti al suo interno, e che la contagiosità si attesta su percentuali che gravitano intorno al 2% della popolazione scolastica.

La stessa comunità scientifica, peraltro, è ormai concorde sui gravissimi danni causati dalla chiusura delle Scuole e dalla didattica a distanza sulla salute di bambini/e e ragazzi/e sul piano psicologico, sociale, cognitivo, relazionale: per i bambini e le bambine, le ragazze ed i ragazzi la scuola è salute, e continuare a privare i minori di questa fondamentale esperienza di crescita a causa anche di continue quarantene “precauzionali” (laddove all’estero non hanno chiuso quasi mai, neanche in piena emergenza) sta alimentando il loro disagio, testimoniato da un peggioramento dei dati riguardanti il loro equilibrio psicofisico: i dati della Società Italiana di Pediatria (Sip) dicono che sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria”, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%). Queste evidenze stanno distruggendo intere famiglie e Comunità.

È per questo che la Rete Nazionale Scuola in Presenza e il Comitato a Scuola Umbria diffidano sin d’ora il Governo e gli Enti Locali da qualunque provvedimento che limiti il diritto alla Scuola in presenza dei minori. Fatte queste doverose premesse ci auguriamo quindi che:

• sia ripristinato pienamente il tracciamento sia in termini di orari che di personale preposto,

• sia ripristinato a partire dal 7 gennaio il protocollo vigente o al massimo quello del 13/10 che assicurava la presenza scolastica,

• che qualunque screening di massa sulla popolazione scolastica sia effettuato SOLO prima del rientro a scuola in modo da lasciar liberi i negativi di recarsi in classe,

• che in virtù dei dati provenienti da una delle massime esperte americane di malattia infettiva, Monica Ghandi, non sia utilizzata la variante Omicron al fine di legittimare la chiusura delle scuole.

Le analisi, infatti, suggeriscono un rischio ridotto di ospedalizzazione tra gli individui infetti da Omicron rispetto agli individui non infetti da Omicron nello stesso periodo di tempo. In Italia il dato è confermato dal Professore Zuccotti, pediatra del Sacco di Milano che confermava nullo il rischio di malattia grave (terapie intensive) nei bambini anche in relazione alla Omicron. Con la speranza che la Regione apra le porte della sua rocca e si apra ad un confronto sereno e costruttivo con Noi, genitori, insegnanti e studenti al fine di garantire il diritto allo studio, ma anche di evitare il più possibile che i nostri giovani siano vittime inconsapevoli della cattiva gestione pandemica. I nostri politici, governatori, amministratori hanno sulle loro coscienze i numerosi bambini, le numerose bambine, i ragazzi e le ragazze per i quali l’isolamento ha determinato disagi mentali, pensieri suicidi e altro. Come scrive L’Espresso è nostro dovere etico e morale aprire gli occhi su questo e riscrivere un futuro degno per i nostri figli e le nostre che nella pandemia, sono i grandi dimenticati della storia. Più poveri, più soli, rimossi, isolati e dimenticati: davvero vogliamo imporre loro, una nuova chiusura?

Martina Leonardi Vice Presidente Comitato a Scuola Umbria




La USL Umbria 2 invita tutti a non utilizzare il Pronto Soccorso per prestazioni non urgenti

In questa fase di forte ripresa dei contagi, in cui è fondamentale evitare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere ed è necessario lasciare liberi i percorsi assistenziali, nei servizi di pronto soccorso e nelle postazioni di primo soccorso dei presidi ospedalieri dell’Azienda Usl Umbria 2 (Foligno, Spoleto, Orvieto, Narni e Amelia) si registra un numero elevato di accessi inappropriati per prestazioni e codici non urgenti.

La direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2 e le direzioni ospedaliere invitano i cittadini ad evitare l’utilizzo del Pronto Soccorso per prestazioni che possono e devono essere garantite dal medico curante o dai servizi territoriali.




3171 Positivi in Umbria ma ricoveri bassi, “la metà sono non vaccinati” spiega l’assessore Luca Coletto

In Umbria sono 3171 i nuovi positivi conteggiati al 29 dicembre. Si tratta di un numero decisamente alto, mai registrato che però lascia sperare bene sul fronte della gravità della malattia. Sul versante dell’ospedalizzazione infatti, i numeri sono decisamente confortanti, visto che i ricoverati sono 122 di cui 8 pazienti in terapia intensiva. Di questi, all’incirca la metà non sono vaccinati: lo rende noto l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto.

“In area medica – spiega Coletto – i ricoverati sono 114 con età media intorno ai 69 anni, il 50 per cento non risulta vaccinato. Invece i soggetti ricoverati che erano stati vaccinati con due dosi, sono affetti da patologie pregresse, mentre 14 soggetti che avevano ricevuto anche la terza dose sono ultraottantenni  e anche questi tutti con comorbilità. In terapia intensiva i ricoverati sono 8 di cui la metà non vaccinati”.

“In pratica – prosegue l’assessore – tra i soggetti positivi al covid che finiscono in ospedale in Umbria, 1 su due non è vaccinato. Per rendere meglio l’idea dell’efficacia della vaccinazione sui ricoveri, vale ricordare che su 88.000 umbri non ancora vaccinati 52 risultano ospedalizzati, mentre sui circa 700.000 vaccinati solo 52 finiscono in ospedale, circa 8 volte in meno”.

“Uno studio del Nucleo epidemiologico regionale – conclude Coletto – avvalora questo dato, infatti dai primi di dicembre ad oggi dall’analisi dei casi positivi emerge che non aver fatto la terza dose di vaccino  espone ad una maggiore probabilità di ricovero. Per cui in questa fase, è fondamentale che i cittadini decidano di vaccinarsi per la propria salute, oltre che per proteggere i soggetti più fragili che sono a rischio di ospedalizzazione“.




Il PD di Ficulle, “mettere ora l’imposta di soggiorno è sbagliato e ingiusto per chi già soffre per la crisi”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del PD di Ficulle sull’istituzione dell’imposta di soggiorno da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluigi Maravalle.

All’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 28/12/2021, leggiamo l’approvazione del regolamento imposta di soggiorno e relativa tariffa. Vogliamo augurarci che in questo periodo sciagurato per l’economia, soprattutto nel nostro paese, a nessuno venga in mente di far gravare sulle attività ricettive che più di molte altre attività economiche hanno risentito di questi anni difficili una tassa che finirebbe con il ricadere esclusivamente sulle loro spalle.

Mentre in molti comuni italiani si è provveduto alla sospensione della tassa di soggiorno proprio per non colpire il settore turistico già in sofferenza, a Ficulle, con un tempismo esemplare, si decide di istituirla proprio alla fine del 2021,avendo inserito il comune nelle città e località d’arte.

Al momento non sembrano esserci nemmeno lontanamente i requisiti per istituire questa imposta a Ficulle, nonostante l’inserimento nelle città e località d’arte.

Forse sarebbe stato il caso, prima di chiedere soldi a chi ancora crede in questo paese ed è l’unico vero promotore dello sviluppo turistico, effettuare qualche investimento per incrementare il flusso dei turisti, cercando di arginare il doppio effetto negativo dovuto alla pandemia e all’imposta di soggiorno




Nuova sanità e vecchie follie, via il Distretto di Orvieto e Casa di Comunità accanto al Duomo

La pandemia di Covid ha costretto la struttura sanitaria nazionale a prendere atto della propria inadeguatezza organizzativa ad affrontare fenomeni sanitari che richiedano una robusta ed efficiente sanità territoriale. È stato progettato un nuovo modello di Servizio sanitario nazionale (“Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale” http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato6571804.pdf) che propone linee guida a cui le regioni debbono adeguarsi e che privilegia la costituzione di Case di Comunità (pag. 12), Infermiere di famiglia e di comunità (pag. 18), Ospedali di Comunità (pag. 27), Assistenza domiciliare (pag. 25), ecc.

La Regione Umbria, nel recepire le indicazioni nazionali, ha confezionato il proprio Piano regionale, che dovrà essere presentato entro il mese di febbraio al Ministero e sarà finanziato con fondi del PNRR e altri opportunamente dedicati. Ricordiamo che i fondi straordinari saranno erogati soltanto se il Piano procederà secondo i tempi programmati e sarà completato entro il 2026, pena la restituzione degli importi già assegnati. Il controllo di ultima istanza sarà effettuato dall’Unione Europea. Le linee individuate dalla Regione Umbria sono in fase di partecipazione, dopodiché diventeranno il disegno della nuova Sanità regionale. Bisogna partecipare ora.

Il Piano umbro prevede la riduzione del numero dei Distretti, importante presidio organizzativo rivolto alla “promozione della salute, alla prevenzione rivolta alla persona, alla cura e alla riabilitazione”.  La ragione di tale riduzione è razionalizzare e contenere le spese. I distretti, attualmente 12, saranno ridotti a 5, e distribuiti 4 a Perugia e uno soltanto a Terni (pag. 32). È stato cancellato il Distretto del Territorio orvietano ed assimilato a Terni, con evidente scelta che privilegia il Perugino e non tiene conto di tutte le peculiarità dei territori.  Nutriamo notevoli perplessità su questa decisione, perché l’Orvietano è area interna di confine, con la percentuale più alta di anziani dell’Umbria (29,9%), con un processo di perdita di ricchezza economica e sociale e demografica che sembrano irreversibili. La cancellazione del Distretto significherebbe che la focalizzazione nell’analisi dei problemi e nella ricerca delle soluzioni non sarebbe più sui nostri comuni, sulla nostra società, sulla popolazione locale.   Dalla perdita oltre vent’anni fa della sede dell’ASL fino a quella del Tribunale nel recente passato, le conseguenze che seguono simili “razionalizzazioni”, che tengono conto di fattori meramente numerici e di influenza politica, producono perdita di servizi, di lavoro, di popolazione e quindi non contrastano, anzi accelerano, il depauperamento esponenziale che affligge il territorio. Centro della nuova Sanità sarà la Casa di Comunità, che è “il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale, in tutte le situazioni nelle quali può realizzarsi la collaborazione con gli enti locali” (pag.12). Qui si svolgono tutte le attività di routine e di primo intervento e, come recita espressamente il documento, deve essere un luogo vicino e facile da raggiungere dalla comunità di riferimento. Il fatto che si stia valutando seriamente la possibilità di destinare a tale attività l’ex ospedale in piazza Duomo è contrario ad ogni logica funzionale, perché si scontra con un armonico sviluppo del Centro storico di Orvieto, perché è difficile da raggiungere e perché non ci sono parcheggi, né per chi ci lavora né per chi richiede servizi. Una follia, una pessima soluzione all’annoso problema della destinazione di quei locali che potrebbe determinare danni irreversibili nel disegno della città.

Ci auguriamo che il prossimo Consiglio comunale del 30 dicembre, in cui si affronterà la materia, esamini attentamente la situazione e possa trovare unità nel bene di tutti i suoi cittadini, recuperando la scarsa incisività evidenziata in fase progettuale. In link il nuovo modello di assistenza territoriale del S.S.N. con i documenti essenziali per entrare nel problema. Ci auguriamo che in tempi brevissimi si possa produrre un dibattito consapevole e razionale.

PROMETEORVIETO




Consiglio Comunale telematico il 30 dicembre, si discute di arredo urbano

Il consiglio comunale torna a riunirsi alle 15 in prima e alle 16 in seconda convocazione il 30 dicembre. L’intera seduta è prevista in modalità telematica così come previsto dalle attuali normative anti-covid. Nella seduta il punto più importante riguarda il punto che vede all’approvazione dell’assemblea le modifiche e le integrazioni al nuovo regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano con relatore il vice-sindaco Mazzi. Di seguito l’intero ordine del giorno.

ORDINE DEL GIORNO

Question Time, Comunicazioni INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE

1. Interrogazione presentata dalla Consigliere Croce avente ad oggetto: “Osservatorio permanente sulle dipendenze: quale futuro ?”;

AFFARI GENERALI E ISTITUZIONALI – Relatore Presidente 2. Presa d’atto delle deliberazioni n.ri  80, 81, 82, 83 e 84 della seduta consiliare ordinaria del 13.12.2021;

EDILIZIA E URBANISTICA – Relatore Vice Sindaco Mazzi 3. Modifiche ed integrazioni al Regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano. Deliberazioni di C.C. n. 93 del 28.07.2021 e n. 27 del 08.04.2009. Approvazione;

SERVIZI SOCIALI – Relatrice Assessore Sartini 4. Zona Sociale n. 12 – Approvazione schema di convenzione per integrazione quota sociale delle rette in strutture per anziani tra il Comune di Orvieto, in qualità di Comune capofila e le strutture servite e protette di cui all’allegato “A” del presente atto per l’integrazione delle rette, quota sociale, di anziani inseriti in strutture residenziali;

PROGRAMMAZIONE E BILANCIO, ENTI E PARTECIPAZIONI – Relatore Assessore Pizzo

5. Approvazione nuovo Regolamento per il Servizio Economato;

6. A.T.C. S.p.A. in liquidazione. – Presa d’atto del bilancio finale di liquidazione al 28 febbraio 2021 e piano di riparto;

7. Approvazione progetto di fusione societaria per incorporazione di Umbria Digitale Scarl ex art. 2501 – ter Codice Civile. Presa d’atto;

8. Revisione ordinaria delle partecipazioni possedute nelle società a partecipazione pubblica – Razionalizzazione periodica ex art. 20 D.Lgs. n. 175 del 19 agosto 2016, come modificato dal D.Lgs. n. 100 del 16 giugno 2017;

LAVORI PUBBLICI – Relatore Assessore Pizzo

9. Seconda modifica Programma triennale dei lavori pubblici 2021-2023. Annualità 2022 e 2023. Approvazione ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs. 18/04/2016 n. 50 e s.m.i. e dell’art. 5 del D.M. 16/01/2018, n. 14. Approvazione;

MOZIONI, ORDINI DEL GIORNO

10. Mozione presentata dal Consigliere Barbabella avente ad oggetto “una copia della Carta costituzionale ai diciottenni”;

11. Mozione presentata dal Consigliere Barbabella in merito ad iniziative per la diffusione della cultura e della pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro;

12. Mozione presentata dal Gruppo Consiliare “Partito Democratico” in merito alla richiesta di liberare dai rifiuti e rendere più fruibile le aree del Lago di Corbara;

13. Mozione presentata dal Gruppo Consiliare “Partito Democratico” in merito alla realizzazione, in Umbria, della piena applicazione della legge 194/78, delle Linee di indirizzo su aborto medico del Ministero della salute e contrasto alle modifiche della legge regionale 04/09/2015 n. 11;

14. Mozione presentata dal Consigliere Barbabella in merito al “Nuovo piano sanitario regionale – Modello di medicina territoriale post covid 19 – soggetti, reti e strumenti per la tutela della salute dei cittadini”. Proposte per il territorio orvietano;

15. Mozione presentata dal Consigliere Barbabella in merito alla valorizzazione e riconversione funzionale dell’ex Caserma Piave;

16. Mozione presentata dalla Consigliera Croce in merito alla co-progettazione e co-programmazione come strumenti di resilienza sociale e sviluppo di comunità.




Umbria, quarantene più lunghe per i non vaccinati e per i positivi al virus

La Regione Umbria rende noto che a fronte dell’attuale contesto che vede anche in Umbria la diffusione ampiamente prevalente della variante Omicron, il Commissario regionale per l’emergenza Coronavirus, Massimo D’Angelo, ha emanato le seguenti disposizioni finalizzate al massimo contenimento della circolazione virale e della difesa delle categorie più deboli come anziani e soggetti con patologie gravi: 

Positivi al virus:I soggetti risultati positivi al Covid, sia dall’esito del tampone molecolare che al test antigenico (come da disposizione Ministeriale già in vigore), dovranno rimanere in isolamento contumaciale almeno per 10 giorni, di cui gli ultimi 3 senza sintomied avere un test molecolare negativo effettuato alla scadenza dell’isolamento stessoNel caso in cui quest’ultimo tampone risultasse positivo l’isolamento proseguirà per ulteriori 7 giorni al termine dei quali seguirà ulteriore tampone.

Contatti di positivo: Se il soggetto venuto a contatto con un positivo è vaccinato con ciclo completo da almeno 14 giorni dovrà:- rimanere in quarantena per 7 giorni, al termine dei quali dovrà risultare negativo a un tampone molecolare o un test antigenico – oppure dovrà rimanere in isolamento per 14 giorni al termine dei quali potrà uscire dall’isolamento senza l’esecuzione di un test diagnostico. Se il soggetto venuto a contatto con un positivo non è vaccinato con ciclo completo, dovrà rimanere in quarantena per 10 giorni al termine dei quali dovrà avere un tampone molecolare o test antigenico con risultato negativo.

Riferimenti nazionali: Tali disposizioni, derivanti dall’applicazione della Circolare del Ministero della salute n. 54258 del 26 novembre 2021 che prevede di “applicare tempestivamente e scrupolosamente le misure previste dalla circolare n. 36254 dell’11 agosto 201 ‘Aggiornamento sulle misure di quarantena e isolamento raccomandate alla luce della circolazione delle nuove varianti SARS-Cov-2 in Italia ed in particolare della diffusone della variante Delta (lignaggio B.1.1.617.2)’”, sono necessarie anche alla luce del sequenziamento relativo alla flash survey dell’ISS del 22 dicembre che riporta su 68 campioni, 44 (64,7%) con variante B.1.1.529 (Omicron); peraltro i test molecolari eseguiti il 24 e 25 dicembre evidenziano come oltre l’80% presentano drop out del gene S che, come noto, è caratteristico della variante Omicron.  




La nuova era del virus, sì alla vita “normale” e alle differenze tra cittadini

Siamo nell’era “Omicron” ennesima variante di questo maledetto virus che non ne vuole sapere di andare via e diventare un tranquillo virus parainfluenzale.  Il premier Mario Draghi, intanto, ha perentoriamente escluso nuovi lockdown, anche limitati, la dad e l’allungamento delle vacanze natalizie e super-green pass per i dipendenti pubblici e privati sotto la spinta di una parte della sua stessa maggioranza, leggasi Lega e parte del M5S, unica e non azzeccata concessione alla politica da parte di Draghi.

Il Paese reale però torna a soffrire per alcune limitazioni e divieti resi necessari dall’arrivo della nuova variante.  Mascherine sempre e ovunque, e FFp2 al chiuso, niente cibi e bevande nei cinema e nei teatri, chiusura delle discoteche e delle sale da ballo e poi tamponi a più non posso; un vero e proprio balzello per le famiglie e le imprese e un nuovo clima di paura che sta già riportando in crisi alcuni comparti che faticosamente stavano cercando di risalire la china a partire dal turismo e dall’intrattenimento e spettacolo.  Le amministrazioni locali hanno deciso ancor prima del governo nazionale di annullare feste, veglioni, rappresentazioni varie e poi anche l’esecutivo ha di fatto confermato quanto già deciso a livello territoriale, annullando ogni differenziazione.  In tutta Italia si può uscire, organizzare feste private, partecipare ai cenoni tradizionali nei ristoranti, agli spettacoli e ai concerti, ovviamente nel massimo rispetto delle normative vigenti, ma cum grano salis, ricordano da Palazzo Chigi.

Il Paese che produce e la scienza stanno iniziando, però, a traguardare l’immediato futuro della variante omicron per organizzare il futuro almeno a medio termine e eliminare, salvo catastrofi, questo continuo stop and go che rende difficile anche la minima programmazione finanziaria di qualsiasi impresa, grande, piccola o familiare.  Autorevoli medici stanno spingendo per un forte accorciamento della quarantena per i vaccinati con terza dose, addirittura c’è chi pensa alla totale eliminazione, e un contemporaneo allungamento dei termini per i no-vax duri e puri.  E così il mondo dell’impresa chiede che venga reso obbligatorio il vaccino per raggiungere quell’immunità di gregge e quel livello di sicurezza che si può ottenere solo con una regola rigida e con scarse e giustificate eccezioni.  Si è aperto in maniera vigorosa anche il dibattito sul lockdown per i non vaccinati sullo stile di quanto avvenuto in Germania e Austria e di quanto sta decidendo il Belgio.  Già, il Paese reale ha bisogno di certezze e di socialità in sicurezza e le strade sono semplici, vaccini su larga scala e premialità per chi segue tutte le regole dettate dalla scienza.  Bisogna intendersi anche sul significato di immunità di gregge.  Cosa s’intende?  Semplicemente che il numero massimo di popolazione sia immunizzata e/o messa in sicurezza con il vaccino per salvaguardare chi per motivi seri di salute non può avere accesso a tali cure preventive.  Non si avrà, quindi immunità di gregge fin quando tutti coloro che possono vaccinarsi non lo avranno fatto, questo è ormai assodato e non sperimentale, basti pensare al morbillo o al vaiolo, completamente debellato, o all’antinfluenzale che previene le forme gravi dei virus stagionali.  D’altronde i costi anche per lo Stato iniziano ad essere altissimi.  Gestire una pandemia non è uno scherzo ma se i cittadini provano a fare i furbetti o si mettono di traverso con la laurea acquisita in poche settimane sui social, allora la strada diventa ancora più tortuosa e in salita.    Il premier Draghi ha chiaramente sottolineato che oggi decisione è presa dal governo su base esclusivamente scientifica e proprio da lì viene l’appello all’obbligatorietà del vaccino mentre è più dibattuto il lockdown per i no-vax anche se la maggior parte concorda, anzi c’è chi spinge per attuarlo ora, fino alla riapertura delle scuole per favorire le vaccinazioni dei bambini in particolare e limitare l’ondata della variante omicron già in atto. 

E’ difficile però, politicamente, fare digerire un nuovo “San Silvestro” senza luci, feste, giochi e incontri familiari.  La socialità non può essere compressa per lunghi periodi e allora facciamolo in sicurezza così come consigliato dalla scienza: evitiamo inviti a chi non è vaccinato soprattutto se in presenza di persone fragili, chiediamo il tampone a chi non ha ancora effettuato la dose booster da almeno 15 giorni e poi mascherine quando necessario, evitare baci e abbracci, evitare di bere o mangiare con le stesse stoviglie, arieggiare spesso il locale dove si soggiorna, lavare le mani o disinfettarle.  Solo così si può convivere con il coronavirus senza rinunciare totalmente alla socialità, allo sport, agli spettacoli e alla musica..e sarà così ancora per molto tempo, meglio avere poche regole, chiare che tante con altrettante scappatoie per furbetti di vario genere.